Ho dei lontani ricordi legati al Museo Diocesano Tridentino e quando posso ci ritorno sempre volentieri. Siamo nella centralinissima Piazza Duomo di Trento e durante l’università ho avuto la possibilità di lavorarci nei fine settimana.
Da allora è passato tanto tempo e negli anni il museo è cambiato molto, per me in meglio e ne sono contenta perché l’arte sacra spesso è sottovalutata. Ecco un buon esempio di come in una struttura museale particolare come questa è possibile trovare attività e mostre interessanti.
Sono contenta che Lorenza Liandru, responsabile Comunicazione e sito web, abbia accettato di raccontarmi come il Museo Diocesano Tridentino s’è trovato a reagire in questo strano periodo storico.
Buona lettura!
Museo Diocesano Tridentino
Il Museo Diocesano Tridentino ha una lunga storia alle spalle. Venne fondato nel 1903 allo scopo di salvaguardare il patrimonio artistico della diocesi e con l’intento di farne strumento didattico per la scuola d’arte e di archeologia cristiana del Seminario Teologico.
La sua prima sede fu collocata presso il Seminario Minore, edificio requisito con la Prima Guerra Mondiale per essere adibito a ospedale militare. Di conseguenza le raccolte furono smembrate e ricoverate presso la sagrestia della Cattedrale e altri depositi periferici.
Solo nel 1963, in occasione del IV centenario del Concilio di Trento, il museo poté avere una sede stabile accanto alla Cattedrale di San Vigilio, in Palazzo Pretorio, antica residenza dei principi vescovi. Non tutti gli ambienti del palazzo però erano stati restaurati e non tutte le raccolte avevano trovato adeguata illustrazione nel primo assetto espositivo.
L’attuale sede del museo
Nel 1991 fu promossa una nuova, radicale ristrutturazione del palazzo, alla quale corrispose:
- la catalogazione delle raccolte ad opera di specialisti dei singoli ambiti di produzione artistica, il restauro di opere precedentemente conservate nei depositi.
- La ridefinizione del percorso espositivo e il nuovo progetto di allestimento.
La complessa operazione, coordinata dall’ arch. Domenica Primerano, vide la collaborazione dell’arch. Glauco Marchegiani, responsabile del restauro dell’edificio. Oltre all’aiuto degli architetti Vittoria Wolf e Massimo Iarussi per l’allestimento. Al museo compete anche la custodia della Basilica Paleocristiana di San Vigilio e dei reperti archeologici rinvenuti nel corso degli scavi effettuati nel sottosuolo della Cattedrale tra il 1964 e il 1977.
La sede succursale a Villa Lagarina
Nel 2000 è stata aperta una sede succursale a Villa Lagarina, negli ambienti del settecentesco Palazzo Libera, messi a disposizione dall’amministrazione comunale. Nelle sale è esposto un nucleo di opere d’arte e suppellettili ecclesiastiche di notevole interesse, riferibili alla raffinata committenza della nobile famiglia Lodron, alla quale spettava il diritto di patronato sulla vicina chiesa di Villa Lagarina.
Il Museo Diocesano Tridentino prima della pandemia
Prima della pandemia la vita del museo era scandita da tanti appuntamenti: attività per le scuole, visite guidate, corsi, conferenze, concerti, eventi. Il programma era davvero molto ricco, anche perché era in corso L’invenzione del colpevole. Il ‘caso’ di Simonino da Trento, dalla propaganda alla storia, una mostra di grande successo e di rilievo nazionale. La mostra è stata successivamente prorogata fino al 15 settembre.
Durante la quarantena
L’improvviso avvento del Covid ha costretto tutti i Musei a chiudere le proprie sedi e a ‘vivere’ una vita solo virtuale, fatta di comunicazioni online, post sui social, Newsletter, webinar, materiali scaricabili dal sito web.
Ma il lockdown, in realtà, non ha creato nulla di nuovo: ha solo accelerato una trasformazione già in corso da tempo. Da anni, grazie alle nuove tecnologie, i musei si relazionano con il proprio pubblico attraverso la rete. Un mezzo che permette di entrare nelle case e condividere contenuti, spunti di riflessioni e idee.
Durante il lockdown il Museo Diocesano Tridentino ha messo a disposizione cataloghi in pdf, saggi e articoli. Ha creato nuovi contenuti video per adulti e bambini, ha incrementato le schede delle collezioni online. Oltre ad invitare il pubblico ad interagire con l’istituzione.
L’iniziativa “Il Museo della Quarantena”
L’iniziativa social più importante – ne sono state fatte molte – è sicuramente Il Museo della Quarantena. Un progetto digitale partecipato che intende raccontare le lunghe settimane del lockdown attraverso gli oggetti che ci hanno accompagnato (e talvolta salvato) in questo strano e distopico periodo della nostra vita.
L’esposizione, nata sui social in versione digitale, raccoglie le fotografie di oggetti di uso quotidiano – ma anche animali, piante, luoghi e cibi – che sono stati utili, consolatori, di conforto, di compagnia o semplicemente ‘simbolo’ della quarantena. Le fotografie sono state inviate al Museo Diocesano da tantissime persone di tutte le età, che con entusiasmo e fantasia hanno partecipato all’iniziativa.
Questo ha permesso al Museo della Quarantena di prendere forma e di superare in pochi giorni le cento “opere”. Ogni immagine era accompagnata da una breve didascalia indicante autore dell’oggetto scelto, data di realizzazione dello stesso, stato di conservazione e soprattutto il motivo della scelta, ovvero il significato assunto dall’oggetto in relazione all’esperienza del lockdown.
Con queste informazioni il Museo Diocesano ha compilato una scheda dell’opera, adottando per oggetti di uso comune le formule normalmente applicate alle opere d’arte. La raccolta è varia ed estremamente interessante: ci sono libri, scarpe, cappelli, puzzle, film, dipinti, animali, orologi, cavatappi, giochi, cibi, piante e fiori, abiti, attrezzi ginnici, quotidiani, computer. Ma anche luoghi, immagini iconiche, preghiere, poesie.
Il Museo della Quarantena è un grande contenitore narrativo, che restituisce all’osservatore un quadro unico del lockdown e del ruolo centrale che gli oggetti hanno giocato in questo periodo della nostra vita. Ogni oggetto possiede infatti un enorme potere narrativo, che dischiude all’osservatore storie personali, solitudini, relazioni, storie, passatempi, distanze, ricordi, sogni.
La raccolta continua!
Con questa iniziativa il Museo intende contribuire a preservare quel patrimonio immateriale di riflessioni maturate, singolarmente e collettivamente, nel periodo di ‘detenzione forzata’. Al contempo il progetto di questo ‘museo partecipato’ intende stimolare il dibattito sulle criticità e le opportunità che l’emergenza dovuta alla pandemia ha evidenziato. Questo per evitare che quanto emerso in quei giorni vada disperso.
Chi ha voglia di ‘donare’ un’opera al Museo della Quarantena può inviare una fotografia corredata da una breve didascalia indicante autore dell’oggetto, data di realizzazione dello stesso, stato di conservazione e soprattutto il motivo della scelta. L’immagine può essere inviata: via mail a lorenzaliandru@mdtn.it, via Messanger Facebook alla pagina del Museo o tramite messaggio privato al profilo Instagram del Museo.
Tutte le opere del Museo della Quarantena sono qui: http://opere.lockdownmuseum.it/
Ritornando a visitare il Museo Diocesano Tridentino
Per poter garantire la miglior tutela dei visitatori ed evitare al massimo il rischio di contagio, il Museo Diocesano Tridentino ha attivato le necessarie misure di sicurezza per il contenimento del COVID-19.
- Un’apposita segnaletica all’interno del Museo aiuta inoltre i visitatori a seguire le regole di comportamento previste. Come in tutti i luoghi della cultura, l’accesso alle sale è contingentato: è previsto un numero massimo di ingresso di 10 persone ogni 15 minuti. Per organizzare al meglio gli ingressi dal 1 luglio 2020 è attivo un servizio di prevendita online dei biglietti che è stato molto apprezzato dal pubblico.
- Durante la visita e per l’intero periodo di permanenza all’interno della struttura è necessario mantenere sempre la distanza di sicurezza interpersonale di almeno 1,5 metri, evitando affollamenti. Con questi semplici accorgimenti la visita è sicura e come al solito di grande soddisfazione. In Museo infatti non ci sono opere o strumenti da toccare e gli schermi touchscreen vengono regolarmente igienizzati.
- Il Museo Diocesano Tridentino dispone già da alcuni anni di una App. L’applicazione – disponibile gratuitamente per iOs e Android – può essere scaricata prima della visita o nell’area della biglietteria del Museo, dove è a disposizione del pubblico una connessione wi-fi. Tutte le informazioni inerenti alla visita sono disponibili sul nostro sito.
Come scritto sopra la tecnologia e la vita ‘online’ del Museo affiancheranno sempre la realtà on-site della nostra istituzione: i visitatori virtuali saranno sempre più importanti, anche se l’augurio è quello di rivedere presto tutti (e in sicurezza) nelle sale del Museo.
Informazioni utili
- Il Museo Diocesano Tridentino si trova in piazza Duomo all’interno del Palazzo Pretorio.
- Gli orari d’apertura del museo: tutti i giorni dalle 14 alle 19, eccetto il martedì che è il giorno di chiusura. Si ricorda di controllare sempre il sito per eventuali cambiamenti.
E’ attivo su Instagram l’hashtag #ItaliaCheRipartirà: utilizzalo per promuovere i centri minori e fuori dal turismo massa e le piccole e medie imprese che operano nel turismo e nella cultura!