Mi piace seguire diversi itinerari di street art perché mi portano in luoghi fuori dal turismo di massa per conoscere l’anima vera di una città. Mi porta ad osservare meglio ciò che mi sta attorno: anche se è sotto il naso, non sempre la si nota subito. Quante volte mi sono lasciata scappare murales in pieno centro storico e trovarli poi per caso quando non li cercavo?
La street art come la intendiamo oggi, è un’arte recente: i muri vengono colorati da bombolette spray e adesivi artistici. Non più un’opera d’arte creata all’interno di uno studio su una tela per essere messa in mostra nelle sale di qualche museo o casa privata. Parliamo di un’arte più fluida che decora spesso i luoghi meno turistici di una città: se fatta bene, la street art è politica, è comunicazione, un messaggio sul quale pensare e meditare. E’ ironia e bisogna osservarla saltando giù dal piedistallo e con le scarpe comode ai piedi.
Ma se ci pensi bene, la street art è sempre esistita: quante testimonianze hanno trovato gli archeologi sui muri di grotte o sulle antiche tombe? Segni che spesso dobbiamo ancora oggi decifrare.
Per me, anche questa è street art se pur eseguita con tecniche diverse! Perché non seguire itinerari di street art alla ricerca delle nostre origini, andando all’avanscoperta nelle aree archeologiche?
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