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Il Teatro Olimpico di Vicenza: come visitare uno dei capolavori di Andrea Palladio

by Katia
teatro olimpico vicenza

Uno dei luoghi più sorprendenti di Vicenza è il Teatro Olimpico: unico, spettacolare, straordinario. L’ingegno di Andrea Palladio non ha scaturito solo alcune delle tante ville venete sparse sul territorio e una buona parte degli edifici di Vicenza ma anche un luogo pubblico dove divertirsi.

Perché visitarlo? E’ tutt’ora il primo e più antico teatro stabile coperto dell’epoca moderna, patrimonio UNESCO dal 1994 e tappa obbligata per gli amanti dell’arte e dell’architettura.

Scopriamolo insieme!

Pillole di storia

Si racconta che il Teatro Olimpico di Vicenza sia il primo teatro chiuso in Italia ma questa affermazione è in parte sbagliata. E’ piuttosto l’ultimo possibile dei teatri all’antica che ci trasporta verso il teatro moderno.

La data di creazione è il 1580 per volere degli Accademici Olimpici: volevano qualcosa di grandioso che si rifacesse all’antica Roma. Peccato che negli ambienti romani, fiorentini e lombardi l’ostentamento della grandiosità della Roma Antica fosse già tramontata da 30 anni e più.

Il progetto è quello di rifarsi agli antichi teatri romani descritti da Vitruvio. Una cavea ellittica con una gradinata in legno e un colonnato tutto intorno e decorato con statue sul fregio. Un palcoscenico rettangolare e un imponente proscenio su due ordini architettonici, aperto da tre arcate e ritmato da semicolonne, al cui interno si trovano edicole e nicchie con statue e riquadri con bassorilievi.

Il genio di Andrea Palladio riesce a creare un’architettura fuori moda in uno spazio inadatto, riadattandolo al gusto e alle necessità dell’epoca.

Dall’idea del progetto alla sua creazione, l’Accademia si rende conto di avere in mano un’idea superata e cerca di risolvere in corsa, inserendo nuove scene modernizzate. L’attore ha le proporzioni giuste fino a quando non rimane sul palcoscenico ma deve evitare di spostarsi lungo le scene per non far crollare l’illusione della prospettiva.

La città ideale: è solo una questione di prospettiva

Oltre a partecipare agli spettacoli, il motivo per visitare il Teatro Olimpico è la città che si intravede sul palco, dietro le quinte del proscenio.

Una piccola città perfetta, per questo ideale e attuata da Vincenzo Scamozzi, colui che si è occupato della scenografia dopo la morte del Palladio. Lo spettacolo inaugurale è stato l’Edipo Re di Sofocle nel 1585 e la città riprodotta non è Tebe ma piuttosto una città rinascimentale: una Vicenza elegante, identificata con l’antica Tebe.

Il risultato finale è ben diverso da quello progettato da Andrea Palladio. I progetti palladiani sono andati persi, gli Accademici avevano in mente una scenografia ben diversa rispetto a quella pensata all’inizio e il progetto ex novo dello Scamozzi risulta però essere azzeccatissimo.

Un allestimento scenico contemporaneo, al passo con i tempi sotto il punto di vista tecnico-formale e nella prospettiva.

L’effetto della scenografia ha successo e piace ed è per questo che, una volta terminato lo spettacolo, la città ideale rimane come parte integrante del teatro. La fama del Teatro Olimpico arriva a Venezia e poi nel resto del paese: in molti vedevano in esso la materializzazione del sogno umanistico di far rivivere l’arte classica.

Visitare il Teatro Olimpico di Vicenza

Ho visitato il Teatro Olimpico diverse volte, ogni volta come se fosse la prima: sempre diversa, nuove emozioni e nessun tipo di noia nel ritornare in un luogo già conosciuto.

L’ultima volta che ho visitato il teatro risale all’estate 2022; un’esperienza nuova che mi ha permesso di apprezzare meglio l’architettura del teatro. Ho avuto la possibilità di assistere a “POP. Palladio Olimpico Project”, uno spettacolo di suoni e luci della durata di 10 minuti.

L’idea l’ho trovata geniale perché le varie luci non fanno altro che risaltare la scenografia del palco. L’impressione è quella di essere realmente in una città (quella ideale): le luci mettono in evidenza le prospettive dell’architettura e ci si aspetta che qualcuno stia per attraversare la strada.

Una volta finito lo spettacolo, si ha il tempo di fare qualche foto, cambiare prospettiva e osservare il teatro con tutte le luci accese. La gradinata per gli spettatori è chiamata cavea, parola usata nei teatri e negli anfiteatri dell’antichità classica.

Uno spazio che nel Teatro Olimpico diventa il centro dell’attenzione: una cavea ellittica invece che semicircolare e l’impressione che l’orchestra sia schiacciata per mancanza di spazio.

Andrea Palladio muore prima di aver finito la creazione del teatro ed è per questo che oggi, proscenio, orchestra e cavea risultano sfasati e non riescono a fondersi. Sicuramente, se ne avesse avuto la possibilità, il Palladio avrebbe trovato una soluzione!

Informazioni utili

  • Orario invernale (1 settembre – 30 giugno): martedì – domenica dalle 9 alle 17. Orario estivo (1 luglio – 31 agosto): martedì – domenica dalle 10 alle 18.
  • L’entrata costa 11 €. Il Teatro Olimpico fa parte del circuito museale vicentino e l’entrata è inclusa sia nella Vicenza Card che nella Card 4 Musei.
  • La visita al Teatro Olimpico è autonoma e le entrate sono comunque contingentate ogni mezz’ora: c’è un limite massimo di persone che possono entrare in contemporanea.
  • La platea è in legno ed è quella originale: è un luogo delicato, cerca di portare rispetto una volta entrato.

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