Quando ho sentito la prima volta il fotografo Camillo Balossini al telefono mai mi sarei immaginata di imbattermi nel mondo della fotografia legata alla Rievocazione Storica. Ho diverse amiche appassionate di fotografia che talvolta ho accompagnato nelle loro escursioni o involontariamente mi sono trovata nei loro discorsi tecnici legati alla fotografia.
Poi mi si è aperto un mondo. Ho sentito spesso parlare di fotografi di viaggio oppure di reporter che raccontano gli eventi attuali, fotografando dal vivo ciò che succede. Una fotografia veloce nel senso che il bravo fotografo deve saper cogliere l’attimo e saper raccontare ciò che sta succedendo. E forse, insieme ai giornalisti, si trovano catapultati in eventi non programmati o solo dopo rendersi conto di ciò che è successo.
Poi c’è lui, il fotografo che racconta il passato. Un lavoro fatto di studio, collaborazioni e ovviamente tanta passione. Un buon ponte tra la Storia e noi oggi: può la fotografia legata alla Rievocazione Storica lavorare in simbiosi con i musei, il turismo culturale e promuovere una didattica storica diversa? Certo che si!
Ecco cosa ne è venuto fuori dalla nostra intervista: buona lettura.
Chi è Camillo Balossini?
Come si è formato e come è arrivato ad occuparsi di fotografia rievocativa?
Sin da ragazzo ho avuto la passione per le arti figurative e la Storia. Poi mi sono avvicinato alla fotografia, grazie anche alla mia attività di grafico e ho scoperto quanto fosse emozionante e bello poter esprime la propria creatività attraverso una foto. Così ho intrapreso l’attività di fotografo, iniziando a collaborare con giornali locali e poi, con l’Agenzia fotogiornalistica A.N.S.A. di Roma.
Nello stesso periodo, ho incominciato ad interessarmi alle rievocazioni storiche, un mondo a me sconosciuto. Sono rimasto affascinato da questo mondo, dal poter rivivere in prima persona gli usi e costumi di epoche passate. Così, ho pensato che la fotografia potesse essere il mezzo ideale per far conoscere la passione e l’impegno dei tanti rievocatori nel farci conoscere, in modo coinvolgente e vivo, la Storia.
C’è qualche epoca o location che preferisce rispetto ad altre? S’è specializzato un periodo particolare?
Non ho particolari preferenze di epoche o location. Mi lascio trasportare dalle emozioni che provo nel poter realizzare set che ripropongono la quotidianità e dove l’utilizzo della luce (naturale o artificiale) gioca un ruolo importante per ricreare la giusta atmosfera.
Qual è la parte più bella del suo lavoro?
Trovo stimolante e bella, ogni fase del mio lavoro; dalla idealizzazione del progetto, alla condivisione con il cliente finale e con i rievocatori, alla realizzazione dello shooting, alla post produzione delle immagini, fino alla consegna delle medesime. Tutte le fasi devono essere gestite con grande impegno e responsabilità, affinché il progetto possa realizzarsi nel miglior modo possibile.
Con le sue fotografie ha notato una sensibilità maggiore da parte del pubblico?
Certamente le mie immagini hanno contribuito a raccontare la Storia in modo differente, dando la possibilità al pubblico di assaporare il passato come fosse lì, concretamente, davanti ai propri occhi. Ciò che desidero restituire al pubblico, è l’essenzialità della Storia e non la sua “idealizzazione”; una visione condivisa da molti.
Per ogni progetto cerca collaboratori specifici per quella determinata epoca con tutti i dettagli che ne conseguono? Oppure ci sono già delle fonti da cui apprendere i dettagli?
Vivere il mondo della Rievocazione Storica, da oltre 10 anni, mi ha permesso di conoscere ed apprezzare molte Associazioni che ripropongono gli usi e costumi di una determinata epoca, studiando approfonditamente le fonti disponibili. Questo mi permette di realizzare ogni specifico progetto con la massima cura, affidandomi alla o alle Associazioni che rispondono al meglio alle mie esigenze.
Il progetto che le ha dato più soddisfazione, in cui si è più divertito, il più complicato?
Al momento, sono due i progetti che mi hanno dato maggiori soddisfazioni: entrambi realizzati per la Mondadori Portfolio, riguardavano la rivisitazione delle Muse Greche (con ambientazione Rinascimentale) e la peste bubbonica del XVII secolo. Nonostante le rispettive complessità nel gestire ogni singola fase, tutti quanti abbiamo condiviso delle esperienze uniche sia dal punto di vista professionale e umano. Entusiasmo e affiatamento sono stati i pilastri per creare qualcosa di unico e irripetibile.
Per chi non conoscesse la Rievocazione Storica
Cos’è e come funziona?
La rievocazione storica, in Italia, è un fenomeno che è andato a diffondersi a partire dalla metà degli anni ’90 del secolo scorso. Obiettivo è quello di riproporre al pubblico, attraverso le manifestazioni e la didattica, gli usi e costumi civili e militari e/o fatti storici ben precisi di epoche passate, attenendosi il più fedelmente possibile alle fonti scritte e iconografiche disponibili.
Quante persone ci lavorano e come collaborano tra di loro?
Nel mondo della Rievocazione Storica, sono diverse le figure che contribuiscono alla promozione e diffusione di questo fenomeno. Figure quali gli artigiani, per la ricostruzione di oggetti, armi o corazze; i sarti per la riproduzione di uniformi o abiti; gli archeologici per lo studio dei reperti; gli storici per l’interpretazione dei testi; le Associazioni culturali; gli operatori nel settore della comunicazione (fotografi, agenzie, case di produzione, ecc…) per promuovere con le immagini, i video e le manifestazioni la Rievocazione Storica.
Ambiti professionali diversi, di un unico mondo nel quale la collaborazione e il confronto continuo sono fondamentali per raggiungere traguardi sempre più importanti.
Come può una rievocazione storica aiutare arte e turismo?
Sono assolutamente convinto che la Rievocazione Storica (quella basata sullo studio approfondito delle fonti), possa dare un grosso contributo per la promozione del patrimonio materiale e immateriale di un paese, con ricadute economiche importanti sul territorio. Questo può avvenire, intensificando le sinergie con gli operatori turistici, le Proloco e chi opera nel settore della cultura e delle eccellenze enogastronomiche.
Il turista deve apprezzare ogni peculiarità del territorio di cui è ospite; questo vuol dire conoscere anche la Storia che ha plasmato il territorio. Storia raccontata in modo coinvolgente, attraverso scene di vita quotidiana nei palazzi, nei castelli o nella ricostruzione di ambienti legati alle arti e mestieri o alla cucina. Insomma, una living history a 360 gradi, che sappia regalare esperienze ed emozioni uniche per un turismo storico di qualità.
Le diverse epoche storiche
Quale l’affascina di più e/o l’epoca preferita e perché?
Ogni epoca storica mi affascina per le sue peculiarità e differenze. Le trovo tutte quante stimolanti anche dal punto di vista fotografico.
Qual è la più complicata da rievocare e perché?
Sicuramente gli usi e costumi degli antichi popoli, per la scarsità delle fonti a disposizione e dei reperti.
Vi sono eventi considerati così dolorosi per la storia dell’umanità che non vengono riprodotti/richiesti?
Penso ad alcuni aspetti dolorosi e ideologici della seconda guerra mondiale.
Vi è un evento e/o un’epoca maggiormente richiesta? Da chi e perché?
Il Medioevo è l’epoca maggiormente rappresentata. Offre spunti e avvenimenti molto variegati che riescono a coinvolgere il grande pubblico.
Fino a dove si considera “contemporaneo”?
In genere la Rievocazione storica arriva fino alla seconda guerra mondiale. Tuttavia, ci sono alcune Associazioni che si occupano della guerra del Vietnam (anni 50/60 del secolo scorso).
La fotografia in senso lato
La luce naturalmente è tutto in fotografia: che rapporto c’è tra essa e la rievocazione? Come ci si prepara per una riproduzione fedele dell’epoca da rievocare?
Per un uso creativo e armonico della luce nelle mie fotografie, mi ispiro ai grandi della pittura (il già citato de la Tour, Caravaggio, Rembrandt, ecc…) e ai grandi direttori della fotografia del cinema (uno su tutti Storaro). Ispirazioni che vanno plasmate in diverse combinazioni a seconda dell’epoca e dell’argomento trattato, con l’unico obiettivo di creare atmosfere emozionanti.
Come fare per dare l’idea di quella data epoca in rievocazione tenendo conto dell’immaginario collettivo?
Per ricreare determinate atmosfere che sono entrate nell’immaginario collettivo, tengo conto di quanto possono offrire le diverse arti (dal cinema, alla pittura, alla fotografia) e le innumerevoli combinazioni di filtri che si trovano nei più comuni programmi di fotoritocco. Sin dall’idea iniziale, allo scatto e per finire alla postproduzione nulla è lasciato al caso.
Ci deve essere la migliore combinazione possibile tra tutti gli elementi che possano ricreare determinate atmosfere non tralasciando, tuttavia, quegli aspetti propri e talvolta poco conosciuti caratterizzanti di ciascuna epoca storica.
Stile che ben si adatta ad ogni epoca storica; l’importante è saper ben dosare questi elementi: fotografia, pittura e grafica.
Se chi ci legge è interessato a questo tipo di lavoro
Quali requisiti deve avere per fare il fotografo di rievocazioni storiche? C’è una formazione o un iter particolare da seguire?
Il fotografo di rievocazioni storiche, deve avere un’innata passione per la Storia e per l’arte. Deve essere curioso con la voglia di carpire ogni singola informazione che possa essere utile al suo lavoro. Deve saper intercettare le esigenze dei rievocatori e quelle del mondo dell’editoria. La formazione avviene sul campo frequentando i rievocatori, diventando egli stesso rievocatore e come nel mio caso, avere la fortuna di poter collaborare con le maggiori Agenzie e Case editrici nazionali.
Come si diventa rievocatori? Quali requisiti occorrono, provengono dal mondo teatrale? Nelle rievocazioni ci sono dialoghi? In che lingua? La musica o le canzoni vengono inserite?
Si diventa rievocatore solo se si ha una grande passione per la Storia e si vuole sperimentare in prima persona usi e costumi di epoche passate. Altro aspetto importante è la condivisione con il pubblico attraverso la didattica. Ovvero ricreare particolare situazioni in cui teatralità, musica e luoghi appropriati contribuiscono a far rivivere al pubblico la Storia come non mai.
Quali sono gli attrezzi del mestiere? Come funziona il lavoro: il prima, il durante e il dopo di una rievocazione storica?
Ogni singolo progetto fotografico, richiede un’attenta pianificazione che può iniziare anche qualche mese prima dello shooting vero e proprio. Quasi ogni giorno, mi documento su internet per trovare nuovi e interessanti argomenti da proporre alle case editrici o agenzie fotografiche. Dopodiché, prendo contatti con i gruppi che, per caratteristiche, meglio si adattano alle mie esigenze.
Da questo momento inizia una stretta collaborazione per pianificare ogni aspetto del servizio fotografico (storyboard dei set, location, arredamenti, luci, ecc…). Generalmente in una giornata si riescono a realizzare tra i 20 e 30 set fotografici. Ciò è possibile ad una perfetta macchina organizzativa in cui ciascuno (dal fotografo, all’assistente e al rievocatore) sa esattamente ciò che deve fare. Poi viene la parte di post-produzione; una fase molto delicata e che richiede massima concentrazione.
Quanto può durare un lavoro simile tra studio, fotografia e post editing?
Le fasi principali sono: visione globale dei provini, selezione delle migliori immagini che rispondono alle esigenze del cliente, correzioni cromatiche e utilizzo di filtri (con programmi quali lightroom e photoshop) per dare maggior enfasi e significato a ciascuna foto, inserimento dei metadati e parole chiave e per ultimo invio delle immagini al cliente.
Un lavoro immane che dal momento della scelta dell’argomento alla consegna può richiedere dai 15 ai 30 giorni.
Il fotografo storico, una volta formato, con chi può collaborare? Quali sono gli sbocchi professionali?
Sono diversi i settori a cui si può rivolgere il fotografo di rievocazione storica: dalle Agenzie fotografiche all’Editoria, dagli Enti per la promozione turistica agli operatori di marketing culturale fino ad arrivare ai Musei. Tuttavia, non sempre viene compreso il valore aggiunto che può dare una bella e “differente” fotografia “storica”.
Essa non può essere paragonata a nessun altro settore fotografico. E’ qualcosa di unico nel suo genere, crea emozioni particolari, ti sa raccontare un luogo, un bene storico, un territorio. Non è e non deve essere una mera rappresentazione del passato.
Chi richiede questo tipo di fotografia si affida a lei e ai suoi collaboratori per i dettagli storici? O sono persone o enti che hanno già le informazioni storiche occorrenti?
La maggior parte dei miei clienti si affida a me e ai miei collaboratori, per le competenze ed esperienze acquisite in oltre 10 anni di frequentazione nel mondo della rievocazione storica. Hanno massima fiducia in ciò che posso offrire loro, ben sapendo che curo ogni dettaglio che possa fare la differenza con i miei competiror. Poi c’è una parte di clienti che avendo già determinate informazioni storiche, desiderano realizzare immagini che possano comunicare al meglio il loro bagaglio storico culturale.
Come contattare Camillo Balossini
- Per conoscere meglio Camillo Balossini, i suoi lavori ed eventualmente per richiedere una collaborazione, il sito web è www.camillobalossini.it
- Qui puoi sbirciare nei suoi lavori.
2 comments
Ma sai che non conoscevo questo ambito della fotografia connesso alla storia? Di solito si pensa al cinema o al teatro o, ancora, alle rappresentazioni in pubblica piazza quando si parla di rievocazione storica. Quasi mai alla fotografia, pertanto grazie per aver fatto conoscere questo aspetto poco (almeno per me) conosciuto.
Anche per me è stata una grossa novità: non avevo mai pensato alla fotografia impiegata a raccontare la storia e soprattutto a questo forte legame con le rievocazioni storiche. Sono proprio contenta di questa intervista perché racconta un mondo poco conosciuto!