Ho sempre adorato i costumi tradizionali in generale: chi di voi non è mai stato incantato, almeno una volta nella vita, dalle persone che li indossavano?
Quelli che ho ammirato maggiormente sono stati i costumi tradizionali dell’Alto Adige. Sarà perché ci abito vicino, sarà perché in passato ero spesso in Austria e in Germania, ho sempre avuto molto interesse a riguardo.
Grazie ad un’idea di Maria Rita del blog Jamaluca ho avuto modo di andare ad approfondire la storia: come sono nati e si sono sviluppati i costumi tradizionali dell’Alto Adige. Perché non raccontare e far conoscere i vestiti tipici delle relative regioni di appartenenza? Curiosa?
- Dopo aver letto il mio articolo sui costumi tradizionali dell’Alto Adige ti consiglio di leggere anche L’abito tradizionale calabrese nella provincia di Catanzaro?
I costumi tradizionali dell’Alto Adige: come sono nati?
I costumi tradizionali di questa regione, così come li vediamo oggi, sono il risultato di secoli di eventi politici, economici e sociali che hanno influenzato il modo di vestire della popolazione.
Durante la tua visita in Alto Adige, potresti sentire chiamare questi costumi anche Tracht. Parola di origine tedesca che deriva dal verbo tragen, cioè indossare un vestito e usato ancora oggi.
Per molto tempo l’abbigliamento è rimasto lo stesso: le mode e il loro lento cambiamento avveniva solamente all’interno delle corti europee.
Dal Medioevo all’Illuminismo
La prima e vera trasformazione è avvenuta durante il Medioevo, quando il vestito ha iniziato ad accentuare maggiormente le forme del corpo con una maggiore distinzione tra abiti maschili e femminili. Il cambiamento è avvenuto ancora una volta solo nella borghesia, senza toccare minimamente le classi sociali più basse.
La svolta decisiva è avvenuta nel Seicento: alcune tavole votive arrivate a noi, mostrano come il senso di appartenenza ad una classe sociale, così come ad una parrocchia o ad una comunità, incominciasse ad essere più forte.
Un secolo più tardi inizia una totale liberalizzazione dell’abbigliamento: feste e sagre paesane, matrimoni, funerali erano i momenti migliori per mettere in mostra il proprio vestito migliore.
Da questo momento mode e cambiamenti nell’abbigliamento iniziano ad essere più frequenti e veloci rispetto al passato grazie ad una maggiore coscienza storica ed etnica.
Tra Ottocento e Novecento
Nell’Ottocento il costume tradizionale dell’Alto Adige mantiene ancora dei dettagli che risalgono ad un lontano passato e nello stesso tempo inizia ad essere più elaborato: maggiori dettagli e una maggiore bellezza estetica. Numerosi viaggiatori dell’epoca lo pubblicizzano nei loro racconti una volta tornati a casa.
Grazie ad una maggiore diffusione delle immagini, il costume tradizionale alto atesino varca i confini. Artisti come Joseph Weger, Jakob Placidus e Anton Kapeller riproducono spesso e volentieri i personaggi locali con paesaggi di montagna alle loro spalle.
Diciamo la versione più antica delle nostre cartoline o fotografie.
Dal Novecento in poi ci sono ulteriori cambiamenti: l’industrializzazione porta ad un lento impoverimento del costume popolare tradizionale.
Tra i motivi c’è una maggiore praticità nel vestire: i cappelli sia maschili che femminili diventano sempre più piccoli, le cuffie fatte a mano e i panciotti abbottonati fino al collo incominciano a scomparire.
Col fascismo, periodo buio per l’Alto Adige, Mussolini impone l’italianizzazione di un’area geografica appartenente alla cultura tedesca, provocando disastri su tutti i campi. E il Tracht si trova a scomparire quasi del tutto.
E’ grazie ad un gruppo di persone capitanate da Gertrud Pesendorfer che i costumi tradizionali dell’Alto Adige vengono recuperati e rinnovati secondo la tradizione tirolese attraverso la raccolta di dati, vecchi costumi magari dimenticati nelle soffitte o illustrazioni.
Oggi il Tracht ha una nuova vita: mantenendo sempre le basi legate alla tradizione, è stato riadattato ai giorni nostri.
Le varie componenti di un abito
Nonostante l’Alto Adige sia un territorio piccolo, nel corso del tempo si sono sviluppate tante tipologie di costumi che caratterizzano ogni singola vallata in base ai propri gusti e le proprie esigenze.
Oggi ci sono 116 comuni che contano 211 bande musicali, 415 cori, 138 compagnie di Schützen e 52 gruppi di ballo; ognuno con i propri costumi tradizionali.
Non parlerò di ogni vallata perché il discorso sarebbe troppo lungo: ti racconto dei costumi tradizionali in generale. Se sarai interessata ad approfondire l’argomento, a piè pagina c’è una bibliografia dalla quale partire!
I tessuti: loden e lana
I tessuti utilizzati sono il loden, il lino, il cotone e la seta, il velluto, la pelle e tantissimi nastri, pizzi che decorano le belle donzelle! Il loden ha origini antichissime e le prime testimonianze ufficiali partono dal Medioevo: il mantello fatto con questo tessuto era uno dei pochi indumenti che le persone all’epoca portavano.
Grazie anche alle sue caratteristiche idrorepellente, impermeabile, traspirante e soprattutto caldo. Il suo colore originario era sul grigiastro e inizialmente, il loden era piuttosto difficile da vestire perché abbastanza duro e ruvido.
Oggi è un materiale molto più morbido e colorato: pensate che per produrre un buon loden ci vogliono ben 40 giorni e 50 passaggi lavorativi (diciamo dal momento in cui la pecora viene tosata fino al suo infeltrimento).
La lana usata oggi è quella di merino, alpaca, cashmere o mohair.
I tessuti: lino e cotone
Il lino è tra i tessuto più utilizzati in Alto Adige perché coltivato per secoli in tutta la regione. Non veniva mai tinto e per questo rimaneva sempre nella sua colorazione naturale oppure sbiancato. Il suo utilizzo era soprattutto per le camicie sia maschili che femminili.
Oggi il lino non è più coltivato in Alto Adige e quindi viene importato e spesso viene sostituito col cotone. Il cotone viene usato, oltre che per le camicie, anche per i grembiuli: tinta unita ma anche stampi di disegni tradizionali con forme geometriche e floreali.
I tessuti: seta e velluto
Anche la seta viene usata per i grembiuli ma essendo più preziosa del cotone, venivano usati soprattutto nei giorni di festa con colori sgargianti.
Il velluto è usato soprattutto per arricchire i bordi dei giacchini e dei cappelli o per impreziosire i corpetti.
La pelle è usata nei pantaloni corti in pelle (chi non conosce i famosissimi Lederhosen?) e la pelle è quella di camoscio o cervo.
I nastri e le bordature sono i particolari di un costume che fanno la differenza tra un costume e l’altro: colori sgargianti, fatti in materiali raffinati o anche semplici, ricami complicati e rilievi di varie forme geometriche impreziosiscono i vari costumi.
Il pizzo nel costume tradizionale femminile
Un’altra caratteristica solo del costume femminile è sicuramente il pizzo: tessuto molto fine e composto in generale da occhielli, intrecci e annodature fatte a mano fino alla metà del Settecento, dopo di che il pizzo iniziò ad essere lavorato a macchina.
Da non confondere con il ricamo, il pizzo fa parte del corredo personale o della casa della ragazza. Per cosa si usava? Fazzoletti da uso, da sposa o da bouquet, borse in merletto, guanti, veli, colletti, ventagli, corpetti e tantissime altre cose!
I costumi femminili e i costumi maschili
Il costume femminile è chiamato Dirndl è sta ad indicare il vestito della ragazza (Dirndl deriva da Dirn che vuol dire fanciulla) ed è formato da un corpetto, una gonna, un grembiule, una camicetta e un giacchino. Il costume maschile è lo Steirer ed è cambiato nel corso del tempo in base ai gusti e alle mode.
Lo Steirer oggi è utilizzato anche in abbinamento ai jeans. E’ composto da una camicia, un pantalone, un panciotto, delle bretelle, un cinturone e una giacca.
Sia nel costume femminile che maschile, un ruolo importante lo giocano il copricapo, il fazzoletto, il foulard e lo scialle nero e le scarpe, così come le cale e le pettinature per le donzelle.
I costumi tradizionali e personaggi particolari
I vestiti tradizionali non vengono usati solo nella vita quotidiana ma anche in altri contesti come nei momenti di festa o nei campi.
Schützen e le bande musicali
La tradizione legata ai costumi tradizionali dell’Alto Adige passa anche attraverso i cori, le bande musicali, nei gruppi folcloristici o nelle compagnie degli Schützen, i tiratori scelti della patria tirolese nelle guerre di liberazione che caratterizzarono il Tirolo nel XIX secolo e le varie compagnie sono documentate già dall’inizio del XVII secolo.
I loro costumi non sono da vedere come delle divise ma piuttosto rispecchiano la zona di provenienza.
Le bande musicali sono nate tra il XVIII e il XIX secolo ma molte di esse, al giorno d’oggi indossano dei costumi riadattati ai gusti moderni. Mentre alcune bande musicali indossano i vestiti tipici della domenica: un esempio è la banda di Castelrotto dove viene indossato il costume storico caratterizzato da un grande colletto di colore bianco.
Saltner
Ma chi è il Saltner? E’ semplicemente il guardiano delle vigne, figura che caratterizzò soprattutto la zona di Merano e Oltradige. Il suo costume ha origini remote, si diffuse soprattutto nel corso dell’Ottocento per scomparire poi all’inizio del XX secolo.
Il Saltner era assunto per il periodo estivo (da luglio ad ottobre) e doveva custodire e controllare i campi e i vigneti sia durante il giorno che la notte, oltre a dover rispettare delle regole ben precise.
Il suo costume era piuttosto particolare perché doveva mettere in fuga i malintenzionati, spaventandoli. Come?
Con un copricapo molto appariscente, creato con piume colorate; dei calzoni in cuoio che arrivavano al ginocchio e tenuti da delle bretelle e da un cinturone.
La camicia bianca era portata sotto una giacca in pelle senza maniche. Il guardiano portava, inoltre, una catena in metallo (ottone o argento) al collo caratterizzata dalla presenza di code di volpi e di zanne di cinghiale che servivano a far rumore e quindi a far sentire la sua presenza.
Una croce in ferro benedetta era portata sulla schiena e serviva per proteggerlo dagli spiriti maligni.
Una curiosità: il Saltner non poteva tagliarsi la barba per tutta la durata del suo servizio nei campi. Serviva per rendere il suo aspetto ancora più terrificante!
Un tour per conoscere i costumi tradizionali dell’Alto Adige
Un tour davvero interessante per chi vuole approfondire l’argomento, è quello della via della seta nel Tirolo storico: l’allevamento dei bachi seta e la loro relativa lavorazione per produrre prodotti spesso da togliere il fiato come vestiti, arazzi o damasco usato per decorare le pareti in Trentino, Alto Adige e Tirolo.
I costumi tradizionali dell’Alto Adige hanno molte caratteristiche in comune con il Tirolo e la Baviera.
Dove poter vedere i costumi tradizionali dal vero?
- Museo Civico di Bolzano.
- Palais Mamming Museum di Merano.
- Museo dell’Arte Popolare di Innsbruck.
La mia bibliografia
Forni Marco, Momenti di vita. Passato narrato, presente vissuto nelle valli ladino-dolomitiche, Istitut Ladin Micurà de Rü, Bolzano, 2007
Mareso Gisella, L’arte del vestirsi. Breve storia del costume e dell’abbigliamento attraverso l’arte dell’Alto Adige, Provincia Autonoma di Bolzano, 1998
Radakovich Uta, Costumi tradizionali dell’Alto Adige / Südtirol, Reverdito, Trento, 2009
8 comments
Grazie per le informazioni sui costumi tipici trentini. Mi è stato molto utile!
Sono contenta che il mio racconto ti sia stato utile! Per quanto riguarda i costumi tipici trentini è un discorso a parte e spero di parlarne in un altro post: non ho ancora trovato abbastanza informazioni come quelli alto atesini per scriverne un post.
Ma questo articolo è stupendo! Non mi sono mai interessata ai costumi tradizionali, anzi durante la mia visita in Alto Adige da adolescente mi sono pure chiesta perché si vestissero in modo così ridicolo, eppure ora che mi hai raccontato la storia di Dirndl, Schützen e Saltner non vedo l’ora di tornare solo per provare un vestito tirolese 😀 (PS: il Saltner è ovviamente il mio preferito, avevi dubbi?)
Ci credi che in Erasmus stavo per comprarmi un Dirndl al negozio dell’usato?? Ero molto ma molto tentata, io li ho sempre adorati.
Apprezzo davvero molto chi approfondisce un argomento particolare (ed affascinante!) andando a ricercare, informandosi e provando a spiegare con semplicità. Non saranno certo informazioni indispensabili alla cultura di una persona.. ma fa sempre piacere conoscere qualche aneddoto o curiosità su qualcosa. Brava! Proprio interessante.
E io mi sono divertita molto a scriverlo! Non sai quante notizie ho trovato: l’Alto Adige ci tiene davvero alle sue tradizioni.
Grazie per aver apprezzato l’argomento.
Bellissimo articolo! L’ho aspettato con ansia. Questi costumi sono stupendi, ed è un vero peccato perderli.
Perfortuna in Alto Adige i costumi tradizionali, cosi´ come la cultura in generale sono veramente protetti e promossi. Ci tengono molto! 🙂