Festeggiare il carnevale è divertente e personalmente mi mette molta allegria ed è ancora più bello se si decide di farlo tra le città più romantiche del mondo. Ti voglio raccontare la storia del carnevale di Venezia, un evento da non lasciarsi perdere e al quale partecipare almeno una volta nella vita.
Venezia l’ho visitata non so quante volte e partecipare al carnevale è una di quelle attività di cui non mi stuferò mai. A me piacerebbe molto poter noleggiare per un giorno uno di quei bei vestiti e girare in laguna: riuscirò a segnare DONE sulla mia lista?
- Nel caso in cui ti avrò incuriosito, potrai prenotare una visita guidata alla scoperta delle origini del carnevale oppure visitare un laboratorio per vedere come nascono le maschere veneziane!
La storia del carnevale di Venezia
L’origine del carnevale si perde nella notte dei tempi ma forse non bisogna andare poi così lontano (o forse si). Il carnevale nasce con i Saturnali latini e i culti dionisiaci dell’antica Grecia, dove antiche tradizioni prevedevano l’uso di maschere e rappresentazioni simboliche.
Nell’Antica Roma, nei Saturnali, veniva scambiato l’ordine sociale dell’epoca e grazie ai quali schiavi e cittadini liberi potevano mescolarsi nelle vie della città per festeggiare con musica e balli sfrenati. Nell’Antica Grecia, attraverso le processioni e le rappresentazioni teatrali, c’era l’obiettivo di unire l’uomo con la natura ed eliminando così le convenzioni sociali stabilite dagli esseri umani.
Attraverso il carnevale, Venezia non è da meno e riprende il concetto di mescolare i vari strati sociali e di dare la possibilità per un periodo dell’anno di cancellare ogni differenza sociale e politica tra i cittadini. La Serenissima concedeva feste e divertimenti rivolte soprattutto al ceto più umile.
L’uso delle maschere consentiva il totale anonimato: non c’era la possibilità di conoscere l’entità stessa della persona. Questa situazione portava alla pubblica derisione dell’autorità e dell’aristocrazia. Dall’altra parta, tutto ciò serviva anche da sfogo alle tensioni e ai malumori createsi nella società, causati dai rigidi limiti imposti dall’ordine pubblico della Serenissima.
I documenti del carnevale
Un primo documento (non ufficiale) del carnevale veneziano lo si ha nel 1094 con il doge Vitale Falier: per la prima volta si parla di divertimenti pubblici nei giorni precedenti alla Quaresima. Il primo documento ufficiale è datato 1296 e testimonia l’atto col il quale il Senato della Repubblica dichiara il giorno precedente alla Quaresima come un giorno festivo.
In principio il Carnevale durava ben più rispetto ad ora: dalla prima domenica di ottobre per poi culminare nei giorni precedenti alla Quaresima. I veneziani mettevano da parte la propria vita e le proprie abitudini per dedicarsi completamente ai divertimenti: si costruivano palchi nei principali campi, dove la gente trovava giocolieri, saltimbanchi, acrobati e tanta musica.
Fu così che il Carnevale divenne molto conosciuto e rinomato in tutta Europa. Durante il Duecento Venezia ne divenne la capitale del Carnevale. Allora come oggi questa prestigiosa festa divenne l’attrattiva per migliaia di visitatori grazie alla sua atmosfera effervescente, le maschere, la commedia dell’arte e gli spettacoli.
Dal 1339 ci fu il divieto di circolare per la città lagunare nelle ore notturne. Era proprio dopo il tramonto il momento più trasgressivo e anche quello durante il quale le persone, con la scusa delle maschere che nascondevano l’identità, commettevano furti, molestie e delitti.
Il carnevale di Venezia nell’epoca moderna
Nel Settecento Venezia era la città dove, durante il periodo di Carnevale le regole venivano cancellate e tutto era permesso, diventando il luogo del gioco e del piacere, della maschera e dell’irresponsabilità. Era anche la città di Giacomo Casanova e la sua vita al limite di tutto ma anche di pittori come Gianbattista Tiepolo Boucher o la patria del padre della commedia dei Caratteri.
Carlo Goldoni con una poesia, descrive questo periodo di festa:
La fine del carnevale a Venezia
Il 1797 l’ultimo Carnevale storico coincise con la caduta della Serenissima: si proibirono definitivamente i costumi eccetto nelle feste private nei palazzi veneziani e del Ballo della Cavalchina alla Fenice.
Si ebbe un duro colpo d’arresto per questa festa e piano piano tutte le feste che ruotavano intorno, sparirono. Il carnevale era malvisto dai francesi e dagli austriaci che occupavano il Veneto in quel periodo. Ma la tradizione si conservò nelle isole come Burano e Murano, dove il Carnevale continuò ad esistere.
E’ solo nel 1967 che si recuperò la tradizione carnevalesca, organizzando le sfilate di costumi e maschere. Questo grazie ad alcuni cittadini e ad alcune associazioni, recuperando le vecchie tradizioni e facendo rinascere il Carnevale, inaugurandolo ufficialmente nel 1979.
Alcune curiosità sul carnevale veneziano
- Durante il periodo di Carnevale, era abitudine tra i veneziani salutarsi con un “Buongiorno Siora Maschera”: sesso, ceto sociale scomparivano sotto le maschere e i costumi.
- Tra le maschere più utilizzate c’era la BAUTA (accento sulla U), utilizzata sia dalle donne che dagli uomini e molto utilizzata da partire dal XVIII secolo e per tutta l’epoca moderna. Era distinta in: Bauta maschera o Larva, semplice maschera che copriva il viso e dava la possibilità di bere e mangiare e in Bauta costume. Oltre alla maschera c’era anche un mantello di colore scuro e un cappello a tricorno nero. Il nome Bauta deriva dal tedesco “Behüten”, in italiano “proteggere”.
- Tra le maschere preferite dalle donne, c’era la Moretta: una piccola maschera ovale fatta di velluto, da portare con indumenti raffinati e un cappellino.
- Un’altra maschera classica era la Gnaga: usata dagli uomini per impersonare le figure femminili.
- Carlo Goldoni introdusse il termine “Il teatro comico” all’interno della sua commedia grazie alla nascita della commedia dell’arte a Venezia verso il 1750. Durante il Carnevale, il teatro era il centro vitale della città, dove confluivano appuntamenti, spettacoli mascherati, facendo sì che le nacque e si sviluppò velocemente un settore di professionisti del teatro.
2 pensieri sparsi
Bellissima Venezia! Desidero tanto tornarci per il Carnevale, non sono mai riuscita ad assistere a questo evento spettacolare.
Certo che nel Settecento la città doveva essere un vero delirio!
Scusa se ti rispondo ora ma fino all’altro giorno ho avuto problemi col mio sito! 🙁
Venezia è sempre bellissima e per il Carnevale, quest’anno è stata la prima volta che ci sono andata durante la settimana per evitare il caos del fine settimana. Peccato il costo esorbitante del noleggio delle maschere: almeno una volta nella vita mi piacerebbe farlo! 😉