Alle porte di Brunico, il Museo Provinciale degli Usi e Costumi di Teodone racconta la vita quotidiana della civiltà contadina in Alto Adige.
In passato conosciuto come il Museo Etnografico di Teodone, è oggi uno dei più grandi musei all’aperto d’Europa e un’ottima tappa per chi vuole scoprire le tradizioni della val Pusteria.
Ti porto con me nella mia visita fatta la scorsa primavera. E’ stato uno di quei posti in cui sono andata senza nessun tipo di aspettativa e per uscire alla fine felice di esserci stata.
Spero che anche tu uscirai con un esperienza positiva e pizzico di conoscenza in più. Buona visita!
La storia di Teodone, l’antica Dietenheim
Teodone è un sobborgo di Brunico e il suo nome originale è Dietenheim, chiamato così fino al 1923. Durante il periodo di italianizzazione dell’Alto Adige, Ettore Tolomei cambiò tutti i nomi tedeschi di paesi, città, montagne nella versione italiana su ordine di Mussolini.
Dietenheim significa letteralmente “possedimento di Diet” e appare per la prima volta in una pergamena latina del 995. Un documento che testimonia la permuta di terreni tra il vescovo di Bressanone e i nobili Appo e Alprich.
La situazione cambia durante il Medioevo. I masi di questa zona erano suddivisi tra signorie e circoscrizioni giudiziarie ed erano presenti quattro fattorie signorili conosciute come Maierhöfe, corrispondenti ai masi più signorili e per questo meglio attrezzati.
Il Maier era il contadino esente da tasse, fiduciario del padrone di turno e per conto di quest’ultimo anche colui che riscuoteva e amministrava i tributi della zona.

Il Niedermair di Teodone
Il Niedermair di Teodone apparteneva al distretto del castello di Michelsburg e così si suddivideva:
- il Mair am Bach, dove oggi sorge una parte del museo, era inizialmente un convento di monache nobili di Castel Badia e spettava alla contea di Gorizia e Pusteria.
- Il Mair am Graben apparteneva inizialmente al vescovo e successivamente al feudo di Längsee in Carinzia.
Entrambi i Mair sono passati poi ai sovrani di Tirolo.
L’insieme degli edifici hanno avuto per molto tempo l’impronta di un villaggio rurale che caratterizzavano il sobborgo di Brunico insieme alle residenze nobiliari, conosciute come Ansitze.
Tipico del solo Alto Adige, Ansitz è una dimora gentilizia dove mancano gli impianti difensivi e con un castello molto più modesto. Questa tipologia di costruzione è caratterizzata da torricelle angolari, sporti, cappelle, logge e altre caratteristiche più confortevoli.
Sorsero al posto delle torri abitate e di fattorie nel Quattrocento e i signorotti rurali prendevano l’appellativo della loro residenza al momento del conferimento del titolo nobiliare.
Teodone era caratterizzato da diverse dimore gentilizie e la zona venne chiamata Grafenhäuser (le case dei conti) poiché vi abitavano i nobili locali.
A cavallo tra l’Otto e il Novecento un incendio bruciò una buona parte delle antiche case, modificandone l’aspetto.

Il Museo Provinciale degli Usi e Costumi di Teodone
L’idea del museo nasce nel 1976 e ha visto la sua apertura nel 1980: è uno dei primi musei provinciali dell’Alto Adige.
Tra il 1977 e il 1983 sono state ricostruite circa una ventina di antichi edifici in un prato di oltre tre ettari. La residenza Mair am Hof e il rustico sono stati poi aggiunti nel 1985.
Ansitz Mair am Hof è l’unico edificio in situ, solo l’allestimento interno è stato preso da diverse altre abitazioni. Tutto il resto è stato ricostruito ex novo in base agli studi fatti.
La concezione di base è quella di dare un orientamento storico e sociale: vengono analizzate le diverse sfaccettature della vita quotidiana sia del mondo contadino che nobiliare.
I due mondi sono raccontati in maniera eccellenti, mettendo in evidenza ogni singola storia e le relative abitudini. Il percorso è così suddiviso:
- il percorso inizia con la residenza barocca Mair am Hof con i suoi locali e le collezioni etnografiche.
- Nel rustico di fronte sono custoditi tutti gli attrezzi e gli antichi veicoli usati per lavorare nei campi.
- La visita continua nell’area all’aperto: quattro ettari tra i masi e gli antichi edifici agricoli che raccontano non solo la val Pusteria ma tutto l’Alto Adige.
La residenza Mair am Hof
La palazzina Mair am Hof appare per la prima nel 1299 sui documenti ufficiali come “villicus supra Dietenheim”: era inclusa in un elenco di possedimenti della contea di Gorizia e Pusteria.
La storia di questa casa signorile è lunga e diversi sono stati gli eventi che si sono succeduti nel corso dei secoli.
Il suo aspetto è quello tipico degli edifici della Val Pusteria e spicca sulla parete dell’Erker una meridiana del tutto particolare.
Una giovane donna è in piedi e la sua ampia gonna ornata di pizzi e pieghe: tra quest’ultime sono segna le ore in cifre romane. Ai suoi piedi sono stati inseriti gli stemmi della famiglia Sternbach e dei Mohr.
Una volta entrata, ho perso letteralmente il senso del tempo.
Viene raccontata la vita della nobiltà rurale in ogni aspetto: cosa e come mangiavano, come si vestivano, in cosa e come credevano (c’è pura una cappella privata). I luoghi dove ricevevano gli ospiti, le loro camere private e le diverse festività annuali.
Il percorso di distribuisce su due piani e una cantina: non mi aspettavo di trovare un ambiente così grande!

Il rustico a tre piani
Il fabbricato si sviluppa su tre piani dove sono collocati i tantissimi attrezzi utilizzati anticamente nell’agricoltura, nell’allevamento e nell’artigianato.
Ci sono diversi veicoli: slitte, carri, carrozze e così via. Sono tutte in formato naturale e servono a capire quali erano i mezzi di trasporto dell’epoca.
Il lavoro manuale occupava il primo posto nelle mansioni dei contadini:
- al piano terra c’è una stalla, sono esposte delle carrozze, le botteghe del calzolaio, del tessitore e del conciatore. Viene mostrato come si lavorava il legno, il lavoro del carpentiere, del falegname, del tornitore etc.
- Al primo piano dell’antico fienile non passa di certo inosservata la grande trebbiatrice proveniente da S. Pietro in Valle Aurina e risalente al 1833.
- Nel solaio c’è una collezione di attrezzi per lavorare il legno. Il carpentiere era una figura di riguardo e colui che creava lo scheletro di tetti, porte, portoni e di tutte le costruzioni in legno.
L’area all’aperto
Il giardino barocco fa spartiacque tra la residenza Mair am Hof e l’area all’aperto.
Sono stati creati ben oltre 20 edifici che riproducono gli antichi masi contadini, i fabbricati rurali annessi e le officine artigianali risalenti tra il Quattro e il Novecento.
Mostrano come i contadini, gli artigiani e i braccianti delle diverse valli alto atesine vivevano, lavoravano e passavano le loro giornate con le famiglie.
Per maso s’intende l’intero complesso di costruzioni e terreni che formano l’azienda agricola unitaria e tipica dell’Alto Adige.
La forma più antica è quella del maso agglomerato per poi caratterizzarsi con il maso a due corpi appaiati e nel maso a corpo unico in base alle diverse zone.
Tra i diversi edifici, nei prati è possibile imbattersi negli animali domestici e da cortile, in un campo coltivato, nei giardini profumati e negli antichi alberi da frutto.
Io mi sono divertita parecchio ad entrare nei diversi masi: le ricostruzioni sono molto realistiche e si ha l’impressione di immedesimarsi nella vita dei contadini.
Sono riprodotte le cucine, le camere da letto, una stube e un fienile. In fondo al parco c’è anche un mulino d’acqua funzionante e a misura naturale.
Se capiti in una bella giornata come è successo a me, è possibile ammirare l’intero panorama che spazia su Brunico, con le sue chiese e il castello e Plan de Corones.

Informazioni utili per visitare il Museo Etnografico
- Il museo è aperto 15 aprile fino al 9 novembre dalle 10 alle 17 ed è chiuso il lunedì.
- Il costo del biglietto è di 9 € e sono comprese anche delle riduzioni e biglietti famiglia.
- Si trova a Teodone in via Duca Diet 24: siamo alle porte di Brunico.
- Viaggi a piedi o con i mezzi pubblici con me? Prendi il CityBus 420.2 da Brunico con direzione S. Caterina Villa.
Il mio consiglio è quello di prendersi almeno due o tre ore per l’intera visita: il percorso richiede molto tempo e le tappe sono tante. Se fatto con calma, ci vuole mezza giornata o forse più.
E’ consigliato di controllare il meteo: lo spazio da visitare all’esterno è piuttosto vasto ed è consigliabile farlo in una giornata senza pioggia.
- Il Museo Provinciale degli Usi e Costumi di Teodone l’ho inserito nella mia visita a Brunico.



6 pensieri sparsi
Questa zona non la conosco proprio ma non ti nego che la visita a questo museo non mi dispiacerebbe, proprio per saperne di più su usi e costumi del territorio.
Io ho un debole per i musei etnografici: si scoprono sempre cose interessanti e spesso passate al dimenticatoio.
Visitando questo museo ci Si inserisce pienamente nel tessuto del posto, conoscendone la storia e le tradizioni che l’hanno reso unico. Siamo stati a Brunico un paio di volte, ma sai che nessuno mi ha proposto di visitare questo museo? Me lo segno subito per la prossima incursione in zona, lo trovo molto ben strutturato.
Ci sono arrivata pure io per caso e ne sono contenta: è stato tra i momenti più belli a Brunico! Spero possa essere un bel luogo anche per te quando lo visiterai.
Bello questo museo: poter conoscere la vita passata in un modo così immersivo lo trovo molto coinvolgente. Me lo segno
L’ho adorato e devo dire che l’ho scoperto per puro caso: te lo consiglio proprio!