Il MUSE Museo delle Scienze di Trento così come lo conosciamo oggi è una realtà relativamente recente. Aperto nell’estate del 2013 è diventato ben presto un punto di riferimento tra i musei scientifici e una tappa indiscussa per chi visita il capoluogo trentino.
E’ molto quotato tra i più piccoli e nonostante questo ritengo che sia una realtà che non guarda in faccia all’età di chi lo visita.
Sono cresciuta da un bel po’ e tutte le volte che lo visito mi trasformo in una bimba felice che si diverte tra i vari piani, cercando di provare qualsiasi cosa di possa fare.
Ti racconto come è nato, cosa ci puoi trovare al suo interno e tutte le informazioni utili per visitarlo!
La storia del MUSE
In origine fu il Museo Civico di Storia Naturale di Trento, quando nel 1922 ne venne approvato lo statuto.
Nel 1924 le diverse sezioni vengono accorpate in un’unica sede: il Palazzo Scolastico in via Giuseppe Verdi (oggi sede della facoltà di Sociologia) risultò subito adatto ad ospitare i 350 m lineari di vetrine espositive, grazie agli ampi spazi interni.
Nel 1964 viene istituito il Museo Tridentino di Scienze Naturali. La collezione aumenta nel corso degli anni e il museo necessita di una nuova sede: ecco che nel 1975 approda all’interno di Palazzo Sardagna in via Calepina.
Ricordo ancora le sale, visitate con la scuola e molto diverse da come si presentano oggi nell’attuale sede: buie, polverose e un po’ antiquate. Da bambina facevo sempre un po’ fatica girarci perché trovavo questo luogo angusto e non vedevo l’ora di uscire.
Però mi piaceva molto l’edificio col suo cortile interno, tipico delle case di una volta. Alle 21 sale che ospitavano la mostra permanente, si aggiungevano l’esposizioni temporanee al piano terra.
Poi arriva il 2013, anno in cui parte una nuova avventura: il 27 luglio viene inaugurata l’attuale sede e relativo nome, MUSE Museo delle Scienze.
Il MUSE Museo delle Scienze di Trento
Ci troviamo nel quartiere delle Albere, uno dei quartieri più recenti di Trento ma anche tra i più discussi, ancora oggi.
La sfida del MUSE, e del moderno quartiere, è legata all’idea di come ripensare una delle tante aree abbandonate o marginali delle nostre città: considerare un nuovo utilizzo e come collegarla ai quartieri storici già presenti.
Un nuovo ruolo quella dell’area ex Italcementi, che ne ha ridisegnando la sua funzione pubblica e legarla allo storico quartiere di Piedicastello e la collina del Doss Trento.
L’architettura del Quartiere delle Albere e dello stesso MUSE è frutto del lavoro del team di progettisti dello studio dell’architetto Renzo Piano; ideatore del progetto e colui che ne ha seguito tutte le fasi, fino all’apertura del museo stesso.
L’esposizione del museo
Immagina di scalare la vetta di una montagna e durante il tuo percorso tutto cambia intorno a te: la flora e la fauna si evolvono in base all’altitudine.
Ecco, visitare il MUSE è un po’ come arrampicarsi su una montagna: di sicuro meno faticoso ma sicuramente interessante.
Ogni piano è uno strato ben specifico del versante della montagna: dal fondo valle si arriva fino su in cima alla vetta dalla quale ammirare Trento dall’alto. Ad ogni fascia una storia diversa.

+5 terrazza panoramica
E’ tra i miei piani preferiti perché amo i punti strategici dai quali osservare le città: da qui si può ammirare dall’alto una parte di Trento e i tetti del quartiere delle Albere.
Immaginala come la vetta della montagna, ventosa e fredda in inverno e piacevole in estate. Tutto appare più piccolo e le persone che si muovono nel parco sottostante sembrano delle piccole pedine.
+4 le alte vette (e un ghiacciaio)
Un ghiacciaio da toccare all’esterno e da vivere nel tunnel immersivo grazie ai video che riproducono il passare del tempo sulle alte vette montane.
Il percorso prosegue poi con il racconto di come i organismi e clima si adattano alle temperature estreme dei luoghi più estremi: l’alta montagna.
+3 la natura alpina
Il terzo piano è il luogo dove scoprire la biodiversità alpina grazie ad un labirinto che parte dalle vette estreme al fondo valle. Una discesa di 2.000 metri e i 28 ambienti naturali che li caratterizzano.
Vengono raccontati i diversi ecosistemi, specie animali e vegetali che caratterizzano i diversi ambienti. Tutto questi in pochi metri quadrati.
Sul lato opposto dello stesso piano viene raccontato anche il cambiare delle stagioni e di come gli esseri viventi si sono adattati, soprattutto nei momenti più difficili come può essere l’inverno.
+2 la geologia e il territorio
E’ arrivato il momento di raccontare la storia delle Dolomiti e come sono fatte; una scoperta continua tra gli ambienti geologici che si sono susseguiti nel corso del tempo.
Patrimonio UNESCO, le Dolomiti hanno una lunga storia: oltre 300 milioni di anni di evoluzione e cambiamenti che hanno portato il fondo di un mare caldo ad essere tra le vette più alte in Europa.
+1 le sfide nel tempo
Al primo piano è raccontata l’evoluzione del rapporto umano con l’ambiente circostante; una storia lunga oltre 40mila anni.
La nostra società è frutto delle tante scelte fatte dai nostri antenati nel corso dei secoli e che hanno hanno cambiato e trasformato lo scenario della terra.
Sono esposti i principali ritrovamenti fatti sul territorio trentino, mostrando l’evoluzione umana, culturale ed economica delle persone che abitavano le alpi meridionali durante il Neanderthal.
0 dove sperimentare la scienza
E’ l’agorà del museo stesso. Un luogo che diventa fulcro della società dove le persone possano incontrarsi e confrontarsi.
Questa è lobby del museo, spaziosa e luminosa; il primo spazio che si presenta al visitatore quando entra al MUSE. E’ una vera e propria piazza e richiama le creazioni architettoniche dello stesso architetto, Renzo Piano.
E’ anche il luogo dove io mi diverso maggiormente fino a quando non devo lasciare i giochi ai più piccoli. Infatti ci sono due spazi espositivi dove si sperimentano i cinque sensi e udite udite, si può toccare la scienza con le proprie mani e l’esperienza.
-1 la storia della vita
Storie di scheletri e DNA, fino ad arrivare alla foresta tropicale montana. Questo è il percorso di questo piano del MUSE per raccontare l’estinzione dei dinosauri facendo nascere una miriade di mammiferi diversi.
E’ in mostra la galleria della storia e dell’evoluzione delle tante vite forme di vita sul pianeta (molte delle quali non esistono più).
Il percorso prosegue all’interno della serra tropicale dove è stata ricostruita una particolare foresta montana che si trova sulla catena degli Udzungwa in Tanzania.
Big Voide
Il Big Voide è il cuore del museo stesso: tutti i piani ruotano intorno ad esso, gli animali sono sospesi nel vuoto in base al principio architettonico “Zero Gravity”.
L’idea di questo tipo di esposizione offre un nuovo modo di leggere natura e scienza: il visitatore è connesso con tutti gli spazi del museo, tutto è visibile sia da dentro che da fuori.
Una bella esperienza è stata la mostra diffusa Ghiacciai del fotoreporter brasiliano Sebastião Salgado dove le foto dell’artista sono state appese nel vuoto insieme agli animali, creando così un’installazione site specific.

12 aprile 2025 – 11 gennaio 2026
L’orto e il biotopo
Sono collocati all’esterno del MUSE e visitabili da chiunque senza biglietto.
- L’orto botanico è un concentrato agrario dei sei continenti. 2mila metri di continui mutamenti attraverso un giro del mondo (sotto casa).
- Il biotopo è una new entry di cui mi sono innamorata fin da subito: uno specchio d’acqua di 600 m² caratterizzato dalla presenza di piane rare in natura. Un breve percorso dal quale ammirare il Palazzo delle Albere e la serra dall’esterno.
Helen Wiesinger, botanica del MUSE
Quest’area permette l’esplorazione sensoriale del mondo vegetale attraverso piante ricche di profumi, sia a livello di fiori che di oli essenziali presenti nelle foglie. Oltre che osservarle, è possibile annusarle e toccarle in un percorso accessibile a tutte e tutti, che intende stimolare i nostri sensi
Informazioni utili
- Il MUSE è aperto dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18 e nei fine settimana dalle 10 alle 19.
- Si trova in Corso del Lavoro e della Scienza, 3 a Trento.
- Il biglietto intero costa 11 € e ci sono diverse riduzioni, tra cui anche i biglietti famiglia.
- Ti consiglio di acquistare il biglietto anticipatamente online per saltare la fila e assicurarsi l’entrata nell’ora scelta. L’ingresso è contingentato e spesso si formano delle lunghe code d’attesa.
- Se hai intenzione di visitare anche gli altri musei di Trento, ti consiglio di acquistare la Museum Pass Trento Rovereto.
- Si può stare all’interno del museo al massimo per 3 ore e una volta usciti non è più possibile rientrare.
Il museo si raggiunge così:
- 10/15 minuti a piedi dal centro storico.
- Con l’autobus nr 4, 12, 13, 14 scendendo alla fermata “MUSE – cimitero”; il nr 3 e 8 scendendo in via Travai e la navetta nr 19 che si ferma proprio di fronte.
- Con l’auto, direzione Quartiere delle Albere e lasciandola nel loro parcheggio.


