Tra le tappe da non perdere nel capoluogo trentino, il Castello del Buonconsiglio di Trento occupa sicuramente il primo posto.
Il Castello del Buonconsiglio è tra i maggiori complessi monumentali della regione; seguito da Castel Beseno in Vallagarina e conosciuto come la più grande fortezza extraurbana del territorio.
Il primo nucleo nasce nella prima metà del Duecento come presidio imperiale lungo le antiche mura medievali. Il castello è diventato poi la dimora dei Principi Vescovi di Trento e per questo si è ampliato di volta in volta fino a diventare l’edificio maestoso che possiamo ammirare noi oggi.
Quest’anno, il museo del Castello del Buonconsiglio di Trento ha compiuto 100 anni: è nell’aprile del 1924 che Giuseppe Gerola, primo Soprintendente italiano e primo direttore del museo, ha inaugurato la nascita dello stesso.
Ti racconto la sua storia e cosa troverai al suo interno. Ti aspetto poi su Instagram perché nei prossimi mesi ti racconterò il Castello del Buonconsiglio di Trento con una rubrica dedicata!
- Perché non fare un’esperienza unica e seguire una visita guidata di Trento con la magia delle luci notturne?
Il Castelvecchio e la Loggia Veneziana
Il Castelvecchio è la parte più antica del castello: da fortezza difensiva s’è trasformata in residenza dei Principi Vescovi di Trento. Il cambiamento architettonico lo si può notare tranquillamente nell’architettura esterna:
- dei tre ordini di merli è rimasto solo l’ultimo in cima e gli altri sono stati integrati al muro.
- Le bifore romaniche sono diventate finestre gotiche a croce guelfa.
- Le feritoie sono state trasformate in finestre.
- La parte più alta si è trasformata nella Loggia Veneziana.
Una volta arrivati all’ultimo piano, conosciuta meglio come la loggia veneziana, saltano all’occhio i bellissimi affreschi esterni che rappresentano i diversi vescovi trentini di Trento prima dell’anno Mille. Tra le diverse figure c’è anche quella maestosa di Carlo Magno, opera dell’artista Marcello Fogolino e fatta epoca rinascimentale,
Nella sala adiacente, conosciuta come la Sala dei Vescovi, le pareti affrescate sono suddivise in tre file: una dedicata alla rappresentazione dei Principi Vescovi (dal Mille in poi), una per i Papi e la terza per gli imperatori. Proseguendo poi nelle altre sale, sono raccolte alcune stufe ad olle: molto caratteristiche nella zona alpina e un esempio di come ci si scaldava nelle ricche abitazioni di una volta.
Fermarsi, prima di scendere dalla Loggia Veneziana, ad ammirare il panorama su Trento e le montagne intorno è d’obbligo!
Le tappe fondamentali di Castelvecchio sono:
- il cortile con i suoi ampi loggiati affrescati ed è l’epoca del Principe Vescovo Johannes Hinderbach (1465 – 1486).
- La loggia veneziana dove si ammira il cambiamento: da fortezza a residenza principesca.
- la sala vescovi dove i fregi riassumono la storia del principato dal 1027 al 1803 grazie agli affreschi.
La Giunta Albertiana
E’ quel tratto architettonico che collega il Castelvecchio e il Magno Palazzo. Creata alla fine del Seicento per volere del Principe Vescovo Francesco Alberti Poja, riprende il gusto architettonico rinascimentale del Magno Palazzo: dall’esterno si nota una certa continuità tra i due blocchi, senza far notar troppo che sono stati costruiti i due secoli differenti.
L’architettura non riprende lo stile dell’epoca, dato che non sono presenti elementi tipici dell’architettura barocca. La Giunta Albertiana è un edificio rettangolare che si sviluppa su tre piani e costruito a ridosso della parete del Magno Palazzo da una parte e del Castelvecchio dall’altra. La nuova struttura non ha nessun tipo di collegamento architettonico con quest’ultimo ed è piuttosto una continuazione architettonica con il Magno Palazzo.
Lo stile barocco lo si può notare all’interno del primo piano della Giunta Albertiana attraverso le elaborate decorazioni delle pareti: stucchi e affreschi la fanno da padrone all’interno delle sale.
Non si sa nulla su chi si sia occupato del progetto architettonico della Giunta Albertiana. Nonostante non ci siano fonti ufficiali, si pensa che sia stato l’architetto di fiducia dello Principe Vescovo, un certo Giuseppe Alberti. Lo si suppone studiando lo stile dello stesso architetto, confrontando la Giunta Albertiana con altri suoi lavori.
Altri ipotetici nomi sono gli architetti Antonio e Giovanni Solla, attivi all’epoca in Trentino e chiamati dal Principe Vescovo Francesco Alberti Poja per altri lavori a Trento.
Il Magno Palazzo
Ci troviamo nel corpo più recente del Castello del Buonconsiglio ed eretto per volere del cardinale Bernardo Clesio nel Cinquecento.
E’ un elegante ambiente in stile rinascimentale e decorato dai principali artisti attivi sul territorio come Dosso Dossi, Gerolamo Romanino e Marcello Fogolino.
Un esempio che sicuramente non passerà inosservato durante la tua visita è la loggia del Romanino: le decorazioni richiamano i principi fondamentali del Rinascimento. La loggia del Romanino era un importante passaggio all’interno dello stesso castello per tutti coloro che si spostavano da un piano all’altro: i funzionari invitati, gli ospiti e lo stesso cardinale vescovo. Il principale snodo di passaggio all’interno del castello che non doveva sfigurare davanti a chi visitava l’edificio.
Un’altra tappa importante del Magno Palazzo è l’appartamento Clesiano e composto dall’atrio, camera da letto e la biblioteca personale dello stesso Bernardo Clesio. Purtroppo oggi non è rimasto nulla: Napoleone ha svuotato il suo interno e durante la Prima Guerra Mondiale, questo spazio s’è trasformato in una camerata per i militari austriaci.
Le tappe principali del Magno Palazzo sono:
- la stua de la famea, l’andito a la chapela, la camera delle udienze e la loggia del Romanino al primo piano.
- La sala grande con la relativa sala degli specchi e gli appartamenti privati di Bernardo Clesio con la relativa biblioteca al secondo piano.
- E’ dall’appartamento clesiano che parte il camminamento che conduce a Torre Aquila dove ammirare il Ciclo dei Mesi.
Ammirare il ciclo dei mesi a Torre Aquila
Torre Aquila nasce come torre di controllo: ai piedi della torre oggi c’è un passaggio pedonale chiamato Port’Aquila. Come racconta il nome stesso, era una delle porte di ingresso alla città di Trento per chi veniva da Aquileia, passando per la Valsugana e il Veneto.
Nel Quattrocento Torre Aquila ha subìto delle trasformazioni e da torre di controllo è diventata luogo di incontri regali. Per volere del principe vescovo Georg von Liechtenstein, viene chiamato l’artista boemo Maestro Venceslao per affrescare le pareti interne.
Ed è così che nasce un capolavoro artistico del Gotico Internazionale: le stagioni vengono raccontate attraverso gli undici riquadri (marzo è andato perso in un incendio) nei minimi dettagli.
- Ti racconto le mie visite fatte a Torre Aquila.
Rilassarsi nel giardino rinascimentale
All’interno del castello si trovano alcuni spazi verdi, tra il quale il giardino all’italiana che s’incontra una volta passate le porte delle possenti mura che proteggono la struttura.
Si hanno notizie di un probabile hortus conclusus già nel Trecento per opera del Principe Vescovo Giorgio di Liechtenstein; modificato poi nella seconda metà del Quattrocento per adattarsi ai gusti dell’epoca.
In occasione del Concilio di Trento, la città inizia a cambiare per adattarsi all’evento: il Principe Vescovo Bernardo Clesio costruisce il Magno Palazzo e di conseguenza anche un sontuoso giardino rinascimentale. Le diverse modifiche sono state fatte di volta in volta in base alla moda e al volere del Principe Vescovo di turno.
Con la soppressione del Principato Vescovile, il Castello del Buonconsiglio di Trento inizia a perdere la sua importanza e nell’Ottocento diventa una caserma militare. Di conseguenza anche il giardino intorno alla struttura viene lasciato a sé, perdendo così la sua bellezza.
L’aspetto che possiamo ammirare noi oggi è frutto di una ricostruzione da parte di Giuseppe Gerola che lo ha ridisegnato dopo la Prima Guerra Mondiale.
- Il giardino rinascimentale è accessibile liberamente. Solo chi decide di entrare nel castello, può ammirare il Cortile dei Leoni, una continuazione della Loggia del Romanino.
Storie di leggende e streghe
Come tutti i castelli, anche quello del Buonconsiglio racchiude storie di leggende e misteri, soprattutto legate alle streghe e al suo antico nome.
- In origine, il nome era Malconsiglio: il termine “malconsiglio” derivi dalla fusione delle parole latine mallus publicus e consilium (adunanza pubblica). Oppure dal tedesco Mall o Mahl che indica comunque “pubblica assemblea”.
- La Torre d’Augusto è il primo luogo dove si è costruito in origine; punto dal quale poi s’è sviluppato col tempo tutto il castello. Guarda a caso, la torre sorge sul famoso dosso dove si radunavano le streghe era proprio il luogo dove si svolgeva il consiglio cittadino.
Se non sei paurosa, te lo racconto meglio sul blog!
Informazioni utili per visitare il Castello del Buonconsiglio
- L’orario estivo è dalle 10 alle 18 e l’orario invernale dalle 9 alle 17.
- Il biglietto intero è di 10 € e ci sono diverse riduzioni. L’entrata al giardino è libera.
- Il Castello fa parte del circuito del Museum Pass Trento Rovereto, Visita ai 5 castelli e Lasciapassare dei Castelli.
- Una novità del 2024 è la Membership del Museo Castello del Buonconsiglio: 365 giorni di abbonamento per entrare al museo tutte le volte che si vuole!
- L’accesso a Torre Aquila è su prenotazione e costa 2.5 €
Sono una travel designer certificata e abito a Trento: contattami per un viaggio personalizzato in Trentino e sul Lago di Garda. La prima call conoscitiva è gratuita!
4 pensieri sparsi
Il Castello del Buonconsiglio sembra davvero un gioiello di storia e architettura! Grazie per le informazioni dettagliate, non vedo l’ora di visitarlo e scoprire da vicino la sua maestosità e il fascino che ha acquisito nel corso dei secoli.
Te lo consiglio proprio! Il mio luogo preferito è il giardino 🙂
Sono stata a Trento una volta sola ed ero di sfuggita quindi non sono riuscita a visitare il Castello del Buonconsiglio! So che è uno dei più suggestivi di tutto il Nord Italia e il tuo articolo lo dimostra!
E’ una meta da non lasciarsi perdere: te la consiglio proprio se riuscirai a visitare nuovamente Trento!