Conosciuto meglio come il Giardino dei Ciucioi di Lavis alle porte di Trento, sta finalmente conoscendo una nuova vita grazie all’assiduo lavoro dell’Ecomuseo dell’Argentario.
E’ stato aperto al pubblico nell’autunno 2019 il Giardino Bortolotti dopo 20 anni di ristrutturazione: da allora, questo particolare giardino pensile sta avendo un forte interesse da parte di trentini e turisti.
Le visite guidate al Giardino dei Ciucioi durano un’ora dove il tempo sembra fermarsi; un momento della nostra vita in cui si ha l’impressione di trovarsi tra sogno e realtà.
Un giardino pensile particolare e un po’ retrò, frutto del gusto eccentrico del suo ideatore.
A chi viaggiando sulla ferrovia elettrica Trento-Malè o sulla strada ereriale per il Brennero, imbocca il ponte di Lavis, si presenta una fantastica scena di mura merlate, di balconi pensili, di serre e di terrazze che ad onta delle ingiurie del tempo decorano l’ultima falda meridionale del colle detto Il Paion, con una varietà appariscente di linee e di colori
Carlo Sette in Il Giardino Bortolotti detto Ciucioi in Lavis, 1927
Giardino dei Ciucioi
Il Giardino dei Ciucioi di Lavis è una creazione del signor Tommaso Bortolotti, eclettico personaggio vissuto durante l’Ottocento. I lavori iniziarono negli anni Trenta per concludersi nel 1860 tra i tanti debiti del suo ideatore.
Un giardino pensile del tutto particolare, sia durante l’epoca in cui è stato costruito che per noi che lo visitiamo oggi.
C’è da dire che è un giardino che si sviluppa più in senso verticale che in orizzontale, talvolta scavando scale e spazi all’interno della roccia.
Ogni terrazzamento conduce a quello successivo, creando puntualmente situazioni diverse: le irte scale portano in angoli nascosti o in portici senza uscita.
La sua costruzione di certo non è stata lasciata al caso: ogni creazione, ogni struttura, ogni spazio ha una suo perché. Un luogo che rimanda agli antichi giardini pensili, quelli dell’Eden raccontati dalla Bibbia o nella letteratura antica.
Non può meravigliare se la mente vaga nei giardini persiani raccontati da Senofonte. Passando per l’antica Teogonia di Esiodo quando parla del giardino delle Esperidi o ci troviamo catapultati nei giardini descritti da Omero.
Il Giardino Bortolotti non è solo un luogo antico, è anche frutto del suo tempo dove il gusto romantico tipico dell’Ottocento è evocato dai ruderi di un castello o dalla loggia e dalla stanzia dei Crociati, i cui simboli richiamano alla massoneria.

E’ una questione di tecnica
Il sistema di areazione e di riscaldamento delle serre ricorda molto l’hypocaustum, una tecnica di riscaldamento usata nelle antiche ville romane. Una piccola grotta è stata creata nella parte più bassa del giardino dove veniva raccolta l’aria calda attraverso a delle tubature.
Successivamente l’aria veniva trasportata in tutto il giardino e nelle due serre riscaldate grazie al pavimento dei terrazzamenti: tutto questo frutto dei canali a serpentina nascosti dal terreno.
A tutt’oggi la tecnica di riscaldamento e l’intero progetto risultano pieno di misteri e di domande senza risposta: Tommaso Bortolotti non lasciò nessun testamento riguardo alla sua creazione.
Nel giardino si trovavano “magnifiche piante rare ed esotiche in due vaste serre: palme, magnolie, aranci, limoni, nespoli, del Giappone ed erbe aromatiche, che forestieri d’alto rango, e principi stessi di case regnanti, che allora transitavano con i cavalli per Lavis, ammirarono sinceramente”
CARLO SETTE IN IL GIARDINO BORTOLOTTI DETTO CIUCIOI IN LAVIS, 1927

Chi è Tommaso Bortolotti
Tommaso Bortolotti nasce il 5 novembre 1796, in un giorno diverso da tutti gli altri: è la stessa data in cui le truppe napoleoniche conobbero la triste ritirata dal Principato Vescovile di Trento.
Non sono molte le notizie a riguardo di questo eclettico personaggio ma la cosa certa è che Tommaso si trovò testimone importante degli eventi storici locali.
- Nel 1825 si distingue per una atto di eroismo durante un incendio.
- Fu sindaco di Lavis dal 1830 al 1832.
- Nel 1809 vede le conseguenze su Lavis della rivola guidata da Andreas Hofer, tra cui 44 persone fucilate in Piazza Loreto, la fame, il saccheggio e la carestia.
- Vide cascare l’impero di Napoleone e la relativa annessione del Trentino all’Impero Austro Ungarico.
- Partecipò ai moti del 1848 iscrivendosi al comitato per l’autonomia del Trentino dal Tirolo.
Tra le cose certe, si sa che la famiglia Bortolotti di Lavis gestiva una filanda nei pressi del ponte di ferro (oggi ponte della Lazzera) nel XVII secolo.
Infatti nel 1643, l’antenato Giacomo Bortolotti compra il mulino dalla famiglia Sale, creando così in poco tempo un piccolo impero: nel XVIII secolo si incomincia a parlare del filatoio Bortolotti.
Per evitare la bancarotta, il padre di Tommaso si trovò a vendere il filatoio, riuscendo così a racimolare una piccola fortuna. Una fortuna che Tommaso Bortolotti usò tutta per la creazione del Giardino dei Ciucioi di Lavis.
Morì il 9 aprile 1872 senza discendenti ma pieno di debiti.
Vecchio, stanco sempre vestito accuratamente di nero, egli persisteva tenace a rendere più perfetta l’opera sua che doveva essergli fatale
CARLO SETTE IN IL GIARDINO BORTOLOTTI DETTO CIUCIOI IN LAVIS, 1927

Da dove arriva il nome?
Lo sai da dove deriva lo strano nome del Giardino Ciucioi? Le possibilità sono due e scegli tu quella che ti piace:
- Una rivisitazione del dialetto locale della Piana Rotaliana alla parola tedesca “zu Zoll“. In italiano vuol dire “alla dogana” “al dazio”: il fiume Avisio che scorre per Lavis per inserirsi poi nel più importante Adige, fungeva da confine tra il principato vescovile di Trento e le terre tedesche del Tirolo. Ovviamente con una dogana nel mezzo.
- Può derivare dal verso di alcuni uccelli locali.
Il percorso del giardino pensile
Il giardino pensile si sviluppa seguendo un percorso a rampa elicoidale, dove alla sua sommità è collocata la Casa del Giardiniere. La parte alta domina Lavis e la Valle dell’Adige e per raggiungere il punto più alto bisogna attraversare i vari terrazzamenti.
Dal basso, i terrazzamenti dovevano accogliere un’infinità di piante, talvolta con la presenza di piante esotiche come le palme, magnolie, aranci e limoni.
Nei freddi inverni, le piante esotiche erano custodite all’interno delle due serre: un elaborato sistema di riscaldamento faceva si che non morissero a causa del clima montano.
Si arriva in alto ammirando una finta chiesa neogotica (c’è solo la facciata), un castello lasciato incompiuto, un criptoportico e una loggia rinascimentale con strane guglie moresche.
I lavori di ristrutturazione sono duranti per ben 21 anni e ancora oggi c’è qualcosa di finire.
Una volta terminati completamente i lavori, si inizierà la seconda fase: ricreare l’antico splendore con le piante della stessa tipologia utilizzate da Tommaso Bortolotti.
Sicuramente d’effetto il risultato finale!

Informazioni utili
- E’ consigliato un abbigliamento consono: scarpe da trekking o da ginnastica, senza tacchi. Il percorso è in salita su un terreno in pietra o in terra. Se non si ha un abbigliamento adeguato, si può rischiare di scivolare o di sporcarsi.
- Il percorso è semplice: sono presenti scalinate per salire e scendere nei vari livelli del giardino pensile.
- Puoi raggiungere Lavis da Trento in circa 20 minuti con la linea urbana n. 17 (le fermate sono quella di San Lazzaro e in via IV novembre). La stazione ferroviaria della Trento-Malé è a 15 minuti a piedi dal giardino.
Per visitare il Giardino dei Ciucioi hai diverse opzioni per poterlo fare:
- Puoi visitare autonomamente solo parte bassa del giardino al costo di 2 €. Gli orari d’apertura sono: il martedì e il mercoledì dalle 14.30 alle 18. Dal giovedì alla domenica dalle 9.30 alle 18.
- Seguire una vista guidata di 75 minuti al costo di 9 € e prenotando online.
- Seguire una delle visite sensoriali immersive.
Il Giardino dei Ciucioi di Lavis fa parte del circuito Grandi Giardini Italiani, in Trentino Alto Adige insieme al Parco Guerrieri Gonzaga a Villa Lagarina e ai Giardini Trauttmansdorff di Merano.


