Dopo un fine settimana passato fuori porta in Veneto, ti propongo un itinerario per scoprire cosa vedere a Treviso, conosciuta anche come la “Venezia sulla terraferma” grazie ai canali che l’attraversano. Un giorno basta se vuoi passeggiare per il suo centro storico, due giorni nel caso in cui decidessi di visitare anche qualche museo.
Una cittadina a misura d’uomo che nulla ha da invidiare alle vicine Venezia e Padova: scorci da lasciare senza fiato, una storia millenaria con un pizzico d’arte che la rende piacevole da visitare. Ci troviamo nella bassa pianura veneta, quel pezzetto di terra a ridosso della laguna veneziana.
- Treviso è una delle dieci città finaliste candidate a Capitale Italiana della Cultura 2026.
Il centro storico
Un centro storico di piccole dimensioni dove tutto è raccolto all’interno delle antiche mura. Passeggiare al suo interno non chiederà tanto tempo e potrai prendertela con calma, fermandoti in qualche caffetteria per assaggiare uno tra i dolci più famosi. Sto parlando del tiramisù e si dice che sia nato proprio a Treviso.
Piazza dei Signori e Palazzo dei Trecento
Ci troviamo nel cuore di Treviso dove numerosi caffè animano le sue vie laterali: sto parlando di Piazza dei Signori e del Palazzo dei Trecento. Il palazzo fu costruito a cavallo tra il Millecento e il Duecento e da sempre sede delle assemblee comunali composte da trecento membri. Ancora oggi è sede del potere politico con il Consiglio Comunale e luogo dove vengono fatte le cerimonie pubbliche, mostre ed esposizioni.
Purtroppo io ho trovato chiuso il Palazzo dei Trecento ma se ti capita di poterci entrare, prendi l’imponente scala che porta all’interno dell’edificio. La Sala dei Trecento è un grande salone con il soffitto in legno e le pareti interamente affrescate: su tre lati sono rappresentati gli stemmi con i nomi dei podestà che governarono Treviso dal XIV al XV secolo.
Ai lati delle finestre ci sono le Virtù Cardinali e sulla parete di fondo del salone, anch’essa completamente affrescata, al centro c’è la Madonna con Bambino tra i santi Pietro e Liberale.
Gli altri edifici presenti in Piazza dei Signori sono il Palazzo del Podestà con la relativa torre civica e il Palazzo Pretorio. Ti lascio un compito per quando visiterai Piazza dei Signori: andare alla ricerca della famosa Fontana delle Tette e della Fontana dei Tre Visi (dalla quale forse deriverebbe il nome di Treviso).
Loggia dei Cavalieri
Poco distante da Piazza dei Signori si trova la Loggia dei Cavalieri e simbolo del potere nobiliare durante il Libero Comune. Nel corso del tempo ha cambiato le sue funzioni: luogo dove la nobiltà si radunava, deposito di legnami, un magazzino e luogo per la rivendita di casse da morto.
A causa dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, è stata ristrutturata e restaurata: purtroppo sono andati persi gli affreschi che rappresentavano scene cavalleresche risalenti al Duecento, periodo in cui fu costruita.
Proprio di fronte io mi sono persa ad ammirare un edificio affrescato in stile Liberty e a passeggiare nel caratteristico porticato che mi ha accompagnato verso la Riviera Santa Margherita e la zona del Quartiere Latino.
I tipici vicoli del centro
Da Piazza dei Signori, dirigiti verso il Duomo ma non correre. Ti consiglio di prendertela con calma e lasciarti ispirare da tutte le vie e viuzze che ci sono.
Passeggiando per questi antichi vicoli, ho trovato scorci caratteristici di cui mi sono immensamente innamorata. Si respira l’aria di una Treviso medievale, il profumo del mare che arriva dai canali, scoprendo negozietti nascosti nei quali fermarsi.
Le chiese di Treviso
Se anche a te piace curiosare all’interno delle chiese, nel centro storico ce ne sono alcune interessanti e spesso racchiudono opere d’arte di grande pregio. Spesso le ho trovate lineari e pulite, senza tanti sfarzi e per questo mi sono piaciute, dandomi la sensazione di calma e rilassatezza (nonostante io abbia un debole per l’architettura barocca).
Il Duomo
Non ho potuto visitare l’interno del Duomo a causa delle celebrazioni al suo interno la domenica (giorno in cui sono arrivata a Treviso) e il martedì i miei orari non coincidevano con quelli dell’apertura dell’edificio. Ma sono riuscita ad andarci quando sono ritornata a Treviso ben 6 mesi dopo e ne sono stata ben contenta.
La struttura risulta essere il risultato di diverse epoche. Costruito nel Medioevo sulle basi di un’antica basilica paleocristiana, l’attuale aspetto neoclassico risale alla seconda metà del Settecento grazie agli architetti Andrea Memmo e Giannantonio Selva. Al suo interno, tra i tanti tesori artistici è possibile trovare la Pala dell’Annunziata di Tiziano.
Chiesa di San Nicolò
E’ stata la prima chiesa che ho visitato perché proprio di fronte a dove alloggiavo. Nel mio primo viaggio a Treviso mi ha fatto un certo effetto vederla immersa nella nebbia al calar della sera: credo che la nebbia renda tutto più sinistro, non credi?
Lo stile architettonico mescola il Romanico veneto con il Gotico d’Oltralpe e la pianta a croce latina si divide in tre navate. Quello che mi ha colpito di più sono stati gli affreschi: maestosi e immensi come ad esempio l’affresco di San Cristoforo.
Chiesa di San Francesco
Anche la chiesa di San Francesco mescola lo stile del Romanico col Gotico perché costruita a cavallo tra i due periodi. Chiesa costruita grazie ad alcuni frati francescani che arrivarono a Treviso nel 1216, stabilendosi in un oratorio oltre il Cagnan Grande.
Inizialmente venne edificato un piccolo convento con la relativa cappella dedicata alla Vergine Maria. Col passare del tempo, la comunità francescana crebbe tanto da ingrandire il convento e costruire una chiesa che li potesse ospitare.
Purtroppo alla fine del Settecento i francesi abbatterono i due chiostri e utilizzarono la chiesa per motivi militare e come stalla. Oggi al suo interno è possibile ammirare alcuni interessanti affreschi come “Incontro di Gioacchino e Anna con san Luigi IX e santa Libera” dell’artista Carpaccio.
La zona più caratteristica: i canali
La zona più particolare e sicuramente la più coinvolgente è quella dove Treviso si specchia sull’acqua. I canali che l’attraversano sono creati dalle diramazioni del fiume principale chiamato Botteniga.
Il caratteristico percorso all’interno del centro storico inizia all’altezza del Ponte di Pietra grazie alla presenza di alcune chiuse create da Frà Giocondo, costeggiando poi le antiche mura dove ci sono altri due rami del Botteniga. All’altezza del Ponte Dante si fonde con un altro corso d’acqua: il Sile.
Durante il percorso è possibile trovare diversi mulini, scorci che tolgono il fiato (io consiglio di passarci nei diversi momenti della giornata quando cambia la luce), opere d’arte contemporanea e vecchie foto che raccontano il passato di questi luoghi.
Canale dei Buranelli
Siamo nella zona più caratteristica di Treviso: il Canale dei Buranelli. Il nome deriva da un edificio cinquecentesco che si affaccia tutt’ora sul canale e utilizzato da alcuni commercianti di Burano (un’isola di Venezia) come magazzino e dimora privata.
Il Canale dei Buranelli si trova in una delle diramazioni del fiume Botteniga che tanto caratterizza il centro storico. Qua s’affacciano edifici medievali con i caratteristici porticati. La prima volta ci sono arrivata un po’ per caso sul calar della sera e lo scorcio mi ha intrigato subito, nonostante la nebbia. Ci sono ritornata la mattina successiva ma il mio ricordo di questo canale rimane ancora impresso nella versione serale con tutte le luci accese riflesse nell’acqua.
Sul lato più ampio del canale si trova una figura stilizzata tra due barche sulla parate di uno degli edifici: siamo di fronte alla casa dello scrittore trevigiano Giovanni Comisso, vissuto dal 1895 al 1969.
Isola della Pescheria e la Casa dei Carraresi
L’Isola della Pescheria è una vera e piccola isola nel bel mezzo del Cagnan Grande. Situata nel centro storico di Treviso, non esisteva fino all’Ottocento: c’erano solo tre piccole isole separate da diversi rami che il fiume Cagnan trasportava.
L’isola è stata costruita nel 1856 grazie all’architetto Francesco Bomben per spostare il mercato del pesce da piazza del Monte di Pietà: ancora oggi viene svolto il mercato. Il ponte che collega l’Isola della Pescheria con la “terra ferma” vuole onorare e ricordare il suo passato (e il suo attuale utilizzo) con la presenza di singolari statue di pesci.
E’ qua che la Casa dei Carraresi s’affaccia sul Cagnan. Edificio nato come Osteria della Croce alla fine del XIV secolo per ospitare e rifocillare i viandanti tedeschi, il suo nome deriva dallo stemma apposto all’entrata in epoca medievale: stemma che indicava un hospicium dedicato a funzionari e soldati di nobile famiglia. Oggi è sede di mostre ed eventi a livello internazionale.
Ponte dell’Università, Ponte Dante e il Quartiere Latino
Siamo “dove Sile e Cagnan s’accompagna”, così raccontava Dante nella Divina Commedia (Paradiso, IX, 49). I due fiumi, Sile e Cagnan s’incontrano proprio a ridosso di Ponte Dante. Questo è il punto dove inizia la zona dei caratteristici canali che tanto rendono particolare Treviso.
Da un lato c’è Riviera Santa Margherita col suo ponte che collega la con l’omonima via. Chiesa medievale sconsacrata durante l’Ottocento a causa della soppressione del convento dei Frati Agostiniani Eremitani.
Nella cappella absidale era visibile il ciclo di affreschi trecenteschi dedicati alle “Storie di Sant’Orsola”. Oggi, per motivi di sicurezza, gli affreschi sono stati spostati nel Museo Civico di Santa Caterina. L’ex convento custodisce l’Archivio di Stato.
Sul lato opposto attraversando il Sile, c’è il Quartiere Latino: antica sede dell’ospedale civile di San Leonardo, nel 2006 questo spazio è stato recuperato e riconvertito in un quartiere universitario. Zona pedonale dove trovano spazio la sede della succursale dell’Università di Padova e diverse strutture commerciali.
I musei di Treviso
I due principali musei sono il Museo di Santa Caterina e il Museo Civico Luigi Bailo. Una volta arrivata a Treviso, all’ufficio informazioni sono stata informata su diverse proposte culturali: strutture museali e associazioni che organizzano spesso mostre temporanee.
Io ti racconto i musei che ho visitato: Museo di Santa Caterina, Museo Civico Luigi Bailo e il Museo Nazionale Collezione Salce. Ho soggiornato a Treviso quasi due giorni e non ho avuto la possibilità di visitare altre mostre temporanee interessanti.
Museo Civico Luigi Bailo
Nonostante il suo aspetto contemporaneo, il museo è ospitato all’interno di un convento medievale, gestito nel Cinquecento dai Padri Gesuati di S. Girolamo e nel 1681 dai Carmelitani Scalzi. Anche qui, ci si trova di fronte a due chiostri dai toni sobri dove si affaccia la Chiesa degli Scalzi, oggi trasformata in biblioteca.
La nascita dei Musei Trevigiani, oggi Museo Civico, la si deve a Luigi Bailo, un’abate vissuto dal 1835 al 1932 e grande appassionato d’arte: fondatore e primo direttore al quale si è voluto dedicare la Casa dell’Arte del ‘900. Il risultato dell’odierno museo lo si deve ad un’importante e lunga ristrutturazione con la relativa inaugurazione avvenuta nell’ottobre del 2015.
All’interno del Museo Civico Bailo sono esposte 340 opere d’arte contemporanea dalla seconda metà dell’Ottocento alla prima metà del Novecento.
Informazioni utili
- Il Museo Civico Luigi Bailo si trova a Borgo Cavour 24
- L’entrata singola costa 6 €. Se abbinata alla visita del Museo di Santa Caterina, il biglietto cumulativo costa 10 €
Museo di Santa Caterina
La visita al Museo di Santa Caterina ha bisogno di tempo: organizzati almeno un paio d’ore per visitare l’intero museo. La collezione d’arte è vasta e parte con l’area archeologica esposta al piano terra e al piano interrato che raccontano le origini di Treviso e della Marca trevigiana fino all’epoca romana.
Il percorso continua al primo piano con la Pinacoteca: l’arte medievale, rinascimentale e moderna è allestita lungo il corridoio chiamato “manica lunga” e nelle ex celle del convento lungo l’intero tratto.
Il museo è ospitato all’interno del complesso di Santa Caterina, un antico convento nato grazie all’ordine dei Servi di Maria nel 1346 sui resti di un antico palazzo. Due chiostri al suo interno: quello piccolo che permette di accedere al museo e il secondo che conduce alla chiesa sconsacrata che custodisce degli affreschi medievali. Non passa inosservato il Ciclo di Sant’Orsola di Tomaso da Modena che risale al 1350.
La storia del convento è lunga e costellata da tanti eventi come la sua soppressione nel 1772 e la relativa estinzione degli spazi religiosi al suo interno. Durante l’Ottocento il complesso di Santa Caterina venne usato come magazzino militare e caserma, andando a perdere il patrimonio artistico custodito al suo interno.
A causa dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale che si riuscì a recuperare i tesori architettonici e artistici nascosti. La struttura venne restaurata da Mario Botter che riportò alla luce il tesoro pittorico nascosto dalla macerie e dagli intonaci.
Informazioni utili
- Il Museo di Santa Caterina si trova in Piazzetta Mario Botter 1
- L’entrata singola costa 6 €. Se abbinata alla visita del Museo Civico Luigi Bailo, il biglietto cumulativo costa 10 €
Museo Nazionale Collezione Salce
Il Museo Nazionale Collezione Salce m’ha attirato subito grazie alla sua mostra dedicata alla grafica pubblicitaria. Ho scoperto poi che conserva la più ampia raccolta esistente in Italia: museo dedicato a Ferdinando Salce che donò alla sua morte la sua raccolta personale legata alla grafica pubblicitaria.
Il percorso si distribuisce su quattro piani: si parte dall’ultimo fino ad arrivare al piano terra dove c’è la biglietteria e un piccolo bookshop. La collezione conta più di 24.000 pezzi ed è per questo che il museo ha deciso di organizzare diverse mostre tematiche per far ruotare la maggior parte del materiale possibile.
La mostra temporanea che ho visitato era intitolata Colore come illusione. Grafica, pubblicità, manifesto e allestita su due sedi (a Treviso e a Cornuda), dove si è voluto esplorare il significato del colore nei manifesti pubblicitari della collezione.
Informazioni utili
- Il Museo Nazinale Collezione Salce si trova in via Carlo Alberto 31
- Il costo del biglietto è di 6 €
Perché visitare Treviso?
Treviso è una di quelle città di cui non ti aspetti di trovare tanta bellezza. La trovi passeggiando per le sue strade, nei tanti scorci sui canali e all’interno delle tante strutture museali.
E’ piccola, non richiede molto tempo per visitarla ma ti lascia comunque soddisfatta una volta andata via. Ho trovato una certa calma nonostante il vivace struscio della domenica pomeriggio nelle vie del centro. Crea dipendenza perché se mi è piaciuta in una giornata d’inverno con la nebbia, figuriamoci in una bella giornata di sole!
Mi auguro di averti dato uno spunto su cosa vedere a Treviso. Se capiterai nella bella stagione e ti piace stare a contatto con la natura, ti consiglio una visita al Parco Naturale Regionale del Fiume Sile.
Dietro le quinte del mio viaggio
Ogni viaggio nasconde avventure e disavventure che ne caratterizzano poi i ricordi. Il mio lungo fine settimana passato tra Treviso e Burano, Murano, Torcello a Venezia non sarà di certo archiviato tanto facilmente. Replicato casualmente esattamente 6 mesi dopo, questo percorso ha caratterizzato fortemente il mio 2020.
Il mio super pink trolley
- Il mio trolley che più pink non si può ha dato il meglio di sè. Non scorderò mai la sensanzione che ho provato quando, appena partita da casa, mi sono resa conto di aver scordato le chiavi del lucchetto sul letto e di non aver il tempo di ritornare a riprenderle. Con faccia da ebete, una volta arrivata in hotel, ho risolto tagliando con una piccola sega la cerniera supportata dal ragazzo del ricevimento.
- Nel secondo viaggio, sempre appena partita, in stazione il mio trolley ha deciso abbandonare le sue prese: per tutto il viaggio ho potuto solo tirarlo ma non prenderlo. Azione poco piacevole tutte le volte che dovevo alzarlo per salire / scendere le scale. Dopodiché ci siamo detti addio per sempre!
Nebbia ma proprio tanta nebbia
Ho girato Treviso la prima volta con la nebbia, la pioggia e l’umidità, così come Venezia. Ricordo solo di non aver mai visto così tanta nebbia come in questa occasione e di non aver mai sofferto così tanto l’umidità. Non abituata a tutto ciò, durante la mia tappa mi sono imboscata a più musei e caffetterie possibili per riprendermi.
Ditemi, voi persone di pianura e mare, come fate a conviverci? Per la prima volta sono stata contenta di abitare in montagna: addio per sempre alla bella accoppiata per nulla vincente!
Prima e dopo una quarantena
Treviso rimarrà nei miei ricordi la tappa del pre e post quarantena 2020. La prima volta l’ho visitata nell’ultimo fine settimana di gennaio: non sapevo cosa sarebbe successo da lì a poco: una pandemia, una quarantena forzata e il tumore (e relativa morte) del mio cane. Esattamente 6 mesi dopo, ci sono ritornata (per scelta). Ho voluto ricominciare a viaggiare dall’ultimo luogo che avevo visitato: ritornare è stato un po’ come cancellare gli ultimi mesi e ripartire da capo.
Ma poi vuoi mettere visitare Treviso senza nebbia e umidità? Ero proprio curiosa di vederla in una giornata estiva e non mi ha deluso.
Cosa vedere nei dintorni di Treviso
Treviso si trova in una posizione geografica tale da poter raggiungere facilmente diverse località, in base ai propri gusti e alle proprie esigenze. Per gli amanti delle città d’arte, sono raggiungibili in treno:
- Venezia è solo a mezz’ora di treno: chi si lascia fuggire l’occasione di visitare la laguna con tutti i suoi musei e località da sogno?
- Castelfranco Veneto e Bassano del Grappa sono due cittadine da visitare in giornata.
- Padova è il posto giusto per andare alla scoperta di Giotto e Galileo. Ma anche per tantissime altre cose!
- Andare a conoscere di persona Canova nella Gipsoteca di Possagno.
8 comments
Vista appena negli anni 6o quando da Firenze venivo ad incontrare quella maestrina che avreii poi sposato nel 62 insegnante allora nel Bellunese Sono passati quasi 70 anni ed ora sono solo Ho sempre pensato di tornarci e finora non é stato Dalla lettura del tuo resoconto mi sono confermato nella convinzione che non esserci piu tornato mi ha fatto perdere una giornata di gradevole svago e me ne resta il rimpianto Comunque grazie a te !
Sono contenta di averti fatto venire in mente dei bei ricordi!
Ora le distanze sono più vicine ed è più facile muoversi: magari riesci a farci un salto e ammirare nuovamente Treviso!
Complimenti! E’ Proprio bella Treviso !
E’ piaciuta molto anche a me e non è stato male visitarla sia in inverno con la nebbia (che ha il suo fascino) che in una calda giornata estiva!
Non ho mai visitato Treviso e, da come ne parli, sembra imperdibile. Vediamo se riesco a organizzarmi durante l’anno per farci una capatina, da Milano mi sembra abbastanza vicino.
Da Milano è facilmente raggiungibile con le frecce e cambio a Venezia Mestre: da qui è solo meno di mezz’ora col treno regionale! Magari abbinala ad una visita a Venezia perché è molto fattibile.
A me è piaciuta molto e mi sono trovata piuttosto bene: non vedo l’ora di ritornarci.
Per me che ho origini friulane e vivo all’estero Treviso è sempre stata sinonimo di aeroporto. Non mi sono mai soffermata sul centro storico. Poi ho iniziato a curare un progetto di marketing territoriale per le Ville Venete e mi si è aperto un mondo. Ho scoperto così una piccola bomboniera in cui passeggiare, prendere un aperitivo o fare un giro al mercato. Treviso mi ha fatto ricredere!
Io l’ho conosciuta tramite la sua “reputazione”: me ne hanno sempre parlato bene ma non sono mai riuscita a visitarla. Appena ho avuto tre giorni attaccati, ho colto l’occasione di andarci e abbinandola a Venezia (altro discorso a parte: la mia lista di cose da vedere in laguna continua ad essere infinita!).
Ci voglio ritornare con la bella stagione perché l’ho visitata con la nebbia fitta fitta e tantissima umidità.