Il capoluogo bolzanino vanta diversi castelli ma Castel Mareccio a Bolzano è IL castello cittadino. Situato a pochi minuti dal centro storico sulle rive del Talvera, è possibile finalmente visitarlo senza prenotazione grazie alla mostra “Lukas Romer. Castel Mareccio e la Riforma” dal 19 dicembre 2017 al 4 novembre 2018.
Fino a poco tempo fa, si poteva entrare solo prenotando una visita oppure grazie agli eventi organizzati al suo interno: un’occasione che non mi sono lasciata perdere e un giovedì mattina sono andata a curiosare, prima di andare al lavoro.
Se arrivate a Bolzano, raggiungetelo dai prati verdi del Talvera: una bella passeggiata rinfrescante che vi farà ammirare Castel Mareccio nella sua completezza. In caso contrario, io l’ho raggiunto dal centro storico, provenendo da via del Museo, la via dello shopping di Bolzano.
La storia di Castel Mareccio
La sua costruzione risale al 1194 grazie a Berthold von Bozen, capostipite della famiglia Maretsch. Nel corso dei secoli, la residenza fortificata passò di mano in mano: alla famiglia Reifer, al Duca di Sigismondo d’Austria, alla famiglia Romer. Tra il XIII e il XIV secolo, a causa dei tanti cambi di proprietà, Castel Mareccio subì diverse modifiche: proprio quest’ultima famiglia decise di ampliarlo e innalzarlo. Le quattro torri divennero più alte e caratterizzate dal tetto conico, fu edificata la torre abitativa isolata, la cinta muraria ampliata creando una struttura quadrata con un camminamento di ronda, merlature a coda di rondine e le pareti di molte stanze interne vennero affrescate con scene bibliche, mitologiche ed araldiche.
Durante il Cinquecento venne costruito anche il fossato di cinta con il relativo ponte. Caratteristico è il cortile interno: oggi coperto da un tetto in vetro, è circondato, anziché da pareti anonime, da un loggiato lungo i tre lati e utilizzato in estate per i concerti.
Il Castel Mareccio passò poi, alla famiglia degli Hendl, successivamente a Guidobaldo di Thun e nel 1851 divenne di proprietà di Anna Sarnthein: durante l’Ottocento, il castello fu anche utilizzato come deposito d’armi. All’inizio del Novecento la sede dell’Archivio di Stato fu proprio qui e oggi, Castel Mareccio fa parte della Fondazione Castelli di Bolzano e utilizzato soprattutto per congressi e mostre d’arte.
Il percorso espositivo
Il castello è disposto su due piani, più il mastio: la mobilia è inesistente tranne nelle due sale principali, Sala Römer e Sala Hendl usate per i convegni. Ma vale comunque la pena entrare perchè quasi tutte le mura sono completamente affrescate, più si sale più la vista diventa spettacolare ed entrare in un castello, almeno per me, è sempre un emozione unica!
Al primo piano si trova Sala Römer: durante il Rinascimento era la sala inferiore e rispetto a quella superiore, non era riscaldata. Caratterizzata da delle travi in legno che sostengono il soffitto, è completamente affrescata con temi tratti dal Vecchio Testamento e le varie scene non sono collegate tra di loro, dato che racontano delle singole storie.
Al secondo piano si torva il Salone Superiore, conosciuto anche come Sala Hendl e considerato la parte più importante della struttura. La presenza del camino fa pensare che la famiglia Römer utilizzasse questa sala in inverno, mentre la Sala Römer era per l’estate, perchè più fresca. Nella Sala Hendl è possibile ammirare il soffitto originario con le varie travi in legno a visto e sostenuto da due colonne, sempre in legno.
Finito il giro del secondo piano, si può salire attraverso delle scale strette al Mastio: torre non utilizzata per motivi abitativi ma piuttosto per scopi militari come la sorveglianza verso la Val Sarentina e Castel Roncolo. Inoltre era anche il simbolo del castello e per questo doveva essere visto da lontano.
Il mistero del quadrato magico
Come in ogni castello che si rispetti, anche a Castel Mareccio c’è una leggenda, oltre all’apparizione periodica della castellana Clara – morta suicida – che vaga nelle sale del castello. Sto parlando del Quadrato Magico, un graffito di vinaccia che si trova sulla parete del corridoio di ronda, proprio accanto ad una finestra del terzo piano.
Il quadrato magico è formato da cinque righe e da cinque colonne; sulla prima riga così come sulla prima colonna c’è la parola SATOR e negli altri riquadri troviamo le parole ROTAS, AREPO, TENET, OPERA. Sono tutte parole che lette in tutte le direzioni, rimangono sempre le stesse. Un grande mistero sul suo significato: il quadrato magico è stato ritrovato in diversi luoghi del mondo e testimoniato in diverse fonti antiche. E’ stato ritrovato nelle rovine romane di Cirencester in Inghilterra intorno al III secolo, nell’antica Pompei, a Siena ma anche in Francia, in Spagna e in Ungheria.
Varie le ipotesi sul suo significato: può essere una testimonianza del Padrenostro, testimonianza legata alla parola SARTOR, un’antica forma di preghiera. Felix Grosser interpretò le varie lettere disposte in modo da formare la parola PATERNOSTER, incrociate fra una A e una O (alfa e omega greci) già nel 1926.
La N di TENET (la croce) può essere il simbolo dei pesci e il segno dello spirito. La somma dei numeri delle diagoli del quadrato danno sempre 65, anche lette in tutte le direzioni: nella Cabala, il numero 65 è il nome di Dio, Adonaj (Aleph = 1, daleph = 4, nem = 50, jod =10). Se puntiamo l’attenzione sui numeri, possiamo parlare di un quadrato magico legato alla scrittura palindroma: la somma delle caselle è costante, mostrando delle simmetrie.
Non vado oltre, perché le interpretazioni sono davvero tantissime!
Informazioni utili
Grazie alla mostra temporanea LUKAS RÖMER Castel Mareccio e la riforma. Un percorso espositivo nella torre di Castel Mareccio, il castello è aperto al pubblico senza prenotazione.
Durata della mostra: 19.12.2017 – 04.11.2018 lunedì – venerdì dalle 9 alle 12.45 e dalle 15 alle 17
Costo del biglietto: 5 €