Il Castello di Arco è senza dubbio l’icona e simbolo dell’omonima cittadina. Si trova su un’imponente sperone roccioso che domina la Valle dei Laghi e il Garda Trentino nell’esatto punto dove il fiume Sarca crea una piana.
L’antico castello medievale oggi fa parte dello skyline dell’Alto Garda e non passa inosservato fin da Riva del Garda e da chi arriva da sud. Immagina di essere colui che, in passato, da Verona o da Brescia abbia voluto per necessità raggiungere la sede vescovile di Trento senza passare dalla più trafficata valle dell’Adige.
Dalla pianura padana si ergono all’improvviso i monti nella parte settentrionale del lago di Garda e tra questi sorge un castello diroccato a controllo di chi arrivava da sud. Sicuramente l’effetto era forte e poteva incutere timore.
Non oggi: il Castello di Arco è una tappa per chi ama il trekking, ammirare il mondo dall’alto e a chi ama la storia che è passata da queste parti.
Visitiamo insieme l’antico castello delle 120 stanze (così è stato definito da Mattias Brugklechner nel 1600) partendo dalla città termale di Arco.
Pillole di storia
I reperti archeologici ritrovati sulla rupe in momenti diversi, raccontano che la presenza dell’uomo sia databile già prima del Medioevo. Intorno all’anno Mille, il castello c’era già: il nome di Arco deriva da “arx” e significa fortezza; il castello originario era stato costruito con uno scopo difensivo dai nobili liberi della comunità locale.
Federico d’Arco dichiara pubblicamente che il castello fosse di proprietà allodiale dei cittadini della Pieve di Arco nel 1196. Solo in u secondo momento la famiglia ne diventa la proprietaria.
Nel corso dei secoli successivi il Castello di Arco conosce continui attacchi da parte di diverse signorie come i signori di Seiano, i Lodron e le truppe della Serenissima.
- Luglio 1579 Federico Ferdinando II, duca del Tirolo, lo fece occupare dai suoi commissari così come il castello di Penede nella vicina Nago.
- Nel 1614 i conti di Arco ritornano in possesso del loro castello dopo la stipula della Capitolare.
Durante il Settecento inizia il declino del Castello di Arco:
- la guerra di Successione al trono di Spagna, l’armata francese del generale Vendone penetra il Basso Sarca, assedia Arco e bombarda il Castello.
- Nel 1703 il castello cade definitivamente in rovina.
Nel frattempo i Conti d’Arco si sono divisi in vari rami nobiliari, vivendo tra la stessa Arco, Mantova e la Baviera. Il Castello di Arco era suddiviso in due parti uguali e di proprietà dei rami di Monaco di Baviera e Mantova.
- 1982 il Comune di Arco lo acquista.
- 1986 la Provincia Autonoma di Trento avvia i lavori di restauro
- Oggi lo possiamo ammirare nel suo massimo splendore dopo un lungo recupero.
Cosa vedere all’interno del Castello di Arco
Purtroppo rimane ben poco di tutta quella magnificenza passata: molto è stato distrutto tra guerre e lunghi periodi di abbandono.
Nonostante questo, siamo in grado di immaginare come fosse in origine il Castello di Arco: gli studi hanno evidenziato la vita all’interno del castello e sono state consolidate le torri ancora oggi rimaste in piedi.
Il sentiero panoramico e la “lizza”
Ci sono diverse salite che portano in cima e io ho scelto quella che parte dalla piazza centrale del paese, in mezzo alle antiche case. Qualunque tu scelta, tutte portano alla zona della Costa: un ripido pendio in mezzo agli ulivi che, grazie ad una passeggiata a serpentone, si arriva all’ingresso.
Il primo portone conduce a due grandi prati creati su diversi livelli e non visibili da chi arriva dal basso. Sono considerati la lizza del Castello e nel passato usati probabilmente come pascolo per gli armenti o campo da coltivare.
Oggi si presentano come uno spazio pianeggiante dal quale ammirare il Garda Trentino dall’alto e fermarsi a riposare prima di continuare.
Prigione del Sasso
In origine era una costruzione molto più articolata e utilizzata per imprigionare Galeazzo d’Arco su ordine del fratello Francesco: è probabile che al suo interno si trovasse anche una amministrazione della giustizia e un sistema per la carcerazione.
In origine aveva una copertura ad avvolto e sopra c’erano un rondello e un bastione con pianta circolare.
Torre Grande
E’ la prima torre che s’incontra salendo la strada e la si raggiunge oltrepassando la seconda delle porte esistenti all’interno del castello Sono rimaste solo tre pareti, resistite alla devastazione del generale Vendome: la quarta si suppone che sia stata facilmente distrutta perché in buona parte in legno.
Le tre mura sono abbastanza alte per farci capire la sua imponenza, di circa 20 metri e la cima era coperta da un tetto. Al suo interno si possono ancora notare le antiche finestre, murate poi per far posto ai tre grandi finestroni.
Accanto alla torre sorgeva un altro edificio di cui rimane ben poco: è rimasta la parete ad est e un pilastro di sassi che formano una sezione circolare.
Sala degli Affreschi
La Sala degli Affreschi fa parte di tre costruzioni create nella roccia: la prima custodisce una cisterna con pianta regolare. La seconda è chiamata “il Sartor” dove si trova ancora il pavimento originale, un grande focolare e degli appoggi con dei grandi legni della cappa.
Alla fine si arriva nella terza costruzione che custodisce la Sala degli Affreschi: è una sala quadrangolare ed ha un’unica finestra verso est. Su tutt’e quattro le pareti rimane la testimonianza di un antico ciclo di affreschi medievali. L’artista probabilmente era del luogo perché lo stesso stile lo troviamo nelle altre chiese di Arco.
Cosa è rappresentato?
- Alcune dame che giocano a dadi e una dama che raccoglie rose attorniata da due ancelle.
- Altri personaggi, tra cui un ipotetico anche Dante Alighieri, che giocano a scacchi.
- San Giorgio che uccide il drago, l’investitura di un cavaliere, una scena di battaglia.
- Un lacerto con una scacchiera a riquadri romboidali poi, staccato dal resto degli affreschi, il riquadro con due altre dame che giocano a scacchi.
In questa sala ci si può sedere e guardare il video di presentazione del castello e la sua storia prima di proseguire.
Torre Laghel
Occupa il lato ovest del castello e lungo il percorso per raggiungere la Torre Laghel, si può osservare un’apertura, probabilmente era il passaggio per il sottostante bastione. Si possono ancora vedere le basi di una modesta fortificazione e ben visibile nell’acquarello dell’artista Albrecht Dürer.
Torre Renghera
Il nome deriva dalla presenza sulla torre di una campana, chiamata “renga”: serviva per chiamare a raccolta i cittadini per diversi motivi.
L’unico modo per raggiungerla è una scala scavata nella roccia e creata nell’Ottocento. Si pensa che in origine ci fosse una scala di legno che veniva tolta in caso di un attacco esterno.
Il Castello di Arco nell’arte
Albrecht Dürer è uno dei maggiori artisti del Rinascimento tedesco e come era tipico fare a quei tempi, anche lui visitò l’Italia alla ricerca dell’arte e della cultura italiana. Visitò l’Italia per ben due volte a cavallo tra il Quattro e il Cinquecento, attraversando il Tirolo e il Trentino prima di raggiungere Venezia.
Durante il suo primo viaggio in Italia del 1495 ha documentato la cittadina gardanese; immortalando il castello circondato dal borgo e dagli ulivi con l’acquarello “Fenedier Klausen”, oggi al Louvre di Parigi.
L’opera di Dürer testimonia come si presentasse il castello con il suo borgo durante il Cinquecento, un tipico villaggio fortificato: ben diverso da come noi lo possiamo ammirare. Una fotografia precisa con le rocce della rupe, il borgo e i tanti ulivi che dal primo piano salgono fino a metà del promontorio.
- E’ possibile ripercorrere i passi dell’artista grazie ad una passeggiata che dal centro di Arco arriva alla frazione di Varignano: sono i luoghi che hanno ispirato Albrecht Dürer nel creare “Fenedier Klausen”.
Informazioni utili
- L’entrata costa 5 € e prevede riduzioni.
- Gratuito con la Trentino Guest Card, Museum Pass, Garda Guest Card.
- Consiglio un abbigliamento comodo: la salita a volte è un po’ ripida e ci sono dei tratti rocciosi.
- La passeggiata per raggiungere il castello dal paese è di 20 minuti circa.
Cosa vedere nei dintorni di Arco?
- A pochi km da Arco si trova Riva del Garda e ben collegate tra loro dai mezzi pubblici, consigliati soprattutto in alta stagione quando trovare un parcheggio per l’auto è piuttosto difficile.
- In poco tempo si può raggiungere due dei borghi più belli d’Italia: Canale di Tenno con il relativo lago e Rango. Li consiglio anche nei fine settimana tra novembre e dicembre per i loro tipici mercatini natalizi allestiti negli antichi vòlti.
- Per chi ama l’archeologia, le palafitte di Ledro sono una tappa da non perdere e sito proclamato Patrimonio dell’UNESCO.
Sono una travel designer certificata e abito a Trento: contattami per un viaggio personalizzato in Trentino e sul Lago di Garda. La prima call conoscitiva è gratuita!