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Il cimitero monumentale di San Michele a Venezia: la sua storia e cosa vedere

by Katia
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Parlare di un cimitero nella laguna veneziana può sembrare strano. Oggi, il cimitero monumentale di San Michele a Venezia è quello ufficiale ma non sempre è stato così. Passeggiando per le calli ci si accorge fin da subito che lo spazio è poco e bisogna fare i conti con l’onnipresenza dell’acqua.

La città si è sviluppata soprattutto in verticale, come una moderna città e i suoi grattaceli. E’ nei luoghi nascosti che sbucano giardini, mercati galleggianti, calli. Ma dove si seppellivano i defunti?

Le personalità importanti come politici e nobili sono stati fortunati anche nel momento in cui hanno oltrepassato l’aldilà. Chi di voi ha avuto la fortuna di avere un sarcofago creato da un’artista ed essere sepolto in una chiesa come si deve, riposando per secoli senza essere disturbati? Un esempio tra tutti la chiesa dei Frari: lo stesso Antonio Canova si trova qui (o meglio: il suo cuore) e il monumento funebre dove è custodito non passa di certo inosservato.

Ma per la gente comune il cimitero è sorto fuori dal centro abitato, anche a Venezia, come d’abitudine nelle maggiori città italiani. La differenza sta nel fatto di averci dedicato una singola isola per questo scopo e bisogna per forza arrivarci in barca.

Ci sono passata tante volte davanti al cimitero di San Michele: ogni volta che prendevo il battello per raggiungere le isole di Murano e Burano. Ma anche quando il mio percorso lagunare toccava le Fondamente Nova: il cimitero è proprio lì di fronte!

In un caldo giorno estivo nel quale girovagavo senza meta a Venezia, ho deciso l’ultimo di prendere il battello e farci un salto! Biglietto fatto per ritrovarmi lontano dal rumore lagunare e sentirmi distante dalla Venezia più conosciuta.

Pillole di storia

Il primo utilizzo dell’isola di San Michele è legato alle barche. L’isola era meglio conosciuta come Cavana de Muran perché utilizzata dai barcaioli come punto di approdo durante il loro attraversamento in laguna.

Dopodiché la sua storia, dal Duecento in poi, è legata alla vita monacale ed infine come cimitero cittadinano dall’Ottocento in poi.

  • Nel 1212 il terreno dell’isola di San Michele viene donato ai vescovi di Torcello e San Pietro di Castello con l’obiettivo di ampliare il complesso monastico. Il monastero, fondato successivamente da tre monaci camaldolesi, ha conosciuto una lunga vita durata fino all’Ottocento.
  • Verso la metà del Quattrocento, il monastero acquisisce una maggiore importanza nel campo culturale, attirando miniaturisti, amanuensi e cartografi. Si creano le basi per gli studi nel campo delle esplorazioni. Un nome fra tutti Fra’ Mauro che creò il famoso mappamondo (oggi custodito alla Biblioteca Marciana) e frutto di importanti studi cartografici.
  • Il 1804 è l’anno in cui è emanato da Napoleone l’editto di Saint-Cloud: per motivi d’igiene, i defunti devono essere sepolti al di fuori delle aree urbane.
  • Dal 1817 al 1829 il monastero dell’isola di San Michele è stata usata dall’Impero Austro Ungarico come carcere politico e affidato ai Minori conventuali di San Francesco. Ad oggi sono ancora loro i guardiani di questo spazio sacro.
  • Nel 1839 il Comune di Venezia acquista l’isola di San Michele per trasformarlo in cimitero.

Il cimitero di San Michele

L’isola di San Michele è il frutto dell’unione di due isole distinte, San Michele e San Cristoforo, grazie al sotterramento di un rio, avvenuto nel corso dell’Ottocento. Ci si rese conto che la sola isola di San Cristoforo si era riempita velocemente, con la necessità di ampliare lo spazio per le nuove sepolture.

  • Nell’agosto del 1839 la nuova area fu benedetta dal Patriarca. I lavori del nuovo cimitero vennero affidati ad Annibale Forcellini grazie ad un bando indetto dal comune di Venezia nel 1858. I lavori iniziarono nel 1870 per terminare nel 1876: il risultato finale è quello attuale e ricorda il cimitero monumentale di Milano.
  • Alla fine del secolo scorso si è ripresentato il problema dello spazio. Un nuovo concorso internazionale ha permesso di ampliare nuovamente il cimitero grazie all’architetto David Chipperfield. Ad oggi sono stati aggiunti Corte dei Quattro Evangelisti, l’Ossario di San Giovanni Battista, la Corte dei tre Arcangeli e l’area dei magazzini con la darsena.
  • Nel 2013 il cimitero monumentale di San Michele è stato sottoposto sotto tutela del Ministero di Beni Culturali e del Paesaggio perché luogo di interesse culturale storico artistico.

L’architettura del cimitero

L’attuale cimitero è una vasta area quadrata dove l’interno si sviluppa a mò di croce greca con una forma ellittica nella parte finale. Lunghi viali alberati caratterizzano le diverse vie di comunicazione. I diversi spazi della croce comunicano tra loro verso il centro del grande quadrato.

L’ultima parte, quella a forma ellittica assume una conformazione ovoidale ed è dedicata alla sepoltura di religiosi e delle forze militari cadute in guerra. Inoltre, una parte del cimitero è dedicata ai defunti di religioni diverse come ad esempio il recinto Greco Ortodosso ed Evangelico: questi due settori sono privati e non di proprietà del comune di Venezia.

Durante il corso del Novecento, lo scultore Michelangelo Martinuzzi s’è occupato di alcune decorazioni dei diversi portali d’accesso ai recinti, inserendo dei bassorilievi. Sono presenti due chiostri. Il Chiostro Piccolo con una pianta irregolare e un pozzo al suo centro e il Chiostro Grande che racchiude un giardino di magnolie, realizzato da Giovanni Buora.

Il chiostro dell’antico monastero

I personaggi famosi sepolti qua

Tanti i personaggi famosi, anche a livello internazionale, sepolti all’interno del cimitero di San Michele a Venezia come scrittori, musicisti, scienziati e così via.

Lascio a te cercare le tombe del compositore Igor Stravinskij e dell’ideatore dei Ballets Russes Sergej Diaghilev, la tomba del poeta e premio nobel Josif A. Brodskij e del poeta, Ezra Pound. Il compositore Luigi Nono, del pittore Emilio Vedova, dello psichiatra Franco Basaglia o la tomba dello scienziato austriaco Christian Doppler.

La chiesa di San Michele

Dedicata all’Arcangelo San Michele, l’attuale chiesa di San Michele è uno dei primi esempi veneziani di architettura rinascimentale. E’ stata realizzata tra il 1468 e il 1479 dall’architetto Mauro Codussi e affianca il vicino complesso convittuale.

La struttura originaria risale all’anno 1000 e all’inizio del Duecento arrivarono i Camaldolesi, creando nel corso del tempo una biblioteca di grande importanza a livello storico culturale. Già all’epoca si potevano contare 180.000 volumi e 36.000 codici manoscritti.

Alla fine del Settecento, Napoleone soppresse i conventi e sequestrando i beni ecclesiastici per far cassa, oramai vuota. I monaci furono mandati via e monastero e chiesa vennero adibiti a carceri politiche: Silvio Pellico e Pietro Maroncelli furono tra i nomi più conosciuti richiusi qui.

Nel 1829 i padri francescani ripresero il controllo della struttura monastica, gestendo ancora oggi chiesa e cimitero.

L’architettura della chiesa di San Michele

Purtroppo non ho potuto visitare l‘interno della chiesa perché chiusa ma dalle foto, deduco che sia di grande bellezza artistica come la maggior parte delle chiese veneziane. L’interno è suddiviso in tre navate e decorato con un soffitto a cassettoni in legno.

L’esterno è neoclassico e ricorda molto l’architettura fiorentina del Brunelleschi grazie a questo effetto cupollato. La facciata bianca è realizzata in pietra d’Istria e risalta luminosa dal canale. Alcuni studiosi suppongono una sua similitudine con il Duomo di Sebenico in Croazia e che all’epoca era sotto il dominino veneziano.

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Uno scorcio sulla chiesa di San Michele scendendo dal battello

John Mc Andrew da L’architettura veneziana del primo Rinascimento

la facciata di San Giovanni Crisostomo di Venezia, il cui confronto con quella di San Michele è indispensabile, … è soluzione che diventerà il modello per molte altre chiese … e, curiosamente, anche per la chiesa della Madonna dei Miracoli a Motta di Livenza.

La visita al cimitero monumentale di San Michele

Il battello lascia proprio davanti all’entrata del cimitero. L’attuale entrata non è l’originale, che è quella che dà di fronte a Venezia: la si vede passeggiando lungo Fondamente Nove. Questa prima parte è quella che mi è piaciuta di più. Nonostante la chiesa di San Michele fosse chiusa, ho potuto visitare il chiostro: io ho un debole per i chiostri e quindi sono di parte e qui ce ne sono ben due. Il primo risale al Quattrocento mentre il secondo è del primo decennio del Cinquecento.

Dopodiché inizia la visita vera e propria al cimitero. L’ammetto: io non ho avuto una meta fissa e mi sono lasciata andare in base agli interessi del momento. Talvolta ho avuto l’impressione che il cimitero fosse una matrioska: i diversi settori, soprattutto quelli laterali, creavano dei mondi a sé. Attraversare i diversi passaggi tra uno spazio e l’altro equivaleva, almeno per me, passare da uno strato all’altro della matrioska.

Se deciderai di visitare il cimitero monumentale di San Michele, ti consiglio di stamparti la mappa. E’ un modo per avere un minimo di orientamento e per sapere già dove andare a trovare le tombe dei personaggi più illustri. Dopodiché, infila la mappa in tasca e incomincia a girare a vuoto.

Informazioni utili

  • Gli orari d’apertura sono: in inverno 7.30 – 16.30 e in estate 7.30 – 18.00. L’entrata è gratuita e libera.
  • Ci si arriva solo con il battello nr. 12, 4.1 e 4.2 da Fondamente Nove o da Piazzale Roma. Il costo del biglietto è di 4 € a tratta se si visita solo il cimitero se parti da Fondamente Nove come ho fatto: è solo una fermata. Se si raggiunge anche Murano, Burano e Torcello consiglio di acquistare online il biglietto giornaliero.
Un angolo all’interno del cimitero

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