Il Museo delle Palafitte del Lago di Ledro è una di quelle mete conosciute grazie alla scuola. Mi ricordo ancora quel lontano giorno piovoso in cui siamo approdati sul lago di Ledro: un posto fuori dal mondo e in bassa stagione. Nessuno in giro se non noi in gita scolastica per vedere le palafitte del lago di Ledro e raggiungere poi le palafitte della vicina Fiavè.
Oggi, la Valle di Ledro si presenta come un piccolo paradiso: una zona meno turistica rispetto al vicino lago di Garda ma di altrettanta bellezza. Nello stesso tempo non è più il posto sperduto dei miei lontani ricordi: meglio servita, un museo ristrutturato così come i piccoli borghi tutt’intorno. Senza l’affollamento dei grandi centri turistici.
Siamo nella zona delle Giudicarie in Trentino: il lago di Ledro si trova a poca distanza dall’Alto Garda e raggiungibile in auto in meno di 15/20 minuti da Riva del Garda. Quanto basta per immergersi in un antico paese di 4.000 anni fa.
La storia delle palafitte
I primi ritrovamenti delle palafitte risalgono agli inizi del Novecento quando ci fu la necessità di abbassare il livello del lago di Ledro per i lavori legati alla centrale idroelettria di Riva del Garda. E’ così che nel 1929 affiorarono più di 10.000 pali sul lato meridionale del lago: ancora oggi una delle più antiche testimonianze preistoriche in Europa.
Molti pali riafforati dal fondo torboso si presentarono ben conservati, spesso alti quasi 10 metri e in compagnia di diversi oggetti. Gli abitanti del posto avevano già sospettato qualcosa negli anni precedenti ma avevano interpretato il tutto come un antico lavoro di sbarramento delle acque del lago.
I diversi scavi archeologici avvenuti dagli anni Trenta del Novecento in poi, hanno riportato alla luce un antico villaggio palafitticolo databile all’età del Bronzo (2200 – 1350 a.C.). Tanto è il materiale trovato che testimonia la vita dei nostri antenati: la quotidianità viene raccontata attraverso diversi manufatti di origine vegetale e reperti in bronzo.
Tra i ritrovamenti curiosi c’è una canoa grazie alla quale si trasportavano materiali e attrezzi da una sponda all’altra del lago. Ma anche tracce di cereali con i quali gli antenati palafitticoli creavano del pane! Oppure i diademi di Ledro decorati con motivi geometrici, uno status symbol dei nostri antenati.
Sito archeologico UNESCO
Dal 2011 il Museo delle Palafitte del Lago di Ledro fa parte del Patrimonio Unesco ed inserito tra i “siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino”. I 111 siti simili trovati nelle Alpi distribuiti tra Svizzera, Austria, Francia, Germania, Italia e Slovenia, sono importanti testimonianze archeologiche che coprono un arco temporale che va dal Neolitico all’Età del Ferro.
Il Museo delle Palafitte del Lago di Ledro
Il primo Museo delle Palafitte del Lago di Ledro ha visto la luce negli anni Settanta, un luogo dove poter raccogliere i diversi reperti trovati. Nel corso del tempo ha subìto dei miglioramenti: nel 2006 è nato il villaggio palafitticolo, ricreando così una parte dell’antico villaggio. Le capanne creano la situazione perfetta per poter ricontestualizzare i diversi reperti e far rivivere al visitatore scene di vita quotidiana.
Nel 2019 il museo è stato nuovamente rinnovato con una nuova esposizione. Si sono voluti eliminare i confini e i percorsi obbligati, puntanto sulla trasparenza e la leggerezza del percorso all’interno del museo. Infatti le pareti sono tutte vetrate e si ha la possibilità di osservare il lago e la ricostruzione del villaggio.
Il percorso
La prima parte è all’interno del museo e l’esposizione si distribuisce su un unico piano dove si affrontano quattro argomenti. Si parte dal concetto generale e dal fenomeno stesso di palafitte, passando poi alla realtà del singolo villaggio e del territorio circostante. Arrivando infine ai suoi abitanti come comunità e come individi.
Sono raccolti diversi oggetti trovati durante gli scavi ed esposti in base ai vari temi. Ricordo che non sono esposti tutti i reperti perché alcuni si trovano al MAG di Riva del Garda e al MUSE di Trento.
La seconda parte è allestita all’esterno del museo dove si possono ammirare delle ricostruzioni di alcune capanne: la capanna degli artigiani, la capanna del capo villaggio, la capanna dei pastori, coltivatori, pescatori e dei cacciatori. L’ultima è la capanna della sciamana. Non è possibile entrare al loro interno ma dall’entrata di ognuna di esse è comunque ben visibile la ricostruzione dei vari interni. Dove si dormiva, come si cucinava, i vari utensili usati durante la vita quotidiana e così via.
Informazioni Utili
- Il Museo delle Palaffitte del Lago di Ledro si trova in via del Lago 1, Ledro loc. Molina in provincia di Trento. E’ facilmente raggiungibile dal Garda Trentino (Riva del Garda e Arco) sia con l’auto propria che con i pullman di linea della Trentino Trasporti.
- Il biglietto intero costa 4.50 €, ci sono riduzioni per famiglie e per età. Il biglietto intero consente l’ingresso ridotto al MUSE di Trento.
- Per gli orari aggiornati si consiglia di consultare il sito www.palafitteledro.it: il museo ha diverse aperture in base alla stagionalità.
- Ho visitato il museo durante l’estate del 2020: molte attività museali estive sono state annullate a causa del Covid-19. Quando la situazione ritornerà alla normalità, verranno sicuramente riprese le diverse proposte.
- Ecco 10 motivi per visitare la Valle di Ledro!
3 pensieri sparsi
Com’è cambiato l’allestimento del museo! Sarà che sono passati quasi dieci anni dalla prima volta che l’ho visitato, ma me lo ricordavo completamente diverso… in compenso all’epoca si poteva entrare nella palafitta più grande e toccare con mano i vari oggetti esposti, peccato non sia più consentito! 🙁 Grazie di cuore per il link alla fine del post, a quando quello sul sito di Fiavè? 😉
L’allestimento è nuovo di zecca e la nuova apertura è datata all’estate del 2019: probabilmente hanno cambiato un bel di cose! Di sicuro ora ci saranno anche quelle di Fiavè: ora ci ho preso gusto 🙂
Grazie a te per essere passata e come non linkarti dato che sei una gran esperta di queste zone?
Eheheh esperta è un parolone! Il museo di Fiavé me lo ricordo ancora più grande e il percorso per visitare ciò che resta delle palafitte molto carino… insomma, sicuramente è un posto che merita! 🙂