Finalmente ci sono riuscita. Lo scorso autunno ho visitato il Museo Ebraico e grazie ad una bravissima guida, ho potuto conoscere meglio il Ghetto di Padova e la sua storia quasi millenaria. L’ammetto: era da diverso tempo che volevo visitare il Museo Ebraico ma i suoi orari ridotti non coincidevano mai con le mie visite a Padova.
Colgo l’occasione della ricorrenza “La giornata della memoria” del 27 gennaio per raccontarvi la storia del Ghetto di Padova e del suo museo: anche non riuscirete a visitare il museo (ma se ci riuscite, meglio perché avrete incluso nel biglietto anche la visita guida alla sinagoga italiana e alle vie vicine), consiglio comunque di perdervi in queste strette vie e molto caratteristiche.
La storia del Ghetto di Padova
Le prime testimonianze di una comunità ebraica a Padova risalgono al Duecento ma è nel Quattrocento che divenne tra le più importanti e numerose in Italia. Questo perché l’università patavina, dal Rinascimento in poi, fu l’unica università in Europa ad ammettere ai propri corsi studenti ebrei, provenienti soprattutto dalla Germania, dalla Polonia e perfino dall’Oriente.
Il Ghetto durante il Rinascimento
Nonostante questo, gli studenti di medicina ebrei non ebbero la vita facile perché dovevano confrontarsi con la comunità cristiana, scontrandosi spesso con gli altri studenti. Gli studenti ebrei erano sottoposti a pressioni di vario genere: ad esempio gli studenti cristiani tentavano di sottrarre cadaveri di ebrei morti per poi utilizzarli nelle sedute anatomiche.
Per ridurre ritorsioni sulla comunità ebraica, gli studenti dovevano pagare delle tasse (ad esempio quando si laureavano) anche se questo non risolse completamente il problema: per evitare situazioni poco piacevoli, tra il Cinque e Seicento, le autorità decisero di creare un itinerario alternativo e più protetto ai cortei funebri ebraici. Il Senato veneziano proibì ai medici ebrei di professare al di fuori del ghetto, anche se il divieto non venne rispettato.
Il Ghetto e le Leggi Razziali
Durante il secolo scorso, anche a Padova, le leggi razziali del 1938 vennero applicate. Gli ebrei padovani furono internati nel campo di concentramento di Vò Vecchio situata all’interno di Villa Contarini Vernier: le vittime furono ben sessantacinque.
17 luglio 1944: trasferimento degli ebrei a Padova, per poi essere smistasti tra la risiera di San Saba, Auschwitz, Dachau e Mathausen.
Itinerario attraverso il Ghetto di Padova
Il Ghetto si trova proprio nel centro storico di Padova e lo potete raggiungere dalla centralissima piazza delle Erbe, imboccando via delle Piazze. Questa era una zona molto trafficata essendo un’area commerciale piuttosto attiva: 64 botteghe che diedero il nome alle vie. Via dei Fabbri, via Squarcione (dove avevano sede i conciatori), in via Merzaria c’erano i mercanti di stoffa e così via.
Area piuttosto piccola e delimitata da quattro porte: una all’inizio di via delle Piazze, due in via San Martino e Solferino, una alla fine di via dell’Arco sul lato che dà in via Marsala. Venivano chiuse la sera e sorvegliate da dei guardiani dato che gli ebrei non potevano uscire di notte ma solo di giorno con un segno di riconoscimento.
Mentre girerete, noterete delle strade piuttosto strette rispetto alle altre zone di Padova ed edifici che si sviluppano in alto, conosciuti anche come “case torri“: per via dello spazio ridotto, è naturale che il Ghetto si sia sviluppato verticalmente. Ma sapete dove posare lo sguardo mentre passeggerete qua e là?
Le 3 sinagoghe di Padova
CORTE LENGUAZZA via San Martino e Solferino: di solito il cancello è chiuso perché ad oggi questa è una casa privata. Ma nel caso in cui lo troviate aperto, metteteci dentro discretamente il naso: la famiglia Lenguazza ci abitava ai tempi del Ghetto e il padrone di casa era un importante industriale della seta durante il Settecento. Dovette chiudere la sua attività a causa di un’ordinanza che vietava agli ebrei il commercio della seta.
Corte Lenguazza viveva di vita propria: c’era l’entrata principale alla sinagoga tedesca (oggi adibita a museo, di cui parlerò più tardi), un forno e una macelleria.
PALLA STROZZI via dei Fabbri: in questo edificio troverete una finestra asimetrica. Serviva al fiorentino Palla Strozzi a controllare i suoi uomini mentre lavoravano ad un banco proprio vicino alla sua finestra. Un altro particolare di questo edificio è il videocitofono, anzi un antenato del videocitofono molto in uso nella Padova dell’epoca ma con una particolarità: è a forma di stella di David.
In via Soncin 27 sorge una casa con una parete completamente affrescata con motivi floreali e geometrici, in perfetto stile veneziano. Si presuppone che siano stati fatti per nascondere dei lavori di manutenzione, altrimenti inguardabili.
Tre sono le sinagoghe di Padova: quella di rito italiano, quella tedesca e quella di rito spagnolo. L’unica ancora funzionante è quella italiana e visitabile con una guida del Museo Ebraico; la sinagoga tedesca conosciuta anche come la Sinagoga Grande, dopo essere stata incendiata nel 1943, è stata ristrutturata e oggi è allestito al suo interno il Museo Ebraico. La sinagoga spagnola è chiusa al pubblico.
Il Museo Ebraico di Padova
Il Museo Ebraico di Padova si trova in pieno centro. Nonostante questo non è facile trovarlo: io ci sarò passata davanti tante volte senza rendermene conto. Vi consiglio di cercarlo con la mappa in mano, io ci sono riuscita così e poi mi sono resa conto di quanto fosse vicino a Piazze delle Erbe e dal Palazzo della Ragione.
Il museo è stato allestito all’interno dell’ex Sinagoga Tedesca sorta nel 1682. Nel 1943, l’edificio che ospitava la Sinagoga Tedesca e la relativa Scola Grande, venne completamente distrutta dall’incendio appiccato dalle squadre fasciste. Nel dopoguerra, venne restaurato dalla comunità ebraica locale, recuperando i vari spazi e creando questo piccolo museo che racconta la storia degli ebrei padovani.
Cosa si può trovare nel Museo Ebraico? Ci sono soprattutto oggetti legati alla tradizione ebraica, tra cui molti contratti matrimoniali (conosciuti come Ketubboth), oggetti usati nei rituali dalle varie famiglie ma anche oggetti più ufficiali, usati durante i vari riti nelle sinagoghe. Di particolare interesse sono un parokhet di manufattura Mamelucca egiziana del XVI secolo e la Meghillath Esther manoscritta e decorata su pergamena del XVIII secolo.
Se avete abbastanza tempo, c’è un video-installazione che dura circa 1 ora e intitolata “Generazione va, generazione viene” del regista Denis Brotto e con la voce narrante di Corrado Augias. Dieci personalità padovane raccontano la storia della vita ebraica di Padova, entrando proprio nei vari luoghi tra cui i cinque cimiteri e l’interno della Sinagoga italiana situata in via San Martino e Solferino.
- Per tutte le informazione relative ai costi e agli orari di apertura, visita il sito del Museo Ebraico di Padova.
Gli antichi cimiteri
Avete mai visitato il ghetto ebraico di Padova? Quali sono state le vostre impressioni? In caso contrario, una visita ne vale davvero la pena! Se siete interessati, sono possibili delle visite guidate agli antichi cimiteri, creati a partire dal 1527 e che racchiudono i resti di studiosi, talmudisti e cabalisti di fama mondiale.
- Per ogni tipo di informazione sul Museo Ebraico, le visite guidate all’interno del museo, alla sinagoga e ai cimiteri, l’email è padovaebraica@coopculture.it.
- Se preferisci una visita guidata al Ghetto e al Museo Ebraico di Padova, puoi prenotare comodamente online e presentarti direttamente al museo col biglietto.
28 comments
Ciao Katia!! Pensa che abito in provincia di Padova e che per lavoro ci vado tutte le settimane (pure questa mattina), ma il tuo articolo mi ha fatto conoscere tante cose di cui non ero a conoscenza . La prossima volta che vieni a Padova magari ci si vede!
Davvero sei di queste parti? Buono a sapersi: ci si vedrà la prossima volta, allora!
Sono contenta di averti fatto conoscere un posto nuovo di Padova, così mi racconterai le tue impressioni quando ci andrai 🙂
Nonostante non abiti lontano non sono ancora stata a Padova per visitarla così come si deve! Deve assolutamente recuperare! Non sapevo che ci fosse un ghetto e il museo, sono periodi della storia che non vanno dimenticati, anzi vanno raccontati per far sì che non si ripetano cose del genere.
Ma sai che non sei l’unica che mi sta dicendo di non conoscere il ghetto di Padova anche se conosce (bene) la città? Ogni storia è importante raccontarla per farla conoscere e spesso si conoscono solo quelle studiate si libri di scuola, perché non cogliere l’occasionedi scrivere anche delle altre?
La storia del ghetto di Padova è davvero interessante. Io sono affascinata dalla cultura ebraica, ho iniziato a interessarmene durante un viaggio in Israele e poi ho pure provato a studiare ebraico (senza troppo successo a dire il vero!). In Italia ho visitato solo la sinagoga di Firenze, a Torino ne abbiamo una magnifica, ma purtroppo è chiusa ai turisti.
Ma sai che ho u amico che sta studiado la lingua e la cultura ebraica a livello universitario? Ora lui spesso viene chiamato per insegnarla! Io mi sono avvicinata alla storia ebraica all’università, avendo danto molti esami in storia contemporanea che comprendevano la shoa e il problema dell’emigrazione (se sono tedesco anche se ebreo, perché me ne devo andare via?).
I ghetti sono spesso dei mondi a sè stanti ancora oggi con tutti questi vicoli stretti che spesso non ci si rende conto dell’esistenza.
Sono stata a Padova diversi anni fa, ma non conoscevo questi luoghi, un pezzo di storia interessante, anche se molto triste…. qualcosa che non va dimenticato.
Mi sono resa conto che il ghetto di Padova e la sua storia, è sconosciuto ai molti! Sono contenta di aver contribuito a far conoscere un pezzo di storia (e della città)!
Non ero a conoscenza dell’esistenza del museo ebraico a Padova, quindi, la prossima volta che capiteremo in questa bella città non possiamo che visitarlo! Super interessante poi la storia legata al ghetto ebraico! Quindi grazie per tutte queste informazioni utilissime ?
Spero di averti dato delle belle dritte, allora! Buon viaggio a Padova 🙂
Eho riconosciuto dalle foto alcune.centralissime.vie di Padova on cui ho passeggiato distrattamente godendo della, bellezza del luogo senza saper che si trattasse dell’antico ghetto ebraico. Vorrei tornarci con il tuo racconto pieno di dettagli come guida. Certo gli ebrei hanno sofferto tanto, non solo in epoca recente, ma durante tutta la la storia, persino in una.città tranquilla e illuminata come Padova
Effettivamente il ghetto è proprio in centro ed è impossibile non passarci. Poi ho notato che è molto frequentato nella bella stagione perché ci sono dei bei localini dislocati nelle varie stradine.
Adoro la zona del ghetto ebraico e mi sono persa nelle sue stradine, ma non sapevo assolutamente del museo e della sinagoga. Siccome mio fratello si è da poco trasferito proprio a Padova, credo che la prossima volta mi organizzerò per bene per vederlo, visti anche gli orari ridotti.
Spero proprio che tu riesca a fare la visita guidata organizzata dal museo: ne vale la pena e non rimarrai delusa!
A Padova ci sono stata qualche mese fa innamorandomene. Riconosco alcuni scorci nel tuo post ma non sapevo nulla di tanta storia e tanti tesori da scoprire. Tengo il tuo articolo da parte per la prossima volta…Grazie!
Te lo consiglio vivamente: Padova ha davvero tantissimi scorci e tutti molto belli e pieni di storia & arte! 🙂
Padova è la mia città universitaria e il ghetto mi è sempre piaciuto molto. Lo trovo molto intenso: quelle vie strette sono davvero dense di storia. Ci passavo spesso, una volta dati gli esami.
Ora ci passo sempre pure io, è una zona che mi rilassa molto, fuori dal caos che c’è tutto intorno. Ed è un luogo pieno di particolari che bisogna scoprire e imparare a leggerli.
Ho letto con piacere il tuo post perché amo visitare i luoghi legati alla storia degli ebrei. Se avrò l’occasione di tornare a Padova visiterò i luoghi che hai descritto così bene.
Spero che tu riesca a visitare sia il Ghetto che il Museo Ebraico; inoltre ho sentito dire che le visite guidate ai cimiteri ebraici sono molto interessanti!
Sono stata a Padova decine e decine di volte ma non sapevo di questi posti. La prossima volta non mancherò, e soprattutto vedrò Padova con occhi diversi.
Ed è anche tra le zone più caratteristiche di Padova! Poi fammi sapere se ti sono piaciute queste viuzze nascoste e la loro storia 🙂
Sembra davvero molto interessante! Venendo dal sud Italia non ho avuto modo di visitare molti monumenti della cultura ebraica (giusto qualcosa all’estero) ma adesso che vivo al nord qualche giro voglio farlo assolutamente 🙂
Io mi sono persa a visitare i ghetti di Venezia e Bologna, oltre a Padova e devo dire che si scopre sempre qualcosa di nuovo!
Se verrò a Padova visiterò assolutamente questo luogo! Grazie per avermelo fatto conoscere.
Mi fa piacere averti fatto conoscere questa parte di Padova, spero tu riesca a visitarla presto!
Pensa che io sono di Padova e non sono mai stata al museo… Conosco anche Denis Brotto tra l’altro! Grazie per la dritta, mi hai fatto capire che devo assolutamente rimediare!
Ma allora è un buon motivo per andarci di corsa!! A me è venuta la curiosità dopo aver visitato Palazzo Bò e il Teatro Anatomico dove la guida ha spiegato anche del rapporto stretto con gli ebrei dato che era l’unica università che li ammetteva.