Villa Foscari, detta anche La Malcontenta, è una delle ville venete che costeggiano la Riviera del Brenta tra le province di Vicenza, Padova e Venezia.
Patrimonio UNESCO dal 1994 e frutto creativo dell’architetto Andrea Palladio, La Malcontenta è una tappa obbligata se si ama l’architettura (palladiana) e gli affreschi del Rinascimento veneto.
Siamo nella frazione Malcontenta, un piccolo borgo attraversato dal fiume Brenta e alle porte di Venezia: un immenso giardino, un edificio cubico bianco e un’immensità di affreschi da ammirare. Ecco cosa ci si deve aspettare da questa visita.
Con una curiosità: non è mai stato installato un impianto elettrico. Io ho visitato Villa Foscari illuminata dal sole caldo di maggio ma aspettati un illuminazione con infinite candele se deciderai di partecipare ad un evento serale.
Buona visita!
Pillole di storia
Villa Foscari, ovvero la Malcontenta, è stata progettata dall’architetto vicentino Andrea Palladio, costruita tra il 1555 e il 1560 e commissionata da Nicolò e Alvise Foscari.
L’edificio sorge in una località gestita dalla famiglia Valier fin dal 1500, la quale diede in gestione la gestione del territorio ai procuratori di San Marco. In un secondo momento, i procuratori vendono il terreno a Federico Foscari, di nobile famiglia veneziana, il quale lascia in eredità il tutto ai figli Alvise, Giacomo e Ferigo.
Durante il Seicento, la zona diventa un centro movimentato tra osterie, barchesse, stalle e casette. Nel Settecento, la zona adiacente alla villa è animata da diverse casette, una cappella e una barchessa.
Durante il Seicento e il Settecento la struttura della villa è stata ampliata attraverso la costruzione di un piazzale all’interno di un portico a tre lati. Oggi questo spazio non esiste più perché demolito dai soldati austriaci durante l’occupazione della villa nel 1848.
Con il periodo napoleonico, Villa Foscari viene abbandonata a sé stessa. Nel 1839 dai documenti risulta una villa decadente ma senza più tutte le case attorno e gli affreschi sono ancora presenti.
Il primo restauro risale al 1926 dall’americano Albert Landsberg e il secondo è del 1965 attraverso il contributo dell’ente delle ville venete. I discendenti della famiglia Foscari riescono a riacquistare la villa: sono ancora loro che oggi la gestiscono.
Quello che è rimasto oggi dell’intero complesso è la villa, la barchessa e il caseggiato annesso.
Leggende metropolitane
Come in ogni villa che si rispetti, anche Villa Foscari ha alcune leggende legate al suo soprannome: perché è conosciuta meglio come la Malcontenta?
- Si racconta che una nobildonna di nome Elisabetta Dolfin sia stata relegata nella Villa Foscari per espiare le sue colpe. La sua condotta viziosa ha fatto sì che rimanesse richiusa qua dentro per ben 30 anni in piena solitudine. Senza mai uscire o affacciarsi alle finestre.
- “La Malcontenta” deriva dal malcontento degli abitanti di Padova e Piove di Sacco per la costruzione del Naviglio del Brenta.
- La zona, già di proprietà Foscari, si chiamava già “Malcontenta” prima della costruzione della villa. Il fiume straripava già spesso e quindi circolava il detto “Brenta mal contenuta”.
La visita all’interno della Malcontenta
Villa Foscari, detta la Malcontenta, è visitabile salendo le due scalinate poste sul lato dell’edificio che dà sul fiume Brenta.
Il biglietto include la visita al solo piano nobiliare e all’immenso giardino. Mentre è chiuso al pubblico il secondo piano (ancora abitato dagli attuali proprietari) e dal piano terra (l’unica sala visitabile è dove c’è la cassa e il bookshop).
Gli affreschi
L’entrata porta nella sala principale a forma di croce latina, ai cui lati si sviluppano le altre stanze più piccole; tre a sinistra e tre a destra. Tutti gli ambienti sono affrescati: nel salone principale da Gian Battista Zelotti e le stanze laterali da Battista Franco, detto Semolei.
Gli affreschi hanno subìto forti danni dovuti a rovinosi interventi durante il corso dei secoli, soprattutto durante il corso dell’Ottocento. I recenti restauri non sono riusciti a recuperare l’aspetto originale.
Nel salone principale sono state rappresentate le arti e le virtù attraverso bellissime donne sulle pareti. Sul soffitto è illustrato il mito di Astrea; mentre sulle lunette delle pareti e sulle testate delle volte a crociera c’è un tema mitologico descritto da Ovidio.
Nelle stanze più grandi della villa, i soffitti sono affrescati con raffigurazioni di Prometeo che ruba il fuoco agli dei e dell’Aurora che avanza sul carro trainato dalle Ore. Sulle pareti delle varie stanze è possibile ammirare diverse rappresentazioni:
- nella stanza quadra di levante c’è la Caduta dei Giganti che ricorda Giulio Romano e i suoi affreschi a Palazzo Te a Mantova.
- Nella sala a ponente è stata creata l’illusione di una pergola con una vite piena d’uva. Sul soffitto ci sono le figure di Bacco e Arianna.
- Gli affreschi delle sale più piccole si trovano i temi del Tempo e della Fama e nelle lunette ci sono dei paesaggi inventati del Veneto.
L’architettura
La struttura della Malcontenta ha una forma cubica con un aspetto che ricorda un tempio. L’entrata è rivolta verso la Riviera del Brenta e la si raggiunte grazie a due scalinate di undici piedi anziché di cinque come d’abitudine dello stesso Palladio. Il piano nobiliare si ritrova così più alto, lasciando la sistemazione delle cucine e delle sale del personale al piano terra.
La facciata posteriore s’affaccia sul grande giardino ed è tra i risultati più belli dei progetti di Andrea Palladio. Osservando l’esterno, il sistema di forature non fa percepire come sono organizzati gli interni: solo entrando è possibile scoprirlo.
Le sale interne hanno i soffitti arcuati (ovvero “in volto”): la sala principale è caratterizzata da un soffitto conosciuto come “volto a crociera” e quelle laterali come “volto a cupola”.
Il Giardino
Il progetto originario di Andrea Palladio non fu mai realizzato a causa dell’ansa creata dal fiume Brenta che non ne avrebbe consentito la realizzazione pratica.
L’aspetto attuale del giardino è ben diverso da quello che si presenta oggi. Infatti non ci sono più: il porticato posto a mezzogiorno, la grande foresteria a levante, un oratorio e una barchessa a ponente. Oltre ad una piazza di fronte al fiume. Il grave stato d’abbandono della villa ha fatto sì che anche questo grande spazio verde abbia subito gravi danni permanenti.
Il giardino che possiamo ammirare oggi è il frutto del lavoro di recupero di Albert Clinton Landsberg a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. Lui diede l’avvio del progetto e Paul Rodocanachi si occupò della realizzazione pratica ed è colui che si è occupò anche di Neuilly-sur-Seine, oggi museo civico di Parigi.
Sulla base dei disegni di Paul, sono stati creati diversi percorsi viari automobilistici e pedonali molto semplici. Il risultato s’è adattato in modo perfetto all’aspetto aureo della Malcontenta. Accanto all’edificio, sul lato est e ovest sono stati concepiti due spazi quadrati: un modo per ricordare le due corti del progetto del Palladio.
Informazioni utili
- Il biglietto costa 10 € e ci sono delle riduzioni.
Come si arriva con i mezzi pubblici:
- Villa Foscari “la Malcontenta” è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici da piazzale Roma a Venezia (bus nr 53E settore B, ogni 25′) e da Mestre (bus nr 43 o 16).
- Dato che La Malcontenta si trova ancora nell’area metropolitana di Venezia, il biglietto è quello urbano al costo di 1.50 € con validità di 75′.
Gli orari di apertura dal 1° aprile 2022 sono:
- giovedì, sabato, domenica dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 17.30
- lunedì, martedì dalle 9.00 alle 12.00
- mercoledì, venerdì dalle 14.30 alle 17.30
2 comments
Caspita che posto eccezionale! Dici che è privo di impianto di illuminazione e che la sera è pieno di candele, chissà che magia regala..
Non mi dispiacerebbe proprio partecipare ad un evento serale: quando ho scoperto che non c’era l’impianto elettrico ho avuto un motivo in più per innamorarmi di questo luogo!