Ala è conosciuta come la città di velluto. Sconosciuta ai più, è stata per due secoli un importante punto di riferimento all’interno della via della seta nel Tirolo Storico: siamo in Trentino ed esattamente tra Rovereto e Verona, facilmente raggiungibile sia con l’auto che con il treno.
Ti racconto un itinerario attraverso il centro storico, grazie al quale potrai scoprire cosa vedere ad Ala e del perché viene chiamata ancora oggi “città di velluto”.
La via della seta
I primi filatoi legati alla lavorazione della seta risalgono già al Cinquecento quando i veneziani importarono l’allevamento del baco da seta. Ma è nel Seicento che ad Ala la produzione divenne importante. Si racconta che verso il 1657 due profughi genovesi vennero accolti dall’arciprete Alfonso Bonacquisto, il quale gli propose di stabilirsi ad Ala e di portare avanti il loro lavoro di tessitori di velluto.
I due abili maestri accettarono e con l’aiuto di alcuni cittadini di Ala, riuscirono ad aprire la prima fabbrica di vellutto all’interno del Palazzo Taddei. Il boom arrivò ben presto e Ala conobbe un periodo di benessere economico con un ampliamento dell’industria tessile sul territorio. Vennero costruiti nuovi palazzi e nuove manifatture, esportando il velluto fino all’Austria, Boemia e Ungheria e l’imperatore Giuseppe II d’Asburgo proclamò Alla “città” nel 1765.
Il centro nevralgico del lavoro fu il corso della Roggia dove sorsero otto filatoi, edifici artigianali sfruttando i diversi percorsi d’acqua, tre tintorie e una “garberia” per lavorare la concia delle pelli.
Le forme associative
In questo periodo di prosperità economica, lavorativa e culturale ci si dovette organizzare per evitare che la concorrenza potesse avere la meglio. Furono accordati i costi del lavoro e sul prezzo delle vendite attraverso a delle forme associative. Nel 1687 venne creata l’Arte dei Tessitori, un’associazione religiosa molto simile ad una confraternita tra i dirigenti e i lavoratori.
Nel 1765 si trasformò in Arte dei Vellutai, una corporazione di 33 fabbricanti, 209 vellutai e 170 garzoni e uno statuto che ne regolava i rapporti e dettava le norme di tutela del lavoro. La corporazione fece anche da intermediaria con le richieste commerciali da parte di famiglie nobili e principesche dell’intera Europa.
L’ambiente culturale
Grazie alla florida situazione economica, Ala divenne un importante centro culturale dell’epoca richiamando a sè diverse personalità come imperatori e lo stesso W. A. Mozart che ancora giovanissimo, suonò nei palazzi barocchi di Ala. La nobiltà si riuniva nei centri culturali e letterari, invitando artisti, letterati e musicisti.
La fine del periodo d’oro
Dalla seconda metà dell’Ottocento Ala conobbe una svolta economica negativa causata dalla crisi del settore della seta. Le motivazioni furono la spietata concorrenza, l’incapacità della classe dirigente di rinnovarsi, mancanza di fondi per finanziari nuovi macchinari.
A questi problemi locali s’aggiunsero anche le vicende politiche dell’epoca. Ala, da sempre al confine tra la Serenissima e il Principato Vescovile di Trento, divenne sede delle dogane tra Italia e l’Impero Austro-Ungarico con le relative restrizioni commerciali. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale pose fine definitivamente al periodo d’oro locale.
I palazzi barocchi
Nonostante abbia origini romane, Ala si è sviluppata soprattutto tra il Cinquecento e il Settecento grazie alla sua importanza nella produzione della seta. I palazzi sono tipicamente barocchi e al loro interno abitarono le più importanti famiglie dell’epoca che segnarono la storia locale.
Durante l’anno ci sono diverse occasioni grazie alle quali è possibile visitare i loro interni con delle guide particolari: i volontari dell’Associazione Culturale Vellutai d’Ala. Io ho avuto la possibilità di seguire una visita guidata in occasione della manifestazione Natale nei Palazzi Barocchi ma c’è anche la versione estiva che si ripete a luglio di ogni anno.
Ala è sempre stata al confine tra Verona e Trento. Fin dal Medioevo il confine si è sempre spostato da una parte o dall’altra, lasciando la Vallagarina sia sotto l’influenza e il potere dei Principi Vescovi di Trento che dei Castelbarco, grandi alleati con Verona. E’ nel 1411 che Ala venne “lasciata” alla Repubblica Veneta, occasione ghiotta per i veneziani per occupare la zona fino ad arrivare a Rovereto. Ed è per questo motivo che entrambe le cittadine presentano ancora oggi un’architettura tipicamente veneziana.
Palazzo Malfatti, oggi Palazzo Azzolini
Palazzo Malfatti si trova in piazza S. Giovanni e apparteneva alla famiglia Malfatti, di origine veronese e la più antica casata nobile di Ala. Al suo interno si trova una scala scenografica che porta ai piani superiori, le pareti sono tutte affrescate e le sale decorate con sete colorate alle pareti. Un imponente androne conduce il visitatore al cortile interno dove ci sono le antiche scuderie, una serra e un grande giardino.
Una curiosità
L’altezza di questo edificio supera di gran lunga tutti gli altri. In questo modo la famiglia Malfatti ha voluto dimostrare la sua importanza e il suo potere sia verso la Chiesa che del Civico Magistrato.
Palazzo Zanderighi
La parte più antica del palazzo Zanderighi risale al Cinquecento con una facciata affrescata che rappresenta la Madonna con S. Caterina, S. Rocco, S. Antonio e S. Lucia, patrona dei Vellutai Allensi. Siamo in via Roma, una delle principali vie del centro storico di Ala.
Durante il Settecento la famiglia Zanderighi, perdendo il suo potere, cedette gradualmente il palazzo alla famiglia Gresta che portarono dei cambiamenti con ampliamenti e ristrutturazioni. Nonostante la sua facciata sia severa e austera, è quella che rispecchia meglio il barocco locale. Nel corso del tempo Palazzo Zanderighi ha cambiato la sua funzione: è stato un asilo e ora è sede della biblioteca comunale.
Palazzo Angelini
Il Palazzo Angelini è nato nel Quattrocento ma la struttura odierna risale al Seicento: in questo periodo era un’unica struttura con il vicino Palazzo Gresta. Al suo interno soggiornarono ben quattro imperatori: Carlo V d’Asburgo, Massimiliano II d’Asburgo, Carlo VI e Giuseppe II ed è per questo che questo edificio è conosciuto anche come “dei quattro imperatori”.
Il portale è particolare ed è tra i più grandi di tutto il Trentino, costruito durante il Seicento per chiudere la piazzetta del Mosè e creando così un cortile interno. Lo spazio è caratterizzato da un loggiato arricchito di mascheroni al secondo e al terzo piano mentre la facciata principale si contraddistingue da simmetrici ordini di finestre.
Palazzo Taddei
Questo è tra i palazzi che mi ha colpito di più, probabilmente dovuta alla particolare illuminazione una volta scesa la sera. La famiglia Taddei, originaria di Firenze, arrivò ad Ala grazie al supporto dei Castelbarco, importante famiglia veronese che all’epoca governava anche il basso Trentino. Giovanbrunone Taddei fu tra le prime personalità che avviò la fabbricazione del velluto verso la metà del Seicento all’interno di questo palazzo.
La facciata di Palazzo Taddei è tipicamente rinascimentale e il cortile interno si presenta con un loggiato decorato da mascheroni, uno diverso dall’altro.
Andreas Hofer, il capo della rivolta tirolese, vi soggiornò nel 1810 quando venne portato a Mantova per essere giustiziato dai francesi. Palazzo Taddei sarà la sede del Museo Provinciale del Tessuto e delle Arti Tessili.
Palazzo Gresta
Il palazzo fu costruito a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento, testimoniato da un’incisione del 1530 dove racconta la visita dell’imperatore Carlo V ad Ala. Tra il Seicento e il Settecento, il Palazzo Gresta fu sede della giuridizione civile del Vicariato e la residenza del Capitano di Giustizia. Inoltre era collegato alle prigioni grazie ad un passaggio che attraversava via Carrera.
Le chiese
Nonostante Ala abbia 9.000 anime, conta ben tre chiese, tutte con una loro storia e la loro importanza. La religione ha sempre avuto un ruolo importante da queste parti.
Chiesa di S. Giovanni
Si trova nell’omonima piazza e accanto a Palazzo Malfatti: impossibile non notarla perché siamo nella piazza principale della città. Costruita nel 1342 e collegata con il vicino ospizio dei lateranensi, nel corso del tempo è stata diverse volte ristrutturata e ampliata, adattandosi ai canoni dell’epoca.
L’architettura attuale della chiesa di S. Giovanni risale alla fine dell’Ottocento grazie al suo aspetto neoclassico. All’interno si trova l’altare maggiore in marmo di Castione e la relativa pala con la Madonna, i Santi Giovanni Evangelista, Rocco e Sebastiano.
Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta
E’ quella che si nota maggiormente anche se non si entra nell’abitato: si trova ad una altezza maggiore rispetto al paese e per arrivarci c’è da percorrere l’intera città e salendo una strada lastricata. Ma la fatica scompare subito una volta arrivati in cima.
Le sue origini sono antiche, si crede che sia stata costruita sui resti di una cappella all’interno del castello medievale e distrutto durante le svariate lotte tra i Principi Vescovi di Trento e i Castelbarco. Durante i secoli la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta ha subìto diverse modifiche con ampliamenti e ristrutturazioni e l’aspetto attuale lo si deve ad una ristrutturazione del 1929.
Nove altari in marmo policromo e l’altare maggiore decorato dalla pala raffigurante Santa Lucia, patrona dei vellutai e probabilmente provenitente della scuola del Cignaroli.
Chiesa di San Francesco
La Chiesa di San Francesco risale all’inizio del Seicento quando dei fuggiaschi veneziani e figli di San Francesco vennero ospitati ad Ala, offrendogli riparo politico. Durante i secoli, la chiesa e il relativo convento hanno subìto diverse distruzioni a causa del continuo passaggio di truppe militari nei diversi eventi bellici. C’è da ricordare che questa è sempre stata una zona di confine tra Verona (Serenissima e Regno d’Italia) e Trento (Principato Vescovile prima e sotto l’Impero Austro-Ungarico fino al 1918).
I musei
Due sono i musei da visitare chiamando l’Ufficio Attività Culturali, Turistiche e Sportive del Comune di Ala allo 0464 674068.
Museo del Pianoforte Antico
Il museo racchiude una preziose collezione di 39 antichi pianoforti, tutti restaurati e conservati dai quali poter ancora ascoltare della buona musica. Si aggiungono una spinetta, un organo a canne, un orgnao a cilindro e una sirenette. Tutti i pezzi raccontano la storia del pianoforte e creati dal genio artistico di importanti case di costruttori europee come Pleyel, Erard, Cimmino, Stein e tanti altri.
All’interno del Museo del Pianoforte Antico vengono organizzate delle visite guidate e concerti ai quali partecipare. Musica nei Palazzi è una manifestazione svolta all’interno dei vari palazzi, soprattutto nel salone di Palazzo Pizzini von Hochenbrunn: un giovanissimo Mozart suonò qui durante il suo viaggio in Italia e ancora oggi c’è il pianoforte col quale ha suonato.
Polo museale e Museo Provinciale del Tessuto e delle Arti Tessili
E’ ancora in fase di progettazione ma spero che aprirà presto perché non vedo l’ora di visitarlo. L’intento del museo è quello di raccogliere il vasto patrimonio tessile di proprietà della Provincia di Trento. E’ già stata avviata l’aquisizione della Collezione L. Viesi di Cles che conta 2.300 esemplari tra stoffe e ricami, oltre a 4.600 fiocchi, frange e bordure.
La collezione s’è ampliata anche grazie a diverse donazioni di produzioni tessili da parte di importanti manifatture d’Oltrealpe. Una sezione del museo sarà dedicata alle sole testimonianze locali relative all’arte tessile del velluto alese.
Le mie considerazioni su Ala, la città di velluto
Credo che Ala sia tra quei borghi trentini lontani dagli itinerari turistici e da una parte ne sono contenta perché sta preservando le sue caratteristiche di paese di provincia. Visitandola ho respirato la calma e la rilassatezza di un piccolo borgo, dove il tempo s’è fermato e le persone hanno ancora voglia di fermarsi a parlare. Ho sempre trovato qualcuno disposto a raccontarmi qualcosa su Ala o ad indicarmi cosa vedere o che strada fare.
Ho conosciuto prima la sua “reputazione” e mi vergogno di non esserci andata prima: ho trovato un paese molto bello, caratteristico e pieno di storia. Mi domando ancora oggi perché ho aspettato così tanto a visitarla.
Sono contenta che in particolari occasioni i palazzi vengano aperti al pubblico perché non ci aspetta tutto questo splendore: ti assicuro che le cose più belle sono nascoste dagli occhi indiscreti di chi cammina per strada. E trovo molto bella l’idea di questi volontari che con i loro costumi accompagnano il visitatore a conoscere il loro paese!
Cosa vedere nei dintorni
Ci toviamo in Vallagarina tra Rovereto in provincia di Trento e Verona. Da qui puoi partire alla scoperta di arte, cultura e natura.
- Poco distante c’è il Castello di Avio che svetta incontrastato sulla vallata.
- Rovereto è a pochi chilomentri, conosciuta per essere la “città della pace” grazie alla grande campana creata alla fine della Prima Guerra Mondiale fondendo diversi cannoni.
- Riva del Garda e Verona sono a meno di un’ora.
Come arrivare
Ala, la città di velluto è facilmente raggiungibile con i mezzi di trasporto.
- Tutti i treni regionali si fermano alla stazione di Ala. Siamo sulla tratta del Brennero tra Rovereto in provincia di Trento e Verona. Se parti da Trento e Rovereto ti consiglio di usare il treno perché più veloce del pullman.
- E’ raggiungibile con i pullman extra-urbani della Trentino Trasporti S.p.A. da Trento, Rovereto e Riva del Garda.
2 pensieri sparsi
Bellissima Ala! Una cittadina deliziosa da scoprire con molta tranquillità. Noi siamo stati in un paio di occasioni durante le manifestazioni “Città di Velluto” e ci è piaciuta tantissimo! Dovremmo però tornare per vedere con più tranquillità tutto quello che hai consigliato nel post!
Ciao Andrea! Pensa che sono di Trento e ho aspettato anni a visitarla nonostante sapessi delle due manifestazioni per conoscerla. Mi è piaciuta vederla con la neve e le luci natalizie, c’era davvero una bella atmosfera.