Finalmente ci sono riuscita: ne ho sentito tanto parlare e ad essere sincera ero convinta che l’Altopiano del Renon fosse in fondo al mondo. Invece è proprio dietro l’angolo: a 5 minuti dalla stazione dei treni di Bolzano c’è la cabinovia che in poco tempo ti porta proprio là. Sconsigliata per chi soffre le vertigini ma uno scrigno meraviglioso che offre paesaggi mozzafiato di Dolomiti, prati verdi o innevati in base alla stagione, Bolzano dall’alto. Devo dire che fare trekking sull’Altopiano del Renon è un’esperienza da fare se si capita a Bolzano.
L’Altopiano del Renon è la montagna per eccellenza dei bolzanini che, per sfuggire all’afa estiva, si rifugiavano qua già durante il 1700. Passeggiate in estate, panorami mozzafiato tutto l’anno e tanta neve in inverno: ecco le cose belle che ci sono da queste parti.
Mi seguite per fare trekking sull’Altopiano del Renon?
Una volta raggiunta Soprabolzano, capolinea della cabinovia, ci si può organizzare in base alle proprie esigenze e alle infinite proposte. Le passeggiate da fare sono davvero tante: don’t worry, c’è qualcosa proprio per tutti! Passeggiate con diversi gradi di difficoltà e tempistica e in inverno c’è la possibilità di sciare sul Corno del Renon, la parte più alta dell’Altopiano del Renon.
Il giro che ho fatto io è tra quelli più facili e non per questo meno interessante! Da Soprabolzano ho preso il trenino del Renon e sono scesa alla fermata di Costalovara. In questo minuscolo paesino c’è un interessantissimo Museo d’Apicoltura Plattnerhof con la possibilità di visitare la più grande collezione privata di apicoltura e situato in un punto davvero panoramico. Prima di riprendere il trenino, mi sono fermata a girovagare per la zona: c’è un piccolo laghetto, delle case di montagna molto caratteristiche (ma sapete quante foto ho fatto??) e un bellissimo panorama.
Una volta terminato il mio giro a Costalovara, ho ripreso il trenino fino al capolinea, Collalbo. Da qui partono alcune delle tante passeggiate e io ho preso il sentiero nr 24, quello che porta direttamente alle piramidi di terra, passando per Commenda di Longomoso. Le piramidi di terra sono uno spettacolo naturale unico: sull’Altopiano del Renon ci sono ben tre luoghi dove visitarli ma queste sono le più spettacolari della zona e le più alte d’Europa. Come perderle?
Questo è il percorso che ho fatto io ma le possibilità di fare trekking sull’Altopiano del Renon sono davvero tante. Di seguito ti racconto singolarmente i vari luoghi che ho visitato!
Il trenino a scartamento dell’Altopiano del Renon
Per girare sull’Altopiano del Renon, il trenino è il mezzo migliore per spostarsi da una località all’altra. Ma dovete sapere che salirci sopra è come fare un salto nel passato: se capitate in una fascia oraria in cui c’è poca gente (a me è capitato la mattina con le prime corse), i vagoni sono ancora quelli originali e ristrutturati.
Cosa ha di particolare questo trenino? E’ l’ultimo trenino a scartamento dell’Alto Adige! Il turismo sull’Altopiano del Renon risale durante l’Ottocento, quando si volle avvicinare la nobiltà al turismo montano (oltre alla necessità di refrigero durante l’estate afosa della città). Per gli spostamenti si pensò proprio ad un trenino su modello di quelli svizzeri: una vera manna sia per i turisti che per gli stessi abitanti.
Nel 1966 la tratta Bolzano – Soprabolzano venne sostituita con una cabinovia; mentre è rimasta la tratta Soprabolzano – Collalbo. Oltre a salire su un pezzo di storia, viaggiare con questo trenino è un’esperienza entusiasmante grazie al bellissimo panorama: io l’ho fatto sia in estate che in inverno e devo dire che sarei scesa-salita ad ogni fermata!
Il Museo d’Apicoltura Plattnerhof
Il Museo d’Apicoltura Plattnerhof è un luogo dove il tempo s’è fermato: pensate che si trova all’interno del maso più antico della zona, risalente alla fine del Quattrocento. Le ultime due abitanti sono state Philomena e Amalia: ci hanno abitato fino al 1975 e si occupavano al 100% delle varie attività. La loro è stata una vita dura, piena di sacrifici dato che fare dovevano stare dietro ai campi, agli animali e, ovviamente, alla produzione di miele & altro grazie agli alveari presenti.
Il maso è stato ristrutturato grazie ai contributi della Provincia Autonoma di Bolzano dato che è stato riconosciuto come bene storico-artistico da salvaguardare e ogni sua stanza racconta la storia del mondo contadino alto atesino. Il tipico tetto in paglia, la cucina, la stanza da letto ma anche la cantina dove si conservava il cibo: tutta la mobilia è originale!
La visita si suddivide in due parti: la prima, è all’aperto dove un percorso prestabilito aiuta il visitatore a conoscere il mondo delle api. Prima di iniziare il percorso all’esterno, vi verrà dato un foglio: ad ogni tappa dovrete meditare su quello che avete letto & visto e rispondere alle domande. Ma non preoccupatevi: non vi daranno i voti e non sarete bocciati! Il foglio rimarrà a voi dopo che il personale avrà controllato le risposte e messo il timbro!
La seconda parte della visita è all’interno del maso stesso: il personale spiega la vita di montagna dei contadini e il lavoro che c’è dietro alla produzione di miele & company. Finita la spiegazione è possibile visitare le varie stanze in modo autonomo.
Informazioni pratiche
- L’entrata è di 7 € con riduzioni. Inoltre c’è anche un piccolo negozietto dove si ha la possibilità di acquistare i vari prodotti.
- Il Museo d’apicoltura Plattnerhof è aperto da Pasqua a settembre / ottobre, dalle 10 alle 18 tutti i giorni.
Visitare Collalbo e Commenda Longomoso
A Collalbo dovrete salire / scendere dallo storico trenino del Renon dato che è il capolinea. Il paese conta appena 1.400 anime ed è la base amministrativa dell’altopiano. E’ il classico paesino di montagna dove la vita scorre lenta, lontana dal traffico cittadino e molte passeggiate partono proprio da qua.
Pensate che anche Sigmund Freud venne in villeggiatura qua e soggiornò nell’Hotel Bemelmans (all’epoca si chiamava Hotel Post) nel lontano 1911 per festeggiare le sue nozze d’argento (ma anche perché era un appassionato e amante dell’Alto Adige). Ed ‘ proprio qua che ebbe l’ispirazione (e scrisse) Todem e Tabù. Sicuramente passerete davanti all’Hotel Bemelmans: prestate attenzione, c’è una targa commemorativa!
Per raggiungere le piramidi di terra, il sentiero vi porterà ad attraversare Commenda Longomoso un piccolissimo borgo che non passerà inosservato. Le case sono quelle tipiche con i tetti spioventi in paglia & legno, i poggioli pieni di fiori colorati se passate in estate e un bellissimo e minuscolo laghetto con delle ninfee al suo interno.
Ma non lasciatevi trarre in inganno: Longomoso ha una storia lunga che risale al 1200. Era presente un’ospizio che ospitava i vari viandanti di passaggio e i malati che venivano qua in cura. L’attuale struttura dell’ospizio però, risale al Seicento e caratterizzato da stucchi, bellissime stufe nelle sale principali e affreschi che rappresentano scene bibliche ed eventi della storia dell’Ordine teutonico.
Le piramidi di terra
Le piramidi di terra sono una delle caratteristiche l’intero Altopiano del Renon: le potrete ammirare in ben tre punti ma quelle situate nella valletta di Rio Fosco, poco distante da Longomoso forse sono le più spettacolari. La loro origine è un’incognita dato che la loro creazione (del tutto naturale) dipende da tanti fattori ma sicuramente risalgono all’epoca glaciale.
Le piramidi si sono formate nel corso tempo, grazie all’erosione della terra (pioggia, neve, vento); terra che è scivolata via piano piano formando dei coni alti in tutti i quei punti dove una pietra in porfido “proteggeva” il relativo terreno (formando così un cappello). Questi pinnacoli possono raggiungere anche i 30 metri e sono tra i più altri in Europa. Appena questo “cappello” cascherà nel fondo valle, anche la piramide sparirà velocemente perché non sarà più protetta da questa pietra.
Lo spettacolo è assicurato!
La storia è passata anche sull’Altopiano del Renon!
L’Altopiano del Renon è un territorio dal panorama mozzafiato: prati, alberi, masi & malghe e le Dolomiti sullo sfondo che ne fanno da cornice (per la precisione: lo Scilar, il Catinaccio e il Latemar). Già dal Settecento, la nobilità bolzanina scelse questa zona come la propria residenza estiva per rinfrescarsi dalla calura estiva (vi assicuro che ancora oggi Trento e Bolzano sono tra le città più calde!).
Per fortuna, la zona fu risparmiata dal turismo di massa fino al 1965 quando venne costruita l’austrada: fino ad all’allora, qui venivano solo i residenti; proteggendo natura e tradizioni. Purtroppo, l’austrada non ha fatto altro che portare il turismo di massa anche qua: durante l’estate e nei fine settimana evitate di venirici perché è impossibile muoversi!
Sull’Altopiano del Renon si sono riusciti a rilevare ben 49 castellieri, cioè dei villaggi fortificati preistorici. Forse, tra quelli più caratteristici c’è sicurametne il castello medievale di Zwingenstein, poco distante da Auna di Sotto, dove tutt’ora ci sono dei resti. Poco distante ci sono pure i resti di una presunta battaglia avvenuta tra i Rezi e i Romani e si attesta che parecchi fantasmi si aggirino da queste parti.
Pensante che in tempi passati, la Valle d’Isarco (l’attuale valle dove si trova Bressanone e Vipiteno, dove oggi passa l’autorstrada) era impraticabile e quindi nel Medioevo i principi romani dovevano passare per forza da queste parti per la tratta Roma – Germania.
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14 comments
Oddio ma che meraviglia sono le piramidi da terra! Che fantastico tour che avete fatto. Davvero delizioso scoprire questo territorio passeggiando o ammirandone le sfaccettature dal finestrino del treno. Prenderò sicuramente in considerazione l’idea di fare almeno un week end qui con la cinquenne, che rimarrebbe senz’altro estasiata ?
Quando me le sono ritrovate davanti, mi sono emozionata (e io sono una che non ama la montagna!!). L’Altopiano del Renon offre tantissime opportunità di trekking ad ogni livello di difficoltà ed interesse. Credo che anche la tua bimba ne rimarrà soddisfatta e non vorrà più andare via. Al Museo d’Apicoltura Plattnerhof poi, le ragazze sono state bravissime a raccontarci la storia del maso, come lavorano le api e la caccia al tesoro all’esterno! Da fare 🙂
Sembra un percorso molto bello! sto proprio cercando qualche itinerario di trekking da fare in ottobre, forse questo fa al caso mio 🙂
Scusami Margherita se ti rispondo ora ma mi era proprio sfuggito il tuo commento!
L’Altopiano del Renon è un bellissimo luogo: la natura è la fine del mondo ed è l’ideale per chi ama camminare. Inoltre offre davvero tanto per chi cerca percorsi di trekking: la mappa che avevo preso all’Ufficio del Turismo ne indicava un’infinità. C’è l’imbarazzo della scelta che cambia in base ai gusti di ognuno, alle proprie capacità e alla propria disponibilità di tempo! Facci un pensiero 🙂
Mi hanno parlato recentemente dell’Altopiano del Renon e mi sembra davvero una meta interessante e molto comoda da raggiungere per chi soggiorna a Bolzano. Mi segno i tuoi preziosi consigli per una futura visita.
Il Renon è molto conosciuto e non mi meraviglio che te ne abbiano parlato. Ed è molto bello: ci sono stata sia in inverno che in estate e non ho capito più nulla di fronte al panorama.
E il bello è che facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici da Bolzano!
Nono conoscevo questo altopiano. Ultimamente mi sono appassionata al trekking in montagna ma solitamente andiamo in Val d’Aosta dove abbiamo una casa. Ma adesso che è nata la passione per la montagna voglio vedere anche altri posti e l’anno prossimo vorrei fare almeno una settimana sulle Dolomiti.
L’Alto Adige ha davvero dei bellissimi posti sia per il trekking ma anche solo rilassarsi in riva al lago! Se vai sul sito dell’Altopiano del Renon, trovi una varietà incredibili di proposte di trekking e il bello è che si trova a due passi da Bolzano!
Se capiti da queste parti, fatti sentire che magari riusciamo a vederci.
Ignoravo l’esistenza di questo bellissimo altopiano. Da un po’ di anni mi sono appassionata di montagna, camminate e trekking, questa parte però mi mancava, non a conoscevo proprio. MI hai un’ottima idea per un’escursione/gita per tre, quattro giorni prossimamente
Ho pensato proprio a te, Martina! Ho visto dalle tue foto che ti stai appassionando del trekking in montagna e t’assicuro che un salto sull’Altopiano del Renon non ti deluderà. Io ho fatto il percorso più semplice ma ce ne sono tantissimi altri. Prova e poi fammi sapere.
E sempre sorprendente quanti bei posti si trovano nel nostro paese, e spesso vicino a casa!
E pensare che non mi ero mai informata su questo posto anche se ne avevo sempre sentito parlare! E ce l’avevo proprio vicino, no comment!
Non avevo fatto trekking ma un bel week end in questa zona, compresi tutti i luoghi che hai citato
Il Renon è bello anche per questo: oltre al trekking c’è tanto altro, come rilassarsi e ammirare i bei panorami!