La storia degli ebrei in Germania è lunga e caratterizzata da una serie di eventi negativi come eccidi, persecuzioni ed errori giudiziari. In questo post mi soffermerò sulla storia degli ebrei a Berlino durante il Nazismo e di come i quartieri di Hackescher Markt e Oranienburger Tor ne furono caratterizzati.
Dopo un’introduzione storica, ti porto attraverso un itinerario in 5 tappe per conoscere la storia degli ebrei a Berlino durante il Nazismo. Un percorso per ricordare e ripassare gli eventi storici che caratterizzarono la capitale tedesca.
Pillole di storia
La presenza degli ebrei è già attiva dal Duecento nel quartiere di Spandau; prima del Novecento paese a sé stante e oggi parte integrante di Berlino.
E’ stato concesso agli ebrei di stabilirsi a Berlino fino al Cinquecento e l’apporto di banchieri, artigiani, artisti, intellettuali ebrei è rimasto insostituibile grazie alle speranze di uguaglianza e libertà. La comunità ebraica ha dato i natali a numerose personalità di rilievo in svariati campi.
Nonostante questa situazione all’apparenza idilliaca, ci sono stati diversi contrasti e divieti, creando situazioni poco piacevoli nel corso del tempo.
Neue Synagoge
L’integrazione degli ebrei nel capoluogo tedesco è durata fino alla fine dell’Ottocento. Tra il 1859 e il 1866 è stata edificata la Neue Synagoge in Oranienburger Strasse, la più grande sinagoga tedesca con ben 3.000 e più posti a sedere.
La Repubblica di Weimar ha portato un periodo di ipotetica libertà e integrazione, concludendosi con l’avvenuta al potere di Hitler nel 1933.
All’epoca vivevano a Berlino ben 170.000 ebrei, soprattutto nel ghetto ebraico situato nel quartiere Scheunenviertel, vicino ad Alexanderplatz. La comunità ebraica aveva un peso importante nella comunità tedesca in diversi settori e per questo i cittadini ebrei nel corso del tempo influenzarono profondamente la società.
Le 12 tesi contro lo spirito anti-tedesco
Il 10 maggio del 1933 sono state proclamate le “12 tesi contro lo spirito anti-tedesco”. Il primo atto è stato quello di bruciare i libri degli autori sgraditi dal regime nazista. Il passaggio successivo è stata l’esclusione sociale, economica ed infine fisica degli ebrei.
Le leggi di Norimberga del 1935 non hanno fatto altro che dare un duro colpo ad una situazione già precaria e disastrosa. Queste leggi hanno reso il matrimonio tra tedeschi ed ebrei illegale: i cittadini ariani possedevano diritti politici speciali che i cittadini ebrei non possedevano.
La Notte dei Cristalli
Le persecuzioni contro gli ebrei sono sfociate nel pogrom organizzato tra la notte del 9 e il 10 novembre 1938. Una buona parte dei negozi ebrei di Berlino sono stati distrutti; le sinagoghe incediate e più di 12.000 ebrei berlinesi deportati nei campi di concentramento.
Questo evento è conosciuto come la Notte dei Cristalli.
Nel 1942 si è svolta la riunione al lago di Wannsee, un sobborgo di Berlino. In questa occasione si è organizzato il crimine peggiore: il genocidio degli ebrei di tutta Europa, già iniziato nell’Europa dell’Est. Ora si trattava di allargare la questione anche al resto d’Europa.
Il crimine è stato etichettato come “Soluzione Finale della Questione Ebraica”.
1. Neue Synagoge in Oranienburger
E’ conosciuta oggi anche come Centrum Judaicum ed è stata progettata tra il 1859 e il 1866 da Edouard Knoblauch. L’edificio ospitava 3.000 fedeli e fino alla Seconda Guerra Mondiale è stato un luogo molto liberale e chiusa al culto nel 1937 dal regime nazista.
La sua facciata esterna è caratterizzata da uno stile moresco e con la cupola rivestita in oro. E’ un edificio che non passa inosservato: ha uno stile molto orientaleggiante e la sua cupola risplende con la luce del giorno.
La sinagoga ha subìto dei danni causati durante la Notte dei Cristalli avvenuta il 9 novembre del 1938: il capo della polizia mise in fuga i criminali e acconsentì ai pompieri di salvare l’edificio. Pesantemente danneggiata durante i bombardamenti degli alleati nel 1943; nel 1958 è stata demolita la sala principale e quello che ne è rimasto è ristrutturato nel 1995.
Oggi è aperta al pubblico: al suo interno è possibile visitare un piccolo museo e salire sulla cupola (dalla quale non si possono fare foto). La mostra si divide in due parti: la prima è dedicata alla storia dell’edificio e la seconda parte racconta la vita della comunità ebraica di Berlino durante il corso del tempo.
2. Rosenstrasse
Nel settembre 1935 sono state emanate le “leggi di Norimberga”; i criteri di appartenenza al popolo tedesco, imponendo dei divieti ai matrimoni misti tra ebrei e il popolo tedesco.
Queste leggi hanno giocato un ruolo giuridico fondamentale nel momento caotico di questo periodo e utili per dichiarare gli ebrei tedeschi non appartenenti alla “comunità di popolo”. La situazione è poi sfociata nel marzo del 1943 con la resistenza delle donne tedesche sposate ad uomini ebrei: una protesta contro la decisione delle deportazioni prese da Hitler.
Una folla di donne (mamme, zie, sorelle, figlie) hanno protestato nel marzo del 1943 a Rosenstrasse davanti all’ufficio amministrativo della Comunità ebraica. Luogo dove le SS avevano condotto i loro mariti, fratelli, figli, cognati o semplici conoscenti.
Per due settimane hanno presidiato l’entrata dell’edificio, occupando il marciapiede e gridando “Ridateci i nostri mariti” o “Ridateci i nostri figli”. La protesta è durata fino a quando i familiari non sono stati liberati e mandati a casa.
3. Alter Judischer Friedhof
Questo è il vecchio cimitero ebraico nato nel 1672 e chiuso nel 1827 e custodisce le spoglie di ben 10.000 ebrei.
Durante la Seconda Guerra Mondiale è stato confiscato dalla Gestapo, profanato e utilizzato come campo di calcio. Nel 1943 si è trasformato in rifugio antiaereo e poi usato come cimitero di fortuna per circa 3.000 persone uccise durante i combattimenti avvenuti nelle strade di Berlino durante gli ultimi giorni della guerra.
Accanto c’è un’area libera. Un tempo sede di un ospizio ebreo e utilizzata poi dalla Gestapo come centro di raccolta degli ultimi ebrei berlinesi deportati nei campi di concentramento dell’est Europa, conosciuto come Judenlager.
La via dove è situato questo cimitero, è stata una delle principali vie della Berlino ebrea e dominata dalla sinagoga di cui ho parlato sopra.
La Gestapo distrusse e profanò le tombe nel 1943: prima di tale evento erano presenti 2.800 lapidi. Tra le poche rimaste c’è quella del filosofo Moses Mendelsohon scomparso nel 1786: è il genitore della corrente culturale chiamata Haskalah (ovvero Illuminismo Ebraico).
4. Stolperstein, le pietre d’inciampo
Camminando per le vie di Berlino, è possibile inciampare negli Stolperstein. Non sono altro che piccoli sanpietrini coperti da una lastra d’ottone sulla quale vengono incisi il nome di una persona, la sua data di nascita e quella della deportazione, se conosciuta anche quella di morte.
- L’idea è stata dell’artista Gunter Demnig, sviluppatasi poi in tutta Europa e serve a ricordare gli ebrei deportati. Sul blog ti ho raccontato delle pietre d’inciampo e la storia degli ebrei a Bolzano.
5. Museo Blindwerkstatt
Otto Weidt è uno degli “Eroi Silenziosi” che ha cercato di salvare più ebrei possibili dalla furia nazista grazie alla sua piccola fabbrica di spazzole. I suoi lavoratori erano ebrei non vedenti e non udenti, riuscendo a proteggerli perché “essenziali all’industria di guerra”: infatti le spazzole erano vendute proprio all’esercito tedesco.
Riuscì perfino a corrompere la Gestapo a far rientrare i suoi dipendenti arrestati con l’intento di deportatarli nei campi di concentramento. Ci riuscì falsificando documenti e nascondendo addirittura una famiglia all’interno di uno stanzino coperto da un armadio.
Il museo è piccolo ma interessante. E’ stato allestito all’interno della fabbrica stessa e il personaggio viene raccontato grazie a foto, documenti e materiale originale dell’epoca ma anche attraverso il racconto e le interviste dei sopravvissuti.