A Rovereto c’è un luogo che ho scoperto leggendo la guida “131 musei del Trentino. Una guida insolita”: COBO, un acronimo che sta per “Collezione Bontadi e Museo del Caffè“.
Non sono mai stata una grande amante del caffè perché ho un debole per il mondo del thè, degli infusi e tisane varie. Solo da qualche anno ho incominciato ad apprezzare l’espresso, di cui non riesco più a farne a meno.
Il mio interesse verso caffè è aumentato durante i miei viaggi: a Padova dove ho bevuto il famoso Pedrocchino, a Torino c’è il gustoso Bicerin e Trieste è conosciuta per i suoi Cafè letterari. Perché non continuare il mio viaggio in questo senso anche nei luoghi vicino a casa mia? Dopo il Museo Omkafè di Arco, sul lago di Garda, ho deciso di visitare anche COBO il Museo del Cafè di Rovereto, alle porte di Trento.
Ho seguito la visita guidata, dalla quale sono rimasta impressionata dal lavoro immenso che c’è dietro alla produzione e alla lavorazione del caffè. Consiglio anche a te di aggiungere al tuo itinerario di Rovereto, una visita all’interno di COBO, il Museo del Caffè!

Pillole di storia
Nel caso in cui deciderai di seguire la visita guidata, avrai la possibilità di conoscere meglio la storia del caffè, di come viene prodotto e della famiglia Bontadi.
Il punto di partenza è proprio all’interno della stessa produzione: la scelta delle materie prime, i sacchi di juta che raccolgono il caffè, i macchinari per la torrefazione.
La storia del caffè Bontadi inizia nel 1790 con il signor Carlo, un commerciante di caffè. Un secolo dopo, Oddone (un pronipote di Carlo) inizia a tostare il caffè con le prime macchine: da qui l’esperienza e il sapere vengono trasmessi di generazione in generazione fino ai giorni nostri.
Le fasi della produzione si suddividono così:
- l’approvvigionamento è il momento in cui si va a scegliere la materia prima. Vengono selezionati i produttori che garantiscono la tracciabilità della materia prima, sono presenti le certificazioni fitosanitarie del prodotto, certificazioni biologiche e slow food.
- Lo stoccaggio è il momento in cui i sacchi di juta iniziano a riempire il magazzino: il prodotto crudo viene continuamente testato e analizzato durante tutta la permanenza.
- La tostatura monorigine e la tostatura artigianale vanno di pari passo. Questo permette che la mutazione dei chicchi non subisca stress durante la tostatura. Le varie attività di conservazione del caffè garantiscono una fragranza e aromi per molto tempo.
- Nella torrefazione Bontadi, la distribuzione è ancora artigianale. Il caffè viene distribuito attraverso la rete interna all’azienda, grazie anche a mezzi propri conformi al protocollo della catena alimentare. Le consegne sono regolari e rispettano i tempi concordati con i clienti: questo permette di non alterare le caratteristiche del prodotto.
L’Accademia Bontadi
Oltre all’importanza di una buona produzione, durante la visita è emerso anche il valore della formazione. Un buon prodotto è valorizzato meglio se viene trattato nella maniera giusta: che cos’è un buon caffè, se al bar non riescono a farlo nella maniera adeguata?
Ed è per questo che è nata l’Accademia Bontadi dove la formazione è a 360°. Un luogo dove vengono apprese le nozioni fondamentali per valorizzare al massimo la materia prima. In questo modo, l’operatore è istruito e formato per sapere come estrarre l’espresso, rispettando i parametri e protocolli forniti durante il percorso in accademia.
I corsi si rivolgono a tutte quelle persone che vogliono aggiornarsi e ampliare il bagaglio di conoscenze e competenze all’interno della propria azienda.
Il Museo del Caffè a Rovereto
Il museo racconta la storia del caffè Bontadi grazie al vasto patrimonio formato dalle attrezzature utilizzate dal 1790 fino ai giorni nostri. Le attrezzature esposte sono tutti pezzi d’epoca: modelli professionali e casalinghi che fanno emergere sia l’imprenditorialità della famiglia Bontadi , sia l’evoluzione della lavorazione del caffè stesso.
Ogni macchinario rispecchia la sua epoca: l’estetica, l’utilizzo e la sua collocazione all’interno dei locali. 300 pezzi esposti che narrano 300 anni di storia locale del caffè.
Sono davvero tante le chicche presenti all’interno del Museo del Caffè:
- la prima macchina del caffè, progettata e commercializzata nel lontano 1884 e conosciuta come “a colonna”. Una macchina che erogava in maniera continuativa il caffè nei diversi locali pubblici dell’epoca.
- Nel 1948 viene progettata da Achille Gaggia, la macchina “Idro compressa a leva“: nasce il primo caffè espresso con la crema.
- La Faema e 61 nasce nel 1961 grazie alle Officine Faema Milano. Un nuovo progetto rivoluzionario: alla macchina viene applicato l’infusore e montato uno scambiatore di calore. Il risultato? Un uso più semplice della macchina e un caffè da assaporare ancora di più perché senza residui calcarei e metallici nel bollitore.
Nel museo si possono ammirare anche i diversi tostini: cilindrici, mossi a mano tramite una manovella e alimentati a gas ed infine quelli elettrici. Una reperto davvero particolare è la moto d’epoca con la quale Leo Bontaldi tostava e vendeva piccole quantità di caffè nelle piazze dei paesi nei dintorni di Rovereto.

Informazioni utili
- Il Museo del Caffè si trova proprio nel centro storico di Rovereto ed esattamente al vicolo del Messaggero 10.
- L’entrata al museo è gratuita e gli orari d’apertura sono: dal lunedì al venerdì 10 – 12 e 16 -18, il sabato 10 -12. E’ presente anche uno shop dove acquistare il caffè Bontadi.
- E’ possibile prenotare un’interessante visita guidata a pagamento, compilando il modulo apposito sul loro sito.
Perché visitare COBO il Museo del Caffè di Rovereto?
Per quanto mi riguarda, partecipare alla visita guidata mi ha permesso di avvicinarmi ad un mondo a me sconosciuto. Quando ci si trova di fronte a persone competenti e appassionate nel loro lavoro, si apprezza meglio il prodotto finale: vengono spiegate le varie fasi della lavorazione del caffè, i processi e i macchinari usati, il perché delle scelte aziendali.
Tra i tanti motivi per visitare COBO ci sono:
- ci troviamo davanti alla più antica torrefazione d’Italia.
- Questa è una Bottega Storica Trentina riconosciuta.
- La Torrefazione Bontadi ha ricevuto il premio per essere tra le 100 eccellenze italiane e per aver contribuito a valorizzare l’emblema del marchio Made in Italy.
- Medaglia d’Oro per la fedeltà al lavoro e al progresso economico. Oltre per l’attività svolta con impegno e in maniera continuativa dal 1790 ad oggi.
- La filosofia aziendale rispecchia le direttive di “industria 4.0”: l’azienda ha ottimizzato la performance degli impianti e valorizzato il personale attraverso la formazione.