Le Marche sono la terra dei borghi medievali (tra le tante cose). Li trovi ovunque, spesso diroccati sulle colline e sono tutti bellissimi. Tra questi ce n’è uno particolare e conosciuto meglio come il paese dei matti e per essere il perfetto covo delle streghe. Mi sono divertita parecchio a raccogliere le informazioni per scrivere cosa vedere a Corinaldo: l’ho visitata lo scorso settembre, me ne sono innamorata e da allora è uno dei luoghi che m’è rimasto più nel cuore.
Corinaldo si trova in provincia di Ancona a pochi chilometri da Senigallia. E’ tra i borghi più belli d’Italia, bandiera arancione ed è tra i borghi marchigiani con le mure medievali più lunghe. Questo ti basta per seguirmi attraverso un itinerario culturale per conoscerne le tappe principali?
Corinaldo, corri in alto!
La leggenda più fantasiosa dell’origine del nome di Corinaldo, racconta che deriverebbe dall’esclamazione “Corri in alto!”. Frase detta da cittadini romani nel momento di abbandonare l’antica città romana Suasa, in cerca di un luogo più sicuro sulle colline.
La teoria più recente dice che il nome deriverebbe da “Curia di Rinaldo”: un antico nome longobardo dato al primo nucleo abitato in epoca altomedievale. Mentre un’altra idea diffusa è quella che il toponimo derivi da da “Cor in alto”.
A te la scelta dell’origine del nome di Corinaldo!
Le mure più lunghe delle Marche
Corinaldo è un caratteristico borgo medievale: la sua urbanistica è tipicamente del Trecento. Così come le sue mura che si conservano ancora oggi quasi intatte. E’ proprio per questo motivo che nel 2007 è diventata uno dei borghi più belli d’Italia, s’è aggiudicata la bandiera arancione del Touring Club e la denominazione di Destinazione turistica d’eccellenza europea.
L’origine del borgo risale al 409 d.C. ma è alla fine del Trecento che venne ricostruita quasi da zero con l’autorizzazione di papa Urbano V. La sua caratteristica? La cinta muraria lunga 912 metri, ancora oggi percorribile. Porte, baluardi poligonali, torri e bastioni movimentano il perimetro e ideati dall’architetto militare Francesco di Giorgio Martini.
La casa di Scuretto a Corinaldo
Quando mi hanno raccontato la leggenda della casa di Scuretto, ho riso davvero con piacere. E ancora oggi ci sorrido volentieri al solo pensiero.
Si racconta che il signor Scuretto, un ciabattino del paese amasse passare il suo tempo nelle osterie. Il figlio, emigrato negli Stati Uniti, gli inviava puntualmente dei soldi convinto che servissero per costruire una casa nel paese natale. Ignaro di come venissero spesi realmente i suoi soldi, ricevette una foto da parte del padre: sembra che la casa fosse stata costruita in maniera egregia nel centro del paese.
Nella realtà, il signor Scuretto costruì solamente la facciata con numero civico e sottotetto. Dietro, il nulla perché i soldi servirono per passare allegramete il tempo nelle osterie di Corinaldo!
Dove trovare la casa di Scuretto? A metà di via Piaggia.
Il Pozzo della Polenta di Corinaldo e la Piaggia
La prima cosa che ho conosciuto (virtualmente) di Corinaldo è sta la scalinata che taglia via Piaggia e il ponte della Polenta. Una amica mi aveva mandato una foto durante il suo viaggio appena una settimana prima della mia partenza per le Marche. E mi sono subito innamorata di Corinaldo.
Ed è così che ho deciso di andarci e far tappa anche io lungo la scalinata, conosciuta meglio come la Piaggia.
Si racconta che durante il Quattrocento fu costruito un pozzo per poter far arrivare l’acqua nelle abitazioni limitrofe. Poi, nel Novecento la costruzione della scalinata interrò il pozzo, ricostruito poi nel 1980. E’ chiamato Pozzo della Polenta perché in un lontano passato, un signore stava salendo la fatiscosa e lunga scalinata con un sacco di farina di granoturco sulle spalle. Stanco, si fermò al pozzo, appoggiandoci il sacco di farina che finì dentro.
L’uomo provò a recuperare il sacco ma sfortunatamente cascò pure lui dentro il pozzo, senza più riaffiorare in superficie. Le vecchie comare del paese che videro la scena, spettegolarono subito il fatto. La voce che girò per il paese fu quella dell’uomo che decise di rimanere in fondo al pozzo a far la polenta. E che con ogni probabilità è ancora lì a mangiarla con le salsicce di maiale.
Che sia vera oppure no, le leggende metropolitane rendono tutto più divertente. E la scalinata di via Piaggio è probabilmente uno degli scorci più belli (e fotografati) di Corinaldo.
Il Santuario di Santa Maria Goretti
Corinaldo diede i natali a Maria Goretti, fatta santa nel 1950. Si racconta che a 12 anni, Maria subì un tentato stupro. Il ragazzo, al rifiuto, la colpì con un punteruolo e mandandola così all’ospedale. Maria morì il giorno dopo e prima della sua morte, raccontò tutto alla madre concludendo con “Per amore di Gesù lo perdono, voglio che venga con me in Paradiso”.
Il santuario dedicato a Maria Goretti si trova proprio nel centro di Corinaldo. Antica chiesa di San Nicolò ed ex monastero costruiti nel corso del Settecento, oggi è tappa importante per chi vuole conoscere la storia della santa.
L’interno ha un’unica navata ed è un bell’esempio di tarda architettura barocca con diversi effetti pittorici e scenografici. All’interno dell’altare maggiore in marmo bianco di Carrara, è custodida una statua lignea di Santa Maria Goretti. Accanto è custudita all’interno di urna in argento l’osso del braccio di Maria: si dice che è con questo che tentò di difendersi dal suo aggressore.
All’entrata ci sono due tombe. Una appartiene alla madre di Maria e l’altra ad Alessandro, il ragazzo che cercò di violentare Maria, pentendosi successivamente del suo comportamento.
Cosa vedere ancora a Corinaldo?
Ho visitato Corinaldo in un tardo pomeriggio di settembre al calar del sole. Ho passeggiato per le vie del borgo medievale ma non ho potuto visitare nulla perché fuori dagli orari di apertura. Se verrai a Corinaldo durante la giornata ti consiglio di far tappa anche in uno più Luoghi della Cultura: eccone un paio!
Sala del costume e delle tradizioni popolari
All’interno del museo vengono raccolti gli abiti creati fedelmente all’epoca medievali e usati per la rievocazione storica che avviene durante il terzo fine settimana di luglio.
Ogni anno i costumi vengono fatti ex novo dal rione che ha vinto il palio l’anno prima. Una volta che il corteo ha sfilato, vengono esposti all’interno della sala come testimonianza dell’evoluzione del costume cinquencentesco. Nella sala sono esposti anche gli attrezzi usati per la lavorazione delle stoffe, la ricostruzioni di armi e learmature medievali.
La Sala del Costume è allestita all’interno dei locali sottostanti il Palazzo Municipale ed è gestita dall’Associazione “Pozzo della Polenta”. I volontari si occupano anche dell’organizzazione della Contesa del Pozzo della Polenta.
Teatro Goldoni
Corinaldo è conosciuta anche come la “città palcoscenico”, grazie alla presenza del Teatro Comunale Carlo Goldoni costruito tra il 1861 e il 1869.
Il progetto fu affidato all’ingegnere Crescentino Quagliani che modificò l’antica struttura nata un secolo prima. Il risultato fu un teatro più spazioso e funzionale grazie ad una platea mobile dovuta ad un ingegnoso marchingegno. In questo modo si poteva spostare la platea in base alle necessità del momento, creando più o meno posti.
Come arrivare a Corinaldo?
- Corinaldo è raggiungibile con il servizio pubblico di linea da Senigallia. Per conoscere gli orari, basta consultare il sito della Società dei Trasporti F.lli Bucci Senigallia.
- Se viaggi in auto, percorri l’autostrada A14 e esci al casello di Senigallia. Prosegui poi lungo la Strada Provinciale Corinaldese per 18 km fino a Corinaldo.