Il salto temporale di cui ti racconterò oggi ci porta alla Verona romana, un’epoca d’oro per la città scaligera e seconda solo a Roma per il numero delle testimonianze ancora presenti.
Siamo ai piedi delle Alpi, a metà strada tra Milano e Venezia, Bologna non è poi così lontana e a due passi dal lago di Garda: da sempre, Verona è stata un’importante crocevia di culture e punto di comunicazione tra l’Italia settentrionale e il nord Europa.
Come molte città italiane, anche la Verona odierna è il risultato di una intensa stratificazione di epoche che nel corso del tempo l’hanno plasmata, regalandoci un mix intenso di architettura, storia e arte.
Verona, così come le vicine Brescia, Desenzano e Sirmione, è fiorita durante il periodo della massima espansione dell’Impero Romano: i resti sono visibili ancora oggi, a distanza di così tanto tempo.
Ed è per questo che ti propongo un itinerario culturale per scoprire l’antica città latina conosciuta anche come la Piccola Roma.
La si può scoprire ancora oggi grazie alla sua urbanistica tra gli scavi visitabili, passando attraverso le porte e gli archi, sui ponti che collegano le sponde della città cresciuta attorno al fiume Adige.
Senza scordare di visitare i musei che la raccontano come l’Arena, l’Anfiteatro e le ville aperte al pubblico.

Verona in epoca romana: una città strategica dell’Impero Romano
L’arrivo dei Romani a Verona ha una data ben precisa: 148 a.C.. Il motivo è semplice: la costruzione della via Postumia che da Genova arrivava ad Aquileia, attraversando il nord Italia.
La via Postumia aveva uno scopo ben preciso, quello di costruire nuove colonie in Pianura Padana per contenere le scorribande da parte dei Galli Insubri sul territorio.
Ed è in questo momento che la città scaligera viene romanizzata. Il nucleo originario di Verona dal quale è nato tutto, è ai piedi del Colle di San Pietro perché la via Postumia attraversava il ponte di legno già preesistente e ora conosciuto come Ponte Pietra.
Inoltre, causa delle continue alluvioni da parte del fiume, le popolazioni preromane, avevano trovato riparo nelle zone elevate rispetto all’Adige e il porto fluviale si trovava dove sorge l’attuale chiesa di San Stefano. I romani non fecero altro che adattarsi alla situazione già presente.
A causa delle continue invasioni da parte dei Cimbri, i Romani si trovarono a costruire il Castrum entro l’ansa dell’Adige nel 89 a.C. Iniziò così la costruzione di una nuova parte della città.
Verona diventa Municipio di Romano nel 49 a.C., elevandosi così di grado: la sua “versione” romana è stata ideata a tavolino e costruita in poco tempo. Risalgono a questo periodo:
- il Foro Romano con i principali edifici sia in ambito pubblico che privato.
- Le mura difensive e i muraglioni a protezione dell’inondazioni.
- Le quattro porte di ingresso: Porta Borsari, Porta Leoni, Porta Postumia e Porta Santo Stefano.
- Ponte Pietra e Ponte Postumio (quest’ultimo non esiste più).
- Una città creata a isolati quadrati chiamati insule con i lati lunghi circa 75 metri.
- Le strade larghe 12 metri con le relative fognature, passaggio carrabile e il marciapiede.
L’architettura romana a Verona
Per la maggior parte della dominazione romana a Verona, si parla di Stile Romano e in uso dal I secolo a.C. fino al V secolo d.C.. Questa è l’architettura veronese di cui abbiamo testimonianza e di cui vi parlerò nei dettagli.
L’Impero romano d’Occidente cade nel 476 d. C. e a causa delle continue invasioni straniere a Verona, non si costruì nulla fino alla Verona comunale, quando appare lo Stile Romanico verso il XI secolo. Quest’ultimo dura fino al primo periodo scaligero, si apre un altro periodo storico veronese ed è tutta un’altra storia!
Un itinerario nella Verona romana: i musei da non perdere
Il primo itinerario che ti propongo per conoscere Verona, l’antica colonia romana, è legato ai musei che custodiscono i reperti archeologici trovati duranti i tanti scavi e che, ancora oggi, hanno molto da raccontare.
Si trovano tutti nel centro storico, sono raggiungibili a piedi ed inclusi nel circuito dei Musei Civici veronesi.
L’Arena
Durante l’epoca romana, gli anfiteatri erano degli edifici immancabili in ogni città: all’interno dell’impero se ne contavano almeno 200. Sul territorio dominato dagli antichi romani, erano molto diffusi i combattimenti tra gladiatori: l’Arena di Verona è uno dei pochi esempi rimasti ai giorni nostri.
Da ipotetico rituale funebre caratteristico dell’Etruria o della Campania, si trasformò ben presto in uno spettacolo molto amato dai cittadini durante l’Impero Romano.
La classe politica di allora utilizzava gladiatori, venationes, naumachie per avere il consenso da parte del popolo e calmare gli eventuali dissidi sociali. Le diverse autorità li utilizzavano anche per mostrare del proprio potere attraverso spettacoli sontuosi.
A causa dei forti odori nauseabondi dell’elevato numero dei cadaveri, gli anfiteatri venivano costruiti al di fuori delle cinta murarie. Così è stato anche per Verona: l’attuale zona di piazza Bra si trovava al di fuori del centro abitato a circa 70 m a sud dalle mura che delimitavano l’ansa dell’Adige.
I numeri dell’Arena
- 74 metri per 44 escludendo le scalinate.
- La lunghezza complessiva odierna è di 139 m e larga 110. Se si conta la cinta esterna oramai quasi inesistente oggi, in origine doveva misurare 152 m di larghezza e 123 di lunghezza.
- L’altezza dell’ala è di 29 m.
- L’edificio, nel suo masso affollamento, poteva ospitare 30.000 persone, oggi solo 15.000.
- Le 72 fornici assicuravano l’entrata all’anfiteatro: erano numerate in modo tale da dare la possibilità agli spettatori di arrivare più velocemente al loro posto numerato.
Teatro Romano e il Museo Archeologico
Il Teatro Romano di Verona è uno dei teatri meglio conservati in Italia settentrionale di epoca romana.
Il colle di San Pietro ha conosciuto un lungo periodo di continue costruzioni dal Medioevo in poi che hanno completamente coperto l’antico Tetro Romano.
Il sito archeologico è stato scoperto per puro caso da Andrea Monga durante la prima metà dell’Ottocento, dopo aver acquistato il terreno e abbattuto una trentina di case.
E’ stato lo stesso Monga ad occuparsi degli scavi archeologici tra il 1834 e il 1844. Tra Otto e Novecento sono continuati gli scavi e gli studi dei diversi ritrovamenti e la totalità del Teatro Romano che conosciamo noi ora è frutto di tutti scavi fatti fino al 1970.
La visita inizia direttamente nel teatro: l’edificio scenico in blocchi di tufo sulla sinistra col relativo palcoscenico e le gradinate della cavea sulla destra che appoggiano sul lato del colle di San Pietro. L’architettura della cavea semicircolare, ora ricostruita, era un mix tra il gusto romano e quello greco.
Il percorso prosegue poi all’interno del Museo Archeologico dove sono custoditi i resti trovati durante i diversi scavi e la relativa storia.
L’itinerario si conclude nella parte più alta col chiostro e la terrazza panoramica dove sono state collocate le diverse lapidi.
- Ti racconto meglio cosa puoi visitare al loro interno.
Museo Lapidario Maffeiano
Il museo è nato grazie al lavoro e alla passione di Scipione Maffei, uno studioso veronese vissuto a cavallo tra Sei e Settecento.
La collezione del Museo Lapidario conta un centinaio di iscrizioni lapidarie legate alle civiltà antiche ed è il risultato di 30 anni di ricerca da parte del Maffei e la sua collezione personale è la base dell’attuale museo.
L’istituzione museale nasce nel 1745 e sorge tra le antiche mura che collegavano piazza Bra a Castelvecchio. In origine, il luogo era pensato come il giardino d’accesso all’Accademia Filarmonica: la stessa Accademia, nel corso del Seicento aveva acquistato 18 lapidi per esporle nel proprio giardino.
L’attuale allestimento risale al 1982 quando il museo è stato acquistato dal comune di Verona. Il materiale esposto è organizzato rispettando la cronologia dei diversi reperti tra il giardino, il sotterraneo e le due sale superiori.
Le mura romane: difesa della città e la sua trasformazione
In base alle testimonianze storiche, i Romani iniziarono a costruire le mura difensive intorno al I secolo a.C. per proteggere il nuovo nucleo della città sorto ai piedi del colle San Pietro. Un luogo sicuro già di suo: da una parte il colle e dall’altra l’Adige, due difese naturali verso i nemici.
Verona inizia ad acquistare importanza, diventando provincia romana: si studia così un nuovo progetto urbanistico e difensivo e la città viene spostata dal colle al centro dell’ansa dell’Adige. Le mura di questo periodo abbracciavano la parte meridionale della città, toccando tutti quei punti scoperti dall’Adige.
Secondo le testimonianze, la cinta muraria iniziava a nord (attuale via Diaz, via Cantore e via Noris), continuando fino all’incrocio di via Frattini con via Leoncino fino ad arrivare sulla riva del fiume all’altezza di Ponte Navi.
La nuova città aveva il proprio cuore nel Foro romano (l’attuale Piazza delle Erbe), il luogo esatto dove il Decumano Massimo e il Cardo Massimo si incontravano.
Dopo due secoli di pace, alla fine del 265 d.C. le mura preesistenti sono state rinforzate durante l’epoca imperiale di Gallieno a causa delle continue invasioni barbariche. Dalla fretta, però, si adoperò ogni genere di materiale, senza considerarne la qualità.
Solo in un secondo momento nasce la seconda cinta muraria dell’età tardo imperiale: 13 chilometri di mura che inglobarono anche l’Arena e il colle di San Pietro.
Nel centro storio dell’attuale capoluogo scaligero è possibile ammirare ancora qualche strascico disordinato. Qualche iscrizione qua e là, una decorazione solitaria, rudimenti architettonici messi insieme in maniera caotica.

Porta Borsari e porta Leoni
Come ad ogni antica cinta muraria che si rispetti, sono state costruite anche delle porte d’entrata alla città: la loro creazione, così come le mura, è legata soprattutto per garantire la sicurezza dei cittadini.
La sicurezza non era il solo motivo: servivano anche per raccontare la magnificenza, la potenza e la ricchezza dei signori di turno. Non solo, servivano anche a far cassa!
Appena si entrava in città, si veniva fermati dai Bursarii, che controllavano se si aveva qualcosa da vendere o meno. In caso affermativo, si ispezionava la merce per vedere quale di questa era soggetta a tasse prima di essere venduta a Verona. Un abitudine nata nell’antica Roma e durata per diversi secoli.
Le porte delle città romane erano collocate in punti ben precisi: all’inizio del cardo e del decumano massimo che portavano poi al foro.
Porta Borsari era il principale ingresso alla città durante l’epoca imperiale perché si immetteva nell’antica via Postumia che collegava il Mar Tirreno al Mar Adriatico. E’ stata costruita alla fine del I secolo a. C. in pietra bianca della Valpantena e ristrutturata successivamente durante la metà del I secolo d.C. senza eliminare la precedente porta.
Nel tempo ha cambiato diversi nomi fino a diventare Porta Borsari perché proprio qua c’erano i Bursarii, di cui ti ho raccontato prima.
La centralissima via Cappello inizia con Porta Leoni, in parte incastonata ad un edificio di epoca successiva. In origine, ai lati della porta sorgevano due torri cilindriche: la base di una di esse è visibile dagli scavi a cielo aperto ai suoi piedi. Gli scavi poi continuano accanto alla porta
Porta Leoni è caratterizzata da tre ordini e due archi alla base. Il materiale usato è completamente diverso rispetto a Porta Borsari: sono stati usati tufo e cotto.
Il foro romano che non c’è più
La movimentata piazza delle Erbe sorge sull’antico Foro Romano, centro della vita politica ed economica dell’epoca. Il foro è stato probabilmente costruito durante il periodo repubblicano e lo possiamo dedurre da due elementi:
- aveva una forma rettangolare che appare più allungata rispetto alle proporzioni canoniche codificate da Vitruvio.
- Il tempio sorgeva sul lato nord della piazza.
Lungo i lati sorgevano diversi edifici collegati tra loro da un porticato che ospitava numerosi negozi.
- Il Campidoglio, costruito tra il 49 e il 40 a.C., è il tempio dove si venerava la Triade capitolina e simbolo del culto ufficiale dell’antica Roma.
- La curia, sede delle riunioni del consiglio cittadino.
- La basilica dove si svolgevano le principali attività civiche.
- Il tempio era dedicato a Giove Capitolino e maggiormente rialzato rispetto al foro.
Ville romane e resti antichi sparsi per la città
Grazie ai diversi scavi, sono emerse diverse abitazioni romane e una novantina di mosaici di buona qualità.
Le Domus Romane erano abitazioni private di prestigio, appartenenti a ricche famiglie patrizie. Le Domus si distinguevano nettamente dalle Ville suburbane (dedicate all’ozio e alla villeggiatura) che dalle Ville rustiche di campagna con ambienti dedicati ai lavori agricoli.
Villa romana di Valdonega
Per me è stata una delle scoperte di cui non immaginavo nemmeno l’esistenza: sto parlando della Villa romana di Valdonega. E’ una delle maggiori testimonianze di villa romana costruita ai piedi delle colline che abbracciano Verona a ridosso del fiume Adige.
E’ stata scoperta nel 1957 grazie a degli scavi fatti per costruire un nuovo condominio. Sono riapparse dal terreno le testimonianze di edificio risalente al I secolo d.C: ciò che è apparso sono tre ambienti e il portico che si affaccia sul giardino.
Uno dei tre vani è un ampio salone mosaicato e probabilmente è un oecus corinthius, uno spazio dedicato a feste e banchetti. Senza dubbio era una residenza aristocratica e un centro di produzione agricola con una certa importanza economica.
Sorgeva in una zona fertile dove si coltivavano viti, olivi e altri prodotti tipici dell’area. Le testimonianze raccontano attività legate alla produzione agricola: strutture per la conservazione del cibo, per la lavorazione del vino e il relativo commercio.
La villa rispecchia le caratteristiche citate da Vitruvio nel suo libro sull’architettura (VI, 3, 8) e curiosamente sono le stesse particolarità tipiche di ville romane pompeiane.
Per questo, stiamo parlando dell’unico esempio di villa romana con questi connotati nell’Italia settentrionale: non sono ancora chiare le motivazioni!
Il resto della villa è ancora sommerso dalle fondamenta delle moderne case che caratterizzano la zona: è molto probabile che l’area archeologia sia molto più grande rispetto a quello scoperto.
- La villa romana di Valdonega l’ho visitata a maggio del 2024 in occasione dell’evento Giardini Aperti, seguendo una visita guidata gratuita.
- Ti racconto la storia e le tecniche usate nel corso dei secoli per creare i bellissimi mosaici che possiamo ammirare ancora oggi!

Altri luoghi dove scoprire la Verona romana
Verona ha diverse testimonianze che raccontano il suo glorioso passato romano: passeggiando per il centro storico, ti consiglio a prestare attenzione ai resti sparsi qua e là nel capoluogo scaligero.
- In piazza dei Signori ed esattamente all’angolo con via Dante Alighieri.
- In via del Cappello, all’incrocio con vicolo San Sebastiano dove c’è Porta dei Leoni.
- Entra nel negozio Benetton di via Mazzini e scendi al piano -1: ci sarà una grossa sorpresa ad attenderti!
- L’Arco dei Gavi risalente al I secolo d.C. si trova vicino a Castelvecchio.
- Ponte Pietra, costruito durante il I secolo a.C. ed era uno dei due ponti romani che attraversava l’Adige.
- La chiesa di Sant’Elena sorge su un’antica basilica-cattedrale paleocristina e costruita intorno al 365. Puoi ammirare i resti col percorso dedicato alle chiese storiche di Verona.
Informazioni utili: Verona Card, biglietti e visite guidate
- Il Teatro Romano con il relativo Museo Archeologico, l’Arena e il Museo Lapidario Maffeiano fanno parte dei Musei Civici di Verona, di cui ti ho già raccontato.
- Puoi acquistare online la Verona Card di 24 o 48 ore, in base alle tue esigenze e con i mezzi pubblici inclusi per poterti spostare comodamente senza auto.
- La Villa romana di Valdonega è aperta la domenica e il martedì dalle 16 alle 20 e l’ingresso è gratuito. E’ possibile richiedere una visita guidata scrivendo a archeonaute@gmail.com; così come visitare la villa anche in altre giornate.
Ti interessa l’argomento? Ho scritto un itinerario dove racconto l’antica Tridentum romana: Trento è appena 90 km da Verona!
2 pensieri sparsi
Complimenti: un lavoro di ricerca storica notevole. Mi è piaciuto molto leggere questo articolo e scoprire tutti questi particolari dell’epoca romana presenti a Verona
Grazie per esserti fermata a leggere: solo dopo aver concluso il post, mi sono resa conto della mole di informazioni inserite! E’ stato faticoso decidere cosa mettere, cosa tagliare e soprattutto che taglio dare al post ma sono contenta del risultato (nonostante so già che in futuro modificherò qualcosa).
Spero di esserti stata d’aiuto per un tuo prossimo viaggio a Verona e di avertela fatta conoscere un po’ di più!