La chiesa di San Vigilio è situata all’interno del piccolo cimitero di Molveno ed è dedicata a Vigilio, vescovo di Trento vissuto a cavallo tra il IV e il V secolo d.C.. Grazie ai sui affreschi di pregio che decorano sia l’interno che l’esterno, la piccola chiesa è annoverata tra i beni culturali della Provincia Autonoma di Trento.
Ci troviamo sull’Altopiano della Paganella a pochi chilometri da Andalo. Molveno è conosciuta soprattutto per le Dolomiti di Brenta che s’affacciato beate sul lago turchese (che più turchese non si può): tanto che il poeta Antonio Fogazzaro la definì “preziosa perla in più prezioso scrigno”.
Durante il tuo soggiorno a Molveno, puoi includere anche una visita alla chiesetta cimiteriale se ami la storia e l’arte locale. Spesso i paesini di montagna custodiscono opere d’arte di grande valore. Seguimi nel mio racconto!
L’architettura della chiesa di San Vigilio
L’origine esatta della chiesa di San Vigilio è tutt’ora sconosciuta. L’unica cosa certa è che esisteva già prima del Trecento grazie ad un documento del 9 marzo 1300 legato alla compravendita di un terreno ” … apud ecclesia Sacti Vigilii …”. Forse è stata costruita da alcuni cavalieri oppure sui resti di un antico altare pagano. Ma di sicuro è stata realizzata per i defunti ed edificata in un’area tranquilla e lontana dal paese.
Per diverso tempo questa chiesetta cimiteriale è stata trascurata dagli studi storiografici ed è per questo che le fonti archivistiche sono poche e lacunose.
E’ nell’Ottocento che si inizia ad avere una documentazione più approfondita grazie al curato di Molveno, don Ignazio Carli di Lomaso: le prime descrizioni della chiesa che risalgono tra il 1853 e il 1857. Ufficialmente è solo agli inizi del Novecento che gli studiosi si sono interessati alla chiesa di San Vigilio, facendo riferimento soprattutto al portale romanico.
Dal 1991 al 1995 è stato fatto un importante restauro. L’indagine archeologica del 1992 ha puntato soprattutto sull’interno della chiesa. Per l’esterno la situazione è ben diversa: a causa del cimitero, non si è potuto intervenire con studi approfonditi sulla struttura. Il 1994 è stato il momento dei restauri dedicati agli affreschi.
Lo stile romanico lombardo
In base a ciò che è rimasto, alcuni elementi fanno risalire una prima costruzione in stile romanico databile intorno al Duecento. La tradizione vuole che le influenze lombarde relative all’architettura romanica in Trentino si siano sviluppate fin oltre al Trecento.
Diverse chiese nella parte occidentale del Trentino si presentano con le stesse caratteristiche: di piccole dimensioni, una base rettangolare e un’unica navata, un’abside semicircolare e con i muri portanti piuttosto spessi. Ed è così che si presenta anche la chiesa di San Vigilio di Molveno.
Dello stile romanico rimane ancora a vista la struttura muraria in blocchi di pietra rossa, le quattro piccole finestre strombate e quasi sicuramente sopra alle finestre c’era una capanna in legno.
Grazie al restauro degli anni Novanta del secolo scorso, è emerso che anche il pavimento, una parte della muratura di elevazione dell’abside e la struttura basamentale della mensa d’altare.
Lo stile gotico
Lo stile gotico nella chiesetta cimiteriale di Molveno ha una data precisa: 1536 e posta sopra l’arco santo. Durante il Quattrocento, Molveno e la vicina Andalo hanno la necessità di avere un curato stabile a causa della lontananza della sede pievana.
La prima testimonianza scritta di un sacerdote incaricato ad officiare in zona è databile negli anni Sessanta del Quattrocento: pensiamo alle difficoltà della popolazione locale a spostarsi a piedi per diversi chilometri (soprattutto nei rigidi inverni). Si presenta quindi la necessità di ampliare sia la chiesa di Molveno che di Andalo: la chiesetta di San Vigilio conosce degli ampliamenti piuttosto importanti durante il Cinquecento.
Vengono innalzati i muri perimetrali, si realizzano quattro nuove aperture di forma ogivale e una finestra rotonda all’entrata della chiesa. Il pavimento interno viene livellato al piano cimiteriale e riempito con materiali di risulta e calcinacci. Tutt’ora è presente un arco a sesto acuto che separa l’aula dalla zona presbiteriale.
Anche lo stile gotico è stato influenzato dal gusto delle maestranze lombarde anche se ogni zona del Trentino occidentale presenta le proprie caratteristiche. Ad esempio:
- le caratteristiche architettoniche della chiesa di Molveno riprendono quelle della chiesa di San Tommaso della vicina Cavedago. E’ possibile che il muratore s’è ispirato anche alla parrocchiale di Cles in Val di Sole.
- Per quanto riguarda il portale, questo è molto simile alla chiesa abbattuta di Andalo: ma non ci si deve meravigliare perché il maestro muratore è stato lo stesso per le due comunità.
Gli affreschi
Gli affreschi giocano un ruolo importante: la gente dell’epoca non sapeva ne leggere ne scrivere e le storie della Bibbia venivano raccontate tramite le immagini. In questo caso si parla di “Bibbie dei poveri Cristi“, l’unico modo per veicolare la buona notizia. Sicuramente queste opere sono state pagate direttamente dalla popolazione locale perché interessata ad avere una bella chiesa, privandosi dei pochi averi posseduti.
Una buona parte degli affreschi sono andati perduti a causa dell’inserimento, in un secondo momento, di finestre e lapidi funerarie durante l’Ottocento. Ma quello che rimane risponde perfettamente a funzioni didascaliche, rispettando i vincoli dell’iconografia locale.
L’interno della chiesa di San Vigilio
Gli affreschi che decorano l’interno della chiesa sono un’importante testimonianza del tardo Trecento. Gli affreschi della parete settentrionale sono probabilmente creazione dello stessa artista e rappresentano:
- L’ultima cena dove l’artista mette in mostra le sue abilità e capacità nel disegno. I colori sono brillanti e risaltano sui blocchi di pietra del muro. I dettagli sono precisi e raccontano in maniera analitica la mensa.
- In una chiesa dedicata a San Vigilio come non raffigurare anche i Tre Martiri Anauniensi venuti dalla Cappaddocia che aiutarono il santo ad evangelizzare il Trentino occidentale? Ecco allora Sisinio al centro; Martirio alla sua destra con il Libro della parola di Dio in mano e Alessandro con una chiave e una palma, suoi attribuiti iconografici.
- Nello stesso pannello segue poi San Michele Arcangelo con la cotta rossa e la lancia puntata a terra. E’ San Michele che combatte contro Satana per difendere il popolo di Dio.
- Nell’ultimo riquadro non è riconoscibile il Santo dato che sono rimasti solo alcuni frammenti. Così come nel pannello rappresentante Sant’Elena: la si riconosce solo per la scritta del nome nella cornice.
Sulla parete meridionale, gli affreschi sono piuttosto lacunosi ma è possibile intravedere una figura maschile ripresa frontalmente e con le mani incrociate al petto. Un particolare: la persona porta i guanti!
Sempre su questa parete è rappresentato San Rocco: questo affresco è posto su un intonaco che copre una porta già preesistente. Il Santo è stato rappresentato un bastone da pellegrino e con una mano che indica le piaghe della peste
L’esterno della chiesa di San Vigilio
La facciata è caratterizzata da un ciclo di affreschi, opera dei fratelli Giovanni e Battista Baschenis, pittori bergamaschi molto attivi in Trentino a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento. Tra i loro lavori si annovera anche il ciclo dedicato alla Danza Macabra che decora la chiesetta di San Vigilio alle porte di Pinzolo in Val Rendena.
Gli affreschi sono databili al 1512, data visibile in alto a sinistra sopra il riquadro della Madonna col bambino. Nonostante questo, le scene hanno un’architettura tipicamente tardogotica e quattrocentesca.
Protetti da un tettuccio in legno che sovrasta il portale d’ingresso in stile romanico, gli affreschi di Molveno si suddividono così:
- Il Redentore nell’avello con la Madonna e San Giovanni all’interno della lunetta.
Il ciclo degli affreschi continua negli spazi più grandi intorno alla lunetta con:
- Il matrimonio mistico di Santa Caterina d’Alessandria, con la Madonna e il Bambino a sinistra. Santa Caterina d’Alessandria è la patrona di studiosi ed eruditi, calzolai, barbieri e carrettieri. E’ la santa ausiliatrice, colei che viene invocata in caso di morte o nei momenti del bisogno. Accanto, la Vergine mostra orgoglia il proprio figlio vestito a modo nell’atto di benedire.
- San Vigilio vescovo e San Francesco d’Assisi nella parte centrale. San Vigilio è rappresentato nel pieno della sua giovinezza, vestendo l’abito bianco e la mitra sul capo nell’atto di benedire. Francesco, il santo di Assisi e anche lui rappresentato giovane e mite: un punto di riferimento per l’epoca perché riformatore e del rinnovamento della vita cristiana durante il Medioevo.
- Un’immagine piuttosto grande di San Cristoforo a destra. Purtroppo questa parte è la più rovinata. Santo ausiliatore e rappresentato insieme a Santa Caterina perché protegge la persona in punto di morte improvvista e rassicura il viandante in cammino.
Informazioni utili per visitare la chiesa di San Vigilio a Molveno
- La chiesa è aperta al pubblico durante la stagione estiva (da metà a metà settembre). In inverno solo su richiesta contattando l’Azienda per il Turismo di Molveno o il Comune di Molveno.
- La chiesetta cimiteriale si trova via Lungolago 2, la strada principale che collega il centro storico di Molveno al lago. In estate c’è il GiroBus, una navetta che collega la parte alta con la parte bassa del borgo: ti consiglio di prenderlo se fai fatica a camminare oppure se al tuo seguito ci sono dei bambini piccoli.
- Molveno è raggiungibile con i mezzi pubblici. Prendi la linea ferroviaria locale della Trento – Malè (collega il capoluogo trentino con la Val di Non e la Val di Sole), scendi a Mezzolombardo e da qui partono le navette per l’Altopiano della Paganella.
La chiesa sorge su un itinerario chiamato “Via Imperiale” che parte dalla valle dello Sporeggio al Banale. Il percorso è conosciuto anche come Via Traversa, un antico tracciato romano di rilevante importanza e collegava la via Francigena, con la Valle di Non, le Giudicarie e il Lago di Garda.
Sull’Altopiano della Paganella tocca diversi monumenti storici come il Castel Sporo Rovina (ora ci sono solo i resti) a Sporminore, il Castel Belfort di Spormaggiore e la chiesa di San Tommaso Appostolo di Cavedago.
Consigli di lettura per approfondire
Cavada, Enrico (a cura di), S. Vigilio a Molveno. Una chiesa ritrovata, Comune di Molveno, 1996
Ducati Donini, Danila, Molveno si racconta, in collaborazione con Ristorante Osteria tipica trentina Bucaneve e La Cassa Rurale – Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella
Girardi, Silvio, Andalo, Molveno, Fai della Paganella nella storia regionale profilo storico, turistico e alpinistico, A.P.T. Dolimiti di Brenta – Altopiano della Paganella, Litografia Editrice Saturnia, Trento, 2003
Girardi, Silvio, Molveno preziosa perla. Profilo di un centro turistico, Comune di Molveno, Tipolitografia Seiser srl, Trento, 1990
- Se sei interessato al restauro avvenuto nel 1991-1995, negli uffici del Comune di Molveno e presso l’ufficio dell’Azienda per il Turismo a Molveno è possibile trovare una pubblicazione dettagliata.