La Torre Civica di Trento l’ho sempre vista chiusa al pubblico nonostante sia sempre lì che domina piazza Duomo. Poi è successo all’improvviso che è stata riaperta al pubblico per un breve periodo: non ho avuto tempo di visitarla che un incendio ha fatto sì che la richiudessero.
Poco importa perché l’occasione per salire in cima alla torre è arrivata qualche anno dopo grazie alla manifestazione Palazzi Aperti. La proposta di scoprire le torri di Trento non è stata niente male e la Torre Civica è stata la mia prima tappa.
Dall’estate 2022 la Torre Civica è aperta in modo continuativo al pubblico e ci sono ritornata nell’estate 2024: ti racconto la sua storia e come visitarla.
Buona visita!
Pillole di storia
Tutto iniziata a cavallo tra il Cento e il Duecento quando il vescovo di Trento emana dei documenti ufficiali e stipulati in camera domnini episcopi apud turrim. Si suppone che una parte dei locali della torre civica fossero utilizzati nel Medioevo per l’attività vescovile: l’adiacente Palazzo Pretorio è stata la sede abitativa dei Principi Vescovi fino al Concilio di Trento.
I documenti successivi sono datati inizio Quattrocento: il Comune è tenuto alla manutenzione e alla conservazione della Torre Civica; oltre al funzionamento dell’orologio e delle campane. Nel Cinquecento, il Comune acquisisce il controllo completo della torre, del suo utilizzo, controllo e relative manutenzioni.
L’utilizzo principale della Torre Civica è stato quello di ospitare le carceri cittadine, distinguendole tra carceri dei debiti e quelle delle donne. La torre risultava il luogo ideale come prigione perché adiacente al Palazzo Pretorio (il palatium episcopatus), sede del tribunale cittadino.
Fin dal Duecento si attesta la presenza di una campana che serviva a dettare i ritmi della vita cittadina dal punto di vista civile: per la vita religiosa, infatti, ci pensava la campana del vicino Duomo.
Dal Quattrocento è una campana piuttosto grande e meglio conosciuta come “della renga“. C’era anche una campana più piccola e conosciuta come “della rason” e usata soprattutto per regolamentare le funzioni giudiziarie del tribunale e per avvisare la popolazione di eventuale incendi.
Il restauro della Torre Civica
La Torre Civica è stata sottoposta a diversi lavori di adattamento, restauro e manutenzione come giusto che sia per tenerla in sicurezza e per la sua salvaguardia.
- Sono stati restaurati gli affreschi risalenti al 1723 dove il pittore Antonio di Gresta di Ala ha rappresentato San Vigilio e Santa Massenza. In questa occasione, il muratore Pietro Antonio Gisi ha dipinto il finestrone della cella campanaria e il quadrante dell’orologio.
- Durante l’Ottocento alcuni intonaci sono stati tolti, portando via con sé una piccola parte degli affreschi che rivestivano la parte superiore della Torre.
- Tra Ottocento e Novecento sono stati affrescati diverse volte i quadranti degli orologi, così come la decorazione barocca all’interno del finestrone della cella campanaria.
- Nel 1907 è stato il momento di un restauro relativo alle merlature e creata una copertura in rame sul tetto.
Probabilmente il restauro più importante è avvenuto tra il 2009 e il 2010 dove i lavori hanno rafforzato e restaurato le mura della torre, dei paramenti lapidei, dei solai ma anche dei pavimenti in legno e così via.
L’obiettivo è stato quello di preservare la struttura originaria. Era importante recuperare, dove fosse possibile, tutte le strutture originarie: sono stati sostituiti solo gli elementi completamente degradati laddove il semplice restauro risultava inadeguato.
E’ in questa occasione che si sono scoperte delle iscrizioni nelle prigioni tra il terzo e il settimo livello, fin’ora nascoste. Ma anche delle decorazioni a bassorilievo nella cella campanaria; oltre a datare definitivamente la campana “de la roxon” al 1499.
La visita alla Torre Civica di Trento
La Torre Civica è alta 43 metri e formata da 12 livelli: la sua attuale forma risale al Quattrocento e lo testimonia l’artista tedesco Albrech Dürer nel 1495 grazie al suo acquarello.
Si accedeva al primo livello solo tramite una botola a pavimento perché corrisponde ad un’area seminterrata senza finestre. inizialmente questo livello era conosciuto come fundus turris e utilizzato come carcere dalla prima metà del Trecento.
Secondo degli studi recenti, si è scoperto che per fundus turris, cioè “fondo della torre” s’intendeva il secondo livello. Infatti il secondo e il terzo livello sono sempre stati utilizzati come carceri e collegati direttamente con il Palazzo Pretorio perché sede dei tribunali cittadini.
Per accedere al quarto e al quinto livello bisognava farlo dal sottotetto del Palazzo Pretorio. Una volta erano presenti delle scale in legno che sono state eliminate durante i restauri del Novecento.
- Oggi la visita parte dal terzo livello e bisogna accedervi dal Museo Diocesano Tridentino. E’ stata creata una nuova scala in legno e metallo che collega il terzo livello ai due superiori. Ma cosa si può ammirare al suo interno?
Il terzo livello è la testimonianza delle antiche carceri. Al quinto livello si possono ammirare gli antichi contrappesi dell’orologio e poi si prosegue per il sesto e il settimo livello, anche questi utilizzati come carceri.
Ora la salita si fa più ardua grazie alla presenza di una stretta scala in legno. In precedenza qui era presente il meccanismo che faceva muovere le assi dell’orologio posto al piano superiore.
Nel decimo livello è stata creata la cella campanaria: da qui si possono ammirare i tetti di Trento. La visita continua poi all’undicesimo e dodicesimo livello collegato tra di loro da una scala a pioli.
Informazioni utili
Dopo due anni di restauro, la Torre Civica di Trento ha aperto i battenti al pubblico nel 2011. Neanche il tempo di godersi questa novità che, nell’estate 2015, un corto circuito ha creato un incendio nella parte superiore della torre. Dopo un ulteriore restauro, dal 2022 la Torre Civica ha riaperto al pubblico in maniera continuativa.
Ecco come visitarla:
- il lunedì e il venerdì alle ore 11.30 e 14.30; il sabato e la domenica alle ore 11.30, 14.30 e 15.30. I posti disponibili per ciascuna visita sono limitati ad un massimo di 10 persone: è consigliabile prenotare o acquistare anticipatamente il biglietto online o in loco.
- Il biglietto costa 12 € dove è incluso l’ingresso anche al museo. L’accesso alla torre prevede una visita guidata della durata di un’ora; la visita al museo è libera.
- Per tutte le informazioni e prenotazioni ti consiglio di consultare il sito del Museo Diocesano Tridentino.
- Ti consiglio di visitare anche il Museo Diocesano Tridentino. Credo che negli ultimi anni abbia migliorato nettamente la propria offerta museale, svecchiando l’idea di un museo come questo. Puoi leggere l’intervista fatta a Lorenza Liandru, responsabile Comunicazione e sito web in occasione della situazione pandemica e di come il museo abbia reagito.