La nascita dell’attuale quartiere Le Albere di Trento è recente e l’area in cui sorge racconta un pezzo di storia del Novecento trentino.
Il quartiere è conosciuto soprattutto per l’oramai famoso MUSE che attira sempre l’attenzione di molti turisti: insieme al Castello del Buonconsiglio è il museo più visitato della città.
Ma forse non tutti sono a conoscenza della storia del quartiere Le Albere.
Una zona rimasta spesso ai margini della città, ha conosciuto due momenti in cui ha ricoperto un ruolo centrale: la costruzione della fabbrica Michelin e la sua nuova vita iniziata nell’estate del 2013.
Scopriamo insieme la sua storia e cosa è possibile vedere oggi, nonostante un rilancio del quartiere piuttosto deludente.
La Michelin a Trento: dalle origini al declino di un’area industriale
Lo spazio in cui sorge l’attuale quartiere Le Albere era conosciuta come l’area ex Michelin: gli stabilimenti della Michelin Italia hanno occupato questa zona dal 1927 al 1997.
Stiamo parlando della seconda unità operativa italiana dopo Torino: qui si lavoravano le balle di cotone provenienti dall’Egitto che servivano per produrre tessuti e ritorti utilizzati nella lavorazione di pneumatici.
In un secondo momento la produzione è passata ai rinforzi metallici, sempre per gli pneumatici, e ritorti di fibre artificiali e sintetici.
Lo stabilimento si è esteso per una superficie di 113.000 mq, contando anche i 68.000 mq dei cappannoni. Durante la massima espansione, all’interno della Michelin hanno lavorato 1.500 unità di cui una buona parte femminile.

Il quartiere Le Albere: il progetto di Renzo Piano per una nuova Trento
Nel 2002 il progetto di riqualificazione del quartiere Le Albere è affidato a Renzo Piano Building Workshop in collaborazione con Iniziative Urbane di Trento.
Il quartiere è un’area che conta 11 ettari di superficie e collegato al centro storico di Trento grazie a tre sottopassaggi della ferrovia: un modo per tenere collegati i due quartieri, quello nuovo e quello antico.
Al suo interno ci sono:
- 31.000 mc di costruito.
- un polo espositivo, il MUSE, oltre alla BUC.
- 300 appartamenti privati e 30.000 mq destinati ad uso commerciale.
- 5 ettari di parco pubblico e 30.000 mq tra strade e piazze: l’acqua occupa un ruolo centrale attraverso una rete di canaletti e vasche artificiali che percorrono l’intero quartiere.
Il risultato di questo progetto porta a vivere il quartiere in maniera diversa in base alle necessità degli individui.
- Da una parte abbiamo i turisti che visitano il MUSE e gli studenti che studiano alla BUC.
- Dall’altra gli uffici di alcune aziende (in primis le sede centrale dell’ITAS, tra le più importanti assicurazioni del Trentino), bar, ristoranti e un hotel.
Purtroppo ad oggi, la maggior parte degli appartamenti ad utilizzo privato sono ancora vuoti.
Il grande parco, invece, è molto frequentato da studenti e famiglie, soprattutto nella bella stagione dove vengono organizzati alcuni eventi.
“abbiamo deciso di portare avanti il progetto di trento principalmente perché rientra nel filo della riqualificazione delle periferie, che ci interessa in modo particolare. E’ uno dei temi del domani. O riusciremo nei prossimi vent’anni a capire che le periferie vanno riqualificate e riconnesse al tessuto urbano più vivo o dovremmo assistere al degrado generalizato” le motivazioni di renzo piano

MUSE, il Museo delle Scienze: il cuore del quartiere Le Albere
La nuova struttura del MUSE Museo delle Scienze è stata inaugurata il 27 luglio 2013, dopo aver traslocato dalla storica sede. Istituzione nata nel 1964, il Museo Tridentino di Scienze Naturali ha origini più antiche che affondano nel Settecento.
Nel 1982 si trasferisce all’interno di Palazzo Sardagna di via Calepina. Gli anni Novanta del Novecento segnano una nuova nuova vita del museo, ampliando l’offerta museale e migliorando la ricerca ambientale grazie anche ai finanziamenti europei.
L’obiettivo è quello di fare da collante tra le persone e la scienza che deve essere accessibile a tutti.
E’ con la nuova sede nel quartiere Le Albere che il MUSE rinnovato prende il volo. Il progetto di Renzo Piano ha voluto creare l’habitat naturale del territorio che lo circonda: il percorso espositivo ripropone la discesa di una montagna.
Si inizia dal piano più alto con i ghiacciai per poi scende piano piano nel ventre della terra. Nel mezzo, i vari ambienti che raccontano le diverse altitudine e la relativa flora e fauna.
Il MUSE non è solo nel quartiere Le Albere, è promozione del territorio.
Gestisce anche il Museo delle Palafitte del lago di Ledro, il Giardino Botanico Alpino del Bondone, Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni di Trento, Museo Geologico delle Dolomiti di Predazzo, Terra delle Stelle sul Bondone e la stazione Limnologica del Lago di Tovel.
- Ti racconto meglio cosa puoi visitare all’interno del MUSE Museo delle Scienze di Trento.

Il Palazzo delle Albere: un legame tra passato e futuro
Il Palazzo delle Albere è l’unico edificio di antica costruzione del quartiere e costruito nel Cinquecento per volere della famiglia Madruzzo grazie disegno dell’architetto Francesco da Gandino.
La nobile famiglia (un certo Cristoforo Madruzzo fu anche Principe Vescovo e attivo durante il Concilio di Trento) si è estinta nel 1658 e con l’occasione il Palazzo delle Albere è passato alla mensa vescovile.
Residenza extraurbana ed estiva dei Principi Vescovi, durante il Concilio di Trento ha ospitato il vescovo di Alba Marco Girolamo Vida. Proprio in questa occasione egli compose il dialogo “De Rei Publicae Dignitate”. Tanti sono stati i banchetti e le feste che si sono susseguite.
Nel 1796 un forte incendio ha causato l’abbandono del palazzo e il suo decadimento.
Nel Novecento ha ritrovato il suo splendore grazie ai restauri, per aver ospitato fino al 2002 il MART (oggi a Rovereto presso la struttura dell’architetto Botta) e oggi gestito dal MUSE.
il consiglio extra
Visitare una delle mostre temporanee organizzate dal MUSE permette di ammirare l’interno con i suoi affreschi. Nel corso del tempo la mobilia è stata persa ma vale comunque la pena entrare!

La BUC Biblioteca Universitaria Centrale
Costruzione progettata per essere un auditorium ma convertita a biblioteca. E’ così che nel 2016 è stata inaugurata la nuova Biblioteca Unversitaria Centrale e meglio conosciuta come BUC.
La biblioteca è composta da due grandi cubi incastonati tra di loro e con una passerella cha attraversa la lobby. Le pareti a sud e a nord sono delle vetrate che permettono di far entrare la luce naturale. Luce che filtra anche dall’alto grazie ad un’ampia apertura.
La BUC fa parte del circuito delle biblioteche del Trentino: chiunque abbia una tessera emessa da una qualsiasi biblioteca della provincia, può prendere in prestito i libri e usufruire delle sale studio.
- Il patrimonio librario conta 413.427 monografie e 9.600 titoli di riviste, di cui 1.207 in abbonamento corrente (dati aggiornati a gennaio 2020).
- La biblioteca soddisfa le esigenze legate all’attività didattica e di ricerca dei dipartimenti di area socio-economica, giuridica e umanistica dell’università di Trento.
la buc fa parte di #UniTrentoTour, le visite guidate agli edifici dell’universita’ di Trento

10 anni dopo
Dopo dieci anni dall’inaugurazione, il quartiere Le Albere resta uno dei progetti urbani più controversi di Trento.
L’intervento firmato da Renzo Piano e inaugurato nel 2013, aveva un obiettivo ambizioso: restituire alla città un’area industriale dismessa e di creare un modello di quartiere sostenibile, moderno e vivibile.
Oggi, il bilancio è complesso: un successo culturale e ambientale ma un insuccesso parziale sul piano economico e residenziale.
Il MUSE, il pilastro principale del progetto, si è rivelato un importante traino: con oltre 5 milioni di visitatori complessivi e di 452.870 presenze nel 2023, ha rafforzato l’immagine di Trento come città della conoscenza e della sostenibilità.
(Fonte: Il bilancio di missione 2023)
Accanto al museo, la BUC e il grande parco pubblico rappresentano spazi vissuti e apprezzati da studenti, famiglie e cittadini.
Un discorso a parte per quanto riguarda il lato residenziale e commerciale. Molti degli appartamenti privati sono rimasti vuoti o invenduti, complice l’elevato costo al metro quadro e la difficoltà di attrarre un tessuto sociale variegato.
Gli investitori immobiliari, che avevano scommesso sulla rapida rivalutazione del quartiere, hanno registrato svalutazioni importanti, e diversi negozi ai piani terra non hanno mai aperto.
(Fonte: L’Adige 9.12.2018 e ilT 20.07.2023)
È un quartiere “bello ma silenzioso”: architettonicamente riuscito, ma privo della vitalità quotidiana che fa respirare una vera comunità.
Le Albere ha comunque lasciato un segno profondo nell’immaginario urbano trentino. Il parco, il MUSE e il Palazzo delle Albere sono ormai parte integrante del paesaggio cittadino.
Oggi la sfida è trasformare questo spazio in un quartiere realmente vissuto, incentivando nuove funzioni, forme di coabitazione e attività di prossimità che restituiscano movimento e relazioni.
Un progetto nato per riqualificare una periferia non può limitarsi a un’icona architettonica: ha bisogno di persone che la abitino, ogni giorno.
Letture sul quartiere più discusso di Trento
Alberto Faustini (a cura di), Le Albere, il quartiere di Renzo Piano a Trento, VitrenD, 2023
Franco Filippini (ideazione di), La fabbrica scomparsa. La Michelin a Trento, Palazzo Trentini Mostre – Consiglio della Provincia Autonoma di Trento, 2019
Alessandro Francescini (a cura di), Il quartiere Le Albere a Trento. Architettura e spazi urbani, BQE Edizioni, 2016
Mauro Marcantoni e Maria Liana Dianacci (a cura di), Dalle vette alpine al futuro globale. Il Museo delle Scienze di Trento e il progetto di Renzo Piano, Idesia, 2013
Marco Marcantoni e Maria Liana Dinacci, Le Albere. Il quartiere green di Renzo Piano, Iasa Edizioni, 2014



8 pensieri sparsi
Sono stata a Trento qualche volta ma mi sono sempre limitata al centro storico. In futuro devo andare a vedere questo quartiere di cui hai narrato così bene
Se visiterai il MUSE, sarà una buona occasione di fermarti anche al grande parco delle Albere.
Lo vedi che anche la tua città è molto interessante? Molte volte si sottovaluta il proprio territorio pensando che non ci sia tutto sto granché oppure, più probabilmente, perché magari ci sono delle cose che non vanno (e continuano a non andare) e che per questo ce lo fanno un po’ sentire distante (e certo, parlo anche per me). Ma proprio per questo dobbiamo cercare di fare la nostra parte valorizzando, e anche scoprendo meglio noi stesse, i nostri territori.
😉
E’ vero Maria! Con la pandemia sto rivalutando la mia città e mi stanno venendo tante idee da raccontare.
Il quartiere Le Albere e’ bellissimo e il museo sembra molto interessante. Adoro la foto dell’installazione!
Dal vivo l’installazione era più bella perché in movimento: le luci si accendevano / spegnevano crando spesso delle onde di luce!
Ciao Katia! Ho avuto modo di vedere questo splendido Quartiere in occasione della visita al MUSE, e me ne sono innamorata!
Una sostenibilità che si coniuga benissimo in entrambi gli aspetti, fra sostenibilità, cultura e Ambiente! E cosa di meglio.
Mimì
E spero che si rianimi presto: questa pandemia l’ha reso un quartiere fantasma. Il MUSE dava una grossa spinta tra turisti e scolaresche, incrociamo le dita!