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L’isola della Giudecca, scoprire una Venezia sconosciuta

by Katia
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L’isola della Giudecca è tra le isole più vaste di Venezia e nonostante si trovi piuttosto vicina agli itinerari più conosciuti della laguna, è quella meno frequentata dai turisti. Se vista dall’alto, la sua forma rimanda a quella della spina di un pesce e per questo chiamata anticamente “Spina Longa”.

Le sue origini affondano nella notte dei tempi e talvolta sono confuse; la sua storia è del tutto particolare riuscendo a cambiare radicalmente il suo aspetto. Oggi l’isola della Giudecca si presenta tra le isole più tranquille di Venezia e dall’aspetto giovane e bohémienne. Grazie alla riconversione di vecchie fabbriche in spazi dedicati alla cultura e all’arte, sta conoscendo un periodo di fermento artistco che attira artisti e artigiani.

Siamo di fronte a piazza San Marco, al sestiere Dorsoduro e facilmente raggiungibile col vaporetto dai principali punti della laguna. Ti racconto cosa fare sull’isola della Giudecca: un itinerario culturale che mescola in maniera perfetta e senza stonare storie contrastanti tra di loro.

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Il monastero, la chiesa e il campanile di San Giorgio sullo sfondo

Sacca Fisola

Collegata alla Giudecca con un ponte, Sacca Fisola è decisamente un mondo diverso dalla Venezia che conosciamo. Siamo nel quartiere popolare della laguna, nato da un progetto degli anni Sessanta e creato negli anni Ottanta del Novecento grazie all’architetto Gino Valle.

Sacca Fisola è un esperimento ben riuscito, dove si è voluto rispettare il territorio e la tradizione edilizia dell’isola. Nel progetto si è cercato di inserire un quartiere popolare in una morfologia del tutto particolare e tenendo conto della calle dei Lavraneri, il giardino a ridosso dell’ex cementificio e la vicino Molino Stunky.

Non troverai arte e storia di gran pregio o mete indimenticabili ma è un buon punto di partenza per scoprire una Venezia sconosciuta ai più. Io mi sono rilassata passeggiando tra le case del quartiere e sedendomi al baretto paesano che ho trovato durante il percorso. Tutto mi è risultato così diverso dalla classica idea che abbiamo di Venezia ma nello stesso tempo è stato piacevole.

Il ponte che collega la Giudecca alla Sacca Fisola

Molino Stunky ovvero l’Hotel Hilton

Ci troviamo di fronte ad una perfetta testimonianza di archeologia industriale riconvertita in hotel di lusso: l’ex Molino Stunky ha fatto la storia industriale di Venezia. E’ iniziato tutto alla fine dell’Ottocento quando uno svizzero di origini veneziane decise di ampliare la sua fabbrica di grano. La produzione aumentò drasticamente che ci fu la necessità di una struttura più grande e di un nuovo mulino. L’autore del progetto, Ernest Wullekopf, creò una struttura in mattoni rossi, in perfetto stile neogotico sulla scia dei gusti dell’epoca dei paesi del nord Europa.

Giovanni Stucky trovò una certa resistenza da parte del comune di Venezia nel momento in cui decise di ingrandire la sua fabbrica. Arrivò pure a minacciare di licenziare i suoi 1.500 dipendenti pur di realizzare il suo progetto: sta di fatto che riuscì a spuntarla, portando avanti la produzione di grano della fabbrica.

Il signor Stucky morì nel 1910, si dice ucciso da un suo operario e il Molino Stunky iniziò una fase di crisi, chiudendo definitivamente i battenti nel 1954. Per alcuni decenni, la struttura rimase abbandonata a sé stessa, fino a quando non si decise di avviare dei lavori di recupero. Le diverse unità residenziali vennero trasformate in un hotel di lusso con un centro congressi all’interno. L’architettura esterna neogotica non venne toccata e dal 2007 dopo varie vicissitudini, Hotel Hilton è operativo e aprendo i battenti ad un pubblico di lusso.

Uno scorcio dell’interno dell’ex Molino Stunky

Chiesa di Sant’Eufemia

Per me una grande scoperta, un luogo che consiglio se ami l’arte. Fondata nel lontano 864 sotto il Doge Orso Partecipazio, la chiesa di Sant’Eufemia è un miscuglio di differenti stili architettonici a causa dei vari rifacimenti avvenuti nei secoli. L’esterno risulta essere piuttosto semplice grazie ad una facciata bianca senza tanti fronzoli e ho adorato tanto il suo piccolo portico sul lato sinistro dal quale sono entrata.

L’architettura interna può sembrare un pugno nell’occhio appena entrati ma una volta che si è fatta l’abitudine, scompare il senso di caos di stili diversi. L’occhio continua a soffermarsi sui vari particolari, cercando di coglierne il senso: i periodi storici son ben chiari e una volta capito il filo temporale, è difficile uscierne come è successo a me!

  • La pianta basilicale a tre navate risale al IX secolo.
  • Le due file di quattro colonne con i bellissimi capitelli veneto-bizzantini sono dell’XI secolo.
  • Le decorazioni a stucco e gli affreschi del soffitto sono il risultato di un restauro del Settecento e del relativo rifacimento databile al 1940.
  • La maggior parte degli altari sono del Seicento.

Da un passo di Francesco Sansovino parrebbe fosse stata rinnovata a spese della famiglia Dente nel 952. Il campanile a torretta, della metà del secolo scorso, alto m. 10, fu ristaurato di questo tempo, allorché si adattò al lato settentrionale della Chiesa L’atrio col sovrapposto coro del Sammicheli che era nella vicina demolita Chiesa dei Ss. Biagio e Cataldo.
Levi, 1890, p. 32
Entrata sul lato destro della Chiesa di Sant’Eufemia

Chiesa del Redentore

La chiesa del Rendentore è una delle tre chiese create dall’architetto Andrea Palladio alla Giudecca. E’ conosciuta soprattutto per essere il centro principale della festa del Redentore che si celebra la terza domenica di luglio. Tutto nacque quando Venezia si trovò di fronte una tosta pestilenza, uscendone nel 1575 con gravi perdite della popolazione.

Il Senato chiese l’aiuto divino per uscire dalla pesante situazione con un voto: quello di costruire una nuova chiesa dedicata al Cristo Redentore. Il progetto venne affidato ad Andrea Palladio, l’architetto capo della Repubblica di Venezia e nel 1577 si pose la prima pietra. Il 20 luglio di ogni anno una processione raggiunge la Giudecca grazie ad un ponte di barche, dando il via ai festeggiamenti.

L’edificio si presenta chiaro e luminosto all’esterno, mentre il suo interno è caratterizzato da una navata spaziosa e rettangolare con profonde cappelle laterali. Gli studi classici del Palladio portano a creare degli spazi interni che rimandano alle antiche terme romane, così come la creazione di grandi finestre termali che permettono alla luce esterna di illuminare l’interno.

Informazioni utili

  • L’entrata singola costa 3 €.
  • La chiesa del Redentore è inserita all’interno del circuito Chorus Venezia, un’associazione che si occupa di “contribuire a tutelare, conservare, restaurare e valorizzare il patrimonio architettonico e artistico delle chiese della città di Venezia e delle altre chiese del Patriarcato”. Programmando il tuo viaggio a Venezia, consulta il sito per vedere se nel tuo programma ci sono anche le altre chiese del circuito. In questo modo sarà più conveniente attivare Chorus Pass Intero a 12 €.
Un particolare della faccia della chiesa del Redentore

Arte contemporanea

Giudecca 795 Gallery Art

Galleria d’arte contemporanea fondata nel 2007, la Giudecca 795 Gallery Art è alla ricerca di nuovi giovani talenti da valorizzare. Gli ambiti in cui opera sono la fotografia, la pittura e il design e recentemente ha ampliato il suo raggio d’azione con la street art e mosaico d’artista.

Ci troviamo di fronte alla prima galleria d’arte dedicata agli street artist grazie ad Inside-Outers: 4 street artists in Venice. Un luogo dove gli artisti di street art, dopo aver invaso con murales la città, possono esporre le loro opere all’interno del 795 Gallery Art. Un esempio? In occasione della Biennale di Venezia 2019 artisti come Ache77, Blub, Exit Enter e Nian hanno avuto la possibilità di realizzare all’interno della galleria d’arte alcune opere originali.

Ex Officine Junghans

Ex fabbrica di orologi convertita in un bunker dove si conservavano spolette per bombe durante la Seconda Guerra Mondiale; oggi è sede dell’Accademia Teatrale Veneta e del Teatro Junghans, dove si creano nuovi talenti. Un luogo dove ci si può formare, studiare e sperimentare grazie ad una scuola teatrale d’eccellenza e corsi di alta formanzione. Un edificio che ospita una sala teatrale di 150 posti e 3 sale prova.

Ex convento SS Cosma e Damiano

Un altro esempio di recupero di zone lasciate a sé stesse e trasformate in ottimi esempi di recupero architettonico e sociale. L’ex Convento dei Santi Cosma e Damiano è una struttura piuttosto vasta che, dopo un lungo restauro di 5 anni, è stata trasformata in una bella realtà da prendere d’esempio. Oggi, al suo interno ci sono 12 laboratori artigianali, 4 grandi sale di circa 400 mq. Mentre nel vasto chiostro quattrocentesco è stato dato spazio a strutture di produzione e ricerca teatrale come il C.T.R. Centro Teatrale di Ricerca e l’Associazione Teatrale Pantakin da Venezia.

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L’entrata della galleria d’arte Giudecca 795 Gallery Art

L’isola di San Giorgio Maggiore

L’isola di San Giorgio Maggiore venne data dal doge Tribuno Memmono nel 982 all’abate Giovanni Morosini per poter fondare un monastero benedettino. Nel corso dei secoli, il monastero di San Giorgio Maggiore aumentò di importanza e prestigio, diventando uno dei maggiori centri europei in campo teologico, culturale ed artistico.

Il declino del monastero iniziò nel 1806 quando Napoleone sopresse diversi ordini monastici, trasformandosi così in un deposito di armi. Le opere d’arte contenute al suo interno furono spedite al Louvre come ad esempio Le nozze di Cana del Veronese. E’ solo nel 1951 che si riuscì a recuperare questa struttura oramai abbandonata a sé stessa. La Fondazione Giorgio Cini ha fatto si che la struttura tornasse ad ospitare importanti incontri culturali.

Oggi il monastero di San Giorgio Maggiore con la celeberrima chiesa e relativo campanile salutano il Canal Grande e Piazza San Marco. Per mancanza di tempo non sono riuscita a toccare anche questa parte della laguna, staccata da un piccolo tratto di mare dalla Giudecca.

La chiesa di San Giorgio Maggiore

La bella chiesa di San Giorgio Maggiore è firmata dall’architetto veneto Andrea Palladio. Nonostante sia soprattutto un architetto civile, a Venezia ha creato anche edifici religiosi: solo nella piccola Giudecca ben tre! Il progetto della chiesa è del 1565 mentre la conclusione dei lavori sono databili nel 1611: il Palladio era morto già da sei anni e molti studiosi hanno teorie contrastanti tra di loro. La facciata, l’ultima fase della costruzione, è o non è nata dall’idea dell’architetto veneto?

Poco importa se l’effetto finale sorprende il visitatore. Un edificio di pietra bianca che riflette la luce e uno studio complesso dell’illuminazione interna per esprimere al meglio la perfezione divina. Nel progetto, Andrea Palladio si ispirò agli immensi edifici termali degli antichi romani.

All’interno due opere di altrettanti artisti veneti: L’ultima cena di Tintoretto e S. Giorgio che uccide il drago di Vittore Carpaccio.

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La chiesa e il monastero di San Giorgio Maggiore

Informazioni utili

  • La Giudecca è raggiungibile solamente con il vaporetto. I nrr. 4.1 e 4.2 fanno il giro circolare esterno della laguna: io ho preso il 4.2 direttamente da Murano ma è possibile anche salire dal Piazzale Roma, stazione dei treni o piazza San Marco. C’è anche il nr. 2 limitato al collegamento tra la Giudecca, il Canal Grande e la stazione dei treni.
  • I costi del vaporetto sono i seguenti: corsa singola 7,50 €, 24 h 20 €, 72 h 40 €, 7 giorni 60 €.
  • In base da dove arrivi (o dove vuoi andare dopo) ti consiglio di scendere a Sacca Fisola o alle Zitelle: sono le due fermate agli estremi della Giudecca. In questo modo potrai percorrerla a piedi e prendere il vaporetto del ritorno all’altra fermata.

Visitare l’isola della Giudecca a Venezia

Venezia l’ho visitata tante volte e credo che non mi stuferò mai di ritornarci. Negli ultimi anni però mi sono imposta di iniziare a toccare tappe diverse e se possibile, fuori dal turismo di massa. L’isola della Giudecca era da tanto nella mia lista delle cose da vedere ma col fatto che non è collegata con le altre isole della laguna mi ha sempre un po’ bloccato.

Perché fare tappa all’isola della Giudecca?

  • E’ la tappa ideale per chi vuole conoscere la Venezia dei veneziani e non dei turisti.
  • Per scappare dall’assalto dei tanti turisti che animano le calli principali della laguna.
  • Per conoscere una tappa importante dell’archeologia industriale veneziana. Accettare di poter mescolare l’arte contemporanea degli street artist con l’arte classica di Andrea Palladio con maestria. Un bel mix davvero!

Cosa fare ancora alla Giudecca?

  • Contattare la cooperativa Rio terà dei pensieri. All’interno del carcere Giudecca vengono creati progetti per riabilitare e reinsere attraverso percorsi formativo-professionali le detenute. Le loro creazioni? Cosmetici, prodotti di sartoria e coltivano l’orto all’interno del grande spazio del monastero. La cooperativa organizza visite guidate e la vendita dei vari prodotti.
  • Seguire una visita guidata all’interno della Chiesa e Convento delle Zitelle: io l’ho trovata chiusa a causa del coronavirus e non ho potuto prenotare in tempo.
Scorci nascosti della Giudeca

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2 comments

Benedetta Luglio 17, 2020 - 11:42 am

Quest’articolo è molto interessante! Adoro Venezia anche se abbastanza dispendiosa e ci torno ogni volta che posso. Adoro ancor di più questa Venezia lontana dal caos e in cerca di recupero e di nuove identità. La Venezia che offre prospettive diverse, la laguna silenziosa che va ascoltata e scoperta…

Reply
Katia Luglio 17, 2020 - 2:43 pm

Luoghi così a Venezia ce ne sono, basta scoprirli! E spero che dopo questa pandemia si riesca a proporre un turismo migliore che non sia quello di massa …

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