C’è un luogo particolare dove torno sempre volentieri: è la Basilica di Santo Stefano a Bologna. Siamo in piazza Santo Stefano, non tanto lontano da Piazza Maggiore e la Torre degli Asinelli. La sua particolarità? E’ un agglomerato di sette chiese che insieme ne formano una sola.
Ho conosciuto il complesso delle Sette Chiese grazie ad un amico che all’epoca studiava a Bologna e da allora è tra le mie tappe bolognesi preferite. La stessa piazza è un vero scrigno: uno spazio chiuso al traffico, che si apre all’improvviso davanti ai nostri occhi. Piazza non tanto grande con i portici e gli edifici creati con i tipici mattoni rossi.
La sera si crea un’atmosfera del tutto particolare, quando è tutto illuminato dai lampioni e i portici creano questi spazi chiaro-scuri, creando un’atmosfera surreale. La piazza non ha una forma convessa e la pavimentazione è leggermente obliqua.
Visitare l’interno della Basilica di Santo Stefano
L’origine di questo luogo è particolare e tutt’ora controverso. La tradizione vuole che nel 430 fosse San Petronio (il patrono di Bologna) ad edificare un sepolcro sulle rovine di un tempio pagano dedicato alla dea Isida, riproducendo il Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Appena si entra, ci si trova di fronte alla prima chiesa, quella del Crocifisso: già qui lo spazio è organizzato in maniera particolare, la chiesa di origine longobarda, chiara e molto luminosa è sopra; mentre sotto c’è una piccola cripta del 1019 poco luminosa e molto intima.
Il Santo Sepolcro di Gerusalemmme
Proseguendo sulla sinistra, attraverso una porta si entra nella Chiesa del Santo Sepolcro. Fino al 2000 le reliquie di San Petronio si trovavano qua e oggi situate nella chiesa omonima in Piazza Grande. Questa chiesa ha una pianta ottagonale, caratterizzata da 12 pilastri con al centro il sepolcro: vuole ricordare in tutto e per tutto il Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Il cortile di Pilato
Uscendo dalla Chiesa del Santo Sepolcro, si viene catapultati dalla luce del Cortile del Pilato, al centro del quale c’è una vasca in pietra risalente all’epoca longobarda e chiamato il Catino di Pilato: cortile e vasca chiamate così per ricordare il luogo dove fu condannato Gesù.
Nel cortile, vi consiglio di osservare bene i particolari: sotto il porticato che circonda lo spazio, su una colonna vi è anche un gallo in pietra che ricorda l’episodio in cui Pietro rinnegò Gesù e il gallo cantò tre volte; c’è anche un motivo a scacchi che riporta al concetto di dualismo tra negativo e positivo.
Chiesa dei Santi Vitale e Agricola
Continuando il percorso si arriva alla chiesa dei santi Vitale e Agricola, due martiri bolognesi uccisi nella persecuzione di Domiziano nel 304. E’ una struttura basilicale disadorna, la quale racchiude gli antichi sarcofagi dei Santi Vitale e Agricola, rispettivamente servitore e padrone e i primi due martiri della persecuzione di Diocleziano, intorno al 305.
E’ la parte più antica dell’intera struttura, l’altare principale è addossato alla parete di fondo perché secondo la liturgia preconciliare, il celebrante dava le spalle ai fedeli durante le celebrazioni.
Il chiosco medievale
Ultima tappa del tour delle Sette Chiese è il chiosco medievale e caratterizzato da due piani, ognuno con un porticato. All’interno del portico del piano terra, sono presenti delle lapidi che ricordano la maggior parte dei caduti bolognesi durante la Prima Guerra Mondiale.
Osservando i capitelli del secondo piano, ce ne sono alcuni particolari, a volte mostruosi come uno che rappresenta un uomo nudo schiacciato da un enorme macigno e un altro raffigurante un uomo con la testa girata di 180°, quindi noi lo vediamo di schiena.
Si dice che avrebbero ispirato alcune forme di espiazione descritte nel Purgatorio da Dante Alighieri. Secondo la tradizione, Dante aveva l’abitudine passare molto tempo a studiare proprio in questo luogo durante la sua permanenza a Bologna.
Il museo e San Petronio
Alla fine della vostra visita, vi consiglio di fermarvi anche al museo, gestito dai monaci stessi: raccoglie una serie di preziosi oggetti cultuali, come un elaborato bastone pastorale in avorio, reliquiari e abiti talari, oltre ad alcune opere d’arte non più esposte nelle sette chiese. Interessante anche l’affresco rappresentante San Petronio e le storie della sua vita, probabilmente l’autore è Michele di Matteo.
Informazioni utili
- L‘entrata è gratuita.
- Gli orari sono: dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 18.30.
- Durante le funzioni religiose alcuni spazi sono dedicati alla preghiera).