Alle porte di Pinzolo in val Rendena in Trentino c’è una piccola chiesa dedicata a San Vigilio, martire e patrono di Trento. Le sue pareti esterne sono affrescate con un tema del tutto particolare e tipicamente legato al nord Europa: la Danza Macabra, scene di morte inconsuete per la tradizione locale.
Ti voglio raccontare dell’affresco della Danza Macabra di Pinzolo perché la sua storia è molto particolare, così come il senso di rappresentare scheletri con le falci: nulla è stato fatto per caso!
La chiesa di San Vigilio a Pinzolo
La chiesa è dedicata al patrono di Trento, San Vigilio e non è un caso: la storia del martire si intreccia con quella della Val Rendena.
San Vigilio visse tra il IV e il V secolo e venne inviato dal vescovo di Milano, in Trentino per predicare la fede cristiana. Vigilio fu molto attivo nel combattere l’idolatria in una zona difficile e pagana come la Val di Non e la Val Rendena.
Si racconta che, accompagnato dai fratelli e da un altro missionario si recò in Val Rendena per celebrare Messa e durante la funzione gettò nel fiume Sarca una statua di Saturno. Scatenò così l’ira dei pagani, che lo uccisero, usando bastoni e zoccoli di legno.
I suoi resti furono poi portati a Trento per essere seppelliti nel Duomo, che lui stesso aveva fatto costruire e dove si trovano ancora oggi.
La leggenda racconta che …
Una leggenda vuole che Vigilio, fuggendo dalla Val Rendena dove si recò per evangelizzate le popolazioni pagane, si trovò senza via di fuga nei pressi dell’attuale abitato di Cadine.
Ponendo la mano sulla roccia aprì un varco, riuscendo così a raggiungere Trento e salvarsi. Ancora oggi quella gola è nota ai trentini come Bus de Vela, dal nome del sobborgo adiacente.
Gli affreschi dei Baschenis su San Vigilio
All’interno della chiesa è possibile ammirare una serie di affreschi che decorano l’abside. Nella parte bassa una serie di riquadri raccontano gli eventi più significati della vita di San Vigilio mentre in una delle grandi lunette, il Santo si trova a guardare il Cristo Pantocrator.
La tradizione vuole che un giovanissimo San Vigilio venne mandato da Sant’Ambrogio, l’attuale vescovo di Milano, ad evangelizzare il Trentino: Vigilio si trovò così in una ostile Val Rendena, dove poi venne ucciso a sassate.
- Nell’articolo La storia di San Vigilio puoi conoscere gli eventi che portarono San Vigilio a diventare martire e santo.

Foto fatta da Fiorella del Travel Blog Cronache di Viaggi
La Danza Macabra ovvero la Danza della Morte
L’artista della Danza Macabra è Simone Baschenis e l’affresco è datato 1539. Il pittore mette in evidenza di come tutti siano uguali dinanzi alla morte. L’idea si rifà alla tradizione tedesca dove nobili e plebei sono rappresentati in egual maniera proprio di fronte alla morte ed è una scenografia molto presente nei cimiteri e nelle chiese nordiche.
Anche qui, viene rappresentato un lungo corteo formato da personaggi di ogni livello sociale come cavalieri, prelati, imperatori e uomini del popolo. Tutti accompagnati da scheletri con le trombe in mano, archi e frecce. Anche se l’affresco è stato eseguito nel Cinquecento, l’iconologia è ancora legata alla tradizione medievale dove è messa in scena la morte.
L’affresco è accompagnato da alcune didascalie scritte sia in volgare che in latino: non sono i discorsi tra i vivi e i morti come succede nella tradizione sia tedesca che francofona ma è un monologo recitato dal morto.
Il commento scritto è un monito rivolto verso tutti indistintamente e mette in evidenza di come tutti debbano seguire la triste guida: la morte e il tempo sono ancora oggi gli unici elementi che ci rendono uguali.
Il significato della Danza della Morte
L’epilogo della danza è il trionfo della morte. Dal suo cavallo bianco tende l’arco: molti sono a terra colpiti dalle frecce e la folla avanza verso il destino. Un invito a considerare che di fronte alla morte tutti sono uguali e la fine arriva per ogni uomo, indipendentemente dal suo ceto sociale, dal sesso, dal colore della pelle.
Anche nel coro, all’interno della chiesa, l’arte bascheniana si eleva chiara e umana ad esprimere la fede dei cuori devoti, la consolazione nell’umiltà della preghiera. Un’arte che tocca la vita, che si fa vita, efficace ed accessibile alla comprensione dei più semplici.

Foto fatta da Fiorella del travel blog Cronache di Viaggi
I colori usati da Simone Baschenis
Colpisce soprattutto la monocramia degli affreschi, dove un rosso sanguigno spicca nell’insieme. Non è un caso: il rosso ha una forte valenza simbolica e legato al sangue e all’energia vitale.
Chi è Simone Baschenis
La famiglia Baschenis ha una lunga tradizione legata alla pittura. Di origine delle valli bergamasche, un ceppo della famiglia fu attivo in Trentino ed esattamente in Val di Non: molte loro opere sono state trovate a Castel Valer, Cles, Tassullo.
Alcuni lavori sono stati scoperti anche nelle Giudicarie: non sorprende, dunque, trovare un giovane Simone Baschenis a Pinzolo e legato al paese Santa Brigida dove nacque nel 1490 e vi morì nel 1555.
Perché ammirare la Danza Macabra a Pinzolo?
Quando ci si ritrova davanti ad un capolavoro come la Danza Macabra di Pinzolo, ci si rende conto che l’arte non è solo quella dei grandi musei o nelle grandi città. L’arte in tutte le sue forme è fluida, a volte prende percorsi ortodossi, si lascia contagiare.
Il risultato è la sorpresa di scoprire qualcosa dove meno te l’aspetti. Che ci fa un affresco con influenze tipicamente nordiche in un paese di montagna? In che modo l’artista s’è lasciato trascinare da una tradizione artistica così lontana? Perché proprio qua?

Foto fatta da Fiorella del Travel Blog Cronache di Viaggi
“Io sont la morte che porto corona
Sonte signora de ognia persona
Et cossi son fiera forte et dura
Che trapaso le porte et ultra le mura
Et son quela che fa tremare el mondo
Revolgendo mia falze atondo atondo
O vero l’archo col mio strale
Sapienza beleza forteza niente vale
Non e Signor madona ne vassallo
Bisogna che lor entri in questo ballo
Mia figura o peccator contemplerai
Simile a mi tu vegnirai
No offendere a Dio per tal sorte
Che al transire no temi la morte
Che più oltre no me impazo in be ne male
Che l’anima lasso al judicio eternale
E come tu averai lavorato
Cossi bene sarai pagato”
5 pensieri sparsi
[…] L’escursione al forte di Clemp, al contrario delle altre, ci ha impegnato solamente mezza giornata. Per chiudere in bellezza, se vorrai continuare ad esplorare la zona ti consiglio una visita a due chiese meravigliose: quella di San Vigilio a Pinzolo e quella di Santo Stefano a Carisolo. Entrambe sono accomunate dall’avere un ciclo di affreschi sulle pareti esterne che raffigura il tema della danza macabra. Ho scoperto questa storia grazie al blog di Katia, Il Miraggio, dove trovi la storia della chiesa di San Vigilio. […]
Fiorella, spero che la chiesa di San Vigilio ti sia piaciuta!
Più che un salto, un saltone: ho trascorso due settimane meravigliose tra Val d’Ega e Val di Fiemme 😉
Continuerò a seguirti con piacere, il Trentino è una regione che adoro in tutte le sue sfaccettature!
Mi era sfuggito questo tuo articolo sulla Danza Macabra di Pinzolo! Non ci crederai ma tra le bozze ho un post molto simile al tuo (avendo una vera fissazione per le chiesette di montagna!), dedicato proprio agli affreschi realizzati dai Baschenis (che erano una famiglia di pittori itineranti) in Val Rendena… Devo decidermi a pubblicarlo prima o poi! 😉
Ti ho già fatto i complimenti per il nuovo blog? Mi piace tantissimo questa nuova veste!
Buona giornata e buon fine settimana 😉
Grazie! Mi serve un confronto con chi legge il blog: può piacere a me ma magari no a chi legge! 😉
Ogni tanto parlerò del Trentino e qualche volta lo farò anche con Garda Outdoors perché collaboro con loro: i miei articoli per loro li trovi sotto “Collaborazioni”.
PS: alla fine sei venuta in Trentino? Mi avevi accennato che in settembre facevi un salto! 😉