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La storia di San Vigilio per conoscere il patrono di Trento

by Katia

26 giugno. Il santo del giorno è San Vigilio e patrono della città di Trento e la settimana che precede questa data, ci sono le Feste Vigiliane. Festeggiamenti caratterizzati da rievocazioni storiche, banchetti di prodotti tipici, cibo e parecchi eventi collaterali. Con questo postblog ti voglio far conoscere la storia di San Vigilio e di come è raccontato nell’arte locale.

La storia di San Vigilio

Dai documenti ritrovati, conosciamo la sua storia solo a partire dal suo vescovato a Trento: tutto quello che successe prima risulta ancora un mistero. Sappiamo solo che visse a cavallo tra il IV e il V secolo d.C., ha origini romane ma che si trasferì con la famiglia in Trentino. Fu il terzo vescovo della città e fu mandato a Trento dal vescovo di Milano, Ambrogio, con lo scopo di cristianizzare il Trentino ancora in gran parte pagano.

Fu molto attivo come missonario ai tempi di papa Siricio, si trovò da solo ad operare soprattutto nella Valle dell’Adige e nella zona di Trento. A causa del lavoro abnorme, Vigilio chiese ad Ambrogio di avere accanto a sè dei missionari che lo aiutassero nel suo compito.

L’evangelizzazione della Val di Non

A supporto, vennero mandati ben tre missionari, provenienti dalla Cappadoccia: Sisinnio, Martirio e suo fratello Alessandro. I tre si ritrovarono così ad evangelizzare la Val di Non: Vigilio non voleva dei conquistatori senza cuore ma piuttosto delle persone umili che attraverso la loro vita, dessero l’esempio di vita cristiana, di carità e di umiltà senza far distinzione di alcun tipo.

Il loro lavoro fu piuttosto duro e si racconta che dopo qualche anno in Val di Non, ci furono delle forti liti a Sanzeno con alcuni seguaci dei vecchi culti pagani. Il motivo? Un cristiano si rifiutò di venerare Saturno, scatenando così lo sfogo di una parte degli abitanti contro i tre missionari, percossi a morte e bruciati.

Vigilio andò avanti senza cambiare il suo stile e solo dopo aver onorato i tre martiri, con l’intenzione di non volere punire i colpevoli, anzi li perdonò e chiese la grazia per loro all’imperatore Onorio.

Questo comportamento mise in evidenza la linea pastorale del vescovo, “vincere soccombendo” come scrisse in una lettera lo stesso Vigilio. Le reliquie dei tre martiri vennero mandate a Costantinopoli e a Milano, solo nel XX secolo Milano ridonerà queste alla comunità di Sanzeno.

dipinto di san vigilio
Una delle tante rappresentazioni di San Vigilio.
Foto presa da Internet

La morte e i resti di San Vigilio

Per quanto riguarda Vigilio, la sua morte rimane ancora un mistero e gli storici sono tutt’ora disaccordi.

Si vuole Vigilio in Val Rendena a combattere l’idolatria e una leggenda vuole che venne ucciso a zoccolate perché celebrò una messa e gettò nel fiume Sarca una statua pagana che rappresentava Saturno; mentre altre versioni vogliono che sia stata una donna ad iniziare a colpirlo con gli zoccoli, uccidendolo.

I resti di Vigilio sono tutt’ora custoditi nella cripta dell’antica della cattedrale di Trento: la cattedrale, infatti, è stata costruita sull’antico monumento dedicato proprio al santo.

Curiosità

  • Sempre secondo una leggenda, si vuole Vigilio in fuga dalla Val Rendena nell’abitato di Spiazzo Rendena, proseguendo poi a Cadine, altro borgo nelle vicinanze di Trento. Si dice che quando pose la mano sulla roccia, riuscì ad aprire un varo dicendo “apriti o croz che i rendeneri mi sono addos“. Questo gli permise di raggiungere la città e a salvarsi. Oggi questa gola nella roccia è chiamata dai trentini Bus de Vela, ossia Buco di Vela (e Vela sta per il nome del sobborgo adiacente).
  • Si dice che nelle soffitte e nelle cantine di Trento si nascondano degli scorpioni: stanno a ricordare quello collassato dal soffitto e finito nel calice mentre San Vigilio che si salvatò miracolosamente mentre celebrava la Messa. Raramente però questi animali sono stati dipinti nelle raffigurazioni del santo, probabilmente perché in altri posti come in Val di Non sono spesso associati agli ebrei.

San Vigilio rappresentato nell’arte

Come la maggior parte dei Santi anche San Vigilio è stato rappresentato nell’arte. La sua figura la troviamo in affreschi di molte chiese del Trentino, dell’Alto Adige e anche al di fuori della regione, in alcuni arazzi e in molti dipinti. E’ interessante come venne rappresentato sia fisicamente parlando ma anche con quali attributi.

La Passio Sancti Vigilii è un testo che descrive la vita e l’appostolato di San Vigilio, testo che risale VIII secolo e oggetto di studio sia degli storici che degli artisti per capire questa figura. Come tutte le Passio, anche questa è da prendere con le pinze: la sua descrizione mescola la realtà con la leggenda, raccontando il suo martirio in Val Rendena intorno al 400 ma senza fonti storiche coeve.

L’aspetto fisico

Per quanto riguarda l’aspetto fisico, secondo il Passio San Vigilio è spesso rappresentato giovane, glabro o perfettamente rasato.

Nell’arte, invece, venne spesso raffigurato con una barba nera e corta per aumentarne l’autorevolezza che in alcune situazioni è bianca. In generale, le rappresentazioni più frequenti al di fuori della diocesi di Trento, lo vogliono adulto se non anziano, con la barba; mentre nei confini trentini la sua figura è più conforme a ciò che sta scritto nei  testi tradizionali.

Per quanto riguarda i suoi vestiti, spesso egli indossa una pianeta, tra gli indumenti più significativi dei sacerdoti oppure una tunicella, veste tipica dei suddiaconi e la dalmatica dei diaconi.  Sotto alla tunicella o alla pianeta, Vigilio indossa spesso un camice bianco, un cingolo e la stola.

Gli attributi

Per quanto riguarda gli attributi, è possibile osservare San Vigilio con il pastorale, attributo tipico del vescovo nella pienezza delle sue funzioni.

Spesso, il pastorale ponticale di Vigilio è ornato dal pannisellus, il candido fazzoletto di lino leggero caduto in disuso dal XVIII in poi: sta ad indicare l’autorevolezza, il prestigio e la sacralità del pastorale stesso e di conseguenza del vescovo.

Solitamente San Vigilio indossa i guanti quando il pastorale è ornato dal pannisellus e sopra ad essi l’anello episcopale. Il tutto con il copricapo da cerimonia. Ovviamente, dato che San Vigilio è stato ucciso con gli zoccoli, essi li troviamo spesso.

Museo Diocesano Tridentino
Il Pontificale usato il 26 giugno durante la cerimonia. Durante il resto dell’anno è conservato al Museo Diocesano Tridentino

Consigli di lettura

Ciaghi Giuseppe, San Vigilio martire in Rendena. Viaggio attraverso gli affreschi dei Baschenis nella chiesa di Pinzolo, Edizioni Le Rondini, Pinzolo, 2005

Costa, Armando, Vescovo e patrono di Trento, Trento, 1975

Primerano, Domenica (a cura di), Una storia a ricamo. La ricomposizione di un raro ciclo boemo di fine Trecento, Tipografia Editrice Temi s.a.s., Trento, 2011 (catalogo della mostra – Museo Diocesano Tridentino)

Primerano, Domenica (a cura di), L’immagine di San Vigilio, tra storia e leggenda, Tipografia Editrice Temi s.a.s., Trento, 2000 (catalogo della mostra – Museo Diocesano Tridentino)

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2 comments

Chiaramonte Giuseppe Giugno 26, 2021 - 10:48 am

Non conoscono san vicilio. Sono in contatto con un prete di Trento che oggi mi ha detto che è oggi la sua ricorrenza. Ho letto, è un altro martire, la Val di Non era una zona pagana e io sono felice che il sacrificio di tanti santi ha potuto portare la fede in tante parti del mondo, anche che tuttora ci sono delle zone in cui le discordie, soprattutto in Israele, che sono all’ ordine del giorno.

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