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Cosa vedere a Fermo tra centro storico e musei

by Katia
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Se ti stai domandando cosa vedere a Fermo in un giorno è perché hai scoperto che nelle Marche c’è un borgo sul colle Sàbulo che devi assolutamente vedere. Un borgo medievale che ha mantenuto intatte le sue stradine in pietra, i suoi edifici rinascimentali e le antiche testimonianze legate all’epoca picena e romana.

Un itinerario culturale attraverso il centro storico e i suoi musei. Luoghi simbolo della città di Fermo, tappe obbligate per conoscere la sua storia grazie a guide preparate. Io non l’avevo mai considerata ma con l’occasione di incontrare Martina del travel blog Trentadue Perle di persona a Porto San Giorgio, ho deciso di visitare Fermo.

Il centro storico di Fermo

Fermo è un borgo tipicamente medievale: arroccato sul colle Sàbulo, è un saliscendi di stradine tortuose, strette e talvolta ripide. Con altrettante viuzze che partono dalle vie principali, case alte che a volte non ti lasciano respirare: sembra una moderna metropoli con i grattacieli ma in versione antica, dove il borgo medievale viene mescolato con la Fermo romana e rinascimentale.

Ma quando meno te lo aspetti, ti trovi catapultata in luoghi ariosi, aperti e con un panorama da togliere il fiato. Piazza del Popolo è la prima tappa se si arriva da Porto San Giorgio con l’autobus: il salotto buono della città, racchiude in sè tante mini tappe.

I portici sui due lati che mi hanno protetto dalla pioggia, il Palazzo Priori con la statua del papa Sisto V (e punto di riferimento se deciderai di visitare i musei fermani), il Palazzo degli Studi dove all’interno c’è l’importante biblioteca Romolo Spezioli, fondata nel 1688 e tra le più importanti d’Italia.

La seconda tappa è il piazzale del Girfalco, situato nella parte più alta della città. Al suo interno un vasto parco, la cattedrale, il Museo Dioscesano, villa Vini (un antico convento, diventato poi casa nobiliare). La cattedrale, rivestita in pietra d’Istria, sorge su un’antica basilica paleocristiana e oggi dedicato all’Assunta.

Tra Piazza del Popolo e Piazzale del Girfalco, le strette strade di cui ti raccontavo. E’ impossibile perdersi per il suo centro storico percorrendo le strade principali come via Mazzini, corso Cefalonia e via dell’Università: non aver paura di avventurarti in quella stradina laterale che ti attira tanto.

Fermo ha un’origine romana e come si suol dire “tutte le strade portano a Roma”: ti ritroverai subito dopo in una delle arterie principali.

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I musei di Fermo

La visita guidata ai musei è legata ad orari stabiliti ed non è possibile entrare in modo autonomo. Al momento dell’emissione del biglietto, verranno comunicati gli orari d’apertura delle varie sedi: basta presentarsi all’ora prestabilita e una guida autorizzata condurrà i visitatori all’interno dei musei.

Il biglietto costa 8 € e permette di visitare il Polo Museale di Palazzo Priori (a causa del terremoto, sono accessibili solo la sala del Mappamondo e sala Rubens), le cisterne romane, il Teatro dell’Aquila, il Museo Polare di Silvio Zavatti e la chiesa di San Filippo Neri.

Il biglietto si fa presso la biglietteria dei Musei Civici e si trova al piano terra di Palazzo Priori. Gli orari d’apertura sono 10.30 13 e 15 18.30. Consiglio di arrivare la mattina, in modo tale da poter distribuire comodamente le varie visite ai musei e alla città nell’arco della giornata.

Orari, costi e modalità di visita aggiornati a settembre 2019

Cisterne Romane

La visita alle Cisterne Romane è stata sorprendente ed entusiasmante (almeno per me). Le più grandi d’Italia con quasi 2.000 mq di estensione: non mi aspettavo un’antica storia e di come sono utilizzate e riutilizzate nel corso del tempo. Sono il risultato di grande intelligenza ingegneristica, databile all’età augustea.

Create probabilmente alla fine del I secolo a.C. da un idea di Vitruvio, questo sistema sotterraneo di raccolta e di distribuzione dell’acqua, serviva a non lasciare a secco nessuna parte della città.

Tre i serbatoi utilizzati per l’immagazzinamento e la successiva erogazione e costruiti in tre diverse zone della città. La visita alle Cisterne Romane da un’idea di come le trenta camere furono costruite e organizzate: niente è stato lasciato al caso.

Nel Medioevo alcune sale furono utilizzate come magazzini e durante la Seconda Guerra furono utilizzate come rifiugio anti aereo. Solo nella seconda metà del secolo scorso ci si è resi conto della loro esistenza (e immensità): le cisterne sono abbandonate durante i secoli e riempite di terra, fango e detriti).

Sala del Mappamondo (Palazzo dei Priori)

E’ sicuramente la sala più conosciuta di Palazzo dei Priori. Il nome deriva dal fatto che è custodito un grande e antico mappamondo al centro della sala. Inizialmente la sala era utilizzata per feste danzanti e spettacoli teatrali e per questo chiamata Sala delle Commedie. A causa dei continui incendi, le attività teatrali e i balli furono spostati durante il corso dell’Ottocento presso il Teatro dell’Aquila e sede ancora in uso.

La Sala del Mappamondo è stata realizzata per volere del cardinale Decio Azzolini: serviva a raccogliere tutti i suoi libri, oltre a quelli del patrizio Paolo Ruffo.

L’architettura interna è tutta in legno (ecco perché i continui incendi) e ad oggi la biblioteca comprende circa 3000 manoscritti, 127 codici, 300.000 volumi tra i quali 681 incunaboli. Oltre 15.000 edizioni del Cinquecento, 23.000 edizioni in raccolte, numerosissimi esemplari di Sei e Settecento e stampati musicali.

L’abate Amanzio Moroncelli, cosmografo della Serenissima, diede il compito di realizzarlo Filippantonio Morrone e il rivestimento esterno è stato creato su carta da Fabriano.

Palazzo Priori al cui interno si trova la Pinacoteca e la Sala del Mappamondo

Teatro dell’Aquila

Il Teatro dell’Aquila, dopo la visita alle Cisterne Romane, è stato il luogo che mi ha entusiasmato di più. Sarà perché adoro i teatri, sarà perché ha quello stile retrò tipico del Liberty, non volevo più uscire.

Nato grazie al progetto di Luigi Paglialunga nella seconda metà del Settecento, nel corso del tempo ha subito diverse ristrutturazioni dovute ai tanti incendi che si sono susseguiti negli anni. Infatti non rimane più nulla della sua struttura originale ne tanto meno gli arredi.

Il risultato che vediamo oggi, risale agli interventi avvenuti nel 1829-1830 e vari rifacimenti (più che altro a livello statico, di impianti e antincendio) durante il Novecento.

Oggi si presenta con una sala che contiene 124 palchi, un proscenio e un palcoscenico ad una bocca grazie al progetto dell’architetto Giuseppe Ghinelli. Un lampadario a 56 bracci in ferro dorato e foglie lignee acquistato a Parigini nel 1830 e una pittura a tempera del volto dell’artista Luigi Cochetti.

Chiesa di San Filippo Neri

La chiesa di San Filippo Neri è stata costruita alla fine del Cinquecento sui resti di una antica chiesetta del Trecento grazie all’espansione del movimento filippino molto attivo nelle Marche dell’epoca. E’ nel 1582 che Padre Flaminio Ricci, fermano di nascita e Superiore Generale dei padri filippini a Roma, riuscì a portare la Congregazione dei padri dell’Oratorio a Fermo.

Chi era San Filippo Neri? E’ conosciuto meglio come il Santo della gioia, dell’allegria e l’ideatore dell’oratorio come luogo educativo e di incontro per ragazzi. Lasciò un’impronta culturale importante nelle Marche dell’epoca.

Dapprima la Congregazione fu ospitata nella Chiesa di San Gregorio, ma successivamente venne eretta la Chiesa di San Filippo Neri in corso Cavour, la via più importante di Fermo e vicino all’attuale Palazzo di Giustizia.

Chiesa sconsacrata nel 1925 e di proprietà del comune, oggi si presenta elegante, luminosa, spaziosa e il luogo ideale per conferenze. Purtroppo affreschi e dipinti lasciati al loro destino ma sono salvati i due dipinti “l’Adorazione dei Pastori” di Paul Rubens e “La Pentecoste” di Giovanni Lanfranco  perché custoditi nella Pinacoteca di Fermo in piazza del Popolo.

La Cattedrale Metropolitana

La cattedrale si trova nella parte più alta di Fermo ed esattamente sulla cima del colle Girfalco. La chiesa è dedicata all’Assunta ed è stata costruita sui resti di un antico tempio pagano, distrutto nel 1176 per ordine di Federico I, conosciuto meglio come il Barbarossa. L’imperatore Federico II ne volle ricostruire una nel 1227 con un architettura tipicamente romanico-gotica e affrescata con il gusto dell’epoca.

Quella che si mostra oggi, è una chiesa tipicamente neoclassica che risale al Settecento: grande, enorme e dall’architettura pulita che domina Fermo e i suoi dintorni dalla cresta del colle Sabulo. Annesso alla cattedrale c’è il Museo Diocesano che non ho potuto visitare: è aperto solo nei fine settimana.

Purtroppo ho visitato Fermo in una giornata di pioggia ma a detta dei fermani con cui ho parlato, il panorama dalla grande piazza circostante toglie il fiato: il mare Adriatico da una parte e il dolce entroterra dall’altra. Il piazzale ospita un vasto parco con diverse piante tra cui anche un maestoso cedro del Libano.

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Perché visitare Fermo?

Io l’ho visitata in una giornata di pioggia e sono riuscita comunque ad innamorarmene. Come tanti borghi marchigiani, anche Fermo si trova sulla cresca di un colle dal quale ammirare il panorama circostante: ad appena 6 km dalla riviera adriatica, domina l’entroterra marchigiano e s’affaccia sul mare Adriatico.

Il suo centro storico ha mantenuto il suo aspetto antico, tipicamente medievale. In ogni luogo in cui sono entrata, ho ammirato solo la bellezza pura, quella che ti lascia senza fiato e non t’aspetti di trovare in un piccolo borgo come Fermo. Sono rimasta senza parole durante la visita alle cisterne romane e all’interno del Teatro dell’Aquila: ecco come sentirsi piccoli, piccoli davanti al passato.

L’unico neo: pioveva e Fermo era coperta dalle nuvole. M’immagino il panorama durante una bella giornata di sole: il mare Adriatico che luccica da una parte e le dolci colline verdi (o giallo/rosse in autunno) che cullano il borgo medievale. Il punto migliore per ammirare questa meraviglia? Dalla piazza dove sorge il Duomo, il punto più alto.

Come si arriva a Fermo con i mezzi pubblici?

Ho raggiunto Porto San Giorgio con un treno regionale. Dalla stazione dei treni partono ogni mezz’ora gli autobus che collegano Porto San Giorgio con Fermo.

Cosa vedere ancora a Fermo e dintorni?

A causa della continua pioggia, non sono riuscita a visitare tante altre cose: bagnata fradicia, ho lasciato Fermo prima del previsto. Se ti rimane ancora tempo a tua disposizione, soggiorni nei dintorni e/o ti muovi con l’auto, ecco altre idee.

  • Ti piacerebbe fare delle attività particolari e visitare Fermo sotto un altro punto di vista? Ti consiglio di prenotare un tour serale o conoscere Fermo in bici!
  • Villa Vitali, un teatro all’aperto dove partecipare a rassegne teatrali e festival musicali.
  • Puoi prenotare una visita guidata alla vicina Torre di Palme, tra i Borghi più Belli d’Italia. E’ caratterizzata da scorci urbani medievali, strette vie del centro tra le facciate in cotto delle case fiorite di gerani e che offrono ampie vedute del mare e delle colline circostanti.
  • Andare al mare: solo 6 km separano Fermo dal mar Adriatico. Le località balneari più vicine? Porto San Giorgio, Lido di Fermo e Casabianca.
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2 comments

Alessandra Novembre 30, 2019 - 6:06 pm

Abito in provincia di Fermo da 17 anni ormai e devo dire che Fermo è veramente bella. Mi spiace che ancora pochi la conoscano nonostante sia capoluogo di provincia da alcuni anni. Io adoro le Cisterne Romane!!! Spero che tu possa presto tornare da queste parti perché abbiamo dei bellissimi borghi da visitare… Ti aspettiamo!!

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Katia Novembre 30, 2019 - 6:45 pm

E’ vero, Fermo non è molto conosciuta e io l’ho “considerata” perché sono andata a trovare una amica nelle vicinanze. E ti devo dire che ne sono rimasta piacevolmente sorpresa: non mi aspettavo tutta questa bellezza. E ci credi che ho trovato soprattutto turisti stranieri? Le cisterne romane le ho adorate pure io e peccato per il cattivo tempo perché non ho potuto ammirare il panorama dal Duomo.

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