Un venerdì di giugno ed esattamente venerdì 17, ho colto l’occasione della riapertura del Museo Archeologico di Verona per andarlo a visitare nuovamente. E’ tra i luoghi che adoro di più di questa città per via della sua posizione e del panorama sui tetti di Verona.
Il museo è stato ristrutturato e riaperto al pubblico alla fine di maggio: la nuova versione mi piace parecchio. Con l’occasione ho avuto la possibilità di sapere cosa ci fanno gli antichi Egizi a Verona grazie ad una mostra temporanea intitolata L’Egitto a Verona.
Un’esposizione che mette in evidenza il rapporto che c’è stato in passato tra Verona e l’Antico Egitto. Scopriamola insieme.
Cosa ci fanno gli egizi a Verona?
I primi reperti legati all’Antico Egitto arrivano a Verona grazie al commercio dell’antiquariato intorno al Cinquecento. Questo pezzi, oggi dispersi, sono stati raccolti in una specie di museo organizzato da Francesco Calzolari, farmacista e botanico veronese.
Nel 1656 è stato pubblicato un catalogo contenente le descrizioni di ulteriori reperti legati ad un piccolo gruppo di oggetti collezionati dal conte Ludovico Moscardo. Oggi, i reperti sono raccolti all’interno del Museo Miniscalchi Erizzo. Durante il tempo e grazie ad alcuni passaggi di eredità, alcune mummie sono state donate ai Musei Civici di Verona nel 1912 e oggi esposte nel Museo di Storia Naturale.
Il materiale esposto al Museo Archeologico Nazionale lo dobbiamo al collezionista d’arte Francesco Muselli perché entrati nella sua collezione nel 1756 grazie ad un commercio fiorente in questo campo. La famiglia Muselli era già conosciuta in passato per essere importanti collezionisti d’arte.
La collezione Muselli è stata una delle più prestigiose quadrerie d’Italia nel diciassettesimo secolo. Insieme alla collezione Giusti e a quella Curtoni, rappresenta il fiore all’occhiello nell’ambito del collezionismo veronese. Giacomo Muselli, vissuto nel Seicento, riuscì in poco tempo a collezionare ben 150 pezzi, tutti di ottima qualità.
La mostra “Gli antichi egizi a Verona”
Le opere esposte sono soprattutto materiali tenuti fin’ora negli scantinati del museo e mai visti dal pubblico: grazie al progetto EgittoVeneto sono stati restituiti alla popolazione. I reperti legati agli Egizi sono stati esposti solo nel 1999-2000 e hanno iniziato a far parte delle collezioni del museo in occasione di diversi contesti. I pezzi sono pochi, non più di cento e la loro provenienza è incerta o sconosciuta.
Ecco come è organizzata la mostra:
Il culto e la magia
Viene messo in evidenza il complesso mondo dei culti dell’antica Grecia: i Romani li percepirono come esotici per via dell’adorazione degli dei in forma animale. Sono esposti alcuni bronzetti cavi che contenevano mummie o parte di esse di animali, acquistati poi dai devoti o dai pellegrini per deporle nei santuari. Potrete trovare il dio-ariete, il bue Apis e la dea-gatta Bastet.
La vita oltre la morte
Gli antichi egizi sono conosciuti soprattutto per le Piramidi e le mummie. Questa sezione fa conoscere tutti quegli oggetti tipici che hanno accompagnato il viaggio del defunto verso l’aldilà. E’ possibile ammirare gli hshabty, figurine di “servitori” che sostituivano il defunto e pronti a rispondere alla chiamata del dio dei defunti Osiride.
Inoltre ci sono anche alcune parti di mummie prestate dal Museo di Storia Naturale di Verona e sono davvero impressionanti. Raccontano il percorso di imbalsamazione praticato dagli antichi Egizi per garantire il viaggio nell’aldilà ai defunti.
Le civiltà africane e Roma
Durante l’Impero Romano si è diffuso il culto di Iside, del marito Serapide (Osiride) e il figlio Arpocrate (Hours). Culto ritrovato sia in ambito casalingo che nei templi dove esercitavano sacerdoti vestiti in modo peculiare.
- Nella parte permanente dell’esposizione è possibile ammirare i materiali ritrovati duranti gli scavi archeologici nel santuario delle divinità a Verona. Tra questi c’è una testa in marmo, copia di una nota scultura che si trova a Roma.
- Nella seconda parte di questa sezione è messo in evidenza l’interesse degli archeologici veronesi nei confronti del mondo africano. L’interesse era forte verso tutti quegli animali curiosi che abitavano l’Africa e dei relativi abitanti, suscitando parecchio interesse presso i Romani. Pensate che l’Africa era raffigurata con un copricapo a testa di elefante e con una zanna dello stesso animale sul braccio.
Egittomania
Questa sezione racconta la mania e la forte attrazione che l’Egitto e la sua cultura ha avuto durante il corso del tempo sugli occidentali. Il forte interesse ha toccato soprattutto l’Europa, archeologi e anche le persone comuni.
Un veronese in Egitto
Protagonista di questa sezione è Carlo Anti, un archeologo veronese nato nel 1889. E’ stato il primo a studiare ed analizzare le lucerne romane del museo di Verona. Negli anni Trenta del secolo scorso ha diretto gli scavi italiani a Tebtynis (oggi Umm el Breigât nel Fayum) a 170 km dal Cairo.
Tebtybnis era un villaggio nato intorno al 1800 a.C., abitato fino al XII secolo d.C. e importante centro perché ha fornito il maggior numero di papiri egizi. Ancora oggi centro di studi sia italiani che internazionali.
Quando visitare gli antichi egizi a Verona?
Dal 28 maggio 2016 a settembre 2017 con i seguenti orari: lunedì dalle 13.30 alle 19.30 e il resto della settimana dalle 8.30 alle 19.30. La biglietteria chiude un’ora prima della chiusura.
Nota Bene
La foto dell’anteprima è stata messa come foto-simbolo nei volantini e nella promozione della mostra ed è stata scaricata da internet. Ecco la segnatura: Statuina di gatta in bronzo, della collezione egizia del Museo Archeologico al Teatro Romano di Verona (n. inv. 30255, foto G. Stradiotto)