Perché consiglio di visitare il castello di Ambras a Innsbruck?
La motivazione più ovvia: è bellissimo, soprattutto durante la bella stagione o in inverno con la neve .
I perché meno scontati: è il primo museo del mondo che ancora si trova nella sua sede originale da ben 450 anni. Inoltre è l’unico museo federale della repubblica austriaca a trovarsi fuori dalla sua capitale, Vienna.
Il castello di Ambras sorge su una terrazza alberata ai piedi del grande bosco di Patschberg che domina Innsbruck dall’alto. Lo puoi raggiungere a piedi attraverso il vasto parco pubblico o prendendo un bus che ti porterà direttamente all’entrata.
E’ una tappa che consiglio a chi visita Innsbruck: che sia la prima volta o semplicemente sei un’amante di storia e arte.
La storia del Castello di Ambras
Tutto ha origine con una fortezza medievale di proprietà dei duca Andechs e alla loro caduta politica, la fortezza venne rasa rasa al suolo dai bavaresi intorno al 1133.
Nel 1288 è documentata la costruzione di un nuovo edificio sullo stesso luogo che svettava sulla città da uno sperone roccioso. Nuovamente il castello venne ampliato e rimaneggiato tra il Quattro e Cinquecento.
E’ nella seconda metà del Cinquecento che:
- il castello diventa la residenza estiva dell’arciduca Ferdianando II.
- Viene eretta la bellissima Spanische Saal e utilizzata come sala per le feste.
- Le antiche fortificazioni medievali vengono trasformate nell’ampio parco che possiamo ammirare noi oggi.
Durante l’Ottocento è stato rimaneggiato diverse volte e nella prima metà del Novecento, il castello di Ambras viene riportato ai suoi fasti rinascimentali.
Grazie al lavoro certosino del Kunsthistorisches Museum di Vienna, sono state identificate e talvolta recuperate le collezioni rinascimentali con l’ausilio degli inventari dell’epoca.
Oggi è un luogo dove si può in tutta la sua bellezza la storia, le opere d’arte e lo stesso castello di Ambras.

Cosa visitare all’interno del museo più antico del mondo
Il castello Ambras a Innsbruck nasce come dono d’amore per Philippine Welser da parte di Ferdinando II.
Si racconta che Philippine, essendo la figlia di un mercante di Agusta in Germania, non era una moglie degna all’imperatore d’Asburgo. Sta di fatto che il matrimonio e i figli furono tenuti nascosti.
Stiamo parlando del primo museo al mondo che ancora oggi è allestito nella sua sede originale. Ferdinando II fece erigere un edificio appositamente per le sue collezioni: cristalli, argento, oro, armature, tesori esotici e i tantissimi dipinti che ancora oggi sono presenti.
Unterschloss ovvero il Castello Inferiore
Il percorso inizia con il Castello Inferiore con la sua forma a ferro di cavallo e costruito a completamento del Castello Superiore.
Un agglomerato di edifici del Cinquecento che si aprono verso il parterre antistante alla rocca. Nel centro del parterre spicca un’edicola in ferro battuto con una fontana, un’opera veneziana della stessa epoca.
L’uso originale di questi spazi era destinato alle scuderie e ad un granaio sotto il tetto e le collezioni occuparono le altre ali.
Tra il 1589 e il 1881 esisteva anche un’ala aggiuntiva che ospitava la cosiddetta Armeria degli eroi, poi distrutta per problemi strutturali.
Waffensammlung e la Kunst- und Wunderkammer
La Waffensammlung è la collezione di armi bianche e armature appartenenti all’imperatore Federico II, seguono poi altre tipologie di armatura appartenenti ad altre personalità importanti:
- Turnierkammer con le armature da torneo risalenti al Cinque e Seicento e di produzione locale.
- Hedelnkammer che contiene dei grandi armadi da armatura risalenti alla fine del Cinquecento.
- Leibrüstkammer dove si possono ammirare le maschere da combattimento moresche e turche, scudi ungheresi e le armature da parata.
La camera d’arte e delle meraviglie la si può considerare come il precursore rinascimentale del concetto di museo.
Al suo interno, le opere d’arte vere e proprie sono esposte accanto a oggetti considerati curiosi nel Cinquecento: veniva raccolto tutto ciò che era unico, particolare, raro o straordinario.
La stanza in cui si trovano è stata creata appositamente per questo tipo di esposizione. L’allestimento si rifò ad una riorganizzazione del 1974 basandosi sugli inventari originali.

Spanische Saal ovvero la Sala Spagnola
La Sala Spagnola è probabilmente la sala più sfarzosa di tutto il palazzo ed era usata per le feste: parliamo di 43 metri di lunghezza e 13 di larghezza.
Le pareti sono caratterizzate da diversi disegni architettonici a grisaille; il soffitto a cassettoni e le porte intarsiate sono dall’ebanista di corte Konrad Gottlieb e databili al 1571.
Le decorazioni parietali rappresentano 27 ritratti a figura intera dei principi regnanti tirolesi: inizia con il conte Alberto I del Tirolo per terminare con lo stesso Ferdinando II.
Spicca il ritratto di Margarethe detta Maultasch, l’ultima contessa di castel Tirolo a Merano e protagonista di tante dicerie.
I dipinti dei basamenti e quelli che decorano il lato finestrato mostrano le figure allegoriche e scene mitologiche dell’antichità: le virtù, il ciclo dedicato ad Ercole, le arti liberali e le storie di Romolo e Remo.
A causa dell’umidità, la sala è stata restaurata per la prima volta tra il 1878 e il 1880.
Viene utilizzata tutt’ora per i concerti, come ad esempio il Festival di musica antica di Innsbruck.
Hochschloss ovvero il Castello Superiore
Il percorso prosegue poi all’interno del Castello Superiore, costruito intorno ad un cortile interno decorato con la tecnica a grisaille su cinque registri.
E’ stato costruito negli anni Sessanta del Cinquecento per volere di Ferdinando II: lo voleva utilizzare come residenza privata e vennero chiamati dagli architetti Giovanni e Alberto Lucchese.
Ancora prima di crearlo, lo donò alla sua amata Philippine Welser.
Fino a quando l’imperatore non costruì il Castello Inferiore, tutta la sua collezione di armature, armi, ritratti, oggetti rari e preziosi si trovata qua.
Alla morte di Ferdinando II, il figlio minore Margravio Karl von Burgau vendette il castello all’Imperatore Rodolfo II, suo cugino.
Durante la metà dell’Ottocento, il castello venne ristrutturato e usato come residenza estiva con un tocco neogotico (eliminati poi nel 1913) dall’arciduca Carlo Ludovico. Gli architetti di questo risultano furono Ludwig e Heinrich Förster.
Dato che il palazzo era un’ex proprietà imperiale, nel 1919 divenne di proprietà della Repubblica d’Austria e nel 1936 il Castello Superiore è ritornato ad essere un museo.

Il Portraitsgalerie ovvero la quadreria
Il percorso della quadreria si distribuisce lungo i tre piani del Castello Superiore.
Ferdinando II aveva già iniziato la sua collezione di ritratti raggiungendo i 1.000 ritratti tra cui i membri della famiglia e delle corti principesche tedesche e di altre corti, di papi, condottieri, uomini e donne famosi. Oggi la troviamo al Gabinetto Numismatico del Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Poi appare la Galleria dei ritratti degli Asburgo istituita nel 1976 e che oggi conta 250 pezzi: sono esposti tutti nel Castello Superiore e datati tra il Quattrocento e l’Ottocento.
L’attuale filo logico ragiona più per dinastie e genealogie. In questa maniera vengono messe in evidenza le scelte politiche matrimoniali e di alleanza delle dinastie regnanti delle diverse epoche.
Una sala che mi ha colpito perché mi tocca da vicino è quella dedicata ai ritratti dei Maestri delle Poste della famiglia Tasso Bordogna. La famiglia ha origine bergamasche e sono coloro che hanno inventato il servizio postale moderno, sviluppandosi poi in tutta Italia.
Nello specifico, la famiglia Tasso Bordogna è lo stesso ramo presente anche a Trento, in Alto Adige fino ad arrivare a Innsbruck.
A Trento sorgono diverse ville: ebbero fortuna durante il Concilio di Trento perché si occuparono della comunicazione ufficiale tra i partecipanti al Concilio e le loro zone di provenienza.
Altre curiosità del Castello Superiore
Gli altri luoghi particolari che visiterai durante il tuo percorso sono:
- la cappella di San Nicola consacrata per la prima volta nel 1330.
- La stanza del bagno di Philippine Welser: un bagno di sudore, una vasca insolitamente grande e uno spazio per cambiarsi e rilassarsi.
- Il Giardino del Paradiso e delle Erbe officinali che si può ammirare dalla scala a chiocciola che collega la Sala Spagnola con i piani superiori.
Il giardino del castello e il grande parco pubblico
All’inizio fu un immenso bosco all’interno del quale sorgeva il castello, uno spazio che fungeva da riserva di caccia. Poi arrivò l’arciduca Ferdinando II e cambiò completamente il suo aspetto.
Terminato nel 1574, il parco si è trasformato uno spazio completamente nuovo con i laghetti per i pesci, le voliere e le case estive: un luogo di piacere e non più di caccia.
Di questo periodo risale la Grotta di Bacco scavata nella roccia e una torretta a chiocciola: quest’ultima è stata parzialmente ricostruita. Ci troviamo nello spazio di fronte alla Sala Spagnola ed è conosciuto come Keuchengarten.
La parola Keuchen deriverebbe probabilmente dal fatto che una volta era stato allestito il carcere all’interno della torre del Castello Superiore, che si trovava proprio in questo spazio. La torre carceraria è stata poi incorporata al nuovo edificio rinascimentale durante i rifacimenti dell’epoca.
Nel Keuchengarten sorgeva anche il tavolo girevole, alimentato ad energia idraulica e la sala per i giochi con la palla (oggi spariti) e dal 1855 fu allestita una piscina. Mentre nella parte occidentale, il parco venne trasformato in un giardino paesaggistico.

Cosa non è più visibile?
Il giardino era molto diverso rispetto a come si presenta oggi. Le altre caratteristiche che oggi non ci sono più:
- un giardino quadrangolare e diviso da nove aiuole con un padiglione rotondo al suo centro.
- La Casa d’Estate: una rotonda dedicata agli scherzi d’acqua.
- Il Keuchengarten ha lasciato posto ad un frutteto nel 1595 alla morte di Ferdinando II. Alla fine del secolo scorso, il frutteto è stato ridisegnato, riprendendo l’incisione del 1649 di Matthaeus Merian.
- Le piante per uso medicinale volute dall’arciduca Massimiliano II hanno lasciato il posto alle erbe aromatiche.
Come si presenta oggi il parco?
L’attuale aspetto lo dobbiamo alla collaborazione tra Österreichische Bundesgärten, la società ÖGHG e gli studiosi ed esperti di storia del giardino e architetti del paesaggio.
Oggi il parco è aperto a tutti: il Keuchengarten è curato nei minimi dettagli, dove un pavone la fa da padrone. E’ quel che rimane degli antichi splendori rinascimentali poiché non si è riusciti a recuperare appieno il giardino originale.
Il resto è un bosco che scende verso la città, dove risalta il bacino balneabile dell’Ottocento e attuale dimora delle anatre.
Informazioni utili per visitare il castello di Ambras
- Il museo si trova in Schlossstraße 20, 6020 Innsbruck.
- Il biglietto costa 18 € se lo acquisti in biglietteria. Ti consiglio di comprarlo online perché lo paghi 16 €.
- Il castello di Ambras è incluso anche nella Innsbruck Card se vorrai visitare anche gli altri musei della città.
- L’apertura è giornaliera dalle 10 alle 17, l’unico mese di chiusura è novembre.
Se viaggi senz’auto come me, ecco come raggiungere il castello di Ambras con i mezzi pubblici.
Il biglietto singolo costa 3.20 € se fatto alle macchinette a terra e non sul bus e dura 90 minuti. Io ho sempre fatto il biglietto giornaliero a 7 € perché poi utilizzavo i bus per raggiungere altre tappe.
- Linea autobus M direzione Aldrans Fagslung e scendere alla fermata “Schloss Ambras”. E’ quella che consiglio perché lascia proprio all’entrata.
- Tram linea 3 direzione Amras fino alla fermata “Philippine-Welser-Straße”. Poi si prosegue a piedi per circa 1,2 km (10/15 minuti) per Amraser Straße e Tummelplatzweg (attenzione alla salita ripida dell’ultimo tratto).
- Linea autobus C direzione Luigenstraße. Scendere alla fermata “Luigenstraße” e proseguire poi a piedi per circa 0,6 km (10 minuti attraverso il parco del castello. Attenzione alla salita ripida).
- Tram linea 6 direzione Igls Bahnhof fino alle fermate “Tummelplatz” o “Schönruh”. Si segue poi a piedi: 0,4 km e circa 6 minuti con una discesa ripida.



2 pensieri sparsi
È strepitoso questo castello! Il modo in cui lo hai raccontato mi ha fatto venire voglia di vederlo
Io l’ho visitato due volte e ancora non mi sono stufata! Per chi ama la storia locale, è il luogo giusto perché lo fa attraverso i tanti ritratti e l’arte.