La disfida dei Canòpi è sicuramente una manifestazione che anima da anni il sobborgo di Trento. Siamo nella circoscrizione dell’Argentario, ai piedi del Monte Caliso dove per secoli è stato estratto l’argento dagli antichi minatori tedeschi. La disfida è un momento di incontro della comunità ma nello stesso tempo è una rievocazione storica di un lontano passato.
Ti voglio raccontare una tradizione tipica del mio paese natale, attraverso la quale ho iniziato a conoscere un pezzo di storia locale e importante per la città di Trento.
La storia dei Canòpi
Il Monte Calisio è una delle montagne che circonda Trento e da sempre conosciuto per le sue miniere d’argento. Già gli antichi romani crearono delle gallerie minierarie, chiamando Argentarius il Monte Calisio. L’attuale nome Calisio sembra arrivare dal tedesco Kalisberg (Monte Calvo) e succesivamente dalla parola Kahl (spoglio) cioè senza vegetazione. Ed è così che questo monte s’è presentato per secoli a causa della ferocia deforestazione.
Il Codice Vanga
La prima testimonianza delle miniere d’argento risale al 1185 quando l’imperatore Federico Barbarossa concesse a Trento di battere moneta e il diritto delle miniere del Calisio al Principe Vescovo Corrado di Beseno. L’attività mineraria ebbe una regolamentazione ben precisa solo dopo il 1200 grazie al Principe Vescovo Federico Vanga. Venne creato un accordo con i minatori tedeschi e su come gestire il relativo sfruttamento delle miniere d’argento attraverso il Codice Vanga.
Le regole erano ben precise e riguardavano l’estrazione e la vendita dell’argento, i comportamenti dei minatori divisi in confraternite o in compagnie minerarie. Tra le severe regole c’erano queste:
- il divieto di estorsione per pegno o per prestito degli attrezzi da lavoro.
- La proibizione di portare nei pozzi coltelli o armi contundenti.
- La vendita del metallo nei giorni festivi o di notte: era possibile farlo solo di giorno e in città.
Chi erano i Canòpi?
I Canòpi (Bergknappen in tedesco) erano dei minatori tedeschi specializzati e provenienti dalla Franconia, Sassonia, Svevia, Boemia e dalla Baviera. Erano persone scontrose, solitarie, introverse e non facevano nulla per mescolarsi ai locali. Spesso si ammalavano a causa del freddo, l’umidità, la polvere e il fango nel quale dovevano lavorare.
Il loro lavoro era suddiviso in questa maniera:
- La tecnica del rabdomante era usata per cercare l’argento che individuava la presenza di filoni metalliferi grazie ad una forcella di legno di nocciolo tenuta in mano.
- Veniva usato un martello a punta, battuto da un mazzuolo per lavorare la roccia : ancora oggi sono visibili i segni sulla roccia del Monte Calisio. Per illuminare le canòpe (gallerie in orizzontale) e i càdini (gallerie in verticale) venivano usate delle lampade ad olio scavate direttamente nella galleria.
- La ventilazione delle gallerie veniva fatta con lo sventolamento di una coperta o di un lenzuolo posti all’imbocco della galleria.
- Per portare in superficie il materiale ritrovato venivano usati dei secchi di legno sollevati da argani oppure grazie all’ausilio di carrelli o carriole.
Per conoscere meglio chi sono questi particolari minatori tedeschi, ti consiglio di leggere la storia dei Canòpi dove ho raccontato chi erano e cosa facevano.
Cos’è la disfida dei Canòpi?
La disfida dei Canòpi è nata nel 1986 grazie al Comitato per le Attività Culturale e Ricreative di Martignano, una frazione di Trento che fa parte della Circoscrizione dell’Argentario. Successivamente, grazie al suo successo, è stata allargata agli altri paesi limitrofi della stessa circorscrizione. Le parti sono composte da: il reame di Cognola, il principato di Martignano, il vicinato di Montevaccino e la contea di Villamontagna. Ogni squadra è formata da 4 ragazzi, 4 donne e 4 uomoni che devono superare undici prove per poter vincere la secia d’arzent (il secchio d’argento).
I minatori delle varie squadre si affrontano, cercando di superare le prove che riprendono l’antica tradizione dei Canòpi del Calisio. Le varie disfide riprendono il lavoro tipico degli antichi minatori di cui ti ho raccontato sopra.
I personaggi
I personaggi sono tanti e vari, ecco chi sono e cosa fanno.
- I Canòpi, gli antichi minatori del Calisio e i protagonisti della disfida. La squadra che realizza il miglior punteggio vince il trofeo che è il secchio d’argento. I loro costumi sono formati da una giacca con una coda caratteristica, un cappuccio sulla testa, un cinturone dove è appesa la borsa di cuoio. A volte portano anche un grembiule di cuoio e ala cinta hanno sempre i loro attrezzi da lavoro come picconi, crivelli, secchi etc.
- Il banditore è colui che annuncia la disfida dei Canòpi nelle contrade e apre il corteo presentando le squadre concorrenti, leggendo una pergamena.
- Gastaldo è il fiduciario del Principe Vescovo di Trento ed è colui che controlla e gestisce i minatori col ruolo di giudice. La sua residenza è nel sobborgo di Montevaccino, una volta conosciuta come la casa del vescovo. Nella disfida è l’arbitro.
- Il Nano metallifero è il folletto dispettoso che conosce i segreti della montagna, ostacola i minatori nel loro lavoro ma può essere anche un loro amico. Nella disfida è colui che si diverte a fare i dispetti ai Canòpi ma senza compromettere il gioco.
- Il commerciante veneziano è l’affarista di turno. Cerca di acquistare l’argento al miglior prezzo per portarlo a Venezia e nella disfida collabora con Gastaldo per pesare il materiale ma spesso è rifiutato dai Canòpi.
- Basilico l’ultimo personaggio, è un demonio con l’aspetto di orrendo serpentone. Spesso esce dalle canope emettendo un lungo sibilo e fumo dalla bocca. Per questo è il terrore dei minatori che lo allontanano con il suo di una campana o con del rame.
Quando, dove e perché
La disfida dei Canòpi si svolge durante la Festa di Primavera di maggio nel sobborgo di Martignano. La partecipazione è aperta a tutti, è gratuita ed è possibile poi fermarsi a mangiare nelle locande dove viene preparato del cibo tipico.
Organizzata per la prima volta nel 1986, è stata portata avanti per tantissimi anni fino a quando nel 2010 non è stata più proposta. Poi, due anni fa, finalmente si è deciso di ripetere l’antica tradizione della disfida dei Canòpi.
Cos’è la disfida dei Canòpi per me
E’ legata soprattutto alla mia infanzia e la mia adolescenza quando con le amiche partecipavamo alla disfida dei Canòpi e tifavano sempre per la squadra del nostro paese.
Vuol dire andare a mangiare al parco dove viene allestita l’area dedicata al cibo e sedersi insieme ai compaesani sulle panche. Partecipare ad un evento come questo è rilassarsi e lasciar passare il tempo senza guardare l’orologio in una festa di paese ad inizio estate.
Bibliografia
Gorfer Giuseppe, L’Ecomuseo dell’Argentario: guida agli itinerari nel territorio dell’Ecomuseo, Ecomuseo dell’Argentario, Civezzano TN, 2007
Imperadori Luciano (ricerche e testo di), La disfida dei Canòpi: Martignano 18 maggio 1986, Comitato per le Attività Culturale e Ricreative di Martignano, Trento, 1986