L’Alto Garda è una delle mie mete trentine preferite: ho sempre adorato il Lago di Garda in ogni sua forma. Ci vengo spesso e oramai sono quasi di casa. Ti avevo già parlato di Riva del Garda, ora invece ti porto con me attraverso un itinerario culturale per raccontarti cosa vedere ad Arco.
Cittadina termale grazie al suo clima mite, ancora oggi è meta privilegiata da tedeschi e italiani. La sua visita culturale non prende più mezza giornata. Siamo nel Garda Trentino a due passi da Riva del Garda, dalla Val di Ledro e dalla Valle dei Laghi: puoi tranquillamente abbinare la visita alla vicina Riva del Garda.
Già gli antichi Romani e i Celti hanno scelto questo fazzoletto di terra tra le Dolomiti e il Lago di Garda come la propria casa. Sono stati loro a coltivare i primi uliveti e vigneti: parliamo di 2000 anni fa e ancora oggi anche noi apprezziamo il clima mediterraneo a queste altitudini.
Il Castello di Arco
Quel che rimane del castello di Arco non dà l’idea della sua antica magnificenza. Nonostante questo, si rimane comunque colpiti da ciò che è rimasto, del suo grande parco intorno e sicuramente il panorama sul Lago di Garda e della Valle dei Laghi.
Se vuoi avere un’idea puoi cercare su internet l’acquarello “Fenedier Klawsen” di Albrecht Dürer fatto durante il suo viaggio in Italia nel 1495. L’acquarello mostra chiaramente un borgo fortificato con la sua Torre Grande a metà della rupe e la Torre Renghera sulla vetta, una torre di guardia e un percorso che sale dal centro abitato in basso.
Il borgo fortificato è di origine medievale e al suo interno si trovavano le prigioni, la cantina, il molino, un laboratorio del fabbro, delle cisterne per l’acqua e tanto altro. Questo permetteva di sopravvivere in caso di assedio perché la popolazione con il suo signore si nascondevano qua.
Il castello di Arco è stato abitato fino al Settecento per poi conoscere uno stato d’abbandono a causa dell’attacco delle truppe francesi del generale Vendome nel 1703.
E’ solo alla fine degli anni Ottanta del Novecento che il castello è stato recuperato grazie ad un restauro impegnativo. Un ulteriore restauro nel 2003 ha permesso di ridare bellezza ad un luogo lasciato per troppo tempo all’incuria del tempo.
- Ti racconto le mie due visite fatte al Castello di Arco.
Sala degli affreschi
Nel restauro del 1986 sono emersi degli affreschi che hanno fatto la storia dell’arte locale; affreschi sepolti dalle macerie fin dal Settecento.
La sala non è di grandi dimensioni, probabilmente usata per frequentemente perché inserita in un contesto più ampio, accanto ai serbatoi per l’acqua e ad una cucina.
Gli affreschi hanno una certa importanza perché rappresentano minuziosamente la vita quotidiana di dame e cavalieri durante il Trecento. L’autore anonimo e sopranominato Maestro di Arco, ha raccontato con grande abilità e fin nei minimi dettagli la vita cortese come il gioco della dama o scene di vita cavalleresca.
Le scene rappresentate sono otto:
- i giochi tipici dell’epoca come la dama, i dadi, del filetto o il gioco della tavola.
- Scene all’aperto come la dama che raccoglie le rose.
- Il mondo cavalleresco come l’uccisione del drago, il tema della giostra o il mito cavalleresco attraverso la rappresentazione del concedo.
Informazioni utili
- Il costo del biglietto è di 5 €.
- Si raggiunge il castello di Arco grazie al sentiero Costa che parte dalla piazza di Arco. Consiglio di vestirsi comodamente perché il percorso è un sentiero talvolta irto e passa attraverso un’olivaia.
- Il castello è conosciuto come il “castello delle 120 stanze” e si estende su un territorio ripido di 23.000 metri quadri.
Il Parco di Arboreto
L’arciduca Alberto d’Asburgo, cugino dell’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe, decise di stabilirsi ad Arco dal 1872, costruendo per sé la Villa Arciducale. L’Arboretum faceva parte del Parco Arciducale annesso alla villa.
Il parco è chiamato Arboreto perché è un giardino botanico dove si trovano soprattutto specie arboree e arbustive. L’arciduca aveva l’abitudine di soggiornare ad Arco nei mesi invernali grazie al clima mite dell’Alto Garda e per questo, il parco è stato progettato per ospitare delle piante sempreverdi.
Oggi crescono 150 specie di arbusti provenienti da tutto il mondo come i cipressi californiani e i lecci, la sequoia sempreverde, l’albero della canfora, il cipresso di Lawson e l’albero dei mammouth.
Durante gli anni Sessanta del secolo scorso, il botanico Walter Larcher ha progettato i “paesaggi vegetali in miniatura” che riproducono realtà botaniche esotiche. Per questo, durante il percorso è possibile trovare delle oasi e un vialetto di palme, giungla di bambù (che adoro), la macchia mediterranea, alcune piante utili subtropicali, una limonaia ed uno stagno.
Nel 1993 l’Arboreto di Arco è stato ristrutturato grazie alla collaborazione scientifica del personale qualificato del MUSE Museo delle Scienze di Trento. Il visitatore è accompagnato durante la sua passeggiata all’interno del parco da delle etichette e dei pannelli esplicativi.
Informazioni utili
- Il Parco Arciducale di Arco si trova in via Lomego, all’altezza della località Laghel.
- L’entrata è libera e gli orari di apertura sono: da aprile a settembre 9 – 19 e da ottobre a marzo 9 – 16.
- Per chi ne fosse interessato, il MUSE organizza delle visite didattiche legate alla botanica. Basta scrivere a prenotazioni@muse.it.
La Galleria Civica Segantini
Giovanni Segantini è un artista trentino nato nel 1858 ad Arco, all’epoca al confine tra Italia e Mitteleuropa. Ha avuto una vita per nulla semplice e sempre in movimento tra il Trentino, Milano e la Svizzera.
La Galleria Civica Segantini di Arco è inserita nel progetto del MAG di Riva e il MART di Rovereto che vuole far conoscere l’artista raccontando la sua vita e le sue opere. E viene fatto attraverso:
- le collezioni permanenti dove sono esposte i dipinti di Segantini e dei suoi contemporanei locali come Andrea Malfatti, Eugenio Prati e Vittore Grubicy.
- Le mostre temporanee dove vengono approfondite di volta in volta le diverse sfaccettature dell’artista. Quando ho visitato la galleria c’era la mostra “Segantini e la Brianza”, nella quale si raccontava il soggiorno di Segantini a Milano e gli anni della sua formazione all’Accademia delle Belle Arti di Brera.
- Interessante è la Segantini Map un’installazione interattiva multi-touch, grazie alla quale si possono conoscere tutte le sue opere. La Segantini Doc mette in evidenza i documenti delle collezioni del MART come le copertine dei cataloghi, le riproduzioni delle opere d’arte e la riproduzione di 16 lettere autobiografiche.
- Puoi vedere online il film “Il ritorno alla natura”.
Informazioni utili
L’entrata costa:
- biglietto cumulativo Galleria Civica Segantini e il Castello di Arco 7 €.
- Biglietto singolo alla sola Galleria 4 €.
- La Galleria è inclusa nel circuito della Trentino Guest Card.
La contrada Scanfora di Arco
Una zona di Arco dove cerco sempre di andare è sicuramente la contrada Scanfora: vecchie case in pietra, portici che ricordano un po’ i vòlti dei vicini borghi di Rango e Canale di Tenno, i vicoli stretti e affreschi sui muri che sbucano qua e là. E una fontana recentemente restaurata nel largo più spazioso.
Questo è il cuore più antico di Arco e sicuramente non scorderò mai quando un signore anziano mi ha fatto entrare nella sua cantina. Ancora custodiva gelosamente tutti gli attrezzi che aveva usato nei campi e per gli animali. Oltre al pentolame e gli attrezzi usati dalla moglie per cucinare. Un vero museo etnografico!
Durante il periodo natalizio gli abitanti creano dei presepi che inseriscono nei posti dove meno te l’aspetti: sulle scale, sul davanzale della finestra e del balcone, dentro un portico. E uno in versione “acquatico” nell’antica fontana di cui ti ho parlato prima.
Omkafè, il Museo del Caffè
Un luogo un po’ particolare è certamente Omkafè ovvero il Museo del Caffè. E’ un museo di recente creazione e aperto nel 2018 dalla famiglia Martinelli, dove viene raccontata la storia del caffè e quella della stessa azienda trentina.
All’Omkafè si definiscono “gli artigiani del caffè dal 1947”, un luogo dove viene raccontata la storia della coltivazione del caffè, le varie fasi e gli strumenti della lavorazione. Durante la visita, è possibile percorrere una passerella che permette di attraversare alcune aree della produzione.
Il è interattivo dove tutti i sensi vengono coinvolti grazie ad un percorso interattivo.
- La visita al Museo Omkafè è gratuita e viene fatta in autonomia.
- Gli orari di apertura sono dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12, dalle 14.30 alle 18.30. Mentre il sabato il museo è aperto solo dalle 8 alle 12.
Le festività da non perdere ad Arco
- Come in ogni tradizione che si rispetti anche ad Arco si svolge in consueto mercatino di Natale. Le casette non sono tante e il valore aggiunto viene dato dagli eventi collaterali che animano il borgo nel periodo natalizio. Quello che a me piace di più sono i presepi allestiti contrada Scanfora: non mi dispiacerebbe, un giorno, riuscire ad ammirarli illuminati la sera.
- Il carnevale asburgico attivo dal 1959 e caratterizzato dalla sfilata in carrozza della corte asburgica, il Gran Galà e altri eventi legati al periodo in cui Arco era meta turistica della famiglia reale. Segue la sfilata dei carri allegorici e dei gruppi mascherati.
Cosa vedere nei dintorni di Arco
Arco è un buon punto di partenza per visitare il Garda Trentino. Ecco alcuni consigli:
- Riva del Garda con la sua Rocca, il centro storico e il MAG Museo dell’Alto Garda.
- Tra i borghi più più belli d’Italia ci sono Rango e Canale di Tenno.
- Le sorprendenti palafitte della Val di Ledro.
3 comments
Non sono mai stato nel Trentino. Arco di Trento in particolare si presta davvero ad essere una bellissima cartolina per questa straordinaria regione. Mi piacerebbe in particolare scoprirne il Parco Arboreto con i suoi numerosi alberi.
Maria Domenica
Amo il Trentino, mi piacerebbe tanto tornarci e visitarlo meglio. Grazie per avermi fatto conoscere questa meta incantevole?
Se capiti sul lago di Garda fai presto a scoprire tanti bellissimi borghi tra cui anche Arco!