Il capoluogo bolzanino vanta diversi castelli e Castel Mareccio a Bolzano è il castello cittadino per eccellenza. Situato a pochi minuti dal centro storico e sulle rive del Talvera, è finalmente possibile visitarlo senza prenotazione, obbligatoria fino a pochi anni fa.
Castel Mareccio è considerato il castello degli enigmi ed conosciuto soprattutto come location ad eventi organizzati. Da pochi anni a questa parte è aperto al pubblico ad orari prestabiliti: come non cogliere l’occasione di visitare uno dei più misteriosi castelli dell’Alto Adige?
Il mio consiglio è quello di raggiungerlo a piedi dal Talvera perché saprà sorprenderti. Apparirà all’improvviso tra i vigneti e con il Catenaccio alle sue spalle e nella bella stagione il panorama darà il meglio di sé!
Pillole di storia
E’ una fortezza tipica del periodo romanico ed è caratterizzata da pietre di fiume messe orizzontalmente.
La sua costruzione risale al 1194 grazie a Berthold von Bozen, capostipite della famiglia Maretsch per motivi puramente difensivi.
Nel corso dei secoli, la residenza fortificata è passata di mano in mano e da fortezza s’è trasformata in dimora nobiliare. Le maggiori famiglie che l’hanno posseduto sono la famiglia Reifer, il Duca di Sigismondo d’Austria, la famiglia Romer.
Tra il Duecento e il Trecento, a causa dei tanti cambi di proprietà, Castel Mareccio ha subìto diverse modifiche: proprio quest’ultima famiglia ha deciso di ampliarlo e innalzarlo.
- Le quattro torri sono diventate più alte e caratterizzate dal tetto conico.
- E’ stata edificata la torre abitativa isolata.
- La cinta muraria ampliata che ha creato una struttura quadrata con un camminamento di ronda, merlature a coda di rondine.
- Le pareti di molte stanze interne vennero affrescate con scene bibliche, mitologiche ed araldiche.
Durante il Cinquecento è stato creato il fossato di cinta con il relativo ponte. Caratteristico è il cortile interno: oggi coperto da un tetto in vetro, è circondato, anziché da pareti anonime, da un loggiato lungo i tre lati e utilizzato in estate per i concerti.
Il Castel Mareccio è passato poi alla famiglia degli Hendl, successivamente a Guidobaldo di Thun e nel 1851 è passata di proprietà ad Anna Sarnthein. Come molti castelli del Trentino Alto Adige, durante l’Ottocento castel Mareccio è stato utilizzato come deposito d’armi.
All’inizio del Novecento è stata la sede dell’Archivio di Stato e oggi, Castel Mareccio fa parte della Fondazione Castelli di Bolzano, utilizzato soprattutto per congressi e mostre d’arte.
Il percorso espositivo
Il castello è disposto su due piani, più il mastio: la mobilia è inesistente tranne nelle due sale principali, Sala Römer e Sala Hendl usate per i convegni.
Nonostante questo, vale comunque la pena entrare perché quasi tutte le mura sono completamente affrescate; più si sale e più la vista diventa spettacolare ed entrare in un castello, almeno per me, è sempre un emozione unica!
Nel corso del Cinquecento, Castel Mareccio è stato ampliato e affrescato secondo i gusti dell’epoca ed è così che si è trasformato in questo periodo in residenza rinascimentale.
Il primo piano
Il percorso inizia con la Galleria dei Filosofi dove, su richiesta della famiglia Römer, sono stati dipinti i savi dell’Antica Grecia e alcuni filosofi antichi. Spesso sono rappresentati in coppia, dialogando tra di loro e correlati da sentenze.
La tecnica usata per le decorazioni è quella del grisaille: attraverso l’utilizzo dei vari toni grigi, si creano luci e ombre e a volte si aggiunge l’azzurro per il cielo e il rosso per il sangue dei crocifissi,
Si raggiunge Sala Römer: durante il Rinascimento non era riscaldata, probabilmente utilizzata per l’estate perché più fresca.
Caratterizzata da travi in legno che sostengono il soffitto, è completamente affrescata con temi tratti dal Vecchio Testamento e dall’antichità romana. Le varie scene non sono collegate tra di loro, dato che raccontano delle singole storie ed enfatizzano il buon governo.
Le pitture risalgono tra il 156 e il 1567 e il modello utilizzato sono degli intagli in legno dell’incisore tedesco Virgil Solis.
Il secondo piano
Si trova il Salone Superiore, conosciuto anche come Sala Hendl e considerato la parte più importante della struttura. La presenza del camino fa pensare che la famiglia Römer utilizzasse questa sala in inverno.
E’ possibile ammirare il soffitto dipinto originario con diverse travi in legno a vista e sostenuto da due colonne, sempre in legno. Sia il soffitto che gli affreschi che decorano le mura sono databili al 1560 circa: sono raffigurati vasi, ghirlande, frutti e volattili.
Mastio
La torre non è stata utilizzata per motivi abitativi ma piuttosto per scopi militari come la sorveglianza verso la Val Sarentina e Castel Roncolo. Inoltre era anche il simbolo del castello e per questo doveva essere visto da lontano.
Il mistero del quadrato magico di Castel Mareccio
Come in ogni castello che si rispetti, anche a Castel Mareccio c’è una leggenda (oltre all’apparizione periodica della castellana Clara, morta suicida, che vaga nelle sale del castello). Sto parlando del Quadrato Magico, un graffito di vinaccia che si trova sulla parete del corridoio di ronda, proprio accanto ad una finestra del terzo piano.
Il quadrato magico è formato da cinque righe e da cinque colonne; sulla prima riga così come sulla prima colonna c’è la parola SATOR e negli altri riquadri troviamo le parole ROTAS, AREPO, TENET, OPERA. Sono tutte parole che lette in tutte le direzioni, rimangono sempre le stesse.
Un grande mistero sul suo significato: il quadrato magico è stato ritrovato in diversi luoghi del mondo e testimoniato in diverse fonti antiche. E’ stato ritrovato nelle rovine romane di Cirencester in Inghilterra intorno al III secolo, nell’antica Pompei, a Siena ma anche in Francia, in Spagna e in Ungheria.
Varie le ipotesi sul suo significato: può essere una testimonianza del Padrenostro, testimonianza legata alla parola SARTOR, un’antica forma di preghiera. Felix Grosser interpretò le varie lettere disposte in modo da formare la parola PATERNOSTER, incrociate fra una A e una O (alfa e omega greci) già nel 1926.
La N di TENET (la croce) può essere il simbolo dei pesci e il segno dello spirito. La somma dei numeri delle diagoli del quadrato danno sempre 65, anche lette in tutte le direzioni: nella Cabala, il numero 65 è il nome di Dio, Adonaj (Aleph = 1, daleph = 4, nem = 50, jod =10). Se puntiamo l’attenzione sui numeri, possiamo parlare di un quadrato magico legato alla scrittura palindroma: la somma delle caselle è costante, mostrando delle simmetrie.
Non vado oltre, perché le interpretazioni sono davvero tantissime!
Informazioni utili per visitare Castel Mareccio
- Il biglietto costa 5 €.
- Per gli orari di apertura rimando direttamente al sito.
- Castel Mareccio si trova in Via Claudia de Medici 12 a Bolzano.