Home » Destinazioni » Isola di San Servolo e Isola degli Armeni a Venezia: la loro storia e come visitarle

Isola di San Servolo e Isola degli Armeni a Venezia: la loro storia e come visitarle

by Katia
isola san servolo venezia

Le due mete di cui ti parlerò hanno raggiunto ben presto la vetta della mia lista personale delle cose da vedere: l’Isola di San Servolo e l’Isola degli Armeni a Venezia. Due minuscole isole situate tra piazza San Marco e il Lido di Venezia e raggiungibili in meno di 15 minuti col vaporetto dal pontile di San Zaccaria.

Ti consiglio di prenotare le due visite nella stessa giornata: in questo modo potrai fare il biglietto giornaliero del vaporetto e avere anche il tempo di fare altro. Ad esempio, la mia giornata si è conclusa nel sestiere della Giudecca sul campanile della Chiesa di San Giorgio Maggiore ad ammirare il tramonto.

Buona lettura!

Isola di San Servolo

La storia dell’Isola di San Servolo inizia alla fine del VII secolo, quando dei monaci benedettini si rifugiarono in questo luogo ancora paludoso. La prima notizia certa risale all’819 con la presenza di un monastero piuttosto attivo.

Dopo varie vicissitudini, l’isola ottiene la vocazione curativa grazie alla fama dei Padri ospedalieri che si occupavano a curare i feriti veneziani che combattevano contro i turchi.

L’isola è diventata poi famosa per aver ospitato per lungo tempo il manicomio. La prima struttura è comparsa verso la metà del Settecento, dove venivano ospitati solo i pazzi e in un secondo momento tutti i malati.

L’isola di San Servolo oggi è di proprietà della Provincia di Venezia, attivando il suo recupero dagli anni Novanta del secolo scorso. Oltre al museo, alla chiesa e alla farmacia, a San Servolo ci sono diversi studenti universitari che studiano o alloggiano sull’isola grazie a diverse istituzioni universitarie pubbliche e private.

Isola di San Servolo: in basso l’entrata della chiesa e al primo piano c’è l’allestimento del Museo del Manicomio

Visita al Manicomio di San Servolo, alla farmacia e alla chiesa

La visita dura un’oretta, l’entrata è su prenotazione ma una volta dentro si è liberi di girare. Una persona della struttura ci ha accompagnato durante il percorso solo per aprirci le sale chiuse a chiave: una volta dentro, abbiamo potuto osservare gli oggetti esposti e letto le didascalie autonomamente.

La prima tappa è stata all‘antica farmacia gestita nel Settecento dai Padri ospedalieri di San Giovanni di Dio. Esperti farmacisti, medici e chirurgi, i Padri si trovano a gestire la struttura ospedaliera militare e utilizzando un piccolo fazzoletto di terra per coltivare le erbe medicinali.

I padri diventano talmente bravi nei loro compiti che la farmacia viene riconosciuta ufficialmente dalla Serenissima e attestata dal Collegio dei Filosofi e Medici di Padova. Dopo essere stata usata per l’Ospedale Psichiatrico, la farmacia è stata chiusa nel 1978.

La prima pietra della chiesa è stata posta nel 1759, per essere poi poi ultimata nel 1761. Nel corso del tempo è stata modificata, cambiata e riadattata alle necessità del momento. Il primo documento ufficiale risale all’Ottocento e oggi fa parte del percorso che include anche il Museo del Manicomio.

Il Museo del Manicomio è stato inaugurato nel 2006 e testimonia l’attività dell’ospedale psichiatrico presente sull’isola fino al 1978. Il percorso del museo è chiamato “La follia reclusa” dove sono stati riprodotti i documenti che hanno testimoniato la vita dei pazienti nel manicomio.

L’ammetto, il museo mi ha toccato davvero e vedere tutte quelle foto e gli attrezzi utilizzati fino a neanche 50 anni fa è impressionante. E mi è parso strano poter ammirare un’isola tranquilla, rilassante e con tutti gli studenti che si rilassavano sui prati del parco o nella caffetteria universitaria e pensando a quello che è successo nel recente passato.

Informazioni utili

Puoi girare liberamente per il parco. E’ a pagamento e su prenotazione la visita al Museo del Manicomio di San Servolo:

  • il biglietto intero costa 6 € con eventuali riduzioni.
  • La visita comprende: il museo, la chiesa, l’antica farmacia e della sala anatomica. 
  • La prenotazione va fatta telefonando allo 041 8627167, da lunedì a venerdì dalle 9 alle 13. Oppure scrivendo una email a: sanservolo@coopculture.it
  • L’Isola di San Servolo è raggiungibile solo col vaporetto nr 20 dal pontile San Zaccaria (a due passi da piazza San Marco). Ti consiglio di acquistare il biglietto in anticipo evitando così le lunghe code una volta arrivato a Venezia.
Una delle sale del Museo del Manicomio

Isola di San Lazzaro agli Armeni

Ogni isola della laguna veneta è stata impiegata per le più svariate funzioni. Ciascuna ha avuto una storia, una finalità, uno scopo che è andato a perdersi alla caduta della Serenissima.

La storia dell’Isola di San Lazzaro degli Armeni (o almeno, da quando questa isola è stata chiamata così) nasce quando gli armeni arrivano in laguna nel Settecento. Padri mechitaristi provenienti dalla Morea greca a causa dell’invasione turca. Furono gli stessi dogi ad assegnare ai religiosi proprio quest’isola, utilizzata fino a quel momento come ospedale e poi lebbrosario.

Grazie all’abate Mechitar (memorizza questo nome perché lo sentirai nominare spesso durante la visita guidata), la comunità religiosa si è attivata per ampliare l’estensione dell’isola e costruendo il monastero. In poco tempo, il complesso religioso è diventato uno dei centri culturali più vivi della laguna, risparmiato dalle soppressioni monastiche napoleoniche e ancora oggi un centro attivo.

Un piccola isola con attività importanti, protetta e valorizzata dagli stessi dogi. Un’importante centro religioso, una tipografia che ancora oggi traduce in armeno importanti titoli della letteratura greca, latina, europea e italiana. Una biblioteca che tutt’ora conserva rari manoscritti, un museo che custodisce opere inestimabili.

Attualmente la comunità monastica è ancora attiva: 17 persone tra monaci e postulani molto attivi anche in missioni in giro per il mondo.

La visita al Monastero

La visita all’Isola di San Lazzaro agli Armeni è ben diversa da quella fatta all’Isola di San Servolo: le emozioni sono state differenti ma altrettanto forti. Un religioso che vive nel monastero ci ha guidato nei vari luoghi e spiegandoci la storia della comunità mekhitarista arrivata da Istanbul a Venezia.

Un’ora intensa di informazioni storiche, artistiche e religiose.

Un’antica biblioteca dalla quale non uscire mai, una chiesa piena di splendidi mosaici di cui mi sono innamorata, un chiostro dove rilassarsi. E una collezione che mi è sembrata infinita di reperti archeologici e artistici donati al monastero: nulla da invidiare ai più importanti musei veneziani.

Informazioni utili

  • Il monastero di San Lazzaro agli Armeni è visitabile esclusivamente con la visita guidata. Non è possibile girare autonomamente.
  • La prenotazione è obbligatoria, contattando telefonicamente il monastero allo 041 5260104 o scrivendo a visite@mechitar.org.
  • Il biglietto costa 8 € e si paga al momento della visita. La visita comprende l’accompagnamento da parte di uno dei monaci alla chiesa, alla biblioteca e al museo.
  • L’Isola di San Lazzaro agli Armeni è raggiungibile solo vaporetto nr 20 dal pontile San Zaccaria ed è la fermata successiva a quella dell’Isola di San Servolo. Ti consiglio di acquistare il biglietto in anticipo evitando così le lunghe code una volta arrivato a Venezia.
Uno scorcio della bellissima chiesa

Perché visitare l’Isola di San Servolo e l’Isola di San Lazzaro degli Armeni

Piuttosto, la domanda giusta è: perché non l’ho fatto prima?

Oltre ad essere due mete fuori dalle rotte turistiche, ho scoperto che non sapevo proprio tutto di Venezia. Mi sono sempre vantata di conoscere Venezia come le mie tasche e invece … (anche i migliori possono ricredersi).

Due isole vicine tra loro ma con due storie completamente diverse e ambientate in due momenti storici distinti. In entrambi i casi, bisogna andarci senza aspettative e con la testa libera da ogni pregiudizio, lasciandoci andare agli eventi e alle emozioni.

Potrai uscire quasi piangendo dal manicomio dell’Isola di San Servolo e ritrovarti in un esplosione di arte, storia e cultura nel monastero dell’Isola di San Lazzaro degli Armeni. Chi se l’aspettava di trovare tutto questo?

Se conosci un po’ Venezia e hai fatto già gli itinerari per principianti, ti consiglio fortemente di iniziare ad aprire la mappa della laguna. C’è sempre un sestiere o un isola da scovare per accorgersi che Venezia è davvero tanto altro.

You may also like

4 comments

Portale Venezia Aprile 2, 2024 - 3:38 pm

Articolo molto interessante! Ci dà una visione di quanto Venezia sia affascinante in ogni sua parte, di come le isole che la costituiscono siano caratterizzate ognuna dalla loro storia, dalla loro particolarità.

Reply
Katia Aprile 3, 2024 - 1:07 pm

E’ proprio vero: ogni isola della laguna è un mondo a sé stante che racconta una storia diversa!

Reply
Pinuccia Settembre 6, 2022 - 6:10 pm

Molto interessante la storia delle due isole lagunari che
è da un po’ che voglio visitare!!

Reply
Katia Settembre 7, 2022 - 9:09 am

Te le consiglio proprio; io sono stata davvero contenta di esserci andata.

Reply

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

il travel blog che ti fa conoscere l'Italia

about me katia divina

Chi sono

Sono Katia, copywriter e travel designer. Organizzo i tuoi viaggi culturali: mi piace l'idea di far conoscere l'Italia agli italiani. Talvolta sconfino in Germania che considero la mia seconda casa.

about il miraggio & me

Collaboriamo

Che sia una creazione di un itinerario di viaggio personalizzato per te che viaggi o di testi per la promozione della tua destinazione, sono felice di poter collaborare!