Come sono arrivata a parlare di Cleopatra nell’arte dato che la storia antica è un po’ fuori dalle mie corde? Mi sono lasciata convincere da un paio di contatti della mia pagina Facebook: dal 1 al 7 dicembre 2015 c’è la #CleopatraWeek, perché non partecipi anche tu?
L’ammetto: questa volta mi voglio mettere alla prova con argomento diverso da quelli che tratto di solito sul blog. E io mi sono detta: perché no? E quindi ho pensato di indagare come Cleopatra, l’ultima regina d’Egitto sia stata rappresentata nell’arte. Ma iniziamo prima di tutto con una piccola introduzione storica.
Pillole di storia
Nata nel 69 a.C. Cleopatra salì al trono a soli 18 nata. Il padre, il faraone Tolomeo XII, inserì nel testamento la volontà che sia Cleopatra sia il fratello dovessero salire in trono per regnare insieme. Nell’antico Egitto era in uso la tradizione che i faraoni non dovessero essere mescolati con gli esseri umani perché ritenuti delle divinità. : è per questo motivo che Cleopatra sposò il fratello Tolomeo XIII. Il matrimonio non durò molto a causa del forte carattere della ragazza, una forte rivalità tra i due fratelli. Cleopatra ebbe la meglio in questa situazione: nel terzo anno di regno, Tolomeo XIII, incoraggiato dai suoi consiglieri, assunse da solo il governo e mandò la sorella in esilio.
Cleopatra si rifugiò in Siria, dove rivendicò abilmente i suoi diritti fino all’arrivo di Giulio Cesare, il quale, sconfitti gli egiziani sul Nilo nel corso della guerra alessandrina (48-47 a.C.). Uccise Tolomeo e insediò sul trono Cleopatra, nel frattempo divenuta sua amante. In questa occasione conobbe e fece innamorare di sé Cesare prima e Marco Antonio poi, attraverso i quali riuscì ad avere la protezione romana.
Forse nella storia Cleopatra è più conosciuta per le sue doti di ammaliatrice: i romani stessi la chiamarono “la prostituta dei re d’Oriente” grazie al suo fascino sedusse gli imperatori romani. Con la complicità di Marco Antonio progettò di dominare l’intero oriente ma il suo sogno venne presto infranto a causa della sconfitta di Azio. Cleopatra si tolse la vita facendosi mordere da un aspide per non cadere in mano al nemico.
Cleopatra nell’arte
Nell’arte, Cleopatra è stata un soggetto molto presente e rappresentata soprattutto per la sua sensualità, a volte in senso negativo. Spesso è rappresentata insieme a Marco Antonio e nello specifico, durante il banchetto nel quale lei scioglie le sue perle nell’aceto: in questo caso, gli artisti mostrano lo splendore e la magnificenza della regina.
Non solo nell’arte italiana ma anche nel resto dell’Europa, Cleopatra venne rappresentata come, ad esempio, in Germania e in Olanda: nel secondo caso la scena dove troviamo la regina egizia e l’imperatore romano è l’elemento ricorrente di una serie di tappeti. Ma Cleopatra è stata rappresentata anche insieme Ottaviano (e in questo caso la componente artistica punta più sul tragico o sul moralistico); mentre raramente è rappresentata con Cesare.
La regina egiziana è stata dipinta anche da sola con un’altra tematica, quella del suo suicidio: spesso è mostrata in piedi o sdraiata, prima o mentre si sta suicidando e riconoscibile dalla presenza di un serpente intorno al suo collo o sul petto.
Le opere di cui parlerò saranno legate soprattutto all’epoca moderna, non sono un’archeologa e non mi vorrei addentrare troppo (se non con le pinze) in questo meraviglioso campo. Ma mi piace comunque iniziare con qualcosa di “antico”: è sempre bello vedere come i contempoeranei, in questo caso di Cleopatra, vedessero il personaggio di turno.
Cleopatra nell’Antico Egitto
Nel tempio di Dendera, edificio ristrutturato durante il periodo telomeico durante il I secolo a.C., sono state trovate delle raffigurazioni sulle pareti rappresentanti Cleopatra VI. Tra questi troviamo la raffigurazione dell’ultima regina egizia, nella stessa posa della dea Iside; mentre l’altro, sul retro degli esterni del tempio, presenta un intaglio di Cleopatra VII Filopatore e suo figlio, Tolomeo XV Filopatore Filometore Cesare, che la regina ebbe da Giulio Cesare.
Cleopatra nel Seicento
Iniziamo con una rappresentazione forse un pò insolita di Cleopatra: Lo sbarco di Cleopatra a Tarso del francese Claude Lorrain. Siamo nel 1642 quando il cardinale Angelo Giori commissionò questa tela a Roma a Lorrain Il cardinale, molto legato alla famiglia del pontefice Urbano VIII Barberini, fece mettere lo stemma proprio della famiglia Barberini, uno scudo con tre api e lo potete osservare sulla prora della seconda barca a sinistra nel dipinto.
Il dipinto è il ringraziamento e riconoscimento di Giori della sua promozione ed è proprio per questo che scelse questo tema particolare dal forte significato morale derivato dall’Antonio di Plutarco: Cleopatra, sbarcata a Tarso per incontrare Antonio, decise di sedurlo per appagare la propria ambizione.
Cleopatra nel Settecento
Ed ecco Giandomenico Tiepolo: presso il Palazzo Labia a Venezia, attraverso i suoi due affreschi (datatati intorno al 1747 – 1750) racconta l’incontro di Cleopatra con Antonio e il banchetto durante il quale la regina scioglie una perla per dimostrare la ricchezza dell’Egitto.
Gli affreschi abbelliscono il Salone delle Feste del Palazzo Labia e furono commissionate da Maria, moglie di Giovanni Francesco II Labia per un occasione importante: il matrimonio del figlio Paolo Antonio avvenuto nel 1730. Con questi due affreschi ci troviamo di fronte ad «un unico grandioso impianto prospettico e figurativo che riveste l’intera superficie di cinquecento metri quadri di pittura a fresco e assorbe i vuoti delle porte e delle finestre integrandoli nell’illusionismo della prodigiosa visione architettonica».
Cleopatra in Olanda
L’olandese Jan Steen rappresenta la scena del banchetto in modo teatrale come se i personaggi fossero interpretati da attori su un palco grazie ai loro gesti vivaci e la tenda rossa tipica di un teatro. L’artista rappresenta l’apice del racconto mentre Cleopatra svuota il suo bicchiere bevendo il suo contenuto e con l’altra lascia scivolare le perle della sua collana nell’aceto mentre Marcantonio guarda la scena in modo sconcertato. Una pagina e un guerriero osservano lo spettacolo alle loro spalle.
L’artista Francesco Trevisani
Anche Francesco Trevisani rappresentò in modo molto teatrale il banchetto dove Cleopatra e Marcatonio sono presenti e la scena è tratta da Plinio (Hist. Nat. IX,cap. LVIII). In quest’opera è possibile ammirare preziosi particolari che fondono insieme elementi della tradizione veneta cinquecentesca con quelli del classicismo romano. L’opera fu commissionata da Fabrizio Spada e pagata nel 1702.
L’opera ci racconta che “Marcantonio, invitato da Cleopatra ad un banchetto, rimase colpito dal grande fasto. Per dimostrare la sua indifferenza alle ricchezze, Cleopatra tolse da un suo orecchino una perla preziosa e la sciolse nel vino. Mentre si accingeva a ripetere il gesto, Marcantonio la fermò, dichiarandosi vinto. Tutt’intorno i servitori che vanno e vengono con cibi e bevande; in primo piano un nano che tiene un cane al guinzaglio”.
L’artista Angelo Caroselli
Lui rappresentò la Morte di Cleopatra o meglio, l’autore è un Pseudo – Caroselli: un pittore di genere proveniente quasi sicuramente dal Nord Europa, molto vicino stilisticamente parlando con Angelo Caroselli e per questo con lui spesso confuso. La scena, tema caro alla pittura di quel secolo, è realizzata su tavola e ritrae il suicidio della regina e di due sue fedeli ancelle, come descritto dalle fonti, con particolare originalità e una teatralità quasi popolare.
Osservate i loro visi: sono abbastanza grotteschi ma raccontano il momento tragico (io sorrido a vedere questi occhi immensi e sbarrati); dall’altra parte ricorda (molto da lontano) le espressioni dipinte da Caravaggio, non vi sembra? Infatti Angelo Caroselli non fa altro che ispirarsi a questo artista.
C’è anche un’artista donna
Perché parlare solo di artisti uomini? Ecco una donna: Angelika Kauffmann, pittrice svizzera nata nel 1741 ma che poi visse in Austria nella città natale del padre. Lei scelse la scena in cui Cleopatra posa dei fiori sulla tomba di Antonio e ce lo racconta il suo dipinto Decorazione della tomba di Marcantonio. Piano piano entriamo nel periodo che a piace di più l’Otto e il Novecento e quest’opera non fa altro che avvicinarci a questi due secoli.
Cleopatra sul settimanale The Graphic
Nel 1887 il settimanale illustrato inglese The Graphic commissionò a 21 artisti altrettante rappresentazioni dell’eroine femminili raccontate da Shakspeare nelle sue opere.Tra queste, John William Watherhouse descrisse Cleopatra e lo fece in maniera sensuale ma per la società inglese dell’epoca, questa figura non fece altro che creare problemi e scompiglio.
Perché? La regina è rappresentata senza corsetto e senza vergogna, incarnando la femme fatale, dove il suo sguardo fisso davanti a sè non fa altro che provocare lo spettatore che l’osserva.
L’artista Hans Makart
Alla fine del 1800 l’arte cambia e sarà con l’ esplosivo e volgare Hans Makart, uno dei pittori più in voga nell’impero asburgico, che l’ immagine della maliarda Cleopatra, ebbra di piaceri, sepolta in un lusso orientale di palme e di leopardi dalla pelle screziata, conquisterà il pubblico nutrito di tricromie, giornali illustrati, spettacoli.
Cleopatra nel cinema
Nel 1900 il cinema ha preso il sopravento nella nostra cultura e perché non farvi vedere anche un poster? Dal 1917, il cinema si è impadronito del soggetto con il film Cleopatra, che ha protagonista, in nudità egizia, Theda Bara.
L’evento #CleopatraWeek
Ma non entro a riguardo: già altri miei “colleghi” di questa settimana #CleopatraWeek parlerà del cinema e non voglio prendere il loro posto ma mi sembrava interessante farvi vedere anche il poster pubblicitario del film; anche questa è una forma d’arte che ci ha accompagnato per tutto il ‘900.
Spero che questo piccolo giro attraverso l’arte che racconta la storia vi sia piaciuto. Se avete altri quadri che conoscete e parlano di questo tema, postateli!
2 pensieri sparsi
Mi piace molto il tuo articolo!! Complimenti!
Grazie! E’ stato un pò modificato con delle aggiunte, ora credo sia più presentabile! 🙂