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Cosa vedere ad Aquileia, l’antica città romana

by Katia
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Per chi visita il Friuli Venezia Giulia, fare tappa nel sito UNESCO dal 1998 è d’obbligo. Antica capitale romana e centro di diffusione del Cristianesimo grazie all’evangelista Marco, ti racconto cosa vedere ad Aquileia.

Oggi si presenta come un piccolo paese addormentato nella campagna a ridosso dell’Adriatico ma Aquileia non è sempre stata così. A cavallo tra il mondo antico e l’inizio del Medioevo era tra le città più importanti dell’Impero Romano ed equiparabile alle nostre moderne metropoli.

Notevole centro politico e spirituale della penisola, non aveva niente a che invidiare con Roma e Bisanzio: la maestosità della basilica Santa Maria Assunta può dare un’idea della sua importanza. Fondata nel 181 a.C. conobbe un’evoluzione prestigiosa fino al 1420 quando finì definitivamente il potere dei patriarchi, lasciando posto al dominio veneziano.

Un itinerario di qualche ora ti permetterà di conoscere (e talvolta immaginare) la seconda capitale dell’Impero Romano attraverso i suoi mosaici e i resti archeologici.

La Basilica Santa Maria Assunta

Stiamo parlando del sito più grande e forse il più bello tra tutti: la basilica di Santa Maria Assunta. Entrambe le volte che ho visitato Aquileia, il mio itinerario è sempre iniziato da qua.

Il sito si presenta oggi come una stratificazione di diversi edifici che si sono mescolati nel corso dei secoli. La parte più antica risale al IV secolo d.C. quando il vescovo Teodoro decise di costruire una basilica romanica nel 313 d. C..

Per la sua costruzione sono stati riutilizzati i muri di vecchi magazzini commerciali che si trovavano proprio qua. La scelta del luogo non fu casuale perché questo era un importante quartiere commerciale. Le ricerche archeologiche al suo interno hanno messo in evidenza importanti mosaici appartenenti ad un’antica villa signorile.

L’aspetto attuale risale al 1031 dopo lunghi restauri e rifacimenti per volere di Poppone. A questo periodo risale anche il campanile della basilica, l’affresco dell’abside e il rifacimento dei capitelli. Le arcate gotiche hanno sostituito gli archi romanici perché troppo instabili per reggere la nuova costruzione. Durante il Rinascimento è stato aggiunto l’altare maggiore dell’abside, il rivestimento della cripta degli affreschi e le relative scale.

La cripta degli affreschi, dentro la quale era custodito il tesoro, risale al IX secolo ed è possibile ammirare la passione diErmacora e Fortunato. La cripta degli scavi è situata oltre la navata sinistra della basilica e conserva i mosaici più antichi di tutta l’area archeologica. Ad oggi, ancora non si è riusciti ad interpretarli.

  • La visita alla basilica di Santa Maria Assunta comprende: la vasta chiesa, la cripta degli affreschi e la cripta degli scavi.
Uno scorcio sull’altare maggiore e l’entrata alla cripta degli affreschi

Il battistero e la Südhalle

L’entrata si trova proprio di fronte alla Basilica di Santa Maria Assunta. Südhalle non è altro che l’aula meridionale del complesso del battistero e il nome deriva dalla campagna di scavo austriaca che l’ha scoperta nell’Ottocento. Nordhalle e Südhalle sono le due sale che completavano l’area dedicata al battistero.

Il percorso è stato riaperto al pubblico nel 2011 dopo un lungo periodo di restauro che ha portato alla luce i bellissimi mosaici, oggi protetti da lastre di vetro.

300 metri quadrati di percorso all’interno della Südhalle dove si racconta un pezzo di storia dell’epoca. I mosaici sono uno dei simboli della cristianità occidentale come, ad esempio:

  • il Nodo di Salomone che solo Cristo può fare e sciogliere.
  • Diversi animali, tra cui pecore e agnelli, che si rifanno alla Bibbia.
  • Il pavone dal piumaggio azzurro che rappresenta l’immortalità legato alla resurrezione.

Südhalle è collegata alla chiesa dei Pagani e al battistero, due strutture che risalgono rispettiamente all’XI e al IV secolo. In origine erano collegate alla basilica attraverso un porticato, ora non più presente.

La fonte battesimale del battistero

L’antico porto fluviale romano

Nonostante sia rimasto ben poco dell’importante porto fluviale romano, il percorso ha comunque il suo fascino. Sarà perché l’ho fatto in una bella giornata dove il clima era piacevole, mi è piaciuto molto immaginare il via vai delle imbarcazioni e delle persone.

Ai tempi dei romani, la via Sacra era caratterizzata dalla presenza di un importante fiume, il cui corso è stato deviato nel IV secolo. Il porto era il fulcro della città perché è da qua che passavano le merci ma anche perché l’imponente fiume era un’importante via di comunicazione.

  • Durante la visita puoi ancora ammirare ciò che è rimasto del molo e della relativa banchina dove attraccavano le imbarcazioni. La struttura originale del porto risale al II secolo a.C.. Tutto il resto s’è perso nel corso dei secoli e il fiume non altro che un semplice ruscello.
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Il foro e la basilica romana

Ci troviamo di fronte all’unica zona non fruibile ma visitabile solo attraverso il recinto e coincide con l’ultimo tratto dell’antico porto fluviale e l’attuale strada provinciale.

Rimane ben poco del foro: le uniche testimonianze ancora ben visibili sono alcune colonne che ancora oggi si innalzano fiere. Appartenevano al braccio orientale del portico e i capitelli sui quali si erigono sono datati circa 170-180 d.C. e corrisponde alla tarda età degli imperatori Antonini .

Con un po’ di immaginazione, le colonne creavano dei portici su tre lati della struttura e dove si affacciavano diverse botteghe. Tra il decumano massimo e il cardo massimo doveva esserci una piazza completamente pavimentata e lunga 141 metri e larga 55 metri.

Si suppone che in una delle botteghe che si affacciavano sulla piazza ci fosse la Zecca Imperiale di Aquileia risalente all’epoca di Diocleziano. In fondo alla piazza c’è la testimonianza di una basilica di epoca severiana e centro nevralgico dell’attività amministrativo-giuridica del senato cittadino.

Le colonne rimaste del foro

Il Museo Archeologico Nazionale

La storia di Aquileia è raccontata nel Museo Archeologico Nazionale che ne raccoglie i diversi reperti trovati durante gli scavi.

Si inizia con la presentazione della città e del suo territorio, gli scavi che l’hanno caratterizzata, gli studi avviati e di come è nato il museo. Al primo piano ci si addentra nella storia vera e propria: come era organizzata la domus, Aquileia e il suo rapporto col mondo e il Mediterraneo, le attività produttive che caratterizzavano la vita quotidiana.

Il lusso e la ricchezza sono rappresentati dagli ori e dalle decorazioni usati dagli abitanti. Ma anche monete, gemme, preziosi reperti in vetro e ambra. E ovviamente anche delle sculture.

Nel cortile esterno sorge il lapidario che mostra epigrafi, stele e diversi frammenti di pavimenti musivi. Una curiosità: c’è anche una sezione navale che custodisce i resti di una imbarcazione navale trovata vicino a Monfalcone.

  • Il percorso al Museo Archeologico Nazionale di Aquileia si distribuisce lungo il piano terra collegato anche al giardino esterno e alle gallerie lapidarie, il primo e il secondo piano. E’ il sito che richiede più tempo rispetto agli altri per essere visitato.
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Il lapidario che si trova all’esterno del Museo Archeologico Nazionale

Il Fondo Cal

Nell’area ovest dell’antica Aquileia e appena fuori dalla città, sorgeva la zona residenziale. Quartiere nato probabilmente in età repubblicana, è cresciuto nel corso del tempo e oggi mostra diverse abitazioni risalenti a varie epoche. Le abitazioni sono state modificate, ristrutturate e accorpate tra loro a partire dal I fino al IV – V secolo d.C..

La Domus Est è caratterizzata da una casa della corte colonnata, casa del Dioniso con satiri e sileni, casa delle piccole terme. La Domus Ovest è la casa dove si trovano i mosaici bianconeri. Ed infine il mosaico del buon pastore che decora l’estremità settentrionale dell’area archeologica.

Il sepolcreto

Se hai voglia e ti rimane ancora un po’ di tempo, ti consiglio di visitare anche il sepolcreto. Nella parte nord di Aquileia, conosciuta come l’antica Postumia, scavi archeologici stanno portando alla luce l’antica necropoli. Si suppone che i recinti siano stati usati a partire dal I secolo d.C. fino al IV-V secolo.

Le ricerche archeologiche sono tutt’ora attive e l’unica parte portata alla luce nel 1940 – 1941 mostra cinque recinti funerari. Le tombe hanno dimensioni variabili mentre sono profonde uguali e appartengono a cinque diverse famiglie locali: Stazia, Giulia, Trebia, Cestia e una è anonima.

  • Il luogo è un po’ decentrato rispetto a tutto il resto, io ci ho messo 10 minuti a piedi per raggiungerlo ma ho visto che nelle vicinanze ci sono dei parcheggi per l’auto. La visita non richiede tantissimo e sono stata contenta di esserci andata.
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I leggendari mosaici di Aquileia

Tra i motivi principali per visitare Aquileia ci sono gli splendidi mosaici che raggiungono livelli ineguagliabili di bellezza e qualità.

Aquileia è tutt’ora un sito archelogico attivo ma fin dai primi scavi risalenti all’Ottocento, è emersa una quantità considerevole di tappeti musivi. Tutto questo patrimonio è caratterizzato da una certa varietà dei pavimenti e dell’ottima qualità da parte dell’artigianato aquileise.

I mosaici sono databili tra l’età repubblicana del II secolo a.C. e la tarda antichità del IV d.C. Un periodo in cui la città ha conosciuto il suo massimo splendore grazie al florido commercio: i ricchi committenti non avevano altro che l’imbarazzo della scelta per decorare le loro residenze o gli edifici termali.

I motivi decorativi

La varietà dei motivi mescola il gusto locale con l’influenza esterna grazie ai continui contatti col Mediterraneo. Cosa ci si può aspettare visitando Aquileia?

  • Un’ampia varietà di motivi geometrici e figurati.
  • Da rigide geometrie dei primi pavimenti, si passa ad elaborati motivi curvilinei con l’aggiunta di disegni vegetali.
  • Si inizia con il classico bicolore biano – nero per poi sfociare a vivaci contrasti cromatici.
  • Si sperimentano scene di vita quotidiana come la rappresentazione di un lussuoso banchetto su un pavimento non spazzato: vasellame domestico, animali e piante. Scene di caccia e atleti. Il tutto influenzato dai gusti ellenistici.
  • Le scene dei mosaici del battistero e della basilica si rifanno a tempi religiosi come al Buon Pastore oppure a scene mitologiche all’interno delle terme.

Dove trovare i mosaici?

  • Nella basilica di Aquileia troviamo il mosaico più esteso del mondo paleocristiano: il pavimento è grande 760 metri quadrati. Purtroppo rovinato dalle colonne inserite in un secondo momento. Il pavimento musivo è suddiviso in riquadri da fasce a motivi fitomorfi: 10 tappeti mosaicati con disegni simbolici religiosi.
  • Entrando nella Südhalle ci si trova di fronte ad un ampio tappeto musivo formato da tre campi distinti. La parte centrale è formata da una serie di ottagoni collegati tra loro da rombi e parallelepipedi: al loro interno ci sono diverse rappresentazioni di animali. I due lati laterali mostrano dei cerchi e fusi alternati che racchiudono dei quadrati arrotondati da rappresentazioni floreali.
  • Nel Museo Archeologico sono raccolti mosaici rivenuti soprattutto nelle case private e nelle terme. Per questo rappresentano soprattutto scene di vita quotidiana come ad esempio il “tappeto fiorito” o il “pavimento non spazzato”.

Informazioni utili

Per il tuo viaggio ad Aquileia puoi organizzarti così:

  • Ho raggiungo tranquillamente Aquileia  con i mezzi pubblici prima di visitare la vicina Grado.
  • Venendo da Trieste col treno regionale, sono scesa alla fermata Cervignano del Friuli: uscendo dalla stazione si trova la fermata del pullman urbano per Aquileia con capolinea Grado. Usando i trasporti locali, ci sono i collegamenti diretti da GoriziaUdine, Latisana,Venezia.
  • Nel caso in cui non voglia pensare all’organizzazione della tua gita fuori porta, puoi prenotare l’escursione a Grado e Aquileia partendo da Trieste. In questo modo non avrai nessun pensiero se non quello di goderti la giornata!
  • Nelle maggiori strutture di Aquileia paghi un biglietto d’ingresso. Ti consiglio di attivare la FVGCard Aquileia se visiti solo i siti archeologici di Aquileia. Se hai intenzione di visitare altri musei del Friuli Venezia Giulia, attiva la FVGCard.
  • Non ho visitato il Museo Paleocristiano perché aperto solo nel fine settimana: ho raggiunto Aquileia in un giorno infrasettimanale.
Cosa farai quando sarai nel Friuli Venezia Giulia?

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