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Trieste ebraica: la sua storia e i luoghi da visitare

by Katia
trieste ebraica e la risiera di san sabba

In occasione della Giornata della Memoria del 27 gennaio, ti propongo un itinerario prettamente storico per raccontarti di una Trieste ebraica. La comunità ebraica triestina è attiva fin dal Medioevo e in questi mille anni è stata protagonista degli eventi locali.

Il capoluogo del Friuli Venezia Giulia è spesso stato un centro importante grazie alla sua posizione geografica. Città d’impronta commerciale, Trieste è la porta tra il mare Adriatico e la Mitteleuropa e per questo città multiculturale e interreligiosa.

L’itinerario di questo post ti porta a conoscere nello specifico la storia ebraica attraverso i suoi luoghi maggiori. Se fatto bene, prende una giornata (o forse anche meno): a parte la Risiera di San Sabba, tutti i luoghi sono nel centro storico.

Pillole di storia

La presenza di una comunità ebraica a Trieste è antica: il primo documento ufficiale è un atto notarile che risale al 1236 e racconta di un certo Daniel David che combattè contro i ladroni sul Carso.

Nel Trecento è forte la presenza di ebrei tedeschi provenienti dai paesi germanofoni. Altre notizie certe raccontano di una massiccia presenza di ebrei e fiorentini dediti soprattutto alle attività bancarie e commerciali. La differenza tra le due comunità è forte: i banchieri ebrei, vivendo una situazione instabile, si trovano ad offrire prestiti più vantaggiosi rispetto alla comunità fiorentina. E i triestini si trovano ad appoggiarsi a loro per convenienza.

E’ in questo periodo che la piccola comunità ebraica si trova ad essere delimitata nel ghetto nel quartiere di Riborgo. A cavallo tra Trecento e Quattrocento la comunità cresce grazie alla presenza di profughi provenienti dalle persecuzioni razziali a Roma e in Germania.

Nel Cinquecento, nonostante gli ebrei in tutta Europa conoscono un periodo buio caratterizzato da persecuzioni, gli ebrei triestini vivono una situazione completamente diversa. Ad esempio, a fine Cinquecento la comunità ebraica a Trieste usufruisce di speciali diritti statuari da parte della comune locale.

Il loro privilegio continua anche tra Seicento e Settecento grazie al buon rapporto tra gli ebrei triestini e gli Asburgo grazie a:

  • concessioni di privilegi allargati all’intera comunità nel 1638.
  • Nessun obbligo di riconoscimento con la Stella di David dal 1738.
  • Creazione di una loro Costituzione nel 1746.
  • Concessioni delle Patenti Sovrane (cioè dei regolamenti) da parte dell’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo nel 1771.

Il periodo più buio degli ebrei triestini è durante il Fascismo e l’emanazione delle leggi razziali. Tra il 1943 e il 1944 ci sono stati dei frequenti rastrellamenti da parte dei militari nazisti: nel febbraio del 1944 molti ebrei sono rinchiusi nel lager triestino, la Risiera di San Sabba, prima di essere deportati ad Auschwitz.

trieste ebraica e l'entrata del ghetto
Una delle antiche entrate del ghetto

Il ghetto ebraico

La creazione del ghetto ebraico a Trieste è datata 1696 quando, dopo un periodo scontri con le autorità, la comunità ebraica si trova a vivere in un’area ben delimitata. Inizialmente il ghetto doveva essere costruito nelle periferie della città ma alla fine è sorto in pieno centro storico e non tanto lontano da piazza Unità.

Il ghetto triestino si trova nell’area di Riborgo e chiuso da alte mura e con tre entrate: Beccherie, Riborgo e piazza Rosari. Questa è sempre stata una zona importante a livello commerciale perché centrale e vicino al porto. Gli ebrei triestini erano soprattutto commercianti e molti di loro erano fornitori della corte asburgica: questo ha permesso alla comunità di vivere meglio rispetto a ghetti di altre città.

Grazie alla Patente Sovrana del 26 ottobre 1772 e agli Editti di Tolleranza da parte dell’imperatore Giuseppe II, ci furono dei cambiamenti in positivo per gli ebrei di Trieste. Uno di questi è stato l’abbattimento delle porte del ghetto nel 1785.

Del ghetto originale rimane ben poco, dato che nella prima metà del Novecento la “Città Vecchia” è stata sventrata e demolendo le due sinagoghe. Successivamente la zona è stata modificata dal “piccone risanatore fascista” degli anni Trenta. Nonostante questo, nel 1931 nel ghetto di Trieste vivevano ben 5025 per arrivare a 6000 presenze nel 1938.

  • Oggi è un quartiere movimentato soprattutto la sera grazie ai vari locali. Mentre di giorno è possibile curiosare nelle antiche librerie o nelle antiche botteghe d’antiquari e rigattieri.
trieste ebraica
Uno scorcio nelle strette vie del Ghetto

Il Museo della Comunità ebraica “Carlo e Vera Wagner”

Il museo si distribuisce in 5 sale su due piani attraverso le quali si racconta la comunità ebraica di Trieste in tutte le sue sfaccettature. L’allestimento percorre la storia della presenza ebraica dal Medioevo ai giorni nostri toccando l’aspetto storico, la religione (allestita nell’antica Sinagoga), la Shoa e la cultura.

La sede si trova in un antico edifico all’interno del quale si trovava un ospedale israelitico a cavallo tra Settecento e Ottocento. Successivamente è stata la sede l’Agenzia Ebraica che soccorse e ospitò l’emigrazione proveniente dall’Europa centrale e dell’est all’inizio del Novecento. Trieste è stata una tappa obbligata per chi scappava verso la Terra Promessa e gli Stati Uniti.

La nascita e l’inaugurazione del Museo della Comunità Ebraica di Trieste è nel 1993 con l’obiettivo di far conoscere al pubblico l’ampia collezione di Judaica locale.

Informazioni utili

  • La visita al Museo Ebraico non è inclusa per il momento nella FVG e il costo è di 5 €.
  • Il museo si trova in via Monte 5/7, una delle vie che sale sul Colle di San Giusto.
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L’entrata al Museo della Comunità ebraica “Carlo e Vera Wagner”

La sinagoga di Trieste

L’attuale tempio israelitico è stato realizzato all’inizio del Novecento grazie al progetto Ruggero Berlam: prima di allora a Trieste erano presenti quattro sinagoghe che ben presto sono risultate piccole. L’obiettivo dell’attuale sinagoga è stato quello raccogliere in un sola sede i diversi luoghi di culto di Trieste.

La struttura ha richiami soprattutto orientaleggianti grazie alle bifore, le sue colonne, attraversi gli intagli e nei rosoni che formano la stella di Davide. L’architettura è un mix di diversi stili, l’aspetto finale risulta originale e lo si può notare soprattutto nel suo interno.

Lo spazio è arioso, luminoso e le quattro maestose colonne al centro sostengono la cupola: il pavimento è mosaicato in bianco e nero; mentre la cupola è decorata con lampadari, scritte sacre e varie decorazioni.

Oggi, il Tempio Maggiore di Trieste è tra le più grandi d’Europa ed è usata come oratorio, nei digiuni e nelle mezze feste. Al suo interno c’è la grande Sinagoga utilizzata per le principali festività ebraica. Le entrate sono due: quella di via Donizetti (utilizzata durante le festività principali) e una secondaria che dà su via San Francesco (usata abitualmente).

  • La sinagoga è visitabile ma purtroppo non ho potuto farlo perché era chiusa a causa di alcune festività. Consiglio di contattare la Comunità Ebraica: organizzano visite guidate e ti aggiorneranno sulle aperture.
L’esterno della sinagoga

La Risiera di San Sabba a Trieste

Siamo in un luogo piuttosto particolare e sicuramente tra quelli più angoscianti. La Risiera di San Sabba nasce come risiera, appunto, nel 1898: un luogo insieme ad altri vicini, dove lavorare il riso. Fino al 1913 la produzione al suo interno venne modificata diverse volte, così come i diversi lavori di ristrutturazione e ampliamento che modificarono l’edificio.

A cavallo tra gli anni Venti e gli anni Trenta del Novecento la Risiera è rimasta abbandonata dato che cessò la produzione del riso. Per questo, il Regio esercito italiano inizia a sfruttare il suo spazio come edificio militare e magazzino nel corso degli anni Trenta.

Dopo l’8 settembre 1943, le forze tedesche utilizzano la Risiera come carcere militare per i dissidenti e poi come Polizeihaftlager (un campo di detenzione e polizia, una realtà molto vicina ai campi di concentramento tedeschi).

Purtroppo la Risiera di San Sabba risulta essere uno dei quattro campi concentramento in Italia (gli altri sono a Fossoli, Borgo San Dalmazzo e Bolzano) e l’unico con un forno crematorio al suo interno.

L’idea di trasformare questo luogo in un monumento nazionale nasce alla fine degli anni Sessanta quanto viene pubblicato un bando per la realizzazione del museo. Il bando è stato vinto dall’architetto triestino Romano Boico e l’inaugurazione è datata 24 aprile 1975.

Nel corso del tempo, la Risiera di San Sabba di Trieste ha raccolto diverso materiale. Dal 2000 in poi la Comunità Ebraica locale ha donato una buona parte degli oggetti razziati agli ebrei del Litorale Adriatico che, dopo varie disavventure, sono stati dimenticati al Ministero del Tesoro a Roma.

Informazioni utili

  • La visita alla Risiera di San Sabba è gratuita ed è aperta tutti i giorni dalle 9 alle 17.
  • Si raggiunge con il bus nr 10 da piazza Goldoni.
Il cortile interno della Risiera di San Sabba

Informazioni generali

La comunità ebraica triestina è ancora molto attiva attraverso eventi e visite guidate. Inoltre, mentre scrivo questo post, sono in programma 20 nuove pietre d’inciampo nei luoghi della memoria: un itinerario da seguire anche in maniera autonoma.

Per i visitatori individuali è possibile prenotare una visita combinata Museo della Comunità Ebraica + Sinagoga; il cimitero ebraico o nel centro storico.

In caso di interesse i contatti sono:

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