L’architettura Liberty a Torino è un trionfo di edifici costruiti a cavallo tra Ottocento e Novecento in occasione dell’Esposizione di Arti Decorative e Industriali del 1902. Si dice che Torino sia la capitale italiana del Liberty e non può essere che così. In ogni angolo, in ogni strada, in ogni quartiere c’è sempre una casa, una galleria, un’entrata in stile floreale. Tra i quartieri dove l’architettura legata alla Belle Époque sfoggia il suo massimo splendore ci sono Cit Turin e San Donato: una concentrazione tale da far perdere la testa a chi, come me, adora questa forma d’arte.

L’evoluzione storica del Liberty torinese
La via di Francia, conosciuta oggi come Corso Francia, è sempre stata un’importante arteria di comunicazione perché collegava Torino con Rivoli per proseguire poi verso la Francia. Ma è durante l’Ottocento che Torino conobbe la sua massima urbanizzazione: dal 1861 al 1878 Torino fu la capitale d’Italia e nel 1902 ospitò l’Esposizione di Arti Decorative e Industriali. Bisognava dunque darsi da fare e mostrare il lato migliore di sé!
La città si sviluppò velocemente, concentrandosi così su Corso Francia e su tutte le sue strade laterali: i quartieri di Cit Turin e San Donato si ritrovarono ad ospitare una quantità sempre maggiore di edifici in perfetto stile Liberty. Il piano urbanistico prevedeva che le ambasciate, le residenze dei diplomatici e quelle relative al personale amministrativo legato agli uffici governativi e ministeriali sorgessero proprio tra Cit Turin e San Donato.
Quando nel 1878 la capitale venne spostata a Firenze, solo piazza dello Statuto era stata creata. Sta di fatto che Cit Turin e San Donato si ritrovarono ad ospitare palazzi da affittare, villini, edifici privati e pubblici, edicole, negozi: una zona dove ancora oggi si respira l’aria della Belle Époque . Un periodo di spensieratezza prima della Grande Guerra.

Alla scoperta dei quartieri di Cit Turin e San Donato
Il nostro tour parte dalla palazzina Fenoglio – La Fleur (1903), la storica abitazione di Piero Fenoglio situata in corso Francia 12, all’angolo con Via Principi d’Acaja. Corso Francia è la strada che segna il confine tra i due quartieri protagonisti di questo post.
Personaggio di grande spicco, l’architetto e ingegnere Piero Fenoglio fu il più importante protagonista del movimento Liberty a Torino. Dopo aver abbracciato per un certo periodo lo stile neogotico, si convertì al Liberty partecipando all’Esposizione del 1902.
Sempre in Corso Francia, c’è Villino Raby al civico 8 con i suoi tipici bow window, Casa Macciotta al civico 32. Mentre al civico 19 sorge casa Zorzi.
Nel quartiere di San Donato, c’è via Cibrario con Casa Florio e la sua caratteristica facciata con l’applicazione della tecnica di lavorazione a graffito. Oppure Casa Rigat e le sue decorazioni in forma di lira o lo stabile al civico 19 in stile Wagner Schule.

Consigli di lettura sull’architettura Liberty a Torino
Bossaglia Rossana (a cura di), Archivi di Liberty italiano: architettura, Angeli, Milano, 1987, pagg 21 – 29
Coda Negozio B., Fraternali R., Ostorero C., Alla scoperta della Torino Liberty. 10 passeggiate nei quartieri della città, Edizione del Capricorno, Torino, 2017
Maia Andrea, Cit Turin. Tra Liberty e Avanguardia, Graphot Editrice, Torino, 2012
8 pensieri sparsi
Da torinese mi riempie d’orgoglio il tuo articolo, davvero interessante e mette in luce angoli nascosti anche se sotto gli occhi di tutti! Mi toccherà fare un giro con occhi nuovi per la mia città!
I turisti (o comunque chi viene da fuori) servono per questo: per vedere la nostra città con occhi diversi e farci scoprire quei luoghi a volte nascosti che noi diamo per scontati. Io adoro sempre leggere i post di altre persone che visitano Trento!
Spero di averti dato un buon spunto di partenza per conoscere il liberty torinese.
Conoscendo Torino, anche io come Paola mi ero abituata a vedere edifici del genere, senza però conoscerne il nome. Mi piacerebbe molto fare un walking tour che tocchi le palazzine più note.
Anche nella mia città (in provincia di Cuneo ma in realtà più vicina a Torino) ci sono alcune case in stile Liberty che però in alcuni casi sono abbandonate a loro stesse, mentre in altri sono state fatte delle orribili aggiunte (o dei rattoppi) in mattoni rossi. Davvero un peccato.
Ho visto che a Torino c’è una “produzione industriale” di architettura liberty: è ovunque! E credo che chi ci abita tutti i giorni, alla fine ci fa l’abitudine. Il quartiere Cit Turin è un buon punto di partenza per iniziare a conoscere il liberty torinese. Poi mi dirai le tue impressioni 🙂
Sai che da torinese ero abituata a vedere liberty quasi ovunque, ma non mi ero mai interessata ai nomi delle palazzine? Ora grazie ai tuoi spunti mi organizzerò per fare una visita molto meglio organizzata rispetto al solito “oh sono qui per caso che bella casa liberty che c’è qua” 😀
Di solito, si da per scontato tutto ciò che abbiamo sotto casa! Io ho un debole per il liberty e a Trento non ce n’è molto: forse ho prestato maggiore attenzione per questo!
Invece io aspetto il tuo post sul quartiere Leumann: dovrò ritornare a Torino anche per questo. 🙂
Sono stata a Torino un po’ di volte ma non conoscevo questa parte della città. Grazie e non mancherò di visitarla la prossima volta!
Al Liberty torinese io ci sono arrivata un pò per caso mentre cercavo altro! La città è strapiena di questi bellissimi edifici ma Cit Turin è una tappa obbligata per chi adora questo stile. Sono riuscita a visitare questo quartiere anche perché avevo in mente di visitare il MAU Museo d’Arte Urbana che si trova nel quartiere confinante: come ridurre i tempi per vedere più cose! 🙂
Comunque, ti consiglio anche di visitare il Villaggio Leuman alle porte di Torino: io non ho avuto tempo di farlo ma lo farò di sicuro appena ritornerò in questa bellissima città!