Il Castello di Avio è un antico complesso fortificato nato per controllare dall’alto la valle dell’Adige: una serie mura merlate per proteggersi dagli attacchi esterni e di torri dalle quali avere un maggiore controllo. La fortezza difensiva s’è poi trasformata in dimora signorile dove un giardino rigoglioso e gli affreschi cortesi hanno fatto da sfondo alla vita quotidiana dei signori di turno.
La zona in cui sorge il Castello di Avio ha ricoperto da sempre un ruolo di particolare importanza, essendo la via principale di comunicazione tra la penisola italica e l’impero germanico.
Il castello si arrampica sulle pendici del monte Vignola e da lì domina la vallata: che tu ci passi in auto o col treno, risulta difficile non notarlo, soprattutto quando è illuminato al calar del giorno.
Ci troviamo in Trentino ed esattamente in Vallagarina; quel tratto in cui Verona e il lago di Garda sono a due passi e ci si dirige verso Rovereto, conosciuta come la Città della Quercia.
Il castello è chiamato anche di Sabbionara per via dell’omonimo paese che sorge ai suoi piedi: non meravigliarti se il castello di Avio lo sentirai chiamare anche così!
Pillole di storia
La storia del Castello di Avio è lunga e costellata da diversi eventi storici. L’attuale castello sorge probabilmente su un antico castelliere preistorico: stiamo parlando di uno dei più antichi castelli del Trentino.
I resti testimoniano l’epoca romana grazie al ritrovamento di due epigrafi e una pietra militare del IV secolo, relativa all’epoca dell’imperatore Marco Aurelio Valerio Massenzio. Questa pietra militare era parte integrante del percorso della Claudia Augusta Padana: da Verona, la strada raggiungeva Avio sulla sponda destra del fiume Adige, per poi passare sulla sponda opposta.
Nel 1053, il monaco Gotschalcus testimonia la presenza di una fortezza medievale e vista durante il suo viaggio dalla Baviera verso Verona. Da quel momento gli eventi si susseguono uno dietro l’altro con un continuo passaggio di proprietà da una famiglia nobiliare all’altra.
Alcuni nomi? La lunga dinastia della famiglia veronese dei Castelbarco e la Repubblica di Venezia (nell’ultimo periodo, il castello è stato usato come caserma militare).
Nel 1503 il Castello di Avio passa in mano a Massimiliano I d’Austria che lo scelse come sua residenza, occupandosi del relativo restauro. Dal 1516 in poi continuano a cambiare i proprietari: i conti d’Arco, il principe vescovo Bernardo Clesio e sui successori fino a diventare un rudere abbandonano nell’Ottocento.
Durante l’Ottocento, il castello è stato venduto alla famiglia Bitti che si occupavano, per conto dei Castelbarco, di coltivare i campi circostanti. Nuove compravendite e passaggi di proprietà, il castello di Avio ritorna ai Castelbarco. L’ultima erede, una certa Emanuela ha donato il castello al FAI nel 1977.
Da allora, il FAI si è occupato del restauro del castello di Avio, rendendolo fruibile ancora oggi al pubblico. Con una clausola: Emanuela Castelbardo ha l’usufrutto della Torre della Picadora e ci soggiorna nel periodo estivo.
Cosa ammirare all’interno del castello
Il Castello di Avio è immerso nel bosco e il suo interno sfoggia un bel giardino che ci accompagna dal momento in cui entriamo fino al raggiungimento della cima.
Oltrepassando l’androne che fa da entrata maestosa, una serie di edifici costellano il percorso per arrivare al palazzo baronale con il suo imponente mastio. Racchiude il tutto una cinta muraria caratterizzata da merlature.
- la Casa delle Guardie: un edificio medievale dal tetto a due falde e formato da tre cortine murarie. Utilizzato dalle guardie (appunto) e come luogo del giudizio ai condannati.
- La Torre della Picadora è riservata alla famiglia dei Castelbarco e utilizzata durante il periodo estivo. Il suo passato è piuttosto cruente perché era utilizzata per l’impiccagione dei condannati a morte.
- Del Palazzo Baronale rimangono soprattutto le suggestiva mura. Al suo interno mastio è la parte più alta del castello di Avio ed è possibile entrarci per poter ammirare i suoi affreschi.
- Una cappella dedicata a San Michele dove venivano sepolti i signori del castello: al suo interno si trova un sarcofago del Trecento. Forse è il monumento funebre di Azzone Francesco di Castelbarco, morto nel 1410.
Gli affreschi cortesi
Un motivo per visitare il Castello di Avio sono sicuramente gli affreschi profani del Trecento e distribuiti tra il mastio e la Casa delle Guardie.
Sono gli affreschi meglio conservati all’interno della fortezza e arrivati fino a noi: camminando tra le rovine è possibile notarne altri: probabilmente, nel suo periodo migliore, il castello era completamente affrescato nella maggior parte delle stanze.
Casa delle Guardie
Gli affreschi decorano le due stanze del piano superiore e frutto di maestranze locali: il risultato visivo è una combinazione tra l’influenza veronese e quella d’oltralpe. Non c’è da meravigliarsi dato che il Trentino è sempre stato terra di confine tra la Penisola Italica (con forti influenze venete) e il mondo germanico.
Nella prima stanza, conosciuta come l‘Anticamera, tutte e quattro le pareti sono affrescate con losanghe policrome a scalini su uno sfondo bianco. Nella stanza delle guardie sono rappresentate soprattutto scene militari e disposte su due livelli.
La leggenda vuole che i prigionieri di guerra fossero portati a forza nella Stanza delle Guardie e, bendati, messi di fronte alla scacchiera rappresentata su una delle pareti. La loro condanna o liberazione dipendeva dalle lettere toccate inconsciamente nel labirinto cifrato.
Mastio
La torre principale del castello custodisce al suo interno diversi spazi e ai piani superiori si accedeva grazie ad una scala mobile che veniva poi ritirata. Nella parte bassa c’erano le prigioni dove i condannati a morte venivano gettati da una botola.
All’ultimo piano della torre medievale, quello proprio in cima al mastio, è conosciuto per essere la Stanza dell’Amore. Gli affreschi profani trecenteschi sono una rara rappresentazione dell’epoca.
Il ciclo pittorico occupa tutte e quattro le pareti e sono un’allegoria alla vita quotidiana e all’amore profano. I colori sono chiari, dove la fanno da padrone il rosso e il bianco.
Oggi, una parte degli affreschi non è più visibile perché andati persi nel corso dei secoli ma quel che rimane ci aiuta a farci un’idea globale di come fosse effettivamente decorata la sala.
- Dello stesso periodo è il Ciclo dei Mesi che decora le pareti di Torre Aquila all’interno del Castello del Buonconsiglio di Trento. Una ulteriore testimonianza della vita cortese trentina del Trecento, con una particolarità: la vita quotidiana della nobiltà va di pari passo con la vita contadina.
Le leggende ambientate nel Castello di Avio
Come in ogni castello serio, anche al Castello di Sabbionara ci sono leggende che lo rendono più interessante: io adoro quando si parla di fantasmi e streghe!
Ben due leggende di streghe
1. Il castello era abitato da diverse streghe che di notte avevano l’abitudine di incontrarsi sulla cinta muraria, in cima al mastio e sulla terrazza della Torre della Picadora. Un bel giorno una grossa frana cadde dal Monte di Sabbionara, seppellendo tutti i campi intorno.
Il motivo? La strega Maria Toldina maledì il fatto di essere stata imprigionata all’interno della torre, decapitata e poi bruciata a Palù di Brentonico il 10 marzo 1716.
2. La castellana di Sabbionara di turno doveva lavare con le proprie lacrime l’armatura del proprio signore e asciugarla con i propri capelli durante la prima notte di nozze. Il tutto mentre le altre streghe, nella torre più alta, filavano con il fuso il futuro dei due nuovi castellani.
Il castello di Avio e i suoi falsari
Durante il Sette e Ottocento, il Castello di Avio ha conosciuto un periodo di abbandono. La leggenda vuole che in questo periodo il castello fosse abitato da dei falsari rinchiusi nelle cantine che battevano moneta.
Per spaventare la popolazione del paese e tenerla lontana, facevano rotolare le catene per creare un forte rumore pauroso e accendevano dei fuochi fra le mura del castello. Sarà davvero per questo motivo che il castello è stato abbandonato per così tanto tempo?
Informazioni utili per visitare il Castello di Avio
- Il biglietto costa 8 € per la visita libera e 13 € se si decide di seguire la visita guidata. Puoi acquistare il biglietto online comodamente dal tuo cellulare e presentarlo poi in biglietteria!
- Il Castello di Avio è chiuso tra novembre e febbraio (per aprire solo nei fine settimana di dicembre per i mercatini di Natale). Durante i resto dell’anno è aperto dalle 10 alle 18.
Il Castello di Avio può essere una buona tappa per iniziare a conoscere la Vallagarina. Ecco alcuni consigli:
- Ala, la città di velluto è vicinissima e ti consiglio di visitarla tutto l’anno e in inverno con l’evento Natale nei Palazzi Barocchi.
- Rovereto è una cittadina che adoro e che puoi visitare in un giorno.
- Ti piacciono i castelli? Il Castello di Beseno è la fortezza extraurbana più grande del Trentino.
2 comments
Ho visitato questo bel castello alcuni anni fa durante una vacanza sul lago di Garda… la posizione è splendida! Non conoscevo tutte le leggende legate al maniero!!
Io ci venivo spesso da piccola con la scuola: è stato un tuffo nel passato ritornarci e vederlo con altri occhi (più maturi). E come ogni castello, custodisce a sé storie e leggende che adoro.