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Palazzo Bo a Padova: la sua storia e come visitarlo

by Katia
palazzo bo padova

In occasione dei festeggiamenti degli 800 anni dalla nascita dell’università patavina, ti porto con me in uno dei miei luoghi preferiti. Sto parlando di Palazzo Bo, l’antica sede dell’Università di Padova: ti racconto la sua storia, come visitarlo e cosa potrai ammirare durante la visita guidata.

Palazzo Bo di Padova l’ho visitato un paio di volte ma non escludo ulteriori visite in futuro. Ci troviamo di fronte ad uno di quei luoghi in cui bisogna entrare assolutamente e lasciarsi prendere dalla storia e dall’architettura.

Quindi, durante la tua visita patavina ti consiglio di includere anche questa tappa!

Pillole di storia

Raccontare 800 anni storia in poche parole è cosa ardua: descriverò i punti più salienti e le curiosità. Per approfondire, vorrà dire che dovrai correre a Padova e prenotare una visita guidata a Palazzo Bo!

Si racconta che l’Università di Padova sia la più antica del mondo occidentale e fondata nel 1088. Il via libera non venne dato dall’alto ma piuttosto dal basso: nacque quando professori e scolari si trasferirono a Padova da altre città durante il Medioevo “per le gravi offese ivi arrecate alla libertà accademica e per l’inosservanza dei privilegi solennemente garantiti a docenti e discendenti”.

L’università è stata ufficialmente fondata nel 1222, costituendosi come Universitas Scholarium: una libera corporazione di scolari che stipulavano un contratto con i propri maestri. Quest’ultimi venivano pagati direttamente dagli studenti per trasmettere il proprio sapere.

Nel 1399 l’organizzazione universitaria è passata da sola scuola di Diritto ad una scuola con due percorsi di studio: l’Universitas Iuristarum (dove si insegnava Diritto civile e canonico) e l’Universitas Artistarum dove si studiava astronomia, dialettica, filosofia, medicina, retorica e teologia. I due percorsi sono stati unificati solo nel 1813.

Fino al Quattrocento, gli studenti non erano numerosi e quindi non ci fu la necessità di avere una sede. Le lezioni venivano fatte in case private dove erano i professori a pagare l’affitto.

A ridosso del Cinquecento ci fu il bisogno di una struttura specifica e adatta all’insegnamento. La scelta cadde sull’Hospitium Bovis, ovvero l’Abergo del Bove: una struttura circondata da macellerie ma comoda perché aveva delle grandi sale che ben si adattavano alla nuova situazione.

L’antica struttura non esiste più perché demolita per lasciar posto ad un edificio più nuovo e consono agli scopi universitari.

Curiosità sull’antica Università di Padova

  • Nel Medioevo, gli studenti erano suddivisi in Natione, in base a criteri etnico-geografici. E suddivisi ulteriormente in citramontanti (italiani) e oltramontani (non italiani).
  • Bo, in dialetto padovano significa bue e il passo è breve per soprannominare l’edificio “Palazzo del Bo”. Se guarderai bene, lo stemma dell’Università ha anche il teschio di un bue!
  • A Padova s’è laureata la prima donna al mondo. Elena Lucrezia Cornaro Psicopia aveva studiato teologia, ma per il solo fatto di essere una donna, non ha potuto discutere la tesi. S’è laureata l’anno successivo in filosofia, ovvero il 26 giugno 1678.
  • Galileo Galilei ha insegnato a Padova per ben 18 anni: lui stesso ha dichiarato che sono stati gli anni più belli della sua vita. Oltre la cattedra in legno dalla quale impartiva le lezioni, nella Sala dei Quaranta è esposta anche la sua vertebra. Sarà l’originale?
La loggia del primo piano

Il cortile antico e il loggiato con i suoi stemmi

Il punto di partenza della visita è l’antico cortile, il cui piano terra è visitabile anche senza prenotare la visita guidata. Il cortile è formato da una doppia loggia a due ordini caratterizzati da colonne doriche nella parte inferiore e da colonne ioniche al primo piano.

Le pareti del cortile strabordano di stemmi dei rettori e dei consiglieri delle due universitates e risalgono al periodo che va dal 1592 al 1688.

Dopo questa data, la Repubblica di Venezia ha proibito tale usanza: voleva bloccare i frequenti atti di esibizionismo e ed evitare di continuare a danneggiare gli antichi affreschi che decoravano le pareti.

Sala dei Quaranta e la cattedra di Galileo

La prima tappa è all’interno della Sala dei Quaranta, il cui nome deriva dai 40 ritratti che decorano le pareti.

Ogni di questi rappresenta un personaggio illustro straniero che ha studiato all’università di Padova. Alcuni nomi: Werner Rolfinck promotore degli studi di anatomia e chimica in Germania. Thomas Bartholin, tra i fondatori della scuola medica danese; Olof Rudbeck il Vecchio che in Svezia, tra le tante cose, ha creato un orto botanico su modello di quello di Padova.

Non passa inosservata la cattedra in legno costruita dagli studenti per permettere a Galileo Galilei ad insegnare nell’attuale Aula Magna. La cattedra è stata lasciata nella sua sede originaria fino alla metà dell’Ottocento, per poi essere spostata nella sala che custodisce il Teatro Anatomico ed infine nell’attuale Sala dei Quaranta.

La cattedra di Galileo Galilei

Aula Magna

L’Aula Magna è adiacente alla Sala dei Quaranta e ha ospitato le lezioni della Scuola Grande dei Leghisti dal Cinquecento al Settecento. Nella prima metà dell’Ottocento è stata usata come aula di disegno; successivamente restaurata e affrescando il soffitto.

L’autore dell’allegoria “La sapienza e le altre discipline” che si trova nel centro del soffitto è Giulio Carlini. L’architetto Gio Ponti si è occupato di creare la parete di fondo dove si siedono i membri del Senato Accademico nelle occasioni più importanti, così come le sedie che si trovano tutt’ora nella sala.

Teatro Anatomico

Uscendo dall’Aula Magna e dalla Sala dei Quaranta, ci si dirige verso il Teatro Anatomico. Lo spazio che custodisce il teatro è piccolo e possono entrare solo poche persone alla volta. E’ per questo che la guida si ferma nell’anticamera per le sue spiegazioni e divide il gruppo.

Il Teatro Anatomico risale al 1594 e fatto costruire da Gerolamo Fabrici d’Acquapendende, professore di anatomia. La sua curiosità? E’ il più antico teatro anatomico stabile ancora conservato. Infatti, fino ad allora, per assistere alle autopsie si creavano delle strutture smontabili.

La struttura è in legno a forma di cono rovesciato e con pianta elittica. E’ contraddistinto da sei ordini concentrici di gradini che si alzano intorno al tavolo anatomico. Fino alla metà dell’Ottocento, il Teatro Anatomico non aveva finestre (e con i relativi problemi di areazione) e le lezioni di anatomia erano tenute con le torce. E’ solo nel 1844 che vengono aperte le finestre cieche.

Aula di Medicina

L’ultima tappa è l’Aula di Medicina, una delle sale accademiche più antiche del palazzo. E’ utilizzata ancora oggi per le discussioni delle tesi da parte dei laureandi in in medicina.

La sala risale probabilmente al Medioevo: lo testimonia il soffitto ligneo e il fregio delle pareti. Si suppone che quest’aula fosse parte integrante di una delle tre case nobiliari appartenenti alla famiglia Da Carrara; nucleo abitativo del Trecento dove sorse poi la famosa locanda del Bo.

Anche qui, la parete di fondo e le sedie sono state create da Gio Ponti su richiesta in occasione di un restauro che risale alla prima metà del Novecento.

L’aula di Medicina dove ancora oggi si svolgono le discussioni

Informazioni utili

La visita guidata dura circa 1 ora e parte dal cortile antico di Palazzo Bo. Dopo una breve introduzione, si sale al primo piano dove la spiegazione si concentra sugli stemmi che caratterizzano il loggiato.

Poi la visita continua all’interno dell’Aula Magna, Sala dei Quaranta. Una tappa al Teatro Anatomico e concludendo nell’Aula della Medicina. In uno dei due scaloni laterali è situata la statua di Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, la prima donna laureata al mondo.

  • Il biglietto costa 7 € e lo puoi fare sia in biglietteria che online.
  • Non è possibile visitare Palazzo Bo in maniera autonoma solo seguendo le visite guidate ad orari prestabiliti. Sul sito dell’Università di Padova puoi trovare gli orari, i tour proposti e l’acquisto online del biglietto.
  • Palazzo Bo è in via VIII Febbraio 2: siamo nel centro storico di Padova di fronte al Comune e all’antico Cafè Pedrocchi.
  • La visita è gestita dagli studenti dell’Università di Padova che stanno facendo un tirocinio presso VisitUniPd. E’ possibile scaricare la relativa app che permette di acquistare un bigliettoprenotare una visita, richiedere informazioni, seguire le pagine social dell’Ateneo.

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4 comments

Giovanna Fonzo Agosto 12, 2022 - 7:59 am

Ciao, mi piace viaggiare da sola nelle città italiane e ho letto con interesse il tuo articolo sul Pedocin. Mi piacerebbe leggere tutto quello che finora hai scritto. Come fare?
Grazie
Giovanna

Reply
Katia Agosto 12, 2022 - 4:27 pm

Puoi continuare a navigare su http://www.ilmiraggio.com ed iscriverti alla mia newsletter!

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Benedetta Manganaro Maggio 6, 2022 - 8:32 pm

Ho trovato Palazzo Bo tra i siti più interessanti della città. Una storia antica e così affascinante. Il fatto poi che si continui a fare cultura me lo rende ancor più caro. Ed è pure vicino ad un posticino dove fanno tramezzini da urlo, il che non guasta mai…

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Katia Maggio 8, 2022 - 6:11 pm

Palazzo Bo è Palazzo Bo: niente da dire! Ogni volta per me è piacere visitarlo e nei dintorni ci sono parecchi localini interessanti dove magiare o bere uno spritz.

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