Esiste una Resistenza tedesca? Quando si studia la Seconda Guerra Mondiale, una parte del programma è relativo alla Resistenza. Giustamente si studia soprattutto la Resistenza italiana ma si parla anche di Resistenza in Francia, nella ex Cecoslovacchia, in Polonia, in Spagna. Non si parla mai di Resistenza tedesca.
Si pensa che non sia esistito un fenomeno simile anche in Germania. In un certo senso è vero se s’intente un gruppo organizzato di persone che hanno lottato contro il Nazifascismo. E’ una affermazione falsa appena ci si rende conto che delle persone singole hanno dato la loro vita lottando contro la dittatura di Hitler.
Attraverso questo postblog ti porto in quattro memoriali istituiti dalla Comunità Europea e dalla città di Berlino che raccontano storie sconosciute ai più per scoprire una Resistenza in Germania.
Pensieri liberi
Studiando il Nazifascismo sia alle superiori che all’università, mi è capitato spesso di leggere libri e interviste, vedere film e documentari a riguardo. Una cosa di cui mi sono sempre meravigliata è del perché in Germania non ci sia mai stata una Resistenza come la intendiamo noi: delle persone che si uniscono, creano un gruppo, si organizzano e si attivano contro la dittatura. A livello nazionale.
Spesso mi sono adirata a riguardo, mi sono scandalizzata. Il Nazionalsocialismo è stato tra le peggiori dittature, perché i tedeschi si sono lasciati manipolare in questa maniera senza reagire? Hai mai visto le interviste fatte dopo la guerra agli ufficiali tedeschi?
Un esempio eclatante è sicuramente Adolf Eichmann: il film “Hannah Arendt” del 2012 lo racconta bene. La risposta alla domanda del perché ha fatto quello che ha fatto è stata: “Perché me l’hanno ordinato”. Scioccante. Ovviamente la spiegazione è complessa e ci sono tanti elementi da considerare. Ma rimane pur sempre scioccante! Mi hanno ordinato di uccidere delle persone e io l’ho fatto senza disobbedire all’ordine. Stop.
Questo mi ha sempre distrutto a livello psicologico e morale. E devo dire che all’università, gli esami di storia contemporanea sono stati i più difficili da sostenere perché mettevo in discussione il nostro grado di umanità. Può mai un uomo fare tutto ciò?
Esiste anche una Resistenza tedesca!
Nel corso tempo, per caso, ho incominciato a conoscere piccole storie di grandi donne e uomini che nel loro piccolo hanno cercato di fare qualcosa. Concretamente e lasciandoci la pelle. Io ho sempre adorato i film: da qualche anno non riesco a vederne quanti ne vorrei ma all’epoca dell’università ne ho visti tantissimi. Ogni occasione era buona per andarne a vedere uno.
Tra questi “La Rosa Bianca” dove Sophia Schöll col fratello e un compagno di studi, hanno cercato di smuovere le anime stampando e distribuendo volantini all’interno dell’università dove studiavano. “Rosenstrasse” dove racconta di come mogli e figlie tedesche di mariti e padri ebrei hanno protestato a Berlino contro il divieto dei matrimoni misti tra tedeschi ed ebrei.
La storia più conosciuta quella di Oskar Schindler raccontata da Steven Spielberg nel suo celebre film “Schindler list” dove Schindler ha salvato moltissime vite dai campi di concentramento. O “Operazione Valchiria” dove si è cercato di organizzare un attentato a Hitler.
La Resistenza tedesca a Berlino
Ecco, vi voglio parlare di queste persone, storie sconosciute che fanno parte della Resistenza tedesca. Quella Resistenza non ufficiale, non conosciuta e non studiata a scuola. Anche perché molte storie stanno venendo fuori per caso negli ultimi anni. Nell’estate 2015, quando sono stata a Berlino, ho scoperto delle storie fantastiche che vanno assolutamente raccontate.
Per caso, sono venuta a conoscenza di quattro memoriali nei quali trovare quattro contesti differenti di persone che hanno cercato di fare qualcosa. Ebbene si, esiste anche una Resistenza tedesca ma che a differenza di quella italiana e degli altri stati europei, è caratterizzata dall’attività di singole persone e non qualcosa di organizzato a livello nazionale.
Questi memoriali sono finanziati dalla Comunità Europea e dalla città di Berlino. L’entrata è gratuita e sono davvero dei musei organizzati molto bene, con tante notizie, storie, nomi da conoscere.
Museo Blindenwerkstatt Otto Weidt
Il museo è stato allestito all’interno della fabbrica di spazzole e scope che riforniva l’esercito tedesco e quindi essenziale industria di guerra. Il proprietario Otto Weidt, cieco lui stesso, cercò di salvare più persone possibili, soprattutto ebrei e non, ciechi e sordi da morte certa.
Tutte le persone con una qualsiasi disabilità fisica e mentale, avevano morte certa nei forni crematori o nei vari esperimenti scientifici da parte del Nazionalsocialismo. Nel 1942 Weidt riuscì a corrompere la Gestapo per far ritornare sul luogo di lavoro i suoi dipendenti, arrestati e pronti per essere deportati.
In ogni sala ci sono foto, storie, documenti originali che testimoniano le attività di Otto Weidt. Nell’ultima sala c’è anche una stanza nascosta da un muro, dove venivano nascoste le persone.Informazioni utili
Informazioni utili
- Si trova in Rosenthaler Str. 39 Berlin Mitte.
- Per maggiori informazioni, il sito è www.museum-blindenwerkstatt.de.
Die Gedenstätte Stille Helden
Quando ci sono stata io, il Memoriale degli Eroi Silenziosi era accanto alla fabbrica di Otto Weidt; non a caso perché lo stesso Otto Weidt è stato un eroe silenzioso. Succesivamente spostato in un’altra sede, il memoriale commemora tutte quelle persone che, con la loro azione, aiutarono e salvarono ebrei dalla persecuzione nazista. Il loro è un esempio di come fu possibile farlo, nonostante i rischi che andarono a correre.
La mostra permanente racconta le persecuzioni degli ebrei, iniziate nel 1933 e gli impedimenti da parte di questi eroi silenziosi alle varie deportazioni verso i campi di concentramento dell’Est, salvando donne, uomini e bambini. Le storie andante a buon termine sono documentate così come i fallimenti. La mostra si focalizza soprattutto sulle storie di salvataggio avvenute in Germania, raccontando entrambe le versioni: quella degli eroi silenziosi ma anche quella della persona salvata. Si stima che decine di migliaia di persone aiutarono gli ebrei su suolo tedesco e che circa 5.000 ebrei sopravissero, di cui più di 1.700 persone a Berlino.
Al primo piano viene illustrata in modo chiaro la resistenza contro la persecuzione degli ebrei. Sono raccontate numerose storie di salvataggio, suddivise in 18 temi specifici.
Alcune storie
Elisabeth Abegg decise di aiutare come potè molti ebrei, salvandoli dalla deportazione. Grazie all’aiuto di studenti, amici e le sue sorelle, Elisabeth riuscì a creare luoghi dove nasconderli, sfamarli e organizzandosi per aiutarli nella loro sopravvivenza in maniera pratica. Riuscì a salvare più o meno ottanta persone a Berlino, in Alsazia e in Prussia.
Heinrich e Marie List nascosero il loro amico ebreo Ferdinand Strauss, nascondendolo nella loro fattoria nelle campagne della regione di Hesse. Il nascondiglio di Ferdinand venne scoperto nel marzo del ’42 ma lui riuscì a scappare in Svizzera: mentre Marie List ricevette solo un severo ammonimento, il marito Heinrich venne spedito nel campo di concentramento di Dachau, dove morì nell’ottobre del 1942.
Informazioni utili
- Si trova in Stauffenbergstr. 13–14 Berlin-Tiergarten.
- Per maggiori informazioni, si può consultare il loro sito www.gedenkstaette-stille-helden.de.
Gedenkstätte Deustcher Widerstand
Il memoriale della Resistenza tedesca è il luogo del ricordo, della ricerca, dello studio e della documentazione. Vengono pubblicati libri e documentazioni che illustrano la Resistenza tedesca. Al suo interno è stata allestita una mostra permanente, accompagnata da diverse mostre temporanee ed eventi. Il tema centrale mostra come gruppi di persone o singoli individui abbiano preso decisioni (e atti pratici) contro il Nazionalsocialismo dal 1933 al 1945, cercando di ristabilire la libertà in Germania.
Dal luglio del 2014 la mostra permanente “La Resistenza contro il Nazionalsocialismo” documenta la vita privata ma anche quella pubblica, come i vari contatti, movimenti e le azioni, di persone che cercarono di reagire alla dittatura e non solo. Viene raccontata anche la reazione del Nazionalsocialismo a questi attacchi da parte del nemico.
Gli argomenti trattati sono suddivisi in 18 sezioni: di come oppositori della chiesa evangelica e cattolica, le minoranze oppresse come gli ebrei, i Sinti e gli zingari gli intellettuali e artisti promossero la Resistenza verso dittatura nazista. Vengono raccontate varie storie come le attività della Rosa Bianca, l’attentato del 20 luglio del 1944 contro Hitler o quello dell’8 novembre 1939 da parte di Georg Elsers.
Perché un memoriale in questo luogo?
In questo edificio venne ucciso a colpi di pistola Claus von Stauffenberg per aver cercato di uccidere Hitler. All’inizio del 1933 al suo interno si discusse di come impedire a Hitler di diventare cancelliere e nel 1944 si complottò di eliminare il dittatore.
Informazioni utili
- Si trova in Stauffenbergstr. 13 – 14 Berlin Mitte.
- Per maggiori informazioni, si può consultare il sito www.gdw-berlin.de.
Gedenstätte Plötzensee
Il memoriale di Plötzensee è l’antica prigione usata da Hitler durante la dittatura. Chiamata the Plötz, fu aperta nel 1879 su ordine dell’imperatore Kaiser Guglielmo I per rinchiudere i sovversivi ma venne usata soprattutto per comuni criminali. Tra il 1890 e il 1932 circa 40 detenuti furono decapitati.
Durante in nazismo all’interno della prigione morirono 2.891 persone. Prigionieri politici interrogati dopo essere stati torturati, processati da tribunali manipolati (tribunali speciali, dalla sezione penale politica della Corte Suprema e dal Tribunale Speciale nazista nato nel 1934) e ghigliottinati. Molti detenuti furono uccisi impiccati dopo essere stati appesi a dei ganci da macellaio.
Qui si trovarono anche coloro che avevano preso parte al colpo di stato fallito del 20 luglio 1944 e i membri del gruppo di resistenza “Kreisauer Kreis“.
Informazioni utili
- Si trova a Huttigpfad, Berlin Charlottenburg Wilmersdorf.
- Per maggiori informazioni, si può consultare il sito www.gedenkstaette-ploetzensee.de.
Luoghi extra da visitare
- Denkmal fur die ermordeten Juden Europas: monumento nato nel 2005 in un luogo strategico tra il Reichstag, la porta di Brandeburgo e sull’ex muro. Silenziosa testimonianza grazie alla quale i tedeschi riconoscono il genocidio, parte inevitabile della storia. L’architetto Peter Eisenmann ha progettato un campo con 2.711 pilastri in cemento tutti allineati ma con diverse altezze. Sul suo lato est si trova l’Ort der Information dove è raccontata un’introduzione all’Olocausto.
- Berlin Jüdisches Museum: il Museo Ebraico è stato creato dall’idea dell’architetto Daniel Libeskind, si vuole raccontare la storia degli ebrei in Germania. La sua architettura è paricolare: il disegno, la forma, lo stile e gli interni vogliono essere la metafora della tragedia dell’Olocausto. Vuole essere la massima espressione della presenza degli ebrei in Germania e del loro rapporto la società tedesca.
- Judischer Friedhof Weissensee: cimitero costruito nel 1880, anche se gravemente bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale, venne lasciato intatto dai nazisti. E’ stato costruito un monumento all’entrata del cimitero per ricordare i 6 milioni di ebrei morti durante l’Olocausto. Nella parte sud sono stati seppelliti i soldati ebrei-tedeschi che combatterono e morirono durante la Grande Guerra.
Per approfondire l’argomento sulla storia ebraica a Berlino durante il Nazionalsocialismo, ti rimando all’articolo Essere ebrei nella Berlino Nazista che avevo scritto al mio ritorno dal viaggio fatto nella capitale tedesca.
