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Cosa vedere nel Sestiere Cannaregio di Venezia?

by Katia
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Venezia è tra le città italiane più turistiche e per questo molto affollata nelle vie principali: come è possibile passeggiare indisturbati dalla calca di turisti? Nell’itinerario che ti sto per raccontare, ti porto con me nel sestiere più esteso e popolato della laguna: cosa vedere nel Sestiere Cannaregio, possibilmente evitando la folla?

Questo è tra i miei percorsi veneziani preferiti: lo posso fare all’infinito senza annoiarmi mai. Esco dalla stazione dei treni di Santa Lucia, faccio solo la prima parte della Strada Nova e mi infilo poi nel Ghetto Ebraico. In questo modo evito il percorso noto ai più per raggiungere Ponte del Rialto e Piazza San Marco.

Il percorso inizia con la prima tappa: il Ghetto Ebraico. Poi alterno Fondamenta della Sensa e Fondamenta della Madonna dell’Orto, raggiungendo Fondamenta Nove: ora possiamo decidere se fare tappa nell’unica piazza di Venezia oppure concludere il tour nel Sestiere Castello.

Buona passeggiata!

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Scorci verdi inaspettati

Ghetto Ebraico

Ci troviamo nel Ghetto più antico d’Europa: la presenza degli ebrei risale già prima dell’anno Mille. E’ solo alla fine del Trecento che la comunità ebraica assume una certa importanza e si accerta ufficialmente la loro presenza nel 1516. La Repubblica della Serenissima, tramite in decreto, prese la decisione di delimitare in una sola zona della città la popolazione ebraica.

Ed è così che nasce il ghetto: un’isola collegata alle altre solo da tre ponti delimitati da dei cancelli, aperti la mattina e chiusi la sera. Gli abitanti potevano uscire solo di giorno con un permesso; era vietato uscire la sera e durante le festività cristiane.

La parola “Ghetto” ha origine proprio qua a Venezia. La parola veneziana “geto”, già usata prima del Medioevo, indicava un’antica fonderia situata nell’area dove oggi sorge il Ghetto. La fonderia forgiava le bombarde, cioè i piccoli cannoni delle navi veneziane.

Quando nel 1516 il governo veneziano decise che gli ebrei dovessero vivere in questa zona, “geto” divenne “ghetto”: la maggior parte della popolazione proveniva dall’Europa centro-orientale, storpiando la parola. In tedesco non esiste la pronuncia “ge” e quindi incominciò a diffondersi l’uso di “ghetto”.

Oggi, il ghetto di Venezia è suddiviso in tre parti: il gheto vechio, il gheto novo e il gheto novissimo. La parte più antica è il gheto novo, ampliata poi nel corso dei secoli con il gheto vecchio (concesso ai cosiddetti ebrei Levantini, giunti dalla penisola Iberica e dall’impero Ottomano) e il gheto novissimo.

Le visite da fare:

Il Museo Ebraico di Venezia. Un museo fondato nel 1954 dove esempi di manifattura orafa e tessile databili tra il Cinquecento e l’Ottocento, collezione di libri, manoscritti antichi e oggetti in uso nella vita quotidiana ebraica. Su richiesta è possibile visitare con una guida alcune sinagoghe.

Uno scorcio del Ghetto Ebraico

Campo dei Mori

Mi fermo spesso a campo dei Mori perché è un luogo curioso, almeno per me. Una volta arrivati qui, è possibile notare la presenza di ben quattro mori, quattro statue di pietra incastonate nel muro del Palazzo Mastelli. Edificio conosciuto anche come Palazzo del Cammello poiché una statua a forma di cammello si trova sulla sua facciata principale.

Si racconta che la famiglia Mastelli sia di origine del regno della Morea, una provincia dell’antico Impero Bizantino. I tre fratelli furono subito soprannominati i Mori: tre esperti commercianti di seta e spezie per nulla onesti. Erano molto bravi a vendere merce di bassa qualità a prezzi esorbitanti, truffando continuamente i loro clienti.

I mori avevano anche una banca dove riuscirono a truffare una signora veneziana molto religiosa. La donna, sentendosi presa in giro, lanciò una maledizione pregando Santa Maria Maddalena. La santa si presentò così ai tre fratelli fingendosi una cliente: appena venne truffata pure lei, maledisse i tre fratelli trasformandoli in statue alla frase “Possa il Signore trasformarci in pietra se questa non è la miglior stoffa di Venezia!”.

La statua più famosa è quella del Sior Antonio Rioba: quando perse il naso, venne rifatto goffamente con un pezzo di ferro anziché con la pietra. Si dice che toccandolo, porta fortuna. I due fratelli di Antonio sono Afani e Sandi Mastelli; mentre si vocifera che la quarta statua sia un loro servitore.

Il Sior Antonio Rioba col suo naso di ferro. E poco più in là, sulla sinistra, la casa del Tintoretto

La casa di Jacopo Tintoretto

Girando l’angolo da campo dei Mori c’è una rinascimentale dalle forme gotiche. E’ la casa dell’artista veneziano Jacopo Tintoretto che lavorò in laguna per una buona parte del Cinquecento. Jacopo è nato in questa casa il 23 aprile 1519 dove ci visse fino alla morte avvenuta nel 1594.

Una statua dalla forma di Ercole è stata posta sulla facciata dallo stesso Tintoretto: pure qua c’è una leggenda. A te trovarla!

Una lapide esposta nel 1842 dice che …

non ignorare, viandante, l’antica casa di jacopo robusti detti il tintoretto. di qui per ogni dove si diffusero innumerevoli dipinti, mirabili pubblicamente e privatamente, agistralamente realizzati con il fine ingegno del suo pennello. ti fara’ piacere apprendere cio’ per la solerzia dell’attuale proprietario.

Chiesa Santa Madonna dell’Orto

Tra i luoghi imperdibili di Venezia c’è la chiesa Santa Madonna dell’Orto. Chiesa soprannominata anche la “casa di Tintoretto” perché le spoglie dell’artista Jacopo Tintoretto sono custodite all’interno della cappella absidale nella navata sinistra.

La chiesa è stata costruita a cavallo tra il Trecento e il Quattrocento dall’ordine religioso degli Umiliati. Inizialmente dedicata a San Cristoforo, nel 1377 la chiesa fu dedicata alla Madonna dopo aver ritrovato miracolosamente nell’orto dei religiosi una statua della Vergine.

La statuta, ritenuta miracolosa, è stata creata per mano dell’artista Giovanni De Santi. Si dice che quando la mise nel giardino, questa inziò ad emanare dei strani bagliori notturni. La notizia si diffuse velocemente e ben presto l’orto divenne luogo di pellegrinaggi.

Il vescovo di San Pietro di Castello (sede del vescovato veneziano fino a quando non fu spostato nella Basilica di San Marco), decise di rimuovere la statua e collocarla all’interno della chiesa. Dopo diversi miracoli, il culto di questa statua si fece più forte e si cercò di evitare delle forme improprie di culto.

  • Al suo interno sono custodite ben 10 tele del Tintoretto ma anche tele di Palma il Giovane e Cima da Conegliano.
Uno scorcio sulla chiesa Santa Madonna dell’Orto

Campo dei Gesuiti

Quando ho visitato Campo dei Gesuiti la prima volta è perché ci sono arrivata per caso nel cercare altro (come mi capita spesso a Venezia). Una piazza a forma rettangolare che s’affaccia su Fondamenta Nove: la prima volta mi ha fatto impressione entrare in un luogo stretto e lungo, dove svettava una chiesa dalla facciata bianca.

Il nome del campo risale alla metà del 1100 quando la comunità dei Crociferi costruì un monastero e la relativa chiesa dedicata a Santa Maria Assunta. La chiesa venne rifatta diverse volte e quella che possiamo ammirare oggi risale al Settecento grazie ai Gesuiti (subentrati ai Crociferi) ed è dedicata ai Santi Apostoli.

Oltre alla parrocchia dedicata ai Santi Apostoli, oggi è possibile ammirare:

  • l’ospedale così come venne eretto in origine dai Crociferi.
  • L’antico pozzo originario del Settecento.
  • Il Palazzo Zen appartenuto alla relativa famiglia.
Uno scorcio su Campo dei Gesuiti

Il Teatro Italia trasformato in un supermercato

Un luogo particolare e di come una città trasformi i propri luoghi (nel bene o nel male), adattadoli a nuove esigenze. E’ il caso dell’ex Teatro Italia, utilizzato come cinema e ora sede di un’importante catena di superemercati.

Un’architettura tipica del Novecento, il Teatro Italia nasce come teatro (ovviamente, se no non si chiamava teatro o no?), utilizzato successivamente come cinema e sede universitaria. Oggi è il luogo giusto dove andare a fare la spesa: dopo un lungo periodo di abbandono, è stato recuperato e restaurato per far spazio a Despar.

La sua struttura è rimasta integra e rispettando gli spazi, l’architettura, gli affreschi e le decorazioni. E’ cambiato solo il suo utilizzo. Ovviamente sono nate polemiche a riguardo ma per quanto mi riguarda, quando si riesce a recuperare dal degrado strutture ricche di storia e arte come queste, ben vengano i riadattamenti.

Buona spesa!

La chiesa di Santa Maria Maddalena e la massoneria

Nel sestiere Cannaregio c’è un altro luogo particolare: la chiesa di Santa Maria Maddalena.

Si dice che sia stata voluta da alcuni esponenti della famiglia Baffo, membri della Massoneria veneziana. Progettata nel 1763 e completata nel 1790dall’architetto Tommaso Temanza sulla base di una chiesa già preesistente, rispecchiando la dottrina della massoneria. L’edificio è circolare e ha uno stile prettamente neoclassico.

Sull’entrata è stata inserita una frase in latino “la sapienza s’è costruita una casa” e sopra la porta c’è il simbolo della massoneria. La chiesa è spesso chiusa ed è difficile entrarci: che sia utilizzata ancora dalla massoneria?

Tra particolarità della chiesa di Santa Maria Maddalena:

  • la facciata guarda verso la terra e non verso un canale come le altre chiese veneziane.
  • Ha una forma circolare che ricorda il Pantheon di Roma: ma Venezia e Roma non erano rivali?

Alcune curiosità sul sestiere di Cannaregio

Venezia è il posto ideale dove trovare sorprese, stranezze e curiosità. Adoro questa città perché è una meta dove è possibile meravigliarsi continuamente e scoprire puntualmente nuove cose.

Il calle Varisco

Venezia è la città delle calli, molte non sono larghe oltre il metro e spesso è difficile passarci in due persone. Nel Sestiere Cannaregio ce n’è una che può entrare nei Guinness dei primati: calle Varisco. Si dice che sia la calle più stretta di tutta la laguna e sia larga solo 53 centimetri.

Solo la parte finale della calle è così stretta ed è indicata da una colonna dorica posta all’inizio. In bocca al lupo nel trovarla!

Il ponte del Chiodo

Sapevo dell’esistenza del ponte Chiodo perché quando ho visitato Torcello e il relativo ponte del Diavolo, avevo letto di un secondo ponte veneziano senza nessun tipo di righiera. Ma non mi ero mai informata dove si trovasse effettivamente.

Ed è così che ci sono arrivata per caso: ha attirato la mia attenzione quando ho visto alcuni turisti fermi a fotografarsi. A Venezia ci sono più di 400 ponti e in origine tutti si presentavano senza nessun tipo di protezione. E’ dall’Ottocento in poi che furono costruite delle “spalliere” o “bande” per motivi di sicurezza.

Ad oggi, solo ponte Chiodo e ponte del Diavolo sono rimasti senza nessun tipo di protezione!

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Ponte Chiodo, insieme al Ponte del Diavolo a Torcello, è l’unico a non avere nessun tipo di protezione

Cosa vedere nel Sestiere Cannaregio, ancora?

E’ impossibile raccontare cosa vedere a Venezia in pochi paragrafi: la laguna nasconde e custodisce in ogni angolo bellezze da ammirare, chiese da visitare, musei e curiosità da scoprire. In questo percorso posso aggiungere anche:

  • Ca’ d’Oro, le cui facciate erano ricoperte d’oro e uno dei massimi esempi del gotico fiorito veneziano. La facciata la si può ammirare meglio navigando sul Canal Grande. Oggi è sede dalla Galleria Giorgio Franchetti.
  • Chiesa dell’Abbazia della Misericordia nel campo de l’Abbazia. Dal 1973 sconsacrata e utilizzata per le esposizioni artistiche della Biennale di Venezia.
  • Fondamenta Nove sono il punto di partenza per prendere il vaporetto e visitare Murano, Burano, Torcello o raggiungere il Cimitero Monumentale di San Michele.
  • Prenotare una visita guidata all’interno del Giardino Mistico dei Frati Carmelitani Scalzi e della chiesa di Santa Maria di Nazareth. I recapiti sono: 348 7728430 e info@giardinomistico.it.

Io ti consiglio di fare questo percorso con calma e senza fretta. Magari prendendo ogni tanto qualche calle laterale per curiosare un po’: è facile raggiungere campielli nascosti, campi di calcio inaspettati (mi è capitato!), minimarket dove vendono di tutto e di più.

E sentirsi un po’ come Alice nel Paese delle Meraviglie quando rincorre Bianconiglio: quante volte mi perdevo, non c’era nessuno e non sapevo come uscirne. Poi all’improvviso trovato una persona che camminava sicura (sapendo dove andare) e girare dietro l’angolo. Io la rincorrevo e girando l’angolo, mi trovavo davanti ad un canale e la persona sparita chissà dove.

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2 comments

Franca Martinello Agosto 8, 2021 - 11:57 am

Bellissime foto e interessanti descrizioni dei luoghi

Reply
Katia Agosto 9, 2021 - 10:18 am

Grazie! Spero che ti sia stato utile e di ispirazione per il tuo prossimo viaggio a Venezia!

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