Il Faro della Vittoria di Trieste è stato l’ultima tappa del mio viaggio giuliano prima di raggiungere Venezia. L’avevo messo in lista una volta arrivata in loco ma fino all’ultimo non ero sicura di poter salirci in cima. Gli orari erano ristretti (solo venerdì, sabato e domenica) e quel giorno avevo in programma una gita fuori Trieste.
La visita al Castello di Duino e al MUCA di Monfalcone mi hanno preso meno del previsto. A dire la verità, avevo programmato altre tappe a Monfalcone ma mi sono ritrovata con ben quattro ore di pausa forzata a causa degli orari di apertura piuttosto tardi nel pomeriggio delle altre mete.
Sta di fatto che ho preso il treno e ho raggiunto Trieste nel primo pomeriggio: quale occasione migliore per raggiungere il faro? Sono stata davvero contenta di averlo fatto. La visita non richiede molto tempo (solo minuti tra salire, ammirare il panorama e scendere) ma mi ha permesso di ammirare il golfo in una bella giornata estiva.
Dall’alto tutto ha un’altro aspetto, si prendono le distanze e il solo rumore del leggero vento aiuta ad apprezzare una città dove tutto è più piccolo. Se non soffri le vertigini, è una visita consigliata!
Pillole di storia e di arte
L’attuale Faro della Vittoria è stato costruito tra il 1923 e il 1927 quando si ebbe la necessità di sostituire il vecchio faro, oramai non più adeguato ad un sempre più movimentato porto. Il progetto è stato gestito dall’architetto Arduino Berlam con l’obiettivo di fare la storia di Trieste. Oltre ad avere funzioni prettamente legate alla sicurezza della navigazione, il Faro della Vittoria segna un momento storico: il passaggio di Trieste al Regno d’Italia e commemorare i caduti della Grande Guerra.
Il faro sorge sulla struttura del complesso del Forte Kressich facente parte di un’importante postazione militare ottocentesca e di proprietà dell’Impero Austro-Ungarico. Ci troviamo su una parte di Trieste che permette di controllare l’intero golfo e la città.
Ogni elemento ha un forte valore simbolico:
- La Vittoria Alata in cima alla colonna. Lo scultore Giovanni Mayer la creata con la fiaccola nella mano sinistra e alzata verso l’altro, mentre la mano destra tiene una colonna d’alloro. Il suo interno contiene un tubo di acciaio e le ali hanno alcune aperture per diminuire la resistenza della statua nei giorni in cui soffia la Bora.
- Il Marinaio Ignoto appoggiato sulla colonna che osserva il mare. E’ alta poco più di otto metri e mezzo, ha un copricapo da pioggia tipico della Regia Marina e gli stivali da lavoro.
- L’àncora del cacciatorpediniere Audace appoggiata alla base della colonna. Ai piedi una targa con la scritta “Fatta prima d’ogni altra sacra dalle acque della gemma redenta, il 3 novembre 1918”.
- Un’epigrafe alla base della colonna recita “MCMXXVII Splendi e ricorda i caduti sul mare MCMXV – MCMXVIII” e probabilmente scritta da Gabriele D’Annunzio.
- La colonna è composta da blocchi di pietra provenienti dal Carso e dall’Istria.
- La lanterna del faro è custodita all’interno della gabbia in bronzo e cristallo.
Ci troviamo davanti ad un monumento nazionale gestito dalla Marina Militare e aperto a tutti grazie ad una convenzione con la Regione Venezia Giulia.
La Barcolana del Faro
Ho un debole per le cartoline e quando sono andate alla ricerca di quelle di Trieste, ne ho trovata una particolare: il Faro della Vittoria che osserva il mare e tantissime barche a vela in mare. Sinceramente all’inizio non ci ho capito molto e pensavo fosse solo una foto fatta così. Una delle tante foto artistiche che ci possono essere in giro.
Poi ho scoperto che cosa ci fanno insieme tutte quelle barche a vela. La seconda domenica di ottobre è di scena la kermesse Barcolana, grazie alla quale sfilano barche a vela di tutte le grandezze e suddivise in categoria. Il punto di partenza è una linea immaginaria disegnata dal Faro della Vittoria verso il largo e alla fine non importa chi vince: l’importante è partecipare alla più grande regata del mondo!
Che c’entra il Faro della Vittoria? I tornanti per raggiungere il monumento e il faro stesso sono il punto panoramico migliore per ammirare la Baracolana dall’alto!
Iniziò tutto per caso nel 1969 con 51 barche. Da allora la Barcolana ha fatto la storia:
- 2017: ci sono ben 2101 iscritti superando così ogni record mondiale.
- 2018: Guinness World Record certifica che “La più grande regata al mondo – scrive il Guinness World Record – ha 2689 partecipanti ed è la Barcolana di Trieste”.
- 2019: la Barcolana è diventata ufficialmente la regata più grande del mondo.
I numeri del Faro della Vittoria
Peso complessivo della struttura: 8.000 tonnellate
Altezza totale: 67.85 mt
Altezza del faro dal livello del mare: 128.85 mt
Intensità media del corpo illuminante: 1.250.000 candele
Altezza della Vittoria Alata: 7.20 mt
Altezza della statua del marinaio: 8.60 mt
Informazioni utili per visitare il Faro della Vittoria
- L’entrata è gratuita e possono entrare 15 persone alla volta.
- Il faro è aperto da aprile a novembre. Per gli orari consultare il sito del Faro della Vittoria.
- Ci si arriva col bus nr 42 o 44 in partenza da piazza Oberdan e l’indirizzo è Strada del Friuli 141 a Trieste.
- Per chi non se la sentisse di salire / scendere a piedi, c’è anche un ascensore.
2 comments
adoro Trieste, è una delle mie città preferite e il faro è davvero suggestivo in tutte le sue angolazioni! grazie per queste dritte!
A settembre è stata la mia prima volta a Trieste e in Friuli Venezia Giulia: credo proprio che ci ritornerò volentieri perché mi ci sono trovata davvero bene.
Per una come me che ama vedere le città dall’alto, come non farmi mancare anche il Faro della Vittoria? E pensare che è stata una meta inserita all’ultimo e solo se mi rimaneva tempo: sono stracontenta di esserci riuscita!