Nel cuore di Ravenna, a due passi dalla Zona del Silenzio dedicata a Dante e dalla Basilica di San Francesco, sorge un luogo per me incantato: la Cripta Rasponi con i suoi Giardini Pensili.
Un sito nascosto agli occhi di chi passa in uno dei luoghi più movimentati della città perché custodito all’interno del Palazzo della Provincia, un antico palazzo nobiliare appartenuto alla famiglia Rasponi.
Ti porto con me in uno dei luoghi di Ravenna che più mi è piaciuto. Il punto di partenza è sotto i portici che delimitano la parte meridionale di Piazza San Francesco con destinazione dei Giardini Pensili e la relativa Cripta, progettata per ospitare i defunti della famiglia Rasponi e mai utilizzata in tal senso.
Palazzo Rasponi in piazza del Popolo
La famiglia Rasponi è stata una delle più importanti e antiche di Ravenna: ha dominato la scena politica locale tra il Tre e l’Ottocento. E’ solo nel 1469 che i Rasponi ottengono il titolo comitale dall’imperatore Federico III: la loro ascesa politica è legata soprattutto ai loro metodi violenti.
Nel Cinquecento, la famiglia è divisa in ben otto rami e la più famosa è Rasponi Dalle Teste: per questo motivo Ravenna ospita diversi palazzi con il loro nome.
Il Palazzo della Provincia è appartenuto ai conti Testi Rasponi ed è tra i più imponenti complessi della città. L’edificio che possiamo ammirare oggi è stato costruito sui resti di un’antica residenza del Seicento; nell’Ottocento ha ospitato l’Hotel Byron e successivamente acquistato da Nullo Baldini per la sede della Federazione delle Cooperative.
L’edificio è stato incendiato nel 1922 dalle squadre fasciste guidate da Italo Balbo e Dino Grandi, rovinando completamente l’intera struttura
L’architetto Giulio Ulisse Arata lo ricostruisce nel 1925, dandogli un tocco Liberty tipico dell’epoca. Il progetto prevedeva una certa armonia tra i diversi edifici della piazza ed è così che il Palazzo della Provincia è un mix di elementi stilistici neoromantici con richiami altomedievali e bizantini.
E’ al suo interno che è possibile trovare uno degli angoli più affascinanti di Ravenna: la Cripta Rasponi e i relativi giardini.

Cripta Rasponi
Tutto ha inizio nel Settecento quando la famiglia Rasponi crea una cappella gentilizia all’interno di Palazzo Rasponi. L’idea originaria era quella di utilizzarla come luogo di sepoltura di tutti i membri della famiglia: nonostante il progetto iniziale, non è mai stata utilizzata in tal senso.
L’aspetto attuale risale a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento grazie a Cristino Rasponi che si è occupato dell’intero complesso degli ambienti conosciuti come la Cripta Rasponi.
La Cripta Rasponi è composta da tre ambienti accessibili da un corridoio illuminato da ampie finestre ad arco acuto:
- il primo spazio a pianta ottagonale è utilizzato come ingresso alla cripta vera e propria.
- Si raggiunge poi la cripta, anch’essa a pianta ottagonale e caratterizzata da quattro nicchie alterne e un ipotetico presbiterio, utilizzato dalla famiglia Rasponi come altare per le proprie funzioni religiose.
- il terzo ambiente è la base della torretta neogotica aggiunta in un secondo momento. Sono stati collocati alcuni frammenti fittili e marmorei, reduci dell’ampia collezione di Cristino Rasponi.
Il mosaico della Cripta Rasponi
Sicuramente la parte più interessante è legata alla stessa cripta con la sua pavimentazione musiva. I mosaici provengono dall’antica Basilica di San Severo nata nel VI secolo e distrutta completamente nel 1821: almeno questa è sempre stata la teoria più gettonata!
Lo testimonia Francesco Nanni nella sua guida Il forestiere in Ravenna di come “varie anticaglie e marmi, tra i quali sono rimarchevoli due pezzi di pavimento antico lavorati a mosaico, che appartennero alla distrutta basilica di S. Severo in Classe” siano presenti nel giardino.
La notizia è stata poi ripresa anche da Gaspare Ribuffi e da Corrado Ricci nelle loro guide sulla città.
I frammenti all’interno della Cripta sono stati inseriti in modo del tutto casuale senza riprodurre lo schema originale. I mosaici sono ancora in fase di studio e sono presenti diverse teorie. Gli unici punti su cui i vari studi concordano sono:
- gli elementi creano spazi romboidali al cui interno si trovano figure di animali o vegetali.
- La tecnica utilizzata è quella dell’opus tessellatum, tipica dei mosaici medievali.
- Le tessere sono state create con due materiali diversi: in pietra banca, rosa, grigia, marrone e nera da una parte. Le figure animali sono state create, invece, in pasta vitrea con colori accesi.
Recenti studi hanno messo in discussione la provenienza dei mosaici: non più dalla cripta a San Severo perché non ci sono abbastanza prove a riguardo. Dall’altro canto, sono stati datati all’età medievale e non al VI secolo.
Le diverse teorie sono ancora sotto studio e le tesi devono essere approfondite: è in ballo anche il confronto con i diversi resti molto simili custoditi nei depositi del Museo Nazionale di Ravenna. Non ci resta che aspettare notizie più certe!
- Puoi approfondire la storia dei mosaici nel corso dei secoli in un post già pubblicato nel blog.

C’è anche un curiosità
Quando sarai all’interno della cripta, ti consiglio di alzare gli occhi: proprio al centro di essa, c’è una sfera in pietra d’Istria con una scritta: SIC VITA PENDET AB ALTO.
- “Così la vita scende dall’alto” ci rimanda al progetto iniziale della cripta Rasponi, cioè quello di custodire i defunti della famiglia.
- La funzione della sfera non è solo spirituale ma anche strutturale: mantiene in posizione l’erma marmorea del giardino pensile.
Giardini Pensili
Il giardino si suddivide in due parti: la prima, quella che s’incontra appena si entra, è la zona bassa conosciuta come il parterre ed in stile italiano. La seconda la si scopre in un secondo momento ed è il giardino pensile in perfetto stile inglese-romantico.
Il giardino all’italiana nasce in Toscana durante il Rinascimento ed è uno spazio aperto e organizzato come un’estensione esterna della casa. Il gusto è quello classico ed è un ritorno alle figure geometriche, stile che si evolve fino al Seicento.
L’ars topiara la fa da padrone: piante come il cipresso, l’alloro, il bosso e il tasso vengo modellati per creare delle figure non presenti in natura.
Il giardino all’inglese nasce invece nel Settecento, dove vengono abbandonati gli elementi architettonici per dar maggior respiro agli accostamenti di elementi naturali e artificiali.
Il risultato è un contrasto di emozioni del visitatore che passeggia al suo interno.
L’evoluzione dei giardini pensili
L’attuale aspetto dei Giardini Pensili è frutto di recenti restauri dopo l’abbandono avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale e nell’immediato dopo guerra. Durate questo periodo, lo spazio è stato infatti utilizzato come magazzino del giardiniere, deposito delle relative attrezzature e materiali edili. Solo dopo, con il suo recupero, i giardini hanno conosciuto il loro antico splendore.
All’inizio fu un giardino molto più grande di quanto non sia ora:
- una zona alta dove si sviluppavano i giardini pensili (ancora oggi conservati) e inizialmente formati solo dalla torretta neogotica, dal pergolato e dal Volto Rasponi. Il terrazzo più alto è stato aggiunto in un secondo momento da Arata.
- la zona bassa, oggi molto più piccola dopo la costruzione del vicino Palazzo della Provincia. Cristo Rasponi, creando questo spazio, voleva isolarsi dal mondo dopo le sue disavventure politiche e di vita privata.

A cavallo tra Otto e Novecento, i giardini facevano parte degli spazi del Grand Hotel Byron: uno spazio di svago dei clienti e soprannominato da essi “Pinceto”.
In questo periodo è stato costruito un nuovo fabbricato accessibile dai giardini e utilizzato come spazio notte al primo piano e un salone da pranzo al piano terra.
Giulio Ulisse Arata, un architetto piacentino vissuto nella prima metà del Novecento, dal 1928 al periodo prebellico ha costruito il Palazzo delle Provincia, recuperando lo spazio necessario dai giardini stessi.
- il parterre al piano terra viene ridotto drasticamente, acquistando un aspetto legato al realismo compositivo, molto in voga all’epoca.
- Sparisce quasi del tutto il giardino all’italiana: ne rimane solo la bassa vegetazione e l’importante fontana al centro.
- Viene aggiunto il Belvedere, costruendo un terzo terrazzo e occupando la parte più alta. L’accesso avveniva attraverso una scalinata costruita appositamente.
Informazioni utili per visitare la Cripta Rasponi e Giardini Pensili
- Attualmente la struttura è chiusa al pubblico per adeguamento sicurezza.
- Ingresso da Piazza San Francesco, 48121 Ravenna.
- Biglietto cumulativo 7 €: Domus dei Tappeti di Pietra, Museo TAMO, Cripta Rasponi.
- C’è la possibilità di entrare solo in un singolo sito e acquistare il relativo biglietto.
Cosa vedere a Ravenna oltre la Cripta Rasponi e i Giardini Pensili?
- Ravenna è inserita nella lista delle città Patrimonio UNESCO grazie ai suoi mosaici: non perderti un giro per la città!
- Puoi conoscere Ravenna attraverso gli indovinelli di ClueGo, la particolare autoguida che fa scoprire le città sotto un altro punto di vista.
- Blub è passato di qua: cerca le sue opere de L’Arte sa Nuotare.
4 comments
Mi capita di andare spesso a Ravenna eppure la Cripta e i Giardini Pensili non li ho mai visitati, mi hai dato davvero un ottimo spunto. Grazie Katia!
E’ un luogo che ho adorato e sono felice che ti ho ispirato per una nuova tappa a Ravenna!
Ma sai che questa parte della città mi è mancato completamente? Forse non ho notato i giardini perché era inverno ma la Cripta Rasponi.. come ho fatto a farmela sfuggire? Sarà per il prossimo viaggio sperando che sia tutto riaperto
E’ una tappa abbastanza nascosta nonostante sia nel centro di Ravenna: io l’ho scoperta per caso perché inclusa nel biglietto cumulativo Domus dei Tappeti di Pietra, Museo TAMO, Cripta Rasponi.
La prossima volta a Ravenna ci voglio ritornare e spero abbiano finito i lavori per la messa in sicurezza degli spazi.